Il 2025 sembra iniziato da una manciata di settimane e invece siamo già a Pasqua. Il tempo vola inesorabile, i giorni si accavallano gli uni sugli altri, in particolare da quando il mio mestiere è diventato anche una lunga serie affliggente di corsi di formazione e aggiornamento.
Pomeriggi in cui, stremati da ore di lavoro mattutino - e in questo periodo si avverte tutto il peso dell'anno scolastico - dobbiamo sorbirci, oltre alle consuete riunioni dipartimentali, i consigli di classe, qualche collegio docenti, anche una gragnuola di ore di formazione sulla privacy, sull'uso intelligente dell'intelligenza artificiale (sic!), sulle magnifiche sorti e progressive che attendono se usi a dovere le applicazioni di un Ipad.
I fondi del PNRR miseramente - o miserabilmente - dispersi in queste edificanti amenità che non hanno ricaduta alcuna sul nostro lavoro se non in forma impercettibile.
Oggi, per me, pensare alla scuola significa ipotizzare un tempo e un luogo in cui possa dirmi di stare valorizzando le mie capacità e i miei saperi. Dopotutto è la parola-chiave di quest'anno: valorizzare, come ho scritto qui.
Sto cercando di mettere in cantiere un grosso cambiamento professionale, ma mandarlo a segno non dipende del tutto da me, vedremo. Spero di darvi ottime nuove fra qualche settimana.