Virginia in uno scatto di Man Ray |
Ogni tanto torno a sfogliare i suoi libri, perché a Virginia è bello tornare, anche solo a sprazzi, ricercando i passi accanto ai quali si è lasciato un segno a matita. Torno a riflettere su ciò che la Woolf è stata, sulla sua vivacità intellettuale, la sua passione per la vita - in aperta contraddizione con la scelta di spegnerla annegandosi - e nuovamente sono colta da una certa fascinazione.
Se volete, soffermatevi dinanzi alle tante foto di famiglia o fra gli amici che la ritraggono nella sua quotidianità, fra quella gioventù gaudente che ha alimentato con la sua ospitale cordialità. Trasudano quella vivacità e quel senso della vita che invidio. Guardate le immagini della sua amica e amante, Vita Sackville-West, e vedrete in quei loro occhi l'affetto tutto femminile che le ha avvinte.
Poi sai bene che sul piano esistenziale la
vita di Virginia, dall'infanzia fino alla morte, è stata tutta una violenza ed
un caos di cui ha pagato lo scotto - molestie subite nella
giovane età dai fratellastri incestuosi, da un padre sottilmente ricattatore e
da tutto un crogiolo di scambi/identificazioni entro un contesto
duplice: socialmente conformista e allo stesso tempo anticonformista nella mente di Virginia. Scotto pagato anche dal marito Leonard, che nutrì per lei
un amore protettivo-paterno, entro il "gioco psichico" dei contrari. Leonard Woolf è stato di certo
l'unico vero amore della sua vita, a fronte di un patto che lui accettò coraggiosamente, un amore gratuito e dedicato senza essere o
poter essere completo, viste le scelte sessuali della scrittrice.