Mamma deve essere morta pochi istanti dopo questo scatto, ne fa fede la data sul retro della foto! Morta annegata, questo lo sapevo, me lo avevano ripetuto spesso da quando ero stato in grado di comprendere il significato di tragica fatalità. Eppure di mia mamma non si parlava mai, non esistevano in casa oggetti che le fossero appartenuti né sue fotografie, a parte questa, apparentemente idilliaca, che fino a ieri non avevo mai visto.
Improvvisamente mi ritrovo, a cinquant’anni, a fare i conti con la mia infanzia che per decenni è stata avvolta in una nebbia densa, alimentata dalla dolce evasività di mia nonna e dai silenzi impenetrabili di mio padre.
Ormai sono morti entrambi e questa nebbia va diradandosi facendomi intravedere uno scenario terribile. Ho ucciso io la mamma?
Forse nello slancio della corsa verso le sue braccia sono stato troppo irruento, l’ho sbilanciata, e lei che era accovacciata sul bordo del pontile, è caduta nelle acque gelide del lago. Una colpa che mi annichilisce.
Ma c’è un’ipotesi ancora peggiore che sta venendo lentamente alla luce: che mamma si sia buttata volontariamente in acqua stringendomi a sé per una estrema disperazione o per un folle odio verso mio padre che forse voleva toglierle la mia custodia. Sembra un’ipotesi assurda, ma non è così. Sto cercando di mettere assieme frantumi di memoria, acuminati come schegge di vetro. Ho labili ricordi di liti tra di loro e mi tornano in mente brandelli di una telefonata tra mia nonna e un’amica…povero bimbo, sua mamma era proprio una poco di buono e altre parole, che non capivo, sibilate tutte con ferocia all’apparecchio. Io avevo 7-8 anni e quando le chiesi che cosa volesse dire poco di buono, lei mi rimproverò per aver ascoltato la telefonata e non mi rispose.
C’è poi la memoria impossibile di un bimbetto di tre anni, che forse è solo la suggestione di questi giorni turbolenti, eppure mi affiora una sensazione vaga di immersione in una specie di liquido amniotico gelido, mia mamma che mi stringe (mi trattiene?) sott’acqua e una mano che all’ultimo mi salva (mio papà?).
Ora, con l’aiuto di questa fotografia ingannevole da famiglia felice e dei pochi frammenti che mi appaiono e scompaiono come lampi, devo ricostruire il mio passato. Ma in testa ho come un fiume in piena, mille pensieri che si accavallano e mi travolgono, acque impetuose e impietose che ancora non so che direzione prenderanno.
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Appuntamento a dicembre per la prossima edizione!
Massimo che mito! Lo sapevo che era tuo.. "dalla dolce evasività di mia nonna" ..hai firmato praticamente! ;) però è vero.. servirebbe più tempo tra il lancio delle foto e la scadenza per l'invio..
RispondiEliminaChe bello, mi sono divertita tanto e complimenti al vincitore! Grazie, Luz!
RispondiEliminaRingrazio tanto anche a chi mi ha regalato il voto e grazie a tutti. Ciao e buona serata! 😘