mercoledì 25 marzo 2020

Dantedì 2020 - Come si legge la Divina Commedia?

Ci siamo, finalmente in Italia si sono resi conto ai Beni culturali che l'eccellenza di Dante, riconosciuta e celebrata in tutto il mondo, doveva avere un giorno dedicato. 
Viene scelto il 25 marzo come data in cui si ipotizza l'inizio del viaggio ultraterreno narrato nella più grande opera letteraria mai concepita da mente umana, la Divina Commedia

E sì che il nostro ne ha scritte di opere, mente fervida e attivissima, uomo di politica, linguista, filosofo. Fare una sintesi del suo operato e del suo sapere sarebbe uno sforzo immane quanto riduttivo. Dante lo abbiamo incontrato tutti, studiato tutti, dai cenni allo Stilnovismo e alla Commedia alle scuole medie fino agli approfondimenti alle superiori, in particolare per chi, come me, ha frequentato il Classico.
Finito il biennio, che ai miei tempi si chiamava ginnasio, per ciascuno dei tre anni successivi si intraprendeva il lungo ed estenuante cammino della lettura e analisi delle tre Cantiche. Credo che sia tuttora così.
Ovviamente il terzo anno, quello dell'Inferno, fu il più bello.

mercoledì 18 marzo 2020

Agnes Grey - Anne Brontë

Incipit: In ogni storia vera è racchiusa una morale; in alcune può essere difficile trovarla, è così povera e piccola che non valeva la pena schiacciare il guscio per quella noce rinsecchita. Non posso giudicare io se sia o non sia questo il caso per la mia storia. A volte penso che possa rivelarsi utile per alcuni e gradevole per altri; ma sarà la gente a giudicare da sola: protetta dalla mia oscurità, dal trascorrere degli anni e da alcuni nomi inventati, inizio senza timori la mia avventura; e rivelerò in tutta sincerità al pubblico quel che non confiderei all'amica più cara. 

In questi giorni di reclusione da Covid-19, è stato un piacere per me tornare in quel particolare mondo suscitato dalle sorelle Brontë, fra le quali la mia favorita resta Charlotte, autrice di quel Jane Eyre che è il mio romanzo preferito.

Pubblicato nel 1847, Agnes Grey veniva presentato ai lettori assieme a Cime tempestose di sua sorella Emily, la più celebre del trio Brontë per un romanzo che giganteggia fra tutte le loro produzioni. Gli editori dell'epoca gradivano molto i romanzi brontiani, ma imposero l'uso di pseudonimi, così il nom de plume di Anne fu Acton Bell, un nome maschile of course, e con questo divenne nota fra le migliaia di lettori che lessero questo piccolo ma significativo romanzo. 

mercoledì 11 marzo 2020

L'ultimo ballo di Charlot - Fabio Stassi

Incipit: E poi c'era sempre qualcuno che girava la manovella...
La macchina sfrigolava, proprio il suono di un uovo sui fornelli, la croce di malta si metteva a ruotare, insieme alle pale dell'otturatore, e la pellicola avanzava a scatti, come un ciclista sulla curva di una pista: pedalate lente, sudore, l'occhio attento, e infine il tuffo...
Una spada di luce che tagliava il buio. 

Questo blog è intitolato a una delle mie passioni, Charlie Chaplin, eppure finora, in ben cinque anni, non ho dedicato un solo post a questo genio dell'arte. 
Lo faccio recensendo questo piccolo e stuzzicante libro uscito qualche anno fa, acquistato da molto tempo e finalmente letto. 
Immaginate di assistere, seduti in platea, a una serie di divertenti scenette che mostrano il grande Charlot e la Morte, incappucciata secondo il più classico dei cliché. 
Immaginate che la Morte si presenti a ogni Natale negli ultimi anni di vita di Chaplin con l'intento di portarlo con sé, mettendo fine a una lunga e prolifica esistenza. Poi immaginate che Chaplin, indossando idealmente la maschera di Charlot, cerchi di farla ridere e la porti a desistere dal suo intento, così come recita la scommessa fatta dai due, rimandando il fatale momento all'anno successivo.

mercoledì 4 marzo 2020

Candy Candy compie 40 anni. Di merende, lacrime e batticuori

Il 2 marzo c'è stato un anniversario di quelli che ci fanno tornare indietro di decenni: nel 1980 ci fu il primo passaggio tv del cartone che ho amato in assoluto: Candy Candy
Sì, la ragazzina-caramella inventata da Kyoko Mizuki nel 1975 che tenne inchiodate davanti alla tv milioni di ragazzine, e anche parecchi maschietti, arrivò dal Giappone per insegnarci le più belle virtù umane: il coraggio, la solidarietà, la tenacia, la simpatia, la capacità di perdonare.

Un'eroina combattiva dinanzi alle peggiori vicissitudini dell'esistenza - alzi la mano chi non abbia avuto voglia di andare a mollare un paio di schiaffi alla perfida Iriza Legan e al suo fratellino diabolico - lei nata orfana e "cittadina del mondo". Insomma, un'icona femminista della migliore fattura, uno di quei mirabili personaggi dell'immaginario nipponico senza i quali la nostra infanzia non sarebbe stata la stessa. 
La stragrande maggioranza dei piccoli spettatori di allora obietterà che a Lady Oscar non si può sottrarre un primato indiscusso, eppure, pur avendo amato molto anche l'irriducibile Oscar François, non mi ha mai conquistato come la piccola orfanella coi codini, non posso farci nulla.