"Il fuoco nel camino crepitava, ed era probabilmente l’unica fonte di calore a non tradire, a differenza di tutto il resto.
In silenzio padre e figlio cercavano di creare atmosfera dal nulla ma i pensieri viaggiavano altrove, e in direzioni differenti.
“No Giorgio, la mamma credo proprio che non lo vedrà l’albero, comunque un bella stella luminosa la mettiamo; che si scorga a distanza, e la Befana magari riempirà anche la sua calza appesa”.
Il papà parlava lentamente, come sospeso tra la speranza da trasmettere a Giorgio e quel sostenere un’ostinata lotta all’evidenza.
E chissà, pensava, in qualche angolo della sua coscienza il Natale riuscirà a smuovere qualcosa di buono, sempre che riesca a trovarlo.
“Ci lascerà soli anche stavolta? Forse siamo stati noi quelli incapaci di comprendere e non abbiamo fatto mai abbastanza, o piuttosto io non ho fatto nulla, affinché l’irreparabile non accadesse.. certo è stata dura cavarcela, senza che tua madre si facesse viva una sola volta, specie questo ultimo anno, anche se alla fine manca, e so che manca tanto a te.”
Giorgio, assorto, continuava a tendere luminarie al padre, tra i luccichii della camera che tante volte li aveva visti giocare e sorridere come una famiglia serena, ricordava i sorrisi della mamma, si chiedeva di continuo cosa potesse aver fatto di così brutto per meritarsi quell’abbandono, senza di lei era davvero dura, anche se papà si prodigava i tutti i modi e cercava di farlo sentire meno a disagio possibile, ma le feste, nonostante luci e addobbi, nascondevano solo malinconia.
Uno scampanellio lo sorprese improvvisamente..
“Suonano alla porta!! Vado a vedere.. magari è lei!..”
Giorgio era raggiante mentre quasi correva alla porta, il papà un po’ meno, temeva la polizia, piuttosto, che mai aveva creduto a quell’allontanamento volontario e lo stava torchiando da tempo, quel papà amorevolmente afflitto e, all’apparenza, inoffensivo.."
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| Immagine 3 |
INCIPIT 2 - Marina Guarneri
La sera della vigilia di Natale Guendalina Cenci correva, trafelata, su per le scale a cercare le sorelle. Ormai era successo. Non si poteva più tornare indietro. Che avrebbe detto la madre se l’avesse vista con le scarpe sporche di fango? Se si fosse accorta dello strappo sul vestito? Per fortuna, nessuno l’aveva notata mentre rientrava in casa. Si era messa nei guai da sola. Non le aveva, forse, il padre impedito di andare a giocare dall’altra parte del fiume? di seguire quello scavezzacollo di Taddeo? Lei, la figlia del consigliere diplomatico Aldo Cenci, che amava la compagnia del figlio di un fattore! Inaccettabile. Ma Guendalina continuava a fare di testa sua, trasgrediva ogni regola e mai avrebbe rinunciato all’amicizia di Taddeo, anche se poi pagava le conseguenze del suo indomito temperamento. Questa volta, però, aveva davvero esagerato. Questa volta era certa che non sarebbe andata incontro a una semplice punizione.
Spalancò la porta della camera dove le due sorelle, alla finestra, stavano aspettando di sapere che fine avesse fatto. Ada cacciò un piccolo urlo: “il vestito, com’è ridotto! E le scarpe! Oh, povere scarpe! Ma dove sei stata? Ti stanno cercando tutti”. Lucia, intanto, le corse incontro: “Stai bene, piccola?”, disse più indulgente.
“È stato un incidente. Non volevo!”
“Mioddio, Guenda, cosa non volevi! quale incidente, di cosa parli?”, la incalzò Lucia.
“Taddeo...”
“Oh, non abbiamo il tempo di occuparci delle cavolate che fai con quello lì. È tardi. Corri a cambiarti e metti il vestito nuovo. Non vorrai scendere giù in questo modo!”
“Ada, non rivolgerti così a tua sorella! Guenda, è accaduto qualcosa?... qualcosa di brutto?”
Guendalina rimase a occhi bassi di fronte a Lucia, che involontariamente le stava stringendo le braccia. Il suo racconto tolse l’appetito alle sorelle.
Nella stanza, l’albero di Natale era l’unico testimone di quella confessione. Ada e Lucia aiutarono Guendalina a rivestirsi, in silenzio, confuse, costrette a trovare, loro malgrado, un modo per reagire. Misero un nastro nei capelli della sorella, poi, prima di festeggiare il Natale, suggellarono una patto, soffiando contemporaneamente su tre candele accese: “Questo sarà il nostro segreto”, promisero all’unanimità.
Il gelo della notte inghiottì il corpo riverso sul greto del fiume.
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Non mi resta che augurarvi Buon Natale!!!
A rileggerci per l'ultimo post dell'anno.
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