venerdì 26 aprile 2024

Ah, l'amour!

Se c'è un'immagine che calza a pennello con lo spirito di questo post, direi che gli innamorati di Peynet sono perfetti. Sì, questi due figurini nati nel 1942, per caso, mentre Peynet il disegnatore aspettava il treno in stazione. Non lontano, un violinista dai capelli lunghi e il cappello nero quel giorno faceva vibrare le corde dello strumento con una musica struggente, mentre una ragazza lo guardava del tutto assorta e deliziata dall'artista e la sua musica. 
E allora, una folgorazione: perché non disegnare i due immaginando che siano innamorati? 
Les amoureux portarono un po' di gioia nella Francia occupata dai nazisti, ma poi, dopo la guerra, quella magia non finì, anzi divenne iconica e oggi agli innamorati sono dedicati due musei e tutto il merchandising ormai celebre. 

martedì 16 aprile 2024

Mangiasti?

Quella del titolo è la domanda che faceva mia nonna Maria, siciliana della provincia di Agrigento, a ogni componente della sua famiglia, a qualsiasi ora del giorno... tanto tempo fa.
Nonna Maria, come l'altra nonna, Agata, calabrese di Cosenza, erano donne nate negli anni Dieci, donne che hanno vissuto le guerre e pertanto la fame e la povertà.

Nonna Maria era una giovane donna durante la Seconda Guerra Mondiale, con tre figli da sfamare cui si sarebbe aggiunto un quarto negli anni Cinquanta.

martedì 9 aprile 2024

Cicale o formiche?

Negli ultimi anni nelle scuole si è diffusa sempre più la pratica dell'educazione finanziaria. Vediamo di che si tratta. 
Promossa dall'OCSE e afferente al Dipartimento del Tesoro, fu individuata nel lontano 2005 come percorso trasmissibile in progetti scolastici.
Devo ammettere che non mi fu da subito simpatica, mi sembrava prematuro parlare a bambini delle elementari e poi ragazzi delle medie di vile denaro. Anche perché ci sono spesso banche - Banca d'Italia in primis - dietro il supporto a questi progetti. 

martedì 2 aprile 2024

Donna, tu puoi scrivere solo "romance"

È di questi giorni una polemica che impazza su alcuni profili Facebook, scatenata da un articolo uscito su Doppiozero, a firma di un tal Gianni Bonina, questo
Il nostro eroe, arzigogolando abilmente in una improvvisata analisi della narrativa firmata da autrici italiane, ci viene a dire che tutte, chi più chi meno, hanno il vizietto di virare verso il genere "romance". 
In realtà risulta evidente che il Bonina si sia letto solo uno dei romanzi che cita: La portalettere, di Francesca Giannone, romanzo d'esordio edito da Nord, vincitore del Premio Bancarella 2023 e al 4° posto fra i libri più venduti dello scorso anno.
Il Bonina non si capacita di come possa accadere che esistano non solo una Francesca Giannone, ma anche una Viola Ardone, una Michela Murgia, una Chiara Valerio, una Viola di Grado, una Nadia Terranova, insomma quelle scrittrici italiane che scalano le classifiche e fanno vendere e pertanto sono corteggiatissime dagli editori pure blasonati (vedasi Einaudi e La nave di Teseo, editori delle autrici citate).