Incipit: Entrammo una alla volta. Dopo ore di attesa, in piedi nel corridoio, avevamo bisogno di sederci. La stanza era grande, le pareti bianche. Al centro, un lungo tavolo di legno su cui avevano già apparecchiato per noi. Ci fecero cenno di prendere posto.
Mi sedetti e rimasi così, le mani intrecciate sulla pancia. Davanti a me, un piatto di ceramica bianca. Avevo fame.
Libro divorato in due pomeriggi - perché è una storia dalla quale è impossibile allontanarsi senza arrivare all'ultima pagina - ho avuto l'onore di conoscerne l'autrice, Rosella Postorino, durante un incontro che si è tenuto ieri a Frascati, vicino Roma.
Il romanzo ha vinto il Premio Campiello quest'anno, con netto vantaggio rispetto al secondo e terzo posto (La ragazza della Leika, vincitore dello Strega, è arrivato al terzo posto). I diritti del romanzo sono stati acquisiti all'estero, sarà pubblicato negli Stati Uniti a gennaio con il titolo At the wolf's table.
Le assaggiatrici è un romanzo che permette di fare conoscenza con una realtà pressoché ignorata dalla Storia, una realtà agghiacciante, legata ancora una volta al mondo femminile vessato dalla coercizione decisa dall'alto, dal potere.
Sono gli ultimi anni del führer, il Terzo Reich sta per capitolare sotto la sferza delle forze alleate, Hitler si nasconde in Masuria (Prussia orientale), nel suo bunker più segreto, lo Wolfsschanze o Tana del Lupo. Gli angloamericani e i russi stanno per sferrargli il colpo di grazia, presto sarà la capitolazione del grande progetto. Si trincera nel bunker in preda alle sue più profonde ossessioni, è paranoico, sospettoso. In quello stesso nascondiglio subirà l'attentato più grave, quello ordito da Stauffenberg, l'ordigno che non andrà a buon fine.