lunedì 26 settembre 2022

Il caffè di Luz e Marina: i sette vizi capitali... l'ira

LUZ   Cara Marina, eccoci giunte al penultimo nostro caffè sui Sette vizi capitali. Riprendiamo dopo un po' di mesi per completare il nostro percorso. Cosa porti di buono da mangiare? Sono curiosa di scoprire come lo accordi con questo vizio di cui tutti/e siamo vittime prima o poi: l'ira.

MARINA  Ben tornata dalle vacanze, Luana! E così siamo di nuovo alle prese con i “nostri” vizi: da questo qui - ahia - direi che non posso prendere le distanze. Ma ora sediamoci comode e, tra un dolcetto al cocco e un altro (sono i miei batuffoli “cocco-losi”, in genere li preparo per smaltire tensioni o stati di nervosismo), scopriamo, come al solito, le nostre debolezze.
Diresti mai, conoscendomi, che sono una persona irosa?

LUZ   No, non lo direi. Io ti vedo come una persona che anzitutto ha saputo fare in modo che in casa propria non ci siano conflitti. E se ci sono discussioni, non sono mai liti. Vedo te e l'intera famiglia come persone pacate e sorridenti e vi immagino sereni. Insomma, non ti immagino portare la voce a un volume alto e a un tono collerico. Per farti arrabbiare cosa ci vuole? Da come ti conosco, immagino chissà che debbano infliggerti per farti adirare. :)

martedì 13 settembre 2022

Villette - Charlotte Brontë

Incipit: La mia madrina viveva in una bella casa nell'antica e tranquilla città di Bretton. 
La famiglia di suo marito vi risiedeva da generazioni e, anzi, ne portava il nome - Bretton di Bretton -, non so se in ragione di una coincidenza o del fatto che qualche remoto antenato fosse stato personaggio di tale importanza da dover lasciare il proprio nome al luogo da lui abitato. 
Quando ero piccola andavo a Bretton un paio di volte l'anno e sempre molto volentieri. La casa e i suoi inquilini mi piacevano veramente. 

Villette
Charlotte Brontë

Editore: Fazi
Pagine: 634
Prezzo: € 14,90

Tornare ai classici, evento sempre più raro a dire il vero, significa per me scegliere di tanto in tanto un porto sicuro, un focolare accogliente, la certezza di un luogo immaginario piacevole e rassicurante.
È l'effetto della scrittura austeniana, di solito, ma per me in particolare della scrittura brontiana, di quell'insieme di romanzi delle celebri sorelle della brughiera che hanno il potere di avvincermi, ammaliarmi. Alle impareggiabili Brontë ho dedicato un piccolo post riferito al mio romanzo prediletto, Jane Eyre, una recensione del romanzo maggiore di Anne, Agnes Grey, e un articolo sulla bella biografia di Lyndall Gordon, che mi ha dischiuso molti scenari sulla vita e il carattere della maggiore e a mio parere più talentuosa Charlotte.
Nel piccolo mondo brontiano biografie e narrativa di mescolano, si fondono, questo le rende un unicum nel repertorio di scrittrici e scrittori di quella straordinaria epoca vittoriana. 

mercoledì 7 settembre 2022

La bellezza e la sua opinabilità. Orsù, buttiamoci

Non credo di aver mai affrontato nel blog una riflessione sulla bellezza, apparentemente argomento leggerino, ma che in realtà potrebbe innescare un'interessante discussione.
Non me ne vogliate, metto in testa al post l'immagine del divo più amato, sognato e cliccato del momento, quel Timothée Chalamet che abbiamo visto sfilare giorni fa sul red carpet veneziano, protagonista adesso di un film dai tratti inquietanti. Io l'ho amato in Chiamami col tuo nome, capolavoro di Luca Guadagnino - regista al quale il nostro deve buona parte del successo - in cui viene narrato l'idillio estivo fra un giovanotto e l'ospite di famiglia, una pennellata di bellezza cucita a due mani con James Ivory. 
Chalamet è stato anche un delizioso Laurie nell'ultimo - un po' insipido - Piccole donne e ha segnato le immagini di un blockbuster in serie, Dune.
Sono solo le produzioni più note in cui il nostro fa bella mostra di sé, per il resto, la sua celebrità travalica i confini del grande schermo per occupare lo psichedelico mondo dei/delle belli/e e famosi/e, olimpi dello star system.