Incipit: Abito in un condominio che si trova nella città di Reykjavík ed è l'ultimo di quattro palazzi tutti uguali. Il mio appartamento è quello del primo piano a sinistra, al numero 54, tre stanze più uno stanzino senza finestra, un balcone e una cantina. Davanti al condominio c'è un parcheggio e chi si affaccia alla finestra della nostra cucina verso sera o magari la domenica può vedere dall'alto la Trabant con il tetto rosso. Sul sedile davanti c'è una cazzuola.
Due combinazioni fortuite mi hanno portato verso questo romanzo: l'averlo ricevuto in regalo da una cara amica e aver deciso di partecipare a una lettura di gruppo su Instagram.
[a proposito, mi sto dedicando molto più di prima al mio profilo ilibridiluz_, scoprendo un giro di lettori e lettrici molto bello e ampio, che invoglia a prenderne parte; se volete aggregarvi a #gennaioboreale, siete ancora in tempo]
Questo è il primo libro Iperborea che entra a far parte della mia biblioteca, ma anche la prima esperienza di lettura di un autore nordico.
Iperborea è una CE che pubblica ampiamente in questo formato oblungo, insomma facilmente riconoscibile. Mi piace anche la qualità delle copertine, l'effetto "tela" sotto le dita.