Potrei dire, andando molto a ritroso, che il vero inizio fu quell'11 settembre 2001, ormai più di ventitré anni fa, quando il terrorismo di matrice islamica mise in atto, in diretta, la più grande operazione terroristica in occidente. Con tutto ciò che ne derivò, ovviamente.
Oppure potrei andare ancora più indietro, negli anni Novanta, quando iniziò lo smantellamento di un sistema capitalistico sorto sulle macerie della Seconda guerra mondiale, attraverso la prima grande crisi dei sistemi liberisti.
O ancora più indietro, quando agli entusiasmi per la grande ricostruzione si accompagnavano, dagli anni Cinquanta, tutte le contraddizioni del nostro mondo libero e democratico: Guerra fredda, corsa agli armamenti, nascita di Israele e inasprimento dei rapporti con il Medio Oriente, relazioni con gli Stati Uniti attraverso differenti presidenze, distensioni e tensioni, nascita e sviluppo del mercato libero, dell'Unione Europea, globalizzazione.
Fatto sta che la grande promessa, quella scaturita da una guerra capace di fare più di 50 milioni di morti, di un mondo mai più in conflitto e anzi non solo pacificato ma perfino in grado di creare e sostenere un mercato unico, è fallita miseramente.
Attualmente si assiste al crollo delle sinistre, ormai presunte tali, e al revival delle destre, di quelle estreme vicine ai fascismi e di quelle soft, celate sotto un centrismo facilmente smascherabile. Quando diciamo "destra" dobbiamo considerare anche le istituzioni, non solo la politica ma anche le forze dell'ordine e le forze armate (notoriamente di tendenza a destra).
Le democrazie liberali traballano, perdono terreno e credibilità, emergono i populismi e le formazioni partitiche legate a un leader carismatico assomigliante a ogni altro leader carismatico che non disdegna l'utilizzo di termini forti, estremi, a parlare "alla pancia del popolo" e quindi a sobillarlo, mostrandogli, come da tradizione tutte le destre e i fascismi fanno, lo spauracchio di presunte minacce all'ordine: uguaglianza, diritti ed emigrazione in primis.
Fenomeno sempre più diffuso è mostrare palesemente la propria appartenenza all'estrema destra, vedasi in Italia la commemorazione dei fatti di via Acca Larentia con tanto di adunata di simpatizzanti e appartenenti ai movimenti più estremisti che celebrano la memoria con slogan e saluto nazifascista.
Oggi in Europa i partiti di destra ed estrema destra sono numerosi e tutti molti attivi nell'agone politico. Hanno vinto le politiche europee nel 2024 e sono al governo in ben 7 stati membri.
Fra le destre europee ci sono:
Italia: Fratelli d'Italia - Forza Italia - Lega (al governo) - Italexit - Movimento Sociale Fiamma Tricolore - CasaPound - Forza Nuova
Germania: ADF (Alternative für Deutschland, partito di estrema destra)
Francia: RN (Rassemblement Nationale)
Austria: FPÖ (Freiheitliche partei Österreich)
Ungheria: Fidesz
Spagna: Vox
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Le sinistre non sono state più realmente tali da quando hanno tradito il loro principio portante: offrire equità, distribuire ricchezza, assistere i fragili, tutelare i lavoratori. Hanno tradito lo stato sociale, tagliato il legame con il popolo perché totalmente assorbite dalle dinamiche legate al mercato globale.
Si sono smarrite altresì dietro traguardi diversi, tutti ugualmente importanti ma diventati un "principio a prescindere": lottare per i diritti civili delle minoranze, fare emergere gli emarginati e includere tutti coloro che fino agli anni Settanta non avevano voce né uno straccio di diritto. Il politicamente corretto e tutti suoi deragliamenti.
Questa lotta era e resta sacrosanta, ma è diventato il tutto attorno al quale le democrazie più progressiste hanno costruito identità e azione, a discapito di ulteriori altre frange sociali importanti.
Non smetterò mai di sostenere quella che ormai dispregiativamente viene definita "cultura woke", perché c'era bisogno di un nuovo femminismo, di difendere gli emigrati, gli appartenenti al mondo LGBTQ+ e in generale l'essere umano come avente dei diritti in sé, una libertà imprescindibile di autodeterminarsi e di essere.
La democrazia liberale ne ha fatto un suo vessillo, e anche questo è molto positivo, oltre che coerente con il progressismo insito in questa ideologia. Non dimentichiamo poi che per la cultura liberal sfruttare i temi progressisti ha rappresentato spesso un mezzo per rafforzare la propria posizione (non solo in ambito politico). L'appuntamento mancato dei progressisti è stato nella riorganizzazione del sistema in virtù di questa importante causa.
In primis lo spostamento di grandi flussi di persone, l'emigrazione "di massa" se considerata su un arco di tempo lungo, aveva bisogno di una riorganizzazione molto attenta, coordinata in Europa dall'Unione che vede 27 paesi accomunati in uno stesso sistema. Non è mai avvenuto.
In alcune periferie romane posso vedere accampamenti di emigrati, abusivi che occupano palazzi in disuso, in moltissimi militano nelle file del grande spaccio della capitale. È un fenomeno di tante città italiane, di tante regioni, anche quelle più virtuose come l'Emilia Romagna, dove sono arrivati fondi per l'accoglienza e l'organizzazione dignitosa dei migranti.
Non posso né voglio credere che i governi degli ultimi venti anni non abbiano potuto creare un sistema organico di inserimento e inclusione vera. Non è stato fatto perché non sono stati capaci di farlo, a partire dal malgoverno dei centri di smistamento e identificazione, dall'individuare uno status giuridico corretto e quant'altro. I governi liberal si sono assicurati politiche di accoglienza, non hanno sbarrato i porti, ma a conti fatti hanno lasciato dietro di sé una serie infinita di problemi non risolti.
Potrei poi argomentare in questo post attorno al grande dibattito su categorie sociali emerse nel loro acquisire nuovi diritti, quelle nominate sopra, ma mi dilungherei troppo.
Basterà averle citate, perché la distopia nella quale siamo caduti si serve di queste realtà per rappresentare "il nuovo corso" promesso agli elettori. Il progressismo starebbe distruggendo la nostra identità, mettendo in pericolo i grandi valori occidentali e causando la cancellazione di ogni principio buono e giusto. Il progressismo s'è inventato il termine "queer", che vergogna! Sta cercando di compromettere il nostro equilibrio, il grande principio dio-patria-famiglia. L'obiettivo dell'uguaglianza è percepito come decadimento dei costumi, minaccia all'ordine, mentre le destre si pongono come garanzia di un ritorno all'ordine, di un isolamento di questo tipo di progresso, percepito come degenerazione e pericolo.
Uno dei grandi dibattiti che ha portato alla vittoria del duo Trump/Musk.
Molta parte della campagna elettorale USA si è basata innegabilmente sugli attacchi alla cultura "woke" (il candidato repubblicano che parla di gatti e cani mangiati dagli emigrati in alcuni stati del sud); Musk, il presidente-ombra, ha puntato su discorsi tipici della destra transfobica (con tanto di esperienza familiare vissuta e mai metabolizzata), dichiarando apertamente che le leggi democratiche a protezione delle minoranze LGBTQ+ sono un abominio contrario alla salvaguardia dei bambini "normali" e utilizzando il suo personale social, un tempo Twitter, per spostare intere masse di elettori verso l'ultradestra conservatrice. Una posizione non nuova la sua, anzi apertamente dichiarata già almeno dal 2022, quando la sconfitta dei democratici era già nell'aria e Musk riempiva il suo social di post denigratori e provocatori. Non scendo in dettagli, ho letto cose davvero estreme in rete.
Dopo la vittoria, le ripercussioni si sono fatte sentire: basterà ricordare che mentre prima aziende e multinazionali americane aderivano con grande entusiasmo al progetto DEI - Diversity Equity Inclusion - adesso le stesse stanno facendo un passo indietro. È un modo per entrare nella sfera dei considerati dalla presidenza eletta, un atto vile che dovrebbe apparirci normale.
Un altro cavallo di battaglia della campagna elettorale è stato negare la crisi climatica. Trump da sempre ostenta la sua distanza dall'emergenza ambientale, ritenuta "un inganno che spaventa i bambini", il riscaldamento globale "un concetto inventato dai cinesi per impedire all'economia americana di essere competitiva" e ritenendo l'innalzamento delle acque del globo "un modo per avere più proprietà fronte oceano".
La sua politica, come promesso, andrà in direzione di una intensificazione delle operazioni di fracking, la tecnica di trivellazione che prevede la "fratturazione idraulica", un sistema dannoso per l'ambiente ma remunerativo per l'estrazione di petrolio e gas.
Gli Usa oggi producono già più di 13 milioni di barili al giorno, più di ogni altro paese al mondo.
L'iniezione di diversità, equità e inclusione nelle nostre istituzioni le ha corrotte. Il duro lavoro e il merito sono stati sostituiti con una gerarchia preferenziale divisiva e pericolosa. Aprire le frontiere ha messo in pericolo il popolo americano e ha dissolto le risorse federali, statali e locali che dovrebbero essere utilizzate a beneficio del popolo americano. L'estremismo climatico ha fatto esplodere l'inflazione e ha sovraccaricato le imprese con la regolamentazione. (da uno dei discorsi di Donald Trump)
Nello studio ovale
Trump, appena insediato, ha firmato immediatamente alcuni decreti (abrogativi ed esecutivi):
- amnistia per tutti i condannati per l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021
- ambiente: gli Usa si ritirano dagli accordi di Parigi, potranno effettuare politiche energetiche meno soggette a regolamenti, puntando anzi su combustibili fossili e trivellazioni, in particolare in Alaska e in riserve naturali
- immigrazione: sospensione del programma di ammissione dei rifugiati, blocco dell'app di frontiera, un dispositivo che semplificava la richiesta di asilo, dichiarazione di emergenza nazionale al confine col Messico, reintroduzione della politica "Remain in Mexico"
- politiche economiche: ritiro dell'accordo OCSE sulla tariffazione minima alle merci importate, tariffazione del 25% su Canada e Messico, scoraggiamento alle aziende straniere presenti sul suolo statunitense mediante minaccia di raddoppiamento delle tasse
- politiche sociali e culturali: cancellazione del programma DEI, definizione di due soli sessi nei documenti federali
- altre amenità: intenzione di nominare il del Golfo del Messico "Golfo d'America"
E la presidenza Trump/Musk è appena iniziata.
Non è detto che Congresso e Corte Suprema avallino queste decisioni, quel che è certo Trump ritiene di aver dato inizio a una nuova era, esprimendosi in termini di "età dell'oro" per l'America.
La vittoria di Trump porterà a conseguenze la cui portata e pericolosità oggi non possiamo ancora prevedere, la mia impressione è che gli Usa hanno smesso di essere una "terra dei sogni" da molto tempo. Le sue contraddizioni si sono inasprite, quella fascinazione è tramontata da un pezzo.
Significative le parole della vescova episcopale Mariann Budde durante la cerimonia religiosa dopo l'insediamento di Trump. Guardando il presidente negli occhi - mentre questo esprimeva molto apertamente il proprio dissenso - ha dichiarato dal pulpito una posizione precisa, appellandosi al dovere di chi sta al potere di possedere onestà, umiltà e riconoscimento della dignità di tutti, emigranti e bambini lgbt compresi. A maggior ragione partendo dal fatto che Trump spesso si sia appellato alla Bibbia e al Creatore.
Un discorso forte e toccante che ci mostra il volto di un'altra America e che soprattutto incarna i principi fondamentali del Cristianesimo e di quanto abbiamo ereditato dal suo iniziatore.
"Lasciatemi fare un ultimo appello, signor Presidente. Milioni di persone hanno riposto la loro fiducia in voi e, come avete detto ieri alla nazione, avete sentito la mano provvidenziale di un Dio amorevole.Nel nome del nostro Dio, vi chiedo di avere pietà delle persone nel nostro Paese che ora sono spaventate.Ci sono bambini gay, lesbiche e transgender in famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti, alcuni dei quali temono per la propria vita.Le persone che raccolgono il cibo che mangiamo e puliscono i nostri uffici; che lavorano negli allevamenti di pollame e negli stabilimenti di confezionamento della carne; che lavano i piatti dopo che abbiamo mangiato nei ristoranti e lavorano nei turni di notte negli ospedali.Loro potrebbero non essere cittadini o avere la documentazione corretta. Ma la stragrande maggioranza delle persone immigrate non sono criminali. Pagano le tasse e sono buoni vicini. Sono membri fedeli delle nostre chiese e moschee, sinagoghe, gurudwara e templi.Vi chiedo di avere pietà, signor Presidente, di coloro nelle nostre comunità i cui figli temono che i loro genitori vengano portati via. E che aiutiate coloro che fuggono dalle zone di guerra e dalle persecuzioni nelle loro terre a trovare compassione e accoglienza qui.Il nostro Dio ci insegna che dobbiamo essere misericordiosi con lo straniero, perché un tempo eravamo tutti stranieri in questa terra".
La vittoria di Trump e di vari partiti di destra in Europa è certamente un segnale, ma anche una conseguenza. Come hai notato anche tu, la sinistra ha imboccato una strada senza uscita e, ciò che è peggio, per motivi puramente ideologici si ostina a non cambiare posizione neppure su situazioni che i suoi stessi elettori hanno ormai compreso quanto siano state portate avanti con troppo ottimismo fiabesco e senza il benché minimo metodo pratico. Il successo della destra è figlio di una grossa incapacità della sinistra di rapportarsi col mondo reale. Nel caso di Trump è inquietante poiché ha portato avanti la campagna elettorale con contenuti "suprematisti" eppure ha vinto, a testimonianza del fatto che persino l'America multirazziale e multireligiosa non crede più nelle politiche dem, soprattutto se è vero ciò che dicono certi articoli giornalistici, ovvero che ha preso parecchi voti dagli ispanici pur avendo più volte sottolineato che negli USA si parla inglese... Come dire che chi appartiene al ceto medio alla fine, dovendo scegliere tra un conservatore suprematista e un dem, preferisce il conservatore - seppure estremista - piuttosto che il dem, che non gli ispira più fiducia non come persona ma per i contenuti generali del partito che rappresenta.
RispondiEliminaPurtroppo il protrarsi dell'incapacità della sinistra di fare un passo indietro (vedi in Italia l'aver scelto come guida la Schlein anziché il più pragmatico Bonaccini, o aver silurato Minnitti colpevole di aver affrontato la questione immigrazione avendo chiara la distinzione fra veri rifugiati e immigrati clandestini e dunque illegali e dunque da respingere non per razzismo ma per rispetto della legalità) ha causato un'ulteriore crescita della destra. Se la sinistra vuole riconquistare l'elettorato moderato (che di sicuro non vota la Meloni a cuor leggero) dovrebbe come prima cosa pronunciare un gigantesco mea culpa e fare marcia indietro su alcuni aspetti della sua linea politica.