giovedì 20 marzo 2025

Saggistica, che passione!

I miei scaffali (centrali) dedicati ai saggi
Negli ultimi anni mi sono scoperta un'assidua lettrice di saggi. Un tipo di lettura di cui non posso più fare a meno, da quando ho capito che il saggio è un contenuto con un certo potere di chiarire, ampliare, illuminare. 

Cominciai diversi anni fa, ma in sordina, orientandomi su approfondimenti legati alla psicologia e ad alcune arti come la meditazione. Fu una necessità dettata dal periodo particolare, sofferto, in cui avevo bisogno di fare riflessioni sulla vita, le relazioni. Poi sono approdata, sempre molto timidamente, ai libri di Crepet sulla famiglia, l'amore, l'educazione
Successivamente è arrivato il turno di Alberoni, con le sue riflessioni sull'amicizia e sulla sessualità. Erano a ben guardare tutti accomunati dal discorso attorno ai grandi principi che governano le relazioni umane. 
Uscita da quel periodo di crisi, sono approdata a un diverso tipo di saggio, in particolare riguardante i grandi fenomeni della Storia, la società, la politica, il costume. 
Ringrazio Andrea Sacchini perché inconsapevolmente mi ha suggerito l'idea di questo post. :)

Cosa si intende per saggio?
Il saggio è uno scritto di tipo argomentativo ed espositivo attorno a un tema. La saggistica tocca una varietà molto ampia di temi, nella misura in cui tutto ciò che può essere oggetto di discussione può essere studiato da più angolazioni, esaminato, approfondito. 
Sono solita attribuire la definizione di saggio probabilmente anche a testi non appartenenti alla saggistica in termini specifici, pertanto chiedo venia. Questi testi non sono biografie (altro genere che mi piace), tantomeno romanzi. Sono libri che mi offrono maggiore conoscenza e consapevolezza, un diverso tipo di preparazione, la possibilità di una solida riflessione su tanti fenomeni della Storia o della contemporaneità. Va da sé che la lettura di saggi incida in modo particolare sul mio mestiere.
Dai saggi traggo osservazioni, spunti di discussione, proposte. I libri di testo si aggirano in modo convenzionale attorno a ogni argomento, il saggio invece rivela, amplia inevitabilmente la visione. 
Per me sono studio vero e proprio, mi piace studiarli, scrivere appunti a margine, sottolineare i passaggi che vado a rileggere. Insomma, libri-gioiello. 

Nel tempo ho letto molti saggi di argomento vario, ne tento una disamina (ma non citerò tutti): 
- La banalità del male di Hannah Arendt mi ha permesso di capire a fondo il grande evento storico del processo al nazista Eichmann 
- Pinocchio, un libro parallelo di Giorgio Manganelli fu un elemento preziosissimo quando scrissi la drammaturgia del celebre racconto di Collodi
- Il filo infinito di Paolo Rumiz mi ha svelato l'importanza delle grandi abbazie disseminate in Europa, la loro centralità nell'identità europea dell'accoglienza, e dello stesso autore, nel mirabile Una voce dal profondo, ho capito quanto fragile possa essere il territorio italiano e quanto legato ai suoi vulcani e alle identità dei popoli viventi attorno a essi
- per non dire dell'imperdibile Tempo. Il sogno di uccidere Chrónos di Guido Tonelli




E ancora: 
- Marcello Fois mi ha donato coi suoi Manuale di lettura creativa e L'invenzione degli italiani, i segreti del potere delle narrazioni sopravvissute al tempo e quanto possiamo essere legati alla piccola e grande narrativa tra Ottocento e Novecento 
- Lidia Ravera in Age pride mi ha fatto riflettere sui cambiamenti della percezione del femminile nella società e quanto una donna non più giovane possa posizionarsi ancora nel dibattito pubblico 
- Maura Gancitano e Andrea Colamedici di Tlon mi hanno donato una visione diversa del lavoro così com'è concepito oggi nel loro Ma chi me lo fa fare?, poi in Erotica dei sentimenti ho trovato diversi chiarimenti sugli istinti e gli impulsi nell'umano e in Specchio delle mie brame ho imparato tantissimo su come la bellezza, il concetto di corpi conformi o non fosse un retaggio della borghesia attiva di secondo Ottocento, argomento che ho poi ulteriormente approfondito con Ultracorpi di Francesca Esposito
- Avremo sempre Parigi di Serena Dandini è un bellissimo viaggio sentimentale nella città più bella del mondo

Poi:
- Federico Rampini mi ha raccontato in La speranza africana un'Africa lontana dai soliti canoni, attiva e potenzialmente in grado di posizionarsi sulla scena mondiale, oltre alle pagine riguardanti gli investimenti cinesi in molta parte del continente, cosa che ignoravo 
- la linguista Vera Gheno mi ha portata a riflettere sul potere delle parole e su quanto possano evolvere nel suo Le ragioni del dubbio 
- gli autori vari dell'imperdibile Non si può più dire niente? sulle derive e su quanto ci sia ancora di sacro nel politicamente corretto 
- Dacia Maraini, coi suoi scritti giovanili raccolti in un bellissimo saggio, In nome di Ipazia, edito da Solferino, mi ha donato una visione più matura sulle lotte femminili per l'emancipazione 
- in L'errore di Aristotele la grecista Giulia Sissa mi ha mostrato come si collocasse la donna nella Grecia antica e poi nei secoli a venire, anche nell'ideologia di insospettabili eminenti pensatori e filosofi
- alcuni saggi di Recalcati sono stati un dono: La luce delle stelle morte mi ha aiutato ad approfondire il tema della perdita e del lutto lo scorso anno, per non dire dei suoi A libro aperto e L'ora di lezione 
- Daniel Pennac mi ha deliziato col suo Diario di scuola e ha acceso in me, diverso tempo fa, il senso di un insegnamento sempre attento al fragile animo degli adolescenti, e dal suo Come un romanzo ho tratto il celebre decalogo utile a ogni lettore

Infine: 
- che dire poi della magnifica serie di libri Cose spiegate bene, edita da Iperborea, che raccoglie il meglio degli articoli de Il Post? Qui potete vedere l'intera raccolta. Io non mi sono fatta mancare: Quello che mangiamo, Colpo di teatro, Questioni di un certo genere, A proposito di libri
- Guendalina Middei, con Feltrinelli, ci ha donato Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera e Sopravvivere al lunedì mattina con Lolita di cui mi ha fatto dono e sono stati per me un viaggio indimenticabile nel grande potere dei classici
- non posso non citare i saggi di Michela Murgia Istruzioni per diventare fascisti, L'inferno è una buona memoriaViaggio in Sardegna, Dare la vita, Ricordatemi come vi pare
- Curarsi coi libri è uno di quelli che vi consiglio vivamente, un vademecum simpatico e assurdamente veritiero impossibile da recensire, ne feci un tentativo anni fa
- i saggi di Nadia Fusini su Virginia Woolf (Possiedo la mia anima) e Shakespeare (Di vita si muore) sono vere perle preziose
- lo struggente L'ultima lezione di Randy Pausch è un libro-testamento sul valore della vita e del desiderio 

In questo periodo sto leggendo il saggio di Tom Nichols sui nemici della competenza, La conoscenza e i suoi nemici, che illustra le derive della comunicazione social attorno ai guru che senza studi specifici sobillano le masse verso la negazione dell'evidenza. 
Non credo di averli citati tutti, ma di molti trovate recensione nella rubrica saggi, qui
Il Libraio qui offre un elenco di 100 saggi da leggere. 

A voi la parola: leggete saggistica? Avete titoli da suggerire? Se non ne leggete, cosa non vi attira esattamente? Insomma, vi leggo volentieri. 😃

8 commenti:

  1. leggo saggi da molto tempo, almeno una decina all'anno, soprattutto scientifici e storici ma anche di linguistica, di costume, di attualità. Qualche titolo? finora il migliore di quest'anno è Italiani, brava gente? di Angelo Del Boca sulle nefandezze del colonialismo italiano, in Africa e non solo. Tra i saggi degli anni scorsi mi vengono in mente, alla rinfusa, La leggenda dei monti naviganti di Paolo Rumiz, autore che apprezzi anche tu, e Terra di rapina di Giuliana Saladino sulle lotte contadine per la questione dei latifondi, Notturno italiano, l'esordio inquieto del Novecento di Lucio Villari, Sono razzista, ma sto cercando di smettere e Gli africani siamo noi di Guido Barbujani, Il manoscritto di Stephen Greenblatt sulla scoperta di Poggio Bracciolini del De rerum natura e delle conseguenze di questo libro sulla cultura europea, La sesta estinzione di Elizabeth Kolbert, La febbre dei tulipani di Dash. A breve mi aspettano Genesi. Il grande racconto delle origini di Guido Tonelli e Altre menti. Il polpo, il mare e le remote origini della coscienza di Godfrey-Smith. Basta per il momento? Buone letture, Luz!

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  2. Ne hai letti un sacco, wow! Ricordo l'incontro con la Ravera, molto interessante e quello con i coniugi di Tlon: mi piace scoprire cose nuove, verso la lettura dei saggi, invece, mantengo una inspiegabile riserva, legata più a un pregiudizio. Quando leggo cerco la storia, l'immedesimazione, forse anche un'atmosfera in cui calare sentimenti, umori e pensieri; i saggi, ovviamente per la loro stessa natura, sono lontani dal comunicarmi le sensazioni che cerco. Eppure - ti stupirò - ho intrapreso anch'io delle pregevoli letture saggistiche su argomenti di mio grande interesse e ho capito che hanno un fascino non trascurabile. Ho divorato tre libri di Pietro Citati (bravissimo in questo ruolo di saggista): "La colomba pugnalata" su Proust e la sua opera; "La morte della farfalla" su Zelda e F.S. Fitzgerald; "Dostoevskij" e in un mercatino dell'usato ho preso anche la monografia su Tolstoy (che devo ancora leggere). Ma aspetta, quest'anno ho pure voluto comprare un saggio su Davide, re d'Israele e ne ho trovato uno molto interessante di Donatella Scaiola, "Davide: un re, un credente, un uomo", una lettura che mi ha entusiasmata. Insomma, sto cambiando rotta e non mi dispiace. Voglio leggere "La banalità del male" e m'incuriosisce la Middei, conosciuta a PLPL. Che consiglieresti a una come me che mastica poca saggistica, ma vuole scoprire questo mondo sconosciuto?

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  3. Io vado forse un po' controcorrente: ho letto moltissimi saggi da giovane (in effetti leggevo forse più saggi che narrativa), ma ne leggo sempre meno man mano che invecchio. Non so se dipenda dal fatto che ho sempre più voglia di colmare le mie molte lacune nella narrativa, soprattutto di classici, o se perché oggi leggo molto di più in digitale, ma quando si tratta di saggi devo per forza avere in mano una copia cartacea del libro, altrimenti non riesco a concentrarmi (e i prezzi dei saggi, specie quelli che interessano a me, sono spesso proibitivi); c'è anche da dire che quando leggo un saggio devo prendere appunti, proprio come se fossi di nuovo a scuola, in modo da fissarmi bene in mente i concetti, e così ogni lettura mi richiede molto tempo. Quanto a che tipo di saggi leggo, nella vita ne ho letti di tutti i tipi, ma i miei preferiti sono quelli a tema antropologia e mitologia, quelli sul cinema, i testi di filosofia e i saggi di fisica o scienze in generale. Tra i più belli che ho mai letto citerei "I riti del costruire" e "Mefistofele e l'androgine" di Mircea Eliade, "Cannibali e re" di Marvin Harris, "Shiva e Dioniso" di Alain Daniélou, "Il sogno e il mondo infero" di James Hillman, "La dea Bianca" di Robert Graves, e vari saggi o monografie di registi famosi (Béla Tarr, Warhol, Tsukamoto...). Invece la palma dei più difficili la darei a "Arianna e l'angelo" di Martino Doni e "Gödel, Escher, Bach. Un'eterna ghirlanda brillante" di Douglas Hofstadter (la lettura di quest'ultimo mi ha richiesto più di sei mesi: ogni volta che sospendevo la lettura per qualche giorno dovevo poi riprendere dall'inizio del capitolo o andare persino parecchio a ritroso, altrimenti non riuscivo più a seguire il filo del discorso). Alcuni di questi li ha letti anche mio marito ed è ovvio che volutamente o inconsciamente abbiano influito anche sulla stesura di diversi articoli del blog.

    Al momento ho in lettura "Il capro espiatorio" di René Girard e nel corso dell'anno vorrei leggere almeno altri due saggi: uno è "Helgoland" di Carlo Rovelli e l'altro "Lo Sciamanismo e le tecniche dell'estasi", un classico di Eliade che ancora mi manca, a patto però di recuperarne una copia più leggibile della versione delle Edizioni Mediterranee in mio possesso (scritta in un carattere così piccolo che rischio di perderci la vista).

    Non so però se ti consiglierei di leggere qualcuno dei libri che ho menzionato: dipende se questi argomenti ti interessano davvero o no, perché nel secondo caso potrebbero anche rivelarsi letture piuttosto noiose.

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  4. La saggistica fa parte da sempre delle mie letture. Mediamente, metà dei libri che leggo in un anno sono saggi, l'altra metà romanzi. Come hai scritto tu nel tuo ottimo post, la saggistica amplia la mente, insegna, permette di guardare le cose da nuove prospettive. Quindi, viva la saggistica. In questi giorni, ad esempio, sto leggendo un interessantissimo saggio sulla carne coltivata, di cui si parla molto in questi ultimi tempi, e sto scoprendo un sacco di cose interessantissime che ignoravo.
    Gli argomenti che mi interessano sono i più vari: evoluzione, religione, antropologia, psicologia, società e la mia libreria trabocca di libri che trattano di questi argomenti. Ne cito solo quattro tra i tanti che potrei menzionare: Nati per credere, del grande Telmo Pievani; Sapiens, da animali a dèi, di Yual Noah Harari; Come funziona la mente, di Steven Pinker; Collasso, come le società scelgono di vivere o morire, dell'antropologo americano Jared Diamond. Quelli di Harari e di Diamond sono due libri che mi hanno cambiato la vita.
    Insomma, viva la saggistica!

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  5. Ciao Luz. Mi chiamo Paola ed è la prima volta che approdo sul tuo blog che ho aggiunto ad un gruppo di altri che seguo abbastanza regolarmente, tempo libero permettendo ovviamente. Ti ringrazio per questo tuo articolo perché apre una finestra sul mondo della saggistica che io non conosco per nulla. Sono concentrata più sui romanzi, con una predilezione per i classici, che leggo con la prospettiva della conoscenza più che quella del diletto. Se dovessi iniziare a leggere un saggio credo ne cercherei uno che tratti di storia o della storia di personaggi che hanno fatto la storia. O magari anche dai saggi su Virginia Woolf e Shakespeare che tu hai citato. Anche i titoli di Michela Murgia sono molto interessanti. Per quanto riguarda il genere biografia ho letto 'Dante' di Barbero che mi è molto piaciuto. Grazie quindi per questi tuoi spunti che per me diventeranno suggerimenti di lettura.

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  6. Ogni tanto leggo anche saggistica, anche se con assai minor frequenza della narrativa. Uno dei più recenti che ho letto è "Breve storia di (quasi) tutto" di Bill Bryson, in cui il giornalista americano usando una scrittura particolarmente semplice, divertente e accessibile illustra un profilo delle materie che provano a spiegare la nascita della Terra e della vita (astronomia, fisica, biologia, geologia, etc.) Certamente va preso per quello che è, ovvero una "guida rapida", però è ben scritto e aiuta anche a far venire voglia di approfondire certi specifici argomenti.

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  7. Complimenti Luz. Grande cultura in questo post. Ho letto tutto con immenso interesse. Grazie, grazie, grazie. Un abbraccio grande!

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  8. Alternare romanzi a saggi credo sia il metodo migliore per rendere la lettura un’esperienza piacevole, fatta di riflessione e di formazione, considerato che i due generi letterari non solo non interferiscono ma si completano a vicenda. Per cui si può leggere un romanzo anche quando si ha in cantiere la lettura di un saggio. E, per me, l’archetipo di quest’ultimo genere letterario è rappresentato da due libri a cui sono molto affezionato e che tengo sempre a portata di mano: i “Saggi” di Montaigne e le “Lettere a Lucilio” di Seneca. Sono dei saggi, questi, che vanno oltre i saggi contemporanei, quali strumenti d’informazione, di studio e di riflessione, e che pur essendo stati scritti in epoche lontane da noi, sono attualissimi e moderni. E’ chiaro che per conoscere a fondo certe problematiche legate ai tempi che viviamo è bene leggere qualcosa di diverso. E tra i saggi che ho letto di recente, ricordo:
    “Il paesaggio e il silenzio” di Eugenio Turri, un modo di guardare il paesaggio che rimanda al senso religioso dell’agire umano, oggi completamente cancellato dal frastuono del mondo.
    “L’uomo è antiquato” di Gunther Anders, un’analisi spietata di come oggi la tecnica sia diventata il soggetto della storia e l’uomo sembra quasi superato.
    “Ritorno al pianeta” di Pierluigi Adami che indaga il futuro dell’uomo e i mali del pianeta su cui viviamo che hanno determinato la crisi climatica e ambientale.
    “Il brutto e il bello” di Stefano Zecchi, attraverso gli occhi di uno storico dell’arte che osserva la società in cui vive, la politica, l’arte, le città…
    “Le non cose” con cui il filosofo coreano Byung-Chul Han indaga il mondo in cui viviamo e ci offre una sferzante riflessione sui mezzi di informazione, la rete e il futuro supertecnologico che stiamo costruendo.

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