Spero che potrò confidarti tutto, come non ho mai potuto fare con nessuno, e spero mi sarai di gran sostegno.
Con questa premessa si apre uno dei libri più noti al mondo, quello che si può definire "un caso editoriale senza precedenti" - tradotto in 60 lingue, venduto in più di 30 milioni di copie, trasposto in opera teatrale, pellicola cinematografica, serie tv, cartone animato. Fra i suoi lettori illustri perfino Nelson Mandela durante la sua prigionia.
Premetto che non sono alla prima lettura del celebre Diario, forse anzi non potrei contare le volte in cui lo abbia letto, o scorso alcune pagine, o tratto delle citazioni da leggere in classe. Questa volta però l'intento è stato diverso: voglio trarne una mia versione teatrale.
L'idea di portare la storia di Anne Frank sul palcoscenico deriva dall'avere in questo momento del mio percorso artistico alcuni elementi che ben si accordano con una storia come questa. Ho la mia Anne, insomma, individuata da tempo in una delle giovani attrici dello spettacolo tuttora in cartellone Foglie d'erba di cui ho scritto qui e di cui Marina Guarneri ha scritto qui un magnifico post. Ho la mia Anne, ma non voglio raccontare la stessa storia vista a teatro da quando Frances Goodrich e Albert Hackett nel 1955 ne scrissero un adattamento teatrale che ancora oggi spopola sui palcoscenici in Usa. Insomma, la mia sarà una storia nella storia, per il momento un'idea alla quale darò forma nelle prossime settimane.