domenica 9 gennaio 2022

Figlio del lupo - Romana Petri

Incipit: Tra tutti i ricordi, quella sera gli venne in mente proprio il giorno in cui, salito su un treno merci, era andato a vedere le cascate del Niagara. Era rimasto a guardarle per un giorno intero, dimenticandosi anche di mangiare. Si era fatta notte e lui era ancora lì, davanti a tutta quell'acqua buia, al rumore che gli trafficava il cervello. Sembrava glielo sciacquasse come nemmeno i suoi viaggi per mare. Avrebbe potuto ricordarne mille altre cose, ma quella sera col pensiero tornò laggiù, davanti allo scroscio furioso delle cascate e all'oscurità cupa della notte rischiarata appena da un ritaglio di luna.  

Il secondo libro che leggo di questa autrice consolida in me la certezza di trovarmi dinanzi a una scrittrice solida. Mi piace questo termine per descrivere il suo stile. È solida la sua scrittura ma anche ogni volta il tema prescelto, quel "cosa" che si amalgama con il "come". 

Dalle faide familiari de La rappresentazione, ho deciso di lasciarmi portare nell'epopea americana che Romana Petri conosce come se fosse stata là, fra cercatori d'oro del Klondike e lande selvagge, correndo dietro a questo straordinario personaggio che fu Jack London, in questo libro citato durante il reading in cui ho avuto il piacere di conoscerne l'autrice. 
L'uomo che vedete in copertina è proprio lui, uno degli scrittori più acclamati e celebri della letteratura americana, quel London autore di romanzi in cui ci siamo imbattuti da ragazzi. 
Mi ricordo le emozioni che mi donarono libri come Il richiamo della foresta e Zanna bianca. Qualsiasi riduzione cinematografica o televisiva non ha saputo tradurre in immagini quello straordinario orizzonte narrato da London, il senso vero dell'avventura, la sfida alla natura e il suo rispetto. 
Scrivere una biografia romanzata di Jack London è già qualcosa di originale, unico direi, in particolare per una scrittrice italiana. Farne un piccolo capolavoro di ricostruzione di un'epopea, un ritratto fedele e appassionato, richiede passione e studio. Ed è così che Romana Petri costruisce questo libro, attingendo alle numerose biografie di London ma soprattutto ripercorrendo ancora una volta il repertorio dei suoi romanzi. 

La genesi di Figlio del lupo appartiene al tempo del ricordo, a quella infanzia in cui l'autrice, bambina, ascoltava Il richiamo della foresta dalla voce suo padre, quel celebre Mario Petri cantante d'opera e attore che la portò idealmente nel Klondike. Posso immaginare quanto vibrante e forte debba essere un ricordo simile, in particolare se quel padre è amatissimo, se la sua "presenza" è ancora, anche a distanza di molti anni dalla sua scomparsa, qualcosa di talmente concreto da essere parte della vita stessa. 
Mario Petri è dunque il motivo ispiratore, anche perché in fondo assomigliò moltissimo a Jack London. 
In Romana Petri si concretizzò una fascinazione che ancora oggi è potente, ha una forza tale da spingerla a voler ritrovare quel ricordo ricostruendo una biografia, mescolandola con frammenti di vita propri, perché è innegabile che una materia così intimamente legata a chi scrive diventi a tratti un tutt'uno con la fonte cui attinge il ricordo. 
Jack e Mario si assomigliano. Le loro vite sono simili, i loro caratteri affini. Sono entrambi dei giganti nell'immaginario di Romana Petri, dotati di un carisma potente, emanano una forza che attrae.
La loro somiglianza dà alla scrittura la forza della passione. 


Appassionato anche di fotografia, questa fu scattata da London a San Francisco, dopo il terremoto del 1906

Cento vite in una.
Attraversando il romanzo, ci imbattiamo in un uomo di passione, amante della vita e di tutte le sue sfaccettature. Jack London non è un privilegiato, scopre presto che suo padre, un astrologo di origini irlandesi, non lo ha neppure riconosciuto, viene allevato dalla madre e da un padre adottivo amorevole. 
Pur lasciando molto presto la scuola, in lui si manifesta precocemente la passione per le parole, sente di dover imparare a definire il mondo e così studia da autodidatta, costruisce con strenuo impegno un proprio lessico, "ferma" le parole fissandole su fogli che appende a fili, dalle quali vuole essere circondato, assediato. 
La vita in sé e attorno a sé lo chiama, anche verso avventure rischiose, ai limiti, come la ricerca all'oro del Klondike, esperienza che sarà preziosa fonte di ispirazione. 
Sono però tante le vite che Jack London attraversa, durante l'adolescenza per la necessità di provvedere a una famiglia che non naviga in buone acque, anche a causa di una madre incapace di gestire oculatamente il denaro. In seguito per un bisogno irresistibile, quello di modificare di continuo lo scenario, ampliare le proprie esperienze, conoscere il mondo e amalgamarsi ai propri simili.
Si accosta con slancio al socialismo, ne diventa un sostenitore fervido pur incarnando in seguito l'uomo materialista e individualista. Sosterrà fino all'ultimo la possibilità di poter essere tutto questo, fatto di parti in contrasto eppure componenti lo stesso uomo. Sono tutte "battaglie", termine che gli è caro.
Nel frattempo, London si costruisce una brillante carriera di romanziere, le parole gli daranno fama e ricchezza, saranno il suo pane e la sua forza, in racconti in cui la penna si muove senza requie, spinta da mondi che si concretizzano fervidi nella sua immaginazione. 

Le donne di Jack London.
Flora Wellman, madre di Jack London
Jack London amò profondamente, le donne rappresentano un versante fondamentale della sua vita. 
Anzitutto la madre, Flora Wellman, insegnante di musica e dedita allo spiritismo. Sua sorella Eliza, cui fu legatissimo fino alla fine, il suo primo amore Mabel Applegarth, ragazza borghese appartenente a un mondo col quale non c'è possibilità di conciliazione, la sua prima moglie, Bessie Maddern, poi la seconda, Charmian Kittredge, e poi la donna inarrivabile, la scrittrice e socialista Anna Strunsky
Il Jack London marito e padre lo vedranno in costante lotta per definire una propria identità, ma anche consapevole di essere un uomo imperfetto. Il suo primo matrimonio arriva dopo un commiato sofferto dalla ragazza di ottima famiglia Mabel, un matrimonio definito "ragionevole", dettato dall'intenzione di comporre una famiglia e dal forte desiderio di un figlio maschio, che non avrà mai. 
London vivrà poco con le sue due figlie, Joan e Becky, perché la sua irrequietezza lo spinge verso l'amica Charmian, la brillante e vivace scrittrice che sposerà in seconde nozze. 

È la donna che vediamo in copertina, in una foto in cui entrambi si fecero ritrarre da un fotografo, sullo sfondo un paesaggio esotico, London su un'amaca, Charmian che guarda nell'obiettivo con un'espressione che rivela molto della sua personalità volitiva. 
Charmian rappresenta per London una scoperta continua, lei riesce ad essere come lui la vuole, sempre diversa, aperta all'avventura, condiscendente e incoraggiante. Non c'è esperienza cui Charmian opponga il proprio no, in particolare insieme solcheranno mari lontani, attraccheranno in isole sempre diverse, sullo Snark, la barca costruita appositamente per un viaggio intorno al mondo.
Non sarà mai realizzato, ma si spingeranno fino all'Australia, in un viaggio che offrirà a London molti nuovi spunti narrativi. Charmian resterà incinta due volte, ma le due bambine non vivranno. 
Charmian è anche la compagna con cui London condivide il grande progetto della "tana del lupo", il ranch dei sogni, il nucleo di una proprietà di grandi dimensioni che nelle sue intenzioni doveva essere una "cittadella" brulicante di famiglie di lavoranti e luogo di aggregazione. 
La tana andrà perduta in un incendio e anche questo sogno non si realizzerà, nelle macerie fumanti si spegneranno gli ultimi aneliti di una vita che finirà precocemente, vinta dall'alcool e dall'uremia. 

Ciò che sorprende di questo straordinario uomo e scrittore è l'intensità con cui ha vissuto, il modo in cui ha morso la vita, la capacità di crearsi da sé attingendo al proprio coraggio e alla brillante intelligenza. Tutti aspetti che ignoravo al tempo in cui, ragazzina, scoprii Jack London. 
Postilla: a Jack London devo il formarsi di quell'immaginario in me divenuto prezioso per la costruzione del mio romanzo "americano", che spero vedrà la luce quest'anno. Almeno un piccolo/grande proposito in questa eterna incertezza che ci attanaglia. 

Ebbene, a voi la parola: avete mai letto questo straordinario autore? Vi è capitato di leggere una biografia romanzata? Amate l'epopea americana? 

6 commenti:

  1. Già l'incipit promette bene, non ho mai letto nulla di questa autrice ma nel leggere quelle prime righe mi ha già fatto una buonissima impressione. Ho amato i libri di Jack London, che ho letto tantissimi anni fa ma che mi piacerebbe riprendere prima o poi (è che ne ho davvero tanti di "nuovi" ancora da iniziare!). Ho letto delle autobiografie, ma biografie romanzate non ancora. Intanto metto questo in wishlist perchè penso proprio che meriti!

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    1. Fino allo scorso ottobre non conoscevo neppure io questa autrice, che adesso è fra le mie predilette. Mi è stato caldamente consigliato anche Le serenate del Ciclone.

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  2. Anch'io penso che sia un buon libro già dalle prime pagine anche se non conosco bene questa autrice. Anche per me Jack London fa parte di tutte quelle letture giovanili, fatte a scuola o anche per conto mio, che apprezzato per lo spirito d'avventura e la descrizione del suo tempo.

    Prendo spunto dal tuo post e mi riprometto di scoprire questa autrice.
    Sempre interessanti i tuoi post su questi argomenti.
    Un salutone e alla prossima

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    1. Sono certa che potrebbe piacerti. Puoi cominciare proprio da questo, poi come dicevo su, mi è stato consigliato Le serenate del Ciclone, fortemente autobiografico.

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  3. Conosco l'autore ma ancora non ho mai letto niente di suo! Le biografie romanzate mi piacciono molto ma ne ho lette davvero poche per ora, dovrei approfondire :) COme sempre, le tue recensioni mi piacciono sempre un sacco!

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    1. Ho scoperto questa autrice da poco e mi ha conquistata.
      Grazie per il tuo gusto di leggere le mie recensioni"! :-)

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