domenica 8 luglio 2018

Tina - Pino Cacucci

Incipit: È la notte del 10 gennaio 1929. Mancano pochi minuti alle ventidue. Il cuore della capitale messicana è deserto. Sull'immenso viale del Passo de la Reforma sfilano silenziose le rare auto. Qualche passante infreddolito, un ultimo ubriaco che impreca verso una cantina chiusa. 
Un gruppo di cani randagi attraversa la Calle Abraham Gonzàles, indugiando per la luce che filtra dalla bottega del fornaio. Frugano in un cumulo di immondizia all'incrocio con Morelos. Il capobranco si irrigidisce. Annusa il vento secco, gelido. Scruta verso il fondo della via, vede tre figure che avanzano nell'oscurità.

Pino Cacucci, del quale avevo letto Viva la vida dedicato a Frida Kahlo, si conferma un fine narratore appassionato. 
Ama e conosce il Messico fin nei dettagli della sua storia, ciò lo ha portato a diverse pubblicazioni su questo controverso paese, una delle quali è la biografia di Tina Modotti, una pasionaria della vita e della politica. 
Mi ero imbattuta in questo personaggio ai tempi del mio spettacolo su Frida Kahlo, quando, ripercorrendo gli incontri importanti della celebre artista, avevo idealmente conosciuto questa italiana, nota perlopiù per essere stata fra i grandi fotografi dei fervidi anni Venti. Di fatto, Frida e Tina si conoscono nel periodo in cui Città del Messico ferve di vita culturale, accoglie intellettuali e artisti oltre confine, si determina nei circoli raccolti attorno ai salotti e nelle sere di canzoni e bevute. Saranno amiche ma la loro vicinanza è di breve durata, divise da modi diversi di intendere la rivoluzione comunista.
La celebre foto di Frida Kahlo e Chavela Vargas scattata da Tina Modotti.
Tina Modotti è stata una donna unica nel suo genere. Di notevole intelligenza, è stata fotografa riconosciuta ed esposta in gallerie fra America ed Europa, prima di ciò attrice in teatro e al cinema - recita in The tiger's coat - traduttrice, conoscendo perfettamente diverse lingue, e soprattutto attivista politica, divisa tra Italia, Messico, Stati Uniti, Francia, Spagna, Unione Sovietica.  
Fece parte delle migliaia di italiani trasferitisi negli Stati Uniti fra Ottocento e Novecento. Da San Francisco, dove si trasferì con la famiglia friulana, fu un crescendo verso una vita che ha tracciato un solco profondo nel comunismo del Novecento. 
Il libro di Cacucci fa emergere una donna animata non solo da grande intelligenza ma anche da istinto, passione, coraggio. Se Tina ama, lo fa appassionatamente, basti citare il grande amore/amico Edward Weston, uno dei più celebri fotografi della scena americana di inizio secolo del quale fu compagna, allieva e modella. Weston perde letteralmente la testa per lei, abbandona la famiglia per seguirla in Messico, dove entrambi si misurano con la debordante vitalità del luogo. Tina diventa una straordinaria testimone di ciò tutto ciò che è racchiuso nel termine "messicanità".
La vita con Weston è esaltante. Celeberrimo il nudo di Tina realizzato da Weston, un cultore della bellezza, della sinuosità delle forme. Tina trova in lui la fonte di ispirazione per approfondire l'uso della macchina fotografica e realizzerà in quegli anni a sua volta fra le più importanti foto della sua carriera. 
Mani di operai strette sui badili, consumate dalla polvere e dal sudore, mani di burattinai percorse da vene gonfie di fatica, mani di india che lavano miseri vestiti sulla pietra, scurite dal sole. Le mani, per Tina, sono l'origine del mondo, creano ogni cosa, trasmettono alla materia lo spirito che emana dal cuore. (pag. 51) 
"Mani sul badile", 1926
Se Tina Modotti si fosse limitata al suo talento di fotografa, sarebbe rimasta sullo sfondo, inghiottita da nomi di artisti di fama mondiale. Basti pensare alla fotografa tedesca Gerda Taro, la semisconosciuta compagna di Robert Capa (Tina conobbe entrambi in Spagna), che non fu mai celebre come il suo compagno di vita. 
Il destino di Tina è un altro, e la fotografia diventa progressivamente un'attività collaterale ai tantissimi che la vedono interessata ai problemi sociali e impegnata nella propaganda politica. In tempi in cui il comunismo rappresenta un'epoca fondamentale per il Messico, Tina si immerge totalmente nella vita politica della capitale, entra in contatto con ambienti di attivisti, dà il suo contributo nell'organizzazione del controspionaggio. La sua storia con Weston finisce perché si esaurisce in sé, perché è finito il periodo spensierato di immersione nell'arte. 
Da quel momento, Tina si lega a un altro personaggio importante: Vittorio Vidali, uno dei celebri nomi dell'attivismo comunista sviluppatosi in reazione al fascismo, che in quegli anni emergeva inesorabilmente. Saranno fra i difensori di Sacco e Vanzetti, che Vidali poi liquiderà come "reazionari inutili" perché hanno messo in pericolo la causa esponendosi troppo. 
Tina e Vittorio avranno un rapporto controverso, sofferto. Tina si allontanerà dall'estremismo di lui, scegliendo di credere strenuamente in un attivismo che non tradisca i principi fondamentali dell'antimperialismo e del socialismo: la giustizia, la libertà. 

"Donna con bandiera", 1928
Instaura così un legame profondo con il cubano Julio Antonio Mella, un altro nome fondamentale della lotta al fascismo. Mella è ricordato tuttora fra i grandi eroi della rivoluzione comunista, accanto a nomi come Guevara e Gramsci. Da movimenti studenteschi universitari fino all'organizzazione del Soccorso Rosso, l'ente che raccoglieva il nerbo dell'attivismo comunista, aveva dedicato la sua vita alla causa degli oppressi. Fra i tre dell'incipit del libro ci sono Tina e Mella, che di lì a poco verrà colpito a morte da un sicario inviato da Machado, il "Mussolini tropicale" come lo aveva definito Mella stesso, in accordo con lo stesso duce italiano. 
La morte di Julio Antonio Mella è il primo grande dolore inferto alla vita di Tina, che da quel momento non sarà più la stessa. Espulsa dal Messico nel momento in cui le organizzazioni comuniste sono dichiarate fuori legge, sarà in Germania, Unione Sovietica e Spagna. 
Tina è destinata a sentirsi fortemente delusa da comunismo sovietico, allorquando dedurrà che lo stalinismo è una didattura al pari del nazifascismo, sentendosi tradita da quel Patto Molotov-Ribentropp col quale Stalin e Hitler si alleano e soprattutto dai modi brutali dello stalinismo, che non esita a liberarsi dei propri nemici politici condannandoli ai gulag o alla morte, come accade a Trotzkji, il grande nemico ideologico di Stalin, ucciso a Città del Messico. 

"Autoritratto", 1931
Ma ciò accade dopo una fondamentale parentesi di Tina nella Spagna del movimento antifranchista, in cui per tre anni, e a fase alterne ancora al fianco di Vidali, combatterà le forze fasciste nel periodo fra i più tragici e sanguinosi della storia spagnola. 
Pienamente immersa in questa lotta, chiederà di essere trasferita in Italia, la sua terra d'origine, per combattere da vicino il nemico di una vita, ma il permesso le viene negato. Sono gli anni in cui l'Italia diventa una potenza dell'Asse e sta per entrare in guerra, l'organizzazione non ritiene di "sprecare" un elemento come lei in una situazione così estrema. 
I suoi ultimi anni sono per il Messico, la sua espulsione viene revocata. È un periodo breve, nel quale Tina è stanca, amareggiata dagli eventi, insoddisfatta. Vive di traduzioni, frequenta poche persone. Muore improvvisamente, in un taxi trovato sul ciglio della strada, dopo una festa durante la quale si era sentita male. Si dirà che si sia trattato di infarto, molti crederanno nella teoria dell'attentato, addirittura ordito dallo stesso Vidali. 
Tina Modotti, donna straordinaria, un'italiana destinata a una vita memorabile, è sepolta nella capitale messicana, sotto una lapide su cui sono incise le parole di un grandissimo Pablo Neruda.

Tina Modotti, sorella, tu non dormi, no, non dormi:

forse il tuo cuore sente crescere la rosa

di ieri, l’ultima rosa di ieri, la nuova rosa.
Riposa dolcemente, sorella.
La nuova rosa è tua, la nuova terra è tua:
ti sei messa una nuova veste di semente profonda
e il tuo soave silenzio si colma di radici
Non dormirai invano, sorella.
Puro è il tuo dolce nome, pura la tua fragile vita:
di ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma,
d’acciaio, linea, polline, si è fatta la tua ferrea,
la tua delicata struttura.
Lo sciacallo sul gioiello del tuo corpo addormentato
ancora protende la penna e l’anima insanguinata
come se tu potessi, sorella, risollevarti
e sorridere sopra il fango.
Nella mia patria ti porto perché non ti tocchino,
nella mia patria di neve perché alla tua purezza
non arrivi l’assassino, né lo sciacallo, né il venduto:
laggiù starai tranquilla.
Non odi un passo, un passo pieno di passi, qualcosa
di grande dalla steppa, dal Don, dalle terre del freddo?
Non odi un passo fermo di soldato nella neve?
Sorella, sono i tuoi passi.
Verranno un giorno sulla tua piccola tomba
prima che le rose di ieri si disperdano,
verranno a vedere quelli d’una volta, domani,
là dove sta bruciando il tuo silenzio.
Un mondo marcia verso il luogo dove tu andavi, sorella.
Avanzano ogni giorni i canti della tua bocca
nella bocca del popolo glorioso che tu amavi.
Valoroso era il tuo cuore.
Nelle vecchie cucine della tua patria, nelle strade
polverose, qualcosa si mormora e passa,
qualcosa torna alla fiamma del tuo adorato popolo,
qualcosa si desta e canta.
Sono i tuoi, sorella: quelli che oggi pronunciano il tuo nome,
quelli che da tutte le parti, dall’acqua, dalla terra,
col tuo nome altri nomi tacciamo e diciamo.
Perché non muore il fuoco.

Due immagini tratte dal repertorio del mio spettacolo "Frida de mi alma".

Io nel ruolo di Frida Kahlo
In primo piano Tina Modotti (Michela Barone)
durante lo shooting di Mario Fermante - ottobre 2015

8 commenti:

  1. Bellissima la tua presentazione, meravigliosa l'epigrafe

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  2. Mi ero accostato alla sua biografia negli anni '70, dopo averla conosciuta nelle foto di Edward Weston. Non ricordavo però che, oltre che fotografa e attivista politica, fosse stata anche attrice.

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    1. Anche a me mancava del tutto questo tassello, prima di leggere il libro.

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  3. Splendida presentazione.
    Riguardo a Pino Cacucci, c'è stato un periodo all'inizio degli anni 90 s nel quale ha mietuto enormi successi, tutti lo citavano, tutti parlavano dei suoi libri, e si giravano film dai suoi scritti. Per fortuna che è il tipo di scrittore che se la ride delle mode e che riesce a mantenere sempre una gran qualità in tutto quello che scrive.

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    1. Devo recuperare queste notizie.
      Mi piace molto Cacucci, anche a me suggerisce l'idea di uno scrittore forse di nicchia ma che ripone proprio in questo aspetto il suo successo.

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  4. Conoscevo Pino Cacucci soltanto di nome, desiderando ormai da molto tempo leggere il suo libro forse più celebre, quello dedicato all'immensa Frida. Men che meno avevo mai sentito nominare il personaggio da lui raffigurato in Tina: ora penso soltanto a quanto sarà bello ed interessante fare queste due letture abbinate, immergendomi totalmente nel calore e nella vitalità (nel bene e nel male) di quell'epoca e di quei luoghi. Grazie per questa recensione!

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    1. Te lo consiglio vivamente. "Viva la vida" è scritto come un lungo monologo della protagonista, infatti è anche spettacolo teatrale. "Tina" è una biografia a tutti gli effetti, molto dettagliata.
      Dai, poi fammi sapere.

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