Torno a scrivere dopo diversi giorni, reduce da impegni di lavoro e artistici.
Ad Agugliano si è tenuta la tanto attesa giornata di premiazione della Guglia d'Oro - ne avevo scritto qui.
Ci siamo andati in trepidante euforia e ne siamo tornati con ben due premi: Migliore attrice protagonista e Migliore attrice giovane. Due riconoscimenti che ci hanno riempito di gioia e orgoglio e ci hanno dato una bella carica per ulteriori due repliche a Roma dello spettacolo sulla Magnani.
Un mese di marzo molto impegnativo, nel quale ho cercato anche di risollevarmi dalla perdita di mia madre (il lavoro su me stessa procede bene).
Presto sarà Pasqua, la prima che trascorro da queste parti dopo tempo immemorabile, io che ero abituata a tornare in Calabria o andare a passarla con mia madre a Reggio Emilia.
Insomma, novità importanti, vita che chiama, pulsa, promette. Tutto, come sempre, dipende da noi. Da quanto sappiamo progettare e inventare. Da quanto ci prendiamo cura di noi stessi.
E oggi voglio trattare un tema a me caro, del quale ho trovato per caso la definizione perfetta: hygge.
Avete mai letto o sentito questa parola danese? Si pronuncia "hugga" e significa "benessere, intimità, calore". Una bella parola insomma, che esula dal suo significato letterale e tocca aspetti della quotidianità e in maniera più ampia della vita. Vediamo perché.
Intanto, la parola nasce in Danimarca, notoriamente terra del nord, fredda e a tratti inospitale, difficile.
Fin dalle origini, il popolo danese ha dovuto far fronte non solo a un clima sfavorevole, ma a stagioni costituite da inverni lunghi, poca luce. Se ci mettiamo pure il pericolo di invasioni di popoli ostili, ecco che la tendenza fu verso la coesione sociale, l'aggregazione.
Ne consegue tutta una serie di usanze, modi, architetture, tipiche di un popolo che fa da sempre della propria casa un luogo accogliente, curato e fatto per l'accoglienza e la condivisione degli spazi.
Avete presente quella sensazione struggente che ci dà un caminetto acceso? Su di me per esempio un elemento di arredo come questo ha un potente ascendente. Mi piace non solo il calore che emana, ma la sua luce. La luce del fuoco in un camino mi dona sensazioni piacevolissime.
Va da sé che una funzione simile l'abbiano le candele (i danesi ne consumano quasi 6 chilogrammi a persona ogni anno) e quelle belle lampade a luce calda che emanano un'atmosfera soffusa di avvolgente senso di accoglienza.
Nella mia casa ho creato un luogo hygge molto "mio", in cui sto via via scegliendo arredi e accessori e man mano sta assumendo l'aspetto cui sto pensando.
Divano, poggiapiedi, poltroncine a tema, libreria di fronte, piante (anche artificiali, perché no?), tavolino e lume, tendaggio, candele. Non è completo ma sono sulla buona strada.
Io sono una che adora l'autunno, lo trovo molto hygge. Mi piace per quei tramonti repentini, i primi freddi, il cielo di piombo, le foglie cadenti, la necessità di fare della propria casa il rifugio nel quale non vedi l'ora di tornare. Stenderti sotto il plaid sul divano, bere a piccoli sorsi una tisana calda, leggere un buon libro, mentre attorno ti circondi di qualche bella candela e della luce di una lampada soft.
Ecco, quell'angolo di casa è costruito proprio per avvicinarsi a questa idea.
Non credo di amare l'autunno da sempre. Diciamo che è una bella scoperta degli ultimi anni.
La primavera invece mi è meno congeniale, anche perché l'inverno non mi dispiace per nulla. Per me, da quando abito in collina, significa il rigoglio del giardino che ricomincia a esplodere (e tenere a bada l'erba non è operazione facile), un luogo desiderato da tanti ma davvero impegnativo se vuoi tenerlo bene e in ordine. Un luogo che richiede passione per le piante e i fiori. Io, ahimè, non la possiedo.
Se per me è hygge l'autunno e tutto quello che ne deriva, anche la primavera può esserlo, almeno nell'aspetto del ritorno nella natura, lo ammetto. Chi è bravo con le piante e ha passione dei fiori stagionali sa bene come creare un giardino o un angolo hygge nella parte esterna della casa.
Ci sono foto con giardini e angoli spettacolari, ma davvero è un lavoro durissimo, perché le piante e i fiori esigono una cura certosina e pulizie giornaliere. Non lo immaginavo così impegnativo.
E io sono una procrastinatrice nata, purtroppo.
Non è mai tardi, comunque, per scoprire una passione. Io provo grande ammirazione per chi ha la passione per la cucina e le piante. Vorrei che mi si instillasse una minima percentuale di quel tipo di passione, perché sospetto un potenziale inespresso, una parte di vita non vissuta e solo per pigrizia o per mancanza di vocazione. Che peccato.
Bisogna avere talento per allestire angoli come questo |
Hygge per i danesi è una parola multiforme, li descrive come un popolo coeso, ripiegato verso lo spazio interno ma anche attento alla propria terra.
La casa ha linee semplici, nessun barocchismo, nessuna ostentazione. Ogni aspetto della casa rivela un certo amore per il proprio spazio privato e condiviso. Prevalgono il legno e gli arredi e oggetti riutilizzati, il vintage.
I danesi rispettano un certo egualitarismo, l'attenzione verso i bisogni, l'individuo.
Amano l'aggregazione, rifuggono la solitudine, hanno un alto senso dell'amicizia.
L'ospitalità è qualcosa di sacro, l'ospite viene messo talmente a proprio agio da poter vivere con tutta tranquillità ogni angolo della casa in cui viene accolto.
Immaginate in una casa danese votata all'hygge ogni tipo di cibo che fa "casa" e "accoglienza": cioccolata calda e vino in primis, ma anche dolci. I dolci non mancano mai in una vera casa danese hygge.
Alcune parole-chiave hygge: atmosfera, rifugio, comfort, armonia, gratitudine, piacere.
Orbene, che ne pensate di questo stile, questa forma mentis? Ditemi cosa è "hygge" per voi, vi leggo volentieri.
Mi sembra complicato raccontare agli altri cosa siamo noi. Tu l'hai fatto senza reticenze e complicazioni. Ne esce fuori una personalità chiara, in linea con il tuo modo di vivere.
RispondiEliminaIl mio *hygge* è * un marcato egualitarismo, l'attenzione verso i bisogni, l'individuo*
Non contempla l'arredamento della casa e nemmeno le stagioni.
Provo piacere nel sentire che una persona che apprezzo raccolga consensi nella sua attività teatrale.
Quando racconto un po' di me sento di stare scrivendo i miei post più impegnativi, perché in fondo il fine vero del blog non è tanto questo. Però ci sono aspetti che mi piace raccontare. Chi mi legge ormai è come se fosse "di casa", lo considero parte di questo angolo di scrittura, quindi so di stare rivolgendomi a una cerchia che conosco e ristretta. Grazie per aver apprezzato e per il tuo piacere per i miei premi teatrali. :)
EliminaIntanto mi dispiace non aver potuto assistere alla tua Magnani a Roma, spero non sia l'ultima occasione però.. e ciò mi da' occasione di affermare che il mio hygge lo offre il tempo sul palco a provare, ad entrare nel personaggio, a immedesimarmi nei compagni di recita, a creare un tutt'uno che ti estranea da tutto il resto per un tempo breve ma infinito. Ma ha a che fare sicuramente con l'arredamento, con l'amata casa, ma anche con i miei viaggi, il cucinare, lo scrivere e il leggere, o con lo svegliare la mattina Lulù con un bacio, all'esatta ora richiesta.. ;)
RispondiEliminaMa sai che ho totalmente e colpevolmente dimenticato di inviarti un avviso diretto? Me ne scuso e io stessa ho perso un'occasione preziosa per mostrarti un altro genere di teatro che mi piace costruire. Lo spettacolo sulla Magnani sta riscuotendo grande successo, a Roma siamo andati in scena in tutto cinque volte e il nostro pubblico davvero è adesso del tutto esaurito su questa "piazza". Spero di mostrarti questa opera bella, un giorno chissà. Per ora continuiamo a partecipare a bandi di festival teatrali. Ne ho adocchiato tre fra Umbria e Marche che potrebbero fare al caso nostro.
EliminaPer tutto il resto, adoro il tuo commento. Una vita fatta di piccole e fondamentali cose. :)
A me piace molto l'intimità di casa mia, però più per me stesso che per avere ospiti. Un po' per motivi caratteriali e un po' per brutte esperienze trascorse, non sono particolarmente sociale, e non impazzisco per le candele :-D
RispondiEliminaForse "hygge" è proprio un tipo di atmosfera che non mi si addice...
Io da quando mi sono trasferita in collina, in questa casa su tre livelli (pure fin troppo grande per sole due persone), penso che sia fondamentale riempirla di bei ricordi, condividerla con altre persone, siano esse di famiglia o amici. Ma questa idea mi è sorta da quando abito qui, prima nel mio storico appartamento non nutrivo lo stesso sentimento, ecco.
EliminaIo adoro la primavera, invece: i colori, la bellezza del risveglio della natura e non sai che senso di relax mi danno le passeggiate nei parchi vicino casa mia; certe volte mi siedo su una panchina e resto in silenzio: sono momenti unici, in cui mi sento profondamente innamorata della vita e piena di energie. Dentro casa, invece, ho un piccolo spazio, in salone, che reputo il mio angolo: mi siedo su un lato del tavolo e lì, protetta dai libri nella libreria che ho a lato scrivo, leggo, faccio i miei lavori manuali... Certo, non sapevo di potere dare un nome a tutto questo, ma ora che lo so... (tra l'altro ho una cognata danese: voglio stupirla, quando ci sentiamo! ) :)
RispondiEliminaForse ho capito con precisione quale lato intendi del tuo salone, concordo, è davvero un bell'angolo accogliente. Io sono più orientata verso il divano, poi vedrai come ho sistemato. Adoro stendermi fra divano e pouf e abbandonarmi alla lettura. Dopo una mattina estenuante e un pranzo veloce andare a distendermi con un libro è quanto di meglio posso sperare, mi rigenera. :)
EliminaSono curiosa di sapere come reagirà la cognata danese. :D
Grazie, Filippo! Il tuo angolo hygge assomiglia al mio o almeno all'idea che ho di un vero angolo hygge: il verde è un colore che adoro e al momento il piccolo tavolino accanto al divano ne è sprovvisto ma è un modello che imita l'antico e dialoga bene col moderno del mobile libreria. Non mi stupisce che tu sia tipo da primavera, noi "autunnali" siamo rarissimi. :)
RispondiEliminaInnanzitutto complimenti per la e le tue attività, brava. Per me Hygge è un po' di calma e tranquillità, ascoltare una musica gradevole bevendo qualcosa in santa pace.
RispondiEliminaMa allargando un po' l'orizzonte Hygge include anche l'orizzonte libero davanti ai miei occhi quando vado in Liguria in riva al mare, una buona armonia circostante, senza tensioni esterne o pensieri limitanti, cosa che oggi non è così facile vedendo ciò che il mondo ci propina giornalmente. Non soffro la solitudine, ma se sono in compagnia diventa tutto più bello.
Come sempre un post interessante. Un salutone e alla prossima
Grazie, carissimo. Credo anch'io che possa essere hygge anche semplicemente uno spazio in cui ti senti di armonizzare con ciò che ti circonda. Quindi valgono anche gli spazi aperti. :)
EliminaSono sempre molto emozionata quando leggo dei tuoi successi come regista e attrice e anche questa volta è accaduto. Congratulazioni! Prima o poi riuscirò a vederti. Che bella parola hai scovato, non ne avevo mai sentito parlare ma dalla descrizione (e dalla bella foto del post) diciamo che la associo alla mia "cuccia" che è molto meno estetica ma alla fine vuol dire la stessa cosa. Quanto alle preferenze sulle stagioni invece, dissento. Nonostante sia nata in ottobre e dunque in autunno, preferisco di gran lunga la primavera, anche quando è un mezzo autunno come questa (forse per questo hai fatto l'accostamento?). Nella cuccia starò in questi giorni uggiosi in cui non mancheranno dolcetti e tisane calde e qualche passeggiata. Al solito. Come ti è capitata tra le mani la parola Hygge? PS: auguri di Buona pasqua!
RispondiEliminaQuesti giorni di primavera sono parsi pienamente autunnali, sì. Pensa che abbiamo avuto con noi mia sorella e mio nipote e ce ne siamo stati nella mia sala a deliziarci fra pranzetti, chiacchiere e giochi da tavola. Forse posso dire di aver condiviso il mio angolo hygge con persone del cuore, perché no? :) Dove ho scovato questa parola. Ogni mattina, prima di iniziare la lezione, mentre i ragazzi si sistemano, ho l'abitudine di navigare un po' in rete, fra magazine, news e quant'altro, anche alla ricerca di notizie su qualche argomento in particolare (spesso sui libri di scuola ci sono contenuti molto scontati e poco interessanti). Ebbene, guardando qua e là mi sono imbattuta in questa mirabile parola, per poi accorgermi che probabilmente un po' tutti abbiamo un angolo hygge tutto nostro. :)
EliminaIl mio "hugga" (hai notato la somiglianza con "hugs" - che si pronuncia però "hags" - abbracci in lingua inglese?) dipende dalla stagione. Se un tempo apprezzavo solo la primavera, oggi non ho una vera stagione preferita, in realtà dipende da luogo e temperatura. In questi giorni il mio hugga è il terrazzo, a scelta tra la poltrona da regista e la panchina, a seconda del sole e del vento. Lì leggo il romanzo del momento, ma purtroppo non riesco a lavorare (troppa luce sullo schermo del portatile). Avrei anche un giardino piccolino ma richiede - hai assolutamente ragione - veramente molto lavoro e non sempre le piante accettano le mie cure. Le zanzare sì, quelle sono sempre contente, mannaggia. In estate mi trovi sotto il climatizzatore, e quando dico sotto, intendo esattamente sotto il bocchettone. E che non capiti pure di stendermi a terra sul marmo freddo, soffro atrocemente il caldo. Però porto pazienza perché ci vuole il caldo per godermi la piscina termale (qualsiasi angolo con albero, lettino e spruzzi dalle vicine cascatelle va bene) o il mare (piedi in acqua, testa all'ombra, leggo). In autunno torno nel terrazzo, mentre in inverno arrivo al tuo fianco: divano, tre cuscini, copertina, caffè caldo, comodino pieno di libri. Adoro le candele, la mia preferita resta la piccola tealight (vaniglia o lampone) dentro il portacandela in sale rosa.
RispondiEliminaPS. Complimenti per i premi, meritatissimi. Chissà che un giorno non possa essere spettatore di una vostra rappresentazione! :)
Comprendo come quel terrazzo sia il tuo luogo "stagionale" prediletto. Lo era, molti anni fa, nella vecchia casa dei miei (quella che abbiamo smantellato). Pensa che misurava 12X5 metri, era davvero un'altra ala della grande casa, e lì ho avuto il mio hygge per tanto tempo, tanti anni. Non c'era stagione che potessi soffrire, l'antipatia per l'estate è arrivata dopo, con l'età che avanza. Continuo a preferire quell'angolo che crei in inverno, uguale al mio. Oggi guardavo il giardino ben rasato da quel santo appassionato di verde che è mio marito e mi domandavo come sia possibile trascurare di passarci del tempo. Anch'io ho delle sedie da regista, le tiro fuori d'estate, sono belle, ma ho pure un lettino con tanto di materassino (non volermene, mai utilizzato!) e alcune sdraio che dovrebbero avere il potere di farmi desiderare di stare là fuori... Averci la voglia. :)
Elimina