mercoledì 4 dicembre 2024

Scriviamo un incipit insieme?

Cari e care blogger, vi propongo un'idea che potrebbe piacervi, vediamo come va.
Intanto, avete fatto il vostro albero di Natale? Io quest'anno ho provveduto, per la prima volta, una settimana prima. Di solito lo preparo fra il 7 e l'8 dicembre, quest'anno col primo del mese il mio alberino era già bello e pronto. 
Ho rinnovato gli addobbi, andando verso uno stile un po' più raffinato, e scoperto quanto il verde mi piaccia sempre di più. 
Ora, per entrare nel mood natalizio, vi propongo un gioco di scrittura creativa. Potrebbe chiamarsi scripta ludus.

*****

Lasciatevi ispirare da questa immagine. 
Una donna attende in stazione, indossa i tipici colori del periodo, quel rosso fa pensare al Natale. 
È in partenza o è arrivata? 
E dove si trova? Aspetta qualcuno? A cosa sta pensando?
Che epoca è?
Per non ammorbarvi, basterà che scriviate l'incipit, una decina di righe (o se preferite anche di più). Ho in mente di dare un seguito alla cosa ma per adesso non voglio anticiparvi nulla. 
Vi leggerò più che volentieri. 
Orsù, penna e calamaio! 😀

54 commenti:

  1. Nonostante il freddo e la neve copiosa Annalisa aveva un sorriso appena disegnato a rischiarle volto e futuro. Gioacchino l'avrebbe portata finalmente via da quel paese dove il futuro mai e poi mai sarebbe stato possibile, le aveva detto di preparare un bagaglio veloce, l'avrebbe raggiunta in stazione e insieme sarebbero partiti per una nuova vita. Non immaginava ancora che Gioacchino non sarebbe arrivato mai. E quel treno avrebbe dovuto prenderlo sola. Non si poteva tornare indietro, ma ormai la strada era tracciata, e poco male, importante era partire, tornare a vivere.

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    1. Grazie, Franco. Una promessa di futuro che lei dovrà realizzare invece da sola...

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  2. proposta molto interessante. adesso provo a buttare giù una storia.
    a più tardi (spero)
    massimolegnani
    (orearovescio.wp)

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  3. Mi accesi un sigaro e in quel momento, alzando gli occhi dalla breve fiamma dello zolfanello, la vidi. Seduta sul suo piccolo baule anziché su una più comoda panchina, mi colpì per il profilo altero, lo sguardo perso in un punto lontano che forse non esisteva. Sembrava completamente estraniata dal frastuono della stazione e indifferente alla neve che cadeva copiosa. Stette in quella posa a lungo, come un’assenza, il cappello amaranto e il cappotto in tinta che lentamente si tingevano di bianco. Solo quando fu annunciato il rapido per Vienna lei riprese vita, si alzò scrollandosi la neve di dosso e, afferrato il manico del bauletto, si portò a ridosso dei binari, pronta a balzare sulla carrozza che le si sarebbe parata davanti. Il treno con una frenata aggraziata le scorse davanti agli occhi e lei a sua volta fece scorrere occhi divenuti febbrili su ogni scompartimento che lentamente le passava davanti. Poi stette immobile davanti a uno sportello spalancato senza decidersi a salire. Il capostazione, pronto a fischiare, la rimproverò infastidito, forza signora, salga, il treno non può aspettare i suoi comodi. Lei scosse impercettibilmente la testa, girò sui tacchi e si allontanò con un passo affaticato come fosse invecchiata di anni in pochi istanti. Il capostazione spalancò le braccia e si rivolse a me che avevo assistito alla scena: viene qui quasi tutti i giorni e mai una volta che sia partita.
    massimolegnani
    (orearovescio.wp)

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    1. Molto interessante, Massimo. Ogni giorno un tentativo... Bella descrizione.

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  4. Questo treno non si è fermato, era solo di passaggio. Sta procedendo lentamente, probabilmente a causa della neve. E comunque non è quello che devo prendere io. Il mio arriverà tra non molto, pensava Molly seduta sul suo baule, mentre la neve che cadeva le imbiancava il cappotto.
    In quel baule Molly aveva sistemato ciò che voleva salvare della sua vita precedente, quel poco che ancora aveva per lei un significato. Tutto il resto l'aveva lasciato nella sua vecchia casa e nella sua vecchia vita. Quando fosse salita su quel treno per Parigi, gli ormai sottili e sfilacciati legami con tutto quello che era stato si sarebbero definitivamente spezzati, come un filo di spago si spezza sotto un peso che non può sostenere.
    Molly aspettava quel treno sorridendo.

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    1. Grazie, Andrea (anche per aver diffuso notizia di questo gioco creativo). Quel treno va a Parigi, una partenza che recide ogni legame.

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  5. Com'è intensa, soddisfatta e compiaciuta, l'espressione della donna seduta su quel baule in cui ha stipato il marito zotico e violento che ha tagliato a pezzi dopo avergli assestato una fatale bottigliata in testa.
    Salirà sul treno che sta per arrivare e sul quale "dimenticherà" il baule, scendendo lei invece alla prima fermata, dove il suo amante la sta già aspettando per volare insieme verso un caldo e accogliente paese tropicale in cui trascorreranno il resto della vita.

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    1. Mi sembra che questo incipit sia il più... "grandguignolesco" e il più originale. Bello :-)
      (Da amante di Stephen King, apprezzo.)

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    2. Non so cosa mi ha preso, una specie di... raptus ;-))
      (e sai che non ho mai letto Stephen King? ahiahiahiii!! ;-)))

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    3. Ciao, Siu! Grazie per il tuo (truculento) contributo. :)

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    4. Mi è venuta voglia di continuare, così:

      "Per un attimo si è concessa l'illusione di quest'onirica autovisione, tanto consolatoria quanto falsa, visto che in realtà sono suo marito e la di lui amante ad averla scaraventata malamente fuori di casa, tirandole dietro il baule con dentro quattro scarabattole.
      Attonita, chi la guardasse troverebbe la sua espressione semplicemente attonita, e insieme impietrita.
      Ma lì non c'è nessuno che possa vederla, non c'è anima viva... Intorno a lei solo freddo, e neve. Che ne sarà adesso di me, si chiede tremando, mentre le lacrime cominciano a spingere da dietro agli occhi."

      Oppure una versione nuova di zecca, in modalità doppio concentrato:

      "Il mio nome è Karenina, Anna Karenina."

      ;-))

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  6. Sull'albero, quest'anno che molti stanno anticipando, io sono in ritardo, strano, è capitato addirittura che lo facessimo a fine novembre, ma, niente, questi ultimi due mesi sono stati un caos e forse tendiamo a stipare l'agenda degli svaghi con troppe uscite per cui spero di farlo sabato. Ed ecco il mio incipit:
    La pensilina non riusciva a ripararla del tutto e diversi fiocchi si erano già posati sul baule e sul vestito di Juliette, se il treno di Pierre fosse stato in ulteriore ritardo, al momento dodici minuti, la donna si sarebbe presto ricoperta di neve. Eppure non sentiva freddo, era abituata a temperature invernali piuttosto basse lassù in Bretagna e il cappotto non era solo bordato di pelo, bensì interamente imbottito di pelliccia calda e morbida come l'abbraccio dell'uomo che amava e che stava aspettando per trascorrere Natale insieme.

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    1. Un incipit che è come un abbraccio. Grazie, Sandra.

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  7. Ciao Luz. Ma che bello! Amo questi giochi che propongo spesso anch'io sul mio blog quasi ogni settimana. Quindi figurati se mi lascio scappare questa fantastica occasione!
    Abbraccio carissima!

    Ecco il mio incipit:

    Sguardo perso e sorriso sulle labbra.
    Vestita di rosso, il suo colore preferito.
    Cosa aveva programmato per i prossimi giorni la brava Natalie nessuno lo avrebbe mai immaginato. O forse sì ma solo quelli che la conoscevano bene.
    In quel piccolo paese dal nome straniero aveva già dato tutto. Doveva partire per nuovi incarichi. Preziosi, a detta di chi voleva lei e soltanto lei.
    In quella stazione il treno era oramai in arrivo e la neve non disturbava i suoi pensieri.
    Già era lì con loro, pronta per immergersi in quella nuova avventura.
    D'improvviso una voce, un richiamo prima del fischio di arrivo del suo treno...

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    1. Grazie, Pia! Bella la scelta del nome, si chiama Natalie, e porta "qualcosa" di importante in ogni suo nuovo incarico.

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    2. Hai intuito qualcosa allora... bravissima Luz! 😉 Grazie e buona Festa! ❤️

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  8. Proposta accattivante, cara Luz! Eccomi:

    "La sveglia suona alle sette. Fuori nevica. Me ne accorgo subito dal chiarore strano per l'ora e dai suoni che mi giungono ovattati. Scosto la tendina: il giardino è tutto imbiancato, ma mentre lotto con la tentazione di tornarmene al caldo, qualcosa dentro di me mi dice che invece devo andare, che questo è il momento giusto.
    I ricordi non vanno traditi, il rituale deve ripetersi ancora, e se pure in apparenza non approderà a nulla, mi farà tornare per un attimo quella di un tempo. Saranno l'attesa, il sogno, il palpito a restituirmi a me stessa dal profondo, anche solo per poco.
    Dall'anta alta dall'armadio prendo l'abito rosso e me lo infilo lentamente, con gesti misurati. Indossarlo mi dà un brivido come se tornare nei miei panni di allora potesse farmi magicamente rivivere il passato. Dalla scatola prendo il cappello e me lo metto. Poi mi guardo allo specchio: sono io? Sono quella di oggi o quella di ieri? O entrambe ?...
    La stazione non è lontana e quando sarà più chiaro starò di nuovo in attesa del treno. E se pure so bene che non arriverà nessuno, al primo comparire del convoglio il cuore salterà un battito e per un attimo sarò davvero me stessa."

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    1. Grazie, Annamaria. Hai inserito qualcosa che precede questa immagine, mi piace. :)

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  9. Sono seduta su quel baule e sono ferma qui da non so quando,non so nemmeno che epoca sia questa ,non la riconosco se non attraverso i miei soli occhi che vedono, attraverso quei finestrini, passeggeri in viaggio con una meta precisa e mi chiedo sorridendo tra me dove siano diretti a quell'alta velocità ,se stiano davvero viaggiando dentro o fuggendo da una bellezza con l'occhio stanco e lo sguardo perso tra i rumori e il frastuono delle rotaie .
    Qualcuno però ,su da quel treno è in modo incredulo è riuscito a malapena a scorgeremi e chissà come interpreterà il mio di sguardo , congelato in una manciata di secondi , mi dipingerà evitando le sfumature tra un bianco candido come neve o tra il nero ,nonostante io sia il riflesso di quella carrozza rossa che mi attraversa velocemente.
    Sono in partenza,sono arrivata? Magari sono semplicemente in viaggio ,da ferma seduta,voi da lì,io da qui ,ci incrociamo e non ci incontriamo mai nell'attesa di una lectio Divina.

    Un dipinto è spesso il Godot di teatro,possiamo entrare nella tela o posizionarci dietro le quinte, distratti da uno sguardo indecifrabile ma che ripercorre il quadro della vita.

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    1. Ciao, grazie per questa partecipazione. Potresti mettere una tua firma di seguito a questo commento? :)

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    2. Sono io a ringraziare te Luz per aver dato uno "sguardo" alla mia partecipazione ,nonostante non faccia la blogger,spero mi perdoni:)

      Tra i commenti mi è balzato agli occhi il nome Anna Karenina,libro di un autore russo che amo molto e mi fanno molto riflettere due citazioni riportate in tale libro che qui allego .Le vedo fortemente attinenti al mio scritto e a ciò che ho letto nell'incipit di alcuni commenti.

      — Si può amare chi vi odia e non se si odia.

      — Bisogna soltanto non chiudere gli occhi per non rimanere privi della luce.

      Linda

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  10. La neve scendeva leggera e si posava lentamente su ogni cosa intorno a me. Anche il freddo era gentile malgrado la giornata nuvolosa e bianca, e sorridevo per il senso di pace e serenità che mi pervadeva dentro. Tra poche ore finalmente sarei arrivata a casa, dove mi aspettava mia mamma e mio papà con la mia famiglia. Già sognavo i profumi dei dolci che sapevo stava sfornando mia nonna e il bellissimo albero di Natale addobbato che ogni anno preparava mia sorella. Questi pensieri, come un caldo abbraccio mi riscaldano il cuore e l'animo anche se adesso intorno a me nevica copiosamente. Non vedo l'ora di salire sul treno e partire. Sono poche ore di viaggio in fondo. Sono sicura che sarà un bellissimo Natale come sempre... Elisa

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    1. Grazie, Elisa. Mi hai ricordato quella nostalgia verso i Natale del passato, quella che mai ci abbandona.

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  11. "Adam, presto potrò rivederti. Senti la mia mancanza? Credi ancora in noi due?" pensava Sarah mentre aspettava il treno che l'avrebbe riportata a casa per il Natale. Era partita da tanto tempo ormai, e solo ora era riuscita a ritagliarsi un breve periodo di vacanza. All'inizio a Londra era stata dura per lei. Eppure ce l'aveva fatta. Aveva realizzato il suo desiderio: frequentare l'università per diventare indipendente e poter provvedere a stessa. Non voleva diventare come sua madre, completamente sottomessa al marito. No.
    Adam sembrava aver capito, non l'aveva ostacolata. Certo, ultimamente aveva ricevuto meno lettere da parte sua... ma probabilmente era molto impegnato col lavoro. Ora si sarebbero rivisti, e lei avrebbe avuto la conferma che il loro amore era ancora forte. Anzi, più forte di prima. Sì, senza alcun dubbio.
    Sorrise. In quel momento arrivò il suo treno.

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    1. Grazie, Serena. Chissà perché quelle lettere erano diminuite...

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  12. Mi piace giocare a bastian contrario e, allora, faccio una cosa diversa: mi metto dalla parte del lettore, che è la posizione che più mi si addice e lascio perdere l'incipit. Luz certamente mi perdonerà! E, da buon lettore, se dovessi scegliere l'incipit più bello, preferirei quello di massimolegnani: lascia molto spazio all'immaginazione di chi legge. Naturalmente, senza nulla togliere alla bravura degli altri partecipanti al gioco letterario, che dimostrano davvero una notevole capacità creativa. Però - cara Luz - leggendo tutti gli incipit fin qui pervenuti, mi viene da pensare una cosa: è proprio da escludere che l’incipit suggerito da quell’immagine, sopra riportata, nasca solo dalla fantasia e dallo sguardo e non abbia anche un legame psicologico profondo con chi scrive? In altre parole: e se ci fossimo noi ad aspettare il treno, sotto la neve, al posto di quella signora? Beh! Ormai sono andato fuori traccia, e Luz – da professoressa qual è – mi metterà un bel 3. :)

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    1. Non ti metterò nessun 3 ma piuttosto un applauso perché ogni rottura di schema, ogni commento divergente, è graditissimo anch'esso. Però hai anticipato quel che accadrà dopo, al raggiungimento di un certo numero di incipit. ;) Riguardo alla tua domanda: forse per qualcuno è inevitabile, per un altro probabilmente no. Per esempio, se penso io stessa a questa immagine non saprei identificarmi, per la postura, l'epoca, la scelta di non ripararsi dalla neve. Ma così forse spieghiamo troppo il contenuto dell'immagine e interrompiamo il flusso creativo. :)

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  13. Non riesco a distogliere il mio sguardo da quel viso.
    Un viso sereno, all'apparenza, perché lo sguardo è quasi assente, è da qualche parte nel mondo il suo pensiero in questo momento.
    Il suo treno non è certamente questo visto che è sulla banchina opposta ma ne ha già lasciati passare due e non è salita, non ha nemmeno alzato lo sguardo verso i finestrini.
    Prima o poi salirà su una carrozza, ed io lo farò con lei,in questo momento il mio desiderio è cominciare un nuovo viaggio seduto a fianco di questa enigmatica donna.

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    1. Che sia misteriosa, non c'è dubbio. Da una parte sembra un'immagine così rassicurante, dall'altra chissà cosa celerà. Grazie, Stefano.

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  14. Quindi è tornato il celebre "Insieme raccontiamo" di Patricia Moll che per tanti anni ha deliziato molti di noi...

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    1. Magari, Mariella, eguagliare il grande successo di "Insieme raccontiamo"! Una volta partecipai anch'io, il link è questo:
      https://iolaletteraturaechaplin.blogspot.com/2016/10/insieme-raccontiamo-esercizi-di.html

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    2. Rileggendo quel post, però, ho ricordato che Patricia scriveva già un incipit, i partecipanti scrivevano un explicit generando un miniracconto. È una proposta diversa.

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  15. Quanto spero che Pat torni a bloggare.. ;)

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    1. Ci seguivamo poco reciprocamente, ma è sempre spiacevole veder sparire qualcuno. Lo spero anch'io.

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  16. La donna osservava le persone nel treno appena arrivato sull’altra banchina: chi era appena salito si sistemava, chi leggeva fingeva di ignorare i fastidiosi nuovi arrivati; i più giovani, ovviamente, erano come ipnotizzati dai loro piccoli ricevitori...
    Faceva freddo ma non la infastidiva. Ma, quasi senza pensarci, si sfregò le mani per scaldarle – meglio salvare le apparenze...

    Normalmente non avrebbe accettato un incarico in un luogo così sperduto dove era facile dare nell’occhio e, soprattutto, mancavano tutte le comodità a cui era abituata. Ma la drammatica richiesta di quella brava donna… la classica madre di famiglia, premurosa e comprensibilmente preoccupatissima per il misterioso e prolungato silenzio del marito… considerando poi tutto quello che le aveva accennato proprio prima di sparire…
    In verità normalmente non avrei preso in considerazione il caso di una sedicente folletta ma gli affari non vanno un gran che bene e devo fare quello che qualsiasi brava ragazza farebbe nella mia situazione.

    Improvvisamente si sentì un po’ sola di fronte al compito che l’aspettava ma la solidità del proprio baule da viaggio la rassicurò: nel sottofondo infatti erano nascosti il suo fucile di precisione (che raramente usava) per il cecchinaggio a lungo raggio, il pratico fucile a pompa Remington se ci fosse stato da fare rumore e pulizia, la sua amata Smith & Wesson Model 686 (solido acciaio inossidabile: aveva tutto ciò che una ragazza come lei potesse desiderare: robustezza, precisione e versatilità) poi, ovviamente, tutte le munizioni del caso e quelle due bombe a mano che possono sempre far comodo.

    Una biondina in un gruppetto di ragazzine a una decina di metri di distanza la indicò e subito tutte iniziarono a ridacchiare e a darsi di gomito fra loro. La donna fece finta di niente continuando a guardare davanti a sé – che maleducate! Ai miei tempi...
    Ma forse era effettivamente tempo di cambiare i miei abiti da viaggio invernale... - il loro scopo era quello di non dare nell’occhio ma apparentemente la moda era cambiata negli ultimi anni. Quando aveva comprato il cappotto?
    Ah, sì… un mese dopo l’assassinio del presidente… bel lavoro… ma l’atmosfera era divenuta troppo calda, anche per me, meglio abbandonare il Texas per un po’. E così finii a New York a metà dicembre, con la gente che correva davanti alle vetrine illuminate, obliose del recente lutto nazionale, come impazzita per quelle sciocche feste....
    Fortunatamente quelle garrule ragazzine ridanciane non si erano accorte che non emetteva nuvolette di vapore: quando qualcuno si accorgeva che non respirava, raramente accadeva ma a volte accadeva, era sempre un problema. Ecco, fortunatamente, se ne stanno andando a sghignazzare altrove…

    La voce distorta e fischiante dell’altoparlante annunciò l’arrivo del treno per Knivsta e la donna sorrise fra sé: e se il vecchio ciccione si metterà nel mezzo avrà una brutta sorpresa...
    Se Babbo Natale era implicato non l’avrebbe fatta franca come l’ultima volta!

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    1. Grazie per questo racconto così originale! Stay tuned, arrivano novità a breve.

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  17. Era il 18 dicembre, nevicava copiosamente da diversi giorni ormai e molte corse dei treni erano state soppresse per il mal tempo. Fortunatamente Clara era riuscita ad arrivare in città prima della vigilia. Faceva molto freddo, c'erano poche persone in stazione che attendevano di partire, molte di più quelle che arrivavano. Il periodo festivo seppur caotico le era sempre piaciuto. Non vedeva l'ora di conoscere la nuova famiglia e non vedeva l'ora di far amicizia con i bambini. Seppur fosse una novità per lei non passare il natale in istituto non ne sentiva particolarmente la mancanza. l'orologio della stazione scoccò le 16:00 e pertanto si disse che non avrebbe dovuto attendere a lungo il suo nuovo datore di lavoro che sarebbe passato a prenderla. Si chiedeva che tipo era, come era riuscito a trovarla e soprattutto in che modo avrebbe dovuto approcciarsi a lui per fargli una buona impressione. Decise di attendere ed essere cauta, in fin dei conti quel lavoro le serviva davvero e avrebbe dovuto fare di tutto per tenerselo! Erano ormai più di venti minuti che aspettava fuori dalla stazione, la neve continuava a cadere sempre più fitta e lei cominciava ad essere infreddolita ed affamata quando ad un certo punto qualcuno le toccò delicatamente una spalla.

    (non so perchè ma quell'immagine mi ha ispirato tantissimo Tutti insieme appassionatamente, e penso si veda xD)

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    1. Un film che ho visto chissà quante volte da ragazzina, adorato. Grazie, Nicole.

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  18. Sì, ho fatto l'albero ieri 8 dicembre come da tradizione: l'ho tolto dalla scatola e l'ho attaccato alla presa usb. E' trasparente e scintilla dei vari colori della luce led incastonata al suo interno. Mi accontento di questo. Quello "vero", il pino alto quasi più di me, tutte le lucine, i nastri argentati e le palline provenienti dalle varie persone che hanno attraversato la mia vita, non lo preparo da cinque anni oramai, perché purtroppo profuma di ipocrisia e mi rovina il Natale... chissà se verrà mai un giorno in cui lo toglierò dal suo enorme scatolone.

    Detto questo, stavo per scrivere che dentro il baule c'è qualche morto ammazzato e squartato, ma qualcuno mi ha battuto sul tempo.
    Perché più che Rosso Natale ci vedo Rosso Sangue (sono ancora sotto gli effetti di Halloween quest'anno!). Potrei anche vederci Rosso Passione e in realtà dentro il baule ci sono i vestiti di scena di uno spettacolo di burlesque, corsetti, guepiere, calze a rete, piume di struzzo, tacchi altissimi e perle lunghissime. Anche un frustino. E la ragazza, reduce dall'ultima esibizione al Moulin Rouge di Parigi, sta per tornare a casa, in quel piccolo paese che si affaccia sul canale della Manica. La vecchia zia l'ha costretta al suo capezzale, lei e i suoi segreti di famiglia. Ma Margaret si prepara a dare scandalo. Non c'è niente di nero nel suo bagaglio...

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    1. Un'idea molto carina, benché non sia un vero e proprio incipit. Vale anche l'idea, perfetto. :)

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  19. Se non sono in ritardo, propongo questo
    Sono sul treno che mi porterà a casa, a Bolzano. Non vedo l'ora di arrivare. Prendo il mio magro bagaglio, una ventiquattrore di cuoio, e mi dirigo verso lo sportello per essere il primo a scendere. Vedo scorrere sotto di me le acque tumultuose dell'Isarco. Ci sono, mi dico chiudendo per bene la zip del giubbotto. Deve far freddo perché nevica. I fiocchi sembrano piume bianche e hanno imbiancato la massicciata.
    Un fischio e sento lo sferragliare delle ruote che stano frenando. Una scena singolare si presenta alla mia vista. Non che sia qualcosa di straordinario ma perché mi lascia interdetto. Una giovane signora siede immobile su un oggetto che assomiglia a un baule di cuoio, fuori dalla pensilina. Mi avvicino al vetro per osservare meglio, mentre il treno con dolcezza si ferma quasi di fronte a lei. Apro lo sportello per scendere e adesso ho una visione completa. È una donna di cui non riesco a decifrare l'età. Potrebbe avere trent'anni come quaranta oppure di meno. Veste in una maniere inusuale come se fosse una cartolina della Belle Epoque. Il cappellino rosso è diventato bianco per la neve che scende copiosa. Lo sguardo fisso punta verso un orizzonte che non riesco a cogliere. Rimango immobile sotto la pensilina per capire cosa fa. Le porte del treno si chiudono e lei rimane lì immobile. Forse aspetta il treno successivo o forse l'arrivo di qualcuno.
    Scuoto la testa e mi avvio verso l'uscita.

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    1. Grazie per il tuo prezioso contributo! A presto con le news.

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  20. Normalmente avrei partecipato, ma è un momento particolare e sono un po' confuso. Più avanti spiegherò meglio con un post apposito sul mio blog.

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  21. Oh, eccomi, finalmente. Questa tua iniziativa mi ha ricordato i begli appuntamenti in altri lidi blogghistici, che mi hanno sempre divertita. Dunque, nonostante il ritardo, questo è il mio incipit:

    Era trascorso un intero anno senza che Luane avesse notizie di Francois, un anno di missive non ricambiate, di preghiere vane davanti al panorama innevato dell’inverno. I fiocchi candidi si lasciavano trascinare dal vento e, da dietro una finestra, era come vedere i propri pensieri, frustati da una corrente impetuosa, inseguirsi a vicenda per poi sparire dentro la nebbia dei ricordi. Per un po’ di tempo lui era stato assertivo circa impegni improrogabili e assolute necessità, in nome delle quali aveva sacrificato eventi importanti, ricorrenze, anniversari e lei, tutte le volte, camuffava la delusione con una condiscendenza che derivava dal mondo del teatro, cui apparteneva: sapeva calarsi pienamente nei ruoli e recitare una parte le veniva naturale, così s’inventava il copione della moglie comprensiva, che asseconda le esigenze della persona amata con indulgenza e devozione, ma spegneva la voce quando metteva giù la cornetta del telefono, consegnando alla rassegnazione la propria solitudine. Poi questa routine si era fatta sospetto e l’assenza prolungata di Francois abbandono. Fino al giorno in cui Luane ricevette la lettera.
    Non esitò a buttare dentro un baule poche cose e con un biglietto di treno in tasca chiuse la porta di casa. Si avviò, sotto una tormenta di neve, verso la stazione ferroviaria, senza chiedersi se ciò che stava facendo rispondesse davvero a un bisogno, ma il suo sguardo fiero, durante l’attesa, si posò sui binari e allora, abbozzando un sorriso che raccontava i suoi pensieri, ebbe la certezza di avere preso la decisione giusta. Il destino che l’aspettava a mille chilometri da lì placò la molestia del suo tormento interiore e le affidò una speranza.

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    1. Luane e Francois... XD Mi ricordano qualcuno. E lei è anche teatrante!
      Grazie, Marì, a presto con le novità.

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  22. Molto carina come idea, ma dopo una settimana in cui - nonostante un grande raffreddore con febbriciattola - ho lavorato tantissimo per completare improcrastinabili scadenze, ho la mente vuota, non ce la faccio.

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    1. Rimettiti presto, Giulia! Intanto sarà preziosa la tua lettura e la tua preferenza. :)

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  23. "Il vetro del finestrino appannato lascia trasparire soltanto una macchia di colore. Laggiù, sotto la pensilina della stazione, c'è lei, seduta sulla sua valigia da viaggio, in attesa. Sorride, mentre il treno che le porta la felicità giunge lento, più lento che può e il rumore delle rotaie prova a spegnere il fracasso che agita il mio cuore. Forse potrei nascondermi o lasciar passare la stazione senza scendere, senza raccogliere il cappello e il moschetto d'ordinanza e abbracciare la vecchia vita che mi attende ancora, uguale a sé stessa. Lei, che ha indossato il suo abito migliore, lei che ha atteso questo preciso momento per indossarlo, come avevamo giurato, cinque anni orsono. Quando lo acquistammo mi pareva del colore del sangue, vivo, come eravamo noi allora. Eppure ora, filtrato dall'umidità del vetro e dal mio respiro ansante, mi appare di un borgogna così spento, morto.
    L'odore dei freni già invade la carrozza. Tra un momento dovrei scendere, ma il dolore che provo mentre la osservo trasforma le mie gambe in una lastra di ghiaccio. Mentre lei, con quel suo sorriso sognante, non sa di attendere qualcuno che vorrebbe solo ripartire."

    Sono in ritardo!!!!!!!!!!

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    1. Grazie, Elena! Speriamo leggano anche il tuo contributo. :)

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  24. Bella iniziativa, Luz! Mi sono talmente incuriosito che, anche se fuori tempo massimo e quindi fuori concorso, desidero condividere un mio incipit. L'ho scritto prima di leggere gli altri, quindi eventuali somiglianze sono puramente casuali:
    "Che noia! E fa anche freddo! Ho chiesto al capostazione notizie del mio treno: sembra che il ritardo supererà l'ora. Non so come passare il tempo; nella fretta di arrivare in stazione ho dimenticato di acquistare un giornale ed ora, con la neve che cade, non ho nessuna voglia di muovermi da qui. Anche se la temperatura è bassa, piuttosto che annoiarmi in sala d'attesa, preferisco starmene sotto la pensilina a distrarmi con il viavai dei treni e ad osservare chi parte e chi arriva. Da qualche minuto la mia attenzione si sta concentrando su una persona: quella signora elegante sulla banchina del primo binario. Forse è una signorina, sembra giovane. Di sicuro è particolarmente bella. Mi ha colpito perché se ne sta lì, seduta sul suo bagaglio (un piccolo baule di un certo pregio) già da un po', con la neve che comincia ad attaccarsi al suo cappotto rosso. È difficile non notarla. Oltretutto è da sola, al giorno d'oggi non se ne vedono molte come lei che non viaggiano in compagnia! Chissà dove sta andando. Mi fa pensare ad una donna volitiva e sicura di sé, proprio il tipo che farebbe al caso mio (che stupido che sono!). Forse potrei scambiarci due parole... o avrei potuto, magari il suo treno sta per arrivare... Ma sì, è qui a due passi, vado da lei. Mi dispiacerebbe poi rimpiangere di non aver sfruttato questa occasione!

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    1. Ciao, Stefano! La prossima volta ti avverto, devi assolutamente essere in gara anche tu. :)
      Grazie per il tuo contributo agli incipit e per aver votato.

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