sabato 22 giugno 2024

Le nostre biblioteche "si fanno" da sé?

Cominciamo col dare un senso a questa singolare domanda. Rispetto ai tempi in cui abitavo in un appartamento, la mia conservazione dei libri è migliorata: posseggo la solita libreria - 3m x 3m, tutta a giorno - ma non ci sono più scaffali superiori coi libri in doppia fila, perché parte dei libri è stata traslata nel seminterrato, dove tre grandi scaffali montati in una nicchia contengono i libri che... diciamo amo meno. 
Anni fa riordinai i libri per autore, quindi in ordine alfabetico, adesso invece adoro conservarli per casa editrice. Lo spazio totale resta esiguo, in particolare se penso a tutti i libri, decine, che ho acquistato negli ultimi anni, complice la preziosa Carta del docente
Resta il limite posto dalla pesante enciclopedia posta al piano inferiore, un acquisto di diversi anni fa, quando il web non era ancora entrato prepotentemente nelle nostre abitudini di ricerca.  

Dicevamo, adoro conservare i libri per casa editrice. Va da sé che gli scaffali Einaudi sovrabbondino, perché tendo a possedere libri di questo magnifico editore torinese. Al secondo posto i libri Feltrinelli e al terzo Mondadori. Ecco, un tempo ero una lettrice compulsiva di questi due editori e negli ultimi anni invece sono diventata fedelissima Einaudi.
Non è ovviamente per partito preso, ma per il fatto che diversi autori e autrici che mi interessano, mi piacciono e voglio leggere, vengono pubblicati da questo editore. 

Quando mi occupo di pulire a fondo la biblioteca, svuotando gli scaffali di ogni singolo libro accade puntuale di rigirarmi diversi tomi fra le mani e pensare. Strano come alcuni libri acquistati molti anni fa sembrano non appartenerci, nel senso che non gli sceglieremmo di nuovo, magari li abbiamo letti ma volentieri ce ne disferemmo perfino. Mi è capitato con i libri di Coehlo, per esempio, così preziosi tanti anni fa e adesso così insignificanti. 
Uno scaffale riguarda diversi testi che ho studiato per la mia tesi di laurea sui nativi americani, libri che avevo acquistato a completamento della bibliografia di riferimento. Copertine flessibili, pagine ingiallite, sottolineature, tante, e qualche appunto qua e là. L'odore, la luce nel soggiorno di casa di mia madre, i pomeriggi che trascorrevo per compilare pazientemente il mio discorso sulla donna nativa, la passione a ogni piccola o grande scoperta, la tastiera del pc - quello "antico", che assomigliava ai vecchi televisori col tubo catodico - su cui prendeva forma il volume. 

Poi lo scaffale delle mie letture da adolescente, con Dickens in testa, il mio prediletto. Bello sfogliare oggi quelle edizioni consunte, per intenderci le economiche Bur, ma anche la bella edizione di David Copperfield che trovai su una bancarella, d'estate sul lungomare, tale Edipem, editore sconosciuto almeno per me, ma rigoroso nella rilegatura, blu con motivi e caratteri dorati.

Nel tempo mi è capitato di comprare sulle bancarelle, molti anni fa ebbi modo di procurarmi così molti classici inglesi e francesi. Mi sono sempre domandata che ci facessero quelle ottime edizioni accatastate alla rinfusa sui banchi di venditori ambulanti: fondi donati? Carta venduta a peso? O perfino materiale proveniente da confische. Forse tutto questo assieme. 
Lo scaffale del teatro contiene alcuni testi di Eduardo acquistati a Napoli, illustrati e ricchi di aneddoti sul vecchio modo di essere teatranti. Poi diversi libri ricevuti in dono, espressamente richiesti, come una vecchia edizione di tutto il teatro di Tirso De Molina, un piccolo tomo Utet che doveva essere parte di un'opera più vasta. Il "donatore" l'avrà reperito su una qualche bancarella. Alcuni testi di didattica teatrale per la scuola e qualche buon testo sul teatro di Shakespeare. Non appartengono a un passato lontano, non hanno le pagine consunte. E non sono numerosi, perché reperisco la maggior parte delle cose in rete. Spolverati e riposti con cura, questi sì senza un ordine per autore o paese di appartenenza. Hanno una teca tutta per sé - come la stanza della Woolf. 
Campeggiano accanto alla teca dei libri per ragazzi, la saga di Harry Potter, la biografia della Rowling, l'edizione deluxe della trilogia di Tolkien e poi... lui

Ogni volta che prendo in mano questo libro, è inevitabile il passo, anzi il salto indietro. Le mille e una notte, edizione Mursia del 1973, regalo di compleanno ricevuto nel giugno del '77, a sei anni. Come fanno certi ricordi a restare così indelebili nella memoria? Perché io ricordo perfino la carta nel quale era avvolto, arancione con pallini verdi. 
Mi ha seguito per tutta l'infanzia, letto e riletto più volte, un segnetto a matita accanto al racconto nell'elenco del sommario, ogni volta che ne finivo uno. Mi ha seguito per tutta la vita, ovunque mi sia spostata. Se è vero che il primo libro della mia vita è stato Alice nel Paese delle meraviglie, altrettanto lo è che questo insieme di racconti d'oriente sia diventato il libro del cuore, quello che ha rappresentato qualcosa. Imperiosamente ha deciso di non separarsi da me, prepotentemente esige il suo posto, e lo vuole nella biblioteca principale di casa. 

La serie Feltrinelli dei romanzi di Isabel Allende è a portata di sguardo. A questi libri sono legati le estati calde del sud, quando giungevano gli agognati periodi di riposo dopo le sessioni d'esami. A partire dallo struggente Paula per passare da Afrodita, a D'amore e ombra, il bellissimo La casa degli spiriti e altro. Una di quelle autrici che mi ha scelta, tanto tempo fa e per un lungo periodo, per poi cedermi al vivace Pennac, con la rutilante serie di Malaussène, che ho letto come dinanzi a una scatola di piccoli cioccolatini invitanti. Ho letto, rileggerei. Mi fermo, perché rischio di diventare noiosa. Il passaggio da uno scaffale all'altro mi porterebbe troppo lontano.

Quando ho terminato il lavoro di spolvero e riordino, mi sono detta che le biblioteche esigono almeno un minimo di disordine, e che ogni libro deve essere usato e ogni tentativo di tenerlo perfettamente nuovo e perfino intonso è ridicolo. Ma soprattutto ho compreso che questi scaffali colmi di vecchie e nuove edizioni si formano da sé, seguono passo a passo le nostre vite, e sembrano avere "anime parlanti", perché non smettono di comunicare quando si volta l'ultima pagina. 

Avete la stessa sensazione? Quale ordine seguite per "dare un senso pratico" alle vostre collezioni?

13 commenti:

  1. A volte il senso pratico è dettato dallo spazio e dall'altezza, quindi un pianale alto 18 cm recupera tutti i libri sparsi a misura, e guarda caso i Sellerio ci vanno a nozze, poi King si prende da solo uno scaffale, Baricco, Manganelli e De Luca altri due.. poi letteratura edita da amici e bloggers, narrativa spirituale, satirica, libri di poesia quanti ne vuoi, viaggi e turismo, altro scaffale a parte, insomma i criteri bene o male ci sono e un certo ordine mi permette di risalire a quello che cerco in tempi non eccessivamente biblici.. ed è vero che certi libri li guardi e dici: "ma davvero ti ho acquistato io?!?", ma accade anche che per tanti, quando casualmente ti ricapitano in mano, è come aver ritrovato un gioiello perduto.. insomma sempre qualche sorpresa a curiosare tra le nostre librerie..del resto la più grande è in salone, una in corridoio, una all'ingresso, ma non mancano libri in camera da letto e nello studio, assieme ai cd.. e i libri di cucina in cucina?! Ne vogliamo parlare?! ;)

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    1. Ah, quel Manganelli, che genio. Voglio, fortissimamente voglio Centuria e Concupiscenza libraria. Insomma, caro Franco, una casa piena di libri, adoro questa immagine restituita dal tuo commento. Anche nel tuo caso un qualche ordine, almeno di senso, di tema, c'è. Io non posseggo tutti questi libri, moltissimi ne ho donati, di molti altri mi sono disfatta donandoli a una biblioteca civica (tutte edizioni buone, ma ahimè regali che non desideravo più, perché provenienti da persona con cui ho chiuso ogni rapporto... Chissà perché poi, ma il dono è equiparato al donatore e se il donatore è persona sgradita non si vuole neppure il dono). Riguardo a libri di cucina, ne possiedo anch'io, ma riposti negli scaffali della stanza nel seminterrato (a tutti gli effetti un soggiorno-bis che frequento poco) e questo la dice lunga su quanto li legga e li usi. :) Laggiù si trovano anche i libri di viaggi e turismo che oggi praticamente sono diventati inutili.

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  2. Anch'io ho parecchi libri e condivido la necessità di trovare criteri di disposizione dettati dal senso pratico. A parte questo, rovistare nella propria biblioteca è come guardare indietro nella propria vita, ritrovando gusti, passioni giovanili magari dimenticate mentre altre sono ancora vive, persone e circostanze che ci avevano condotto a quel particolare libro, e così via.
    Una biblioteca è un mondo che va oltre il contenuto dei vari testi e racconta tanto di noi.
    Grazie Luz, ti ho letto con piacere!

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    1. Grazie a te, Annamaria! È proprio così, una biblioteca è un mondo che racconta tanto di noi. E questi percorsi sui ricordi hanno il potere di portarti a quel passato lontano. Un libro è caro in proporzione al suo contenuto, ma anche al suo donatore, o a quanto si ami il periodo cui appartiene. Un abbraccio.

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  3. La mia biblioteca fisica è un comune a insediamento sparso, nel senso che i libri sono disseminati qua e la fra due case (la mia e quella dei miei genitori) e peraltro in entrambi i casi non c'è un unico mobile a contenere i volumi, sono in più stanze su mobili diversi.
    I miei criteri di abbinamento sono per lo più: argomento in senso vasto (i libri d'arte stanno in un certo scaffale, quelli sull'oriente in un altro) e area geografica (letteratura inglese separata da quella francese e così via).

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    1. Anche il criterio geografico legato all'autore mi piace, diciamo che è il secondo mio preferito. E mi pare di averlo pure rispettato per qualche tempo, però non è durata molto.

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  4. La mia biblioteca non è fatta solo di libri (ne contiene un migliaio), ma è fatta anche di desideri: di libri che vorrei comprare ma anche di libri che vorrei rileggere; è fatta di sbagli (di libri che oggi non potrei mai comprare) ma anche di assenze, di tutti quelli che spero arriveranno; è fatta di difficoltà, libri che ho cominciato a leggere ma non riesco proprio di portare a termine, e poi è fatta di ricordi, di libri che mi riportano alla mia gioventù, alle mie prime letture; e perché no: è fatta anche di rimpianti perché la vita, spesso, si prende gioco di loro e si vendica: ah! se avessi fatto quella cosa…anziché stare dietro ai libri! E’ fatta, la mia libreria, di libri alti e bassi, grandi e piccoli, con la copertina bianca e gialla e rossa e verde e blu, libri belli e brutti, tascabili e rilegati, comprati in libreria o trovati sui banchi di un mercatino dell’usato (le migliori sorprese), parcheggiati in doppia fila, accovacciati di piatto davanti agli altri o accatastati gli uni sopra gli altri. Un disordine solo apparente perché sono sistemati per autore e poi per tematiche: romanzi, saggi, poesia, filosofia, arte…
    Ho i miei preferiti – naturalmente - che li abito e li tengo sempre a portata di mano, la cui sola vista mi procura piacere: libri che si fanno rileggere soprattutto in quei momenti di noia esistenziale e di dolce malinconia. Facendo il conto, credo che i libri più importanti, per quanto mi riguarda, si riducano a un centinaio, largheggiando. Basterebbero – mia cara Luz - per non leggere nient’altro perché contengono tutti i libri che sono stati scritti. Solo due parole per la “preziosa Carta del docente” che apparteneva a mia moglie, insegnante di Lettere in un istituto superiore (è in pensione dallo scorso settembre) : ne ho approfittato anch’io, per scegliere qualche bel libro da comprare. Un caro saluto ;)

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    1. "La mia biblioteca non è fatta solo di libri" applausi!!

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    2. È vero, una bella espressione. :) Pino, grazie per questo prezioso commento. Ne traggo una conclusione: i libri sono l'insieme di una vita vissuta, con dentro tutto ciò che la vita può essere. Proprio perché è vero, mi è capitato di volermi disfare di libri troppo legati a un determinato periodo o persona. Quei libri erano quel periodo o quelle persone. Riguardo a quel tuo modo di riporli, io ho un vezzo: per ogni scaffale li ripongo parte in orizzontale e parte in verticale. Questo metodo è di fatto un risparmia spazio, ma anche un vezzo appunto, perché sono belli da vedere. Verissimo anche quello che scrivi riguardo ai libri davvero cari, non sono tutti ovviamente ma una manciata, quelli che rileggeresti e rileggi perché dicono già tutto, contengono tutto. Nulla di nuovo sulla Carta del docente, anche da queste parti non ne approfitto solo io. Però con quella ho acquistato anche un biglietto di un concerto, voglio cominciare ad andare in quella direzione. :)

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  5. Anch'io ho una Billy, non ne ho parlato nel post. È nel mio studiolo personale, una Billy bianca con un insieme di ante diverse, cassetti, ecc. Lì ho riposto qualche libro di scuola (da prof non porto libri a casa ma sono edizioni molto belle di Civica e alcuni tomi su Dante e la letteratura classica greca e latina. Poi ci sono diverse edizioni economiche di romanzi classici, per intenderci anche quelli a 3000 lire negli anni '90. Poi ho messo dei raccoglitori con varie pratiche, i miei pelouche (ebbene sì, una gorilla alta 50 cm, un piccolo ariete "cantante", un elfo che chiamo "nonnino", e tanti regalini di alunni e amiche), scatole dipinte di quando avevo la passione del decoupage, il mio microfono professionale (vorrei creare un canale con la mia voce) e diverse altre cosette. Insomma, una libreria/magazzino. :)

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  6. Mentre leggevo il tuo post ho osservato la mia libreria di libri di carta e mi sono resa conto che ormai la mia libreria fisica è ormai ridotta ai soli libri che ho deciso di tenere perché molti li ho messi nelle casette dei libri, il resto è tutto in eBook.
    I libri letti nel corso della vita costituiscono però ricordi indelebili, pensa che ho riletto da poco La luna e i falò di Cesare Pavese perché era uno dei libri che ho amato molto nella mia adolescenza. Le estati per me sono legate soprattutto al periodo della scuola superiore e dell’Università, dopo con il lavoro le letture si sono diradate molto e non è che in estate la situazione migliorasse. C’è stato un periodo della mia vita in cui avevo ridotto molto le letture, per riprendere poi negli ultimi dieci anni grazie alla scoperta degli eBook perché quelli di carta avevo smesso di comprarli per questioni di spazio.

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    1. Ricordavo che fai un largo uso di eBook, eh sì, questo aiuta moltissimo a gestire biblioteche vere e proprie, infinite pure, virtuali. Io sul mio Kindle ho pochissimo di questo tipo. Diciamo romanzi verso i quali avevo una certa curiosità ma non desideravo acquistare (come l'ultimo pessimo romanzo di Ammaniti), ma come ho scritto la Carta del docente mi permette di realizzare anche acquisti pazzi. :)

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  7. In questo momento la mia libreria sta esplodendo e non trovo più spazio. Premetto che è una libreria ibrida, condivisa tra libri, dvd, cd, anche musicassette, fumetti, acquerelli, pure un buchetto per le mie Pigotte. Davanti ai libri ci sono anche vasi, vasetti, la serie Lego dei Simpson, ricordi di viaggio davanti alle guide turistiche, pure una piccola Nessie davanti alla Scozia. Ci sono tre enciclopedie che non ho proprio cuore di buttare, come anche la mia collezione di cataloghi Ikea. In quanto ai romanzi, sono suddivisi per genere letterario, banalissimo proprio, se non fosse un genere tutto mentale mio, e qui la cosa si complica. Quindi c'è uno scaffale di "ispirazione per la scrittura", un altro "motivazionale" (e rischiano di confondersi), uno scaffale religioso-psicologico-filosofico, un altro dei libri solo di Outlander, da dove ho sloggiato Tolkien che è andato a dividersi con Dan Brown (qui solo per prossimità e spazio libero). Un altro scaffale vede il nero intenso di Stephenie Meyer, Twilight e compagnia fantasy, contrapposto al bianco romance di Sophie Kinsella. Sotto un'altra serie di fantasy contro romance vari. Più in là due scaffali dell'economica a 1000-2000-3000 ecc. lire, per lo più classici, insieme con altri classici. E pensa un po': ho uno scaffale condiviso tra Isabel Allende e Paulo Coelho, insieme con Carlos Ruiz Zafon! Uno scaffale solo per Oriana Fallaci e un altro solo di romanzi italiani e di amici blogger, un po' misti. Una mensola di guide turistiche, un'altra di fotografia e atlanti vari (che tocca mettere in orizzontale), un'altra ancora tutta di manuali di cucina, il Cucchiaio d'Argento in testa. Una mensola di gialli, da Agatha Christie a Carol O'Connell, più Harry Potter (che non c'entra nulla ma appunto sono senza spazio e lì ce n'era un pochino).Tre scaffali solo di elettronica, meccanica e informatica, motociclette comprese. Una piccola sezione di giardinaggio e un'altra di barche e navigazione. Reparto alto ci sono il mio angolo dell'Università, tesi compresa. Un altro di Storia e pittura, quello con i romanzi di Stephen King (qualcuno mio, altri ereditati da leggere) e fantascienza varia, compreso il modellino dell'Enterprise di Star Trek. C'è anche un altro angolo dedicato alla mia gioventù, con le autobiografie di Michael Jackson originali.
    Decisamente questa libreria si è fatta da sé. E quando non trovo qualcosa penso che i libri lì dentro siano come le scale di Hogwarts... :D

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