giovedì 11 maggio 2023

Bibliocleptomania

Torniamo a parlare di libri seguendo qualcuno dei percorsi di A proposito di libri. Qui trovate le prime riflessioni, dedicate alle figure del sistema di produzione. Oggi ci dedichiamo a... i furti in libreria.  

Ebbene sì, i libri sono fra i prodotti più rubati del mercato e vi garantisco che nel capitolo dedicato si scoprono alcune chicche molto simpatiche. 
Cominciamo col dire che i furti commessi nelle librerie sono un carico pesante esclusivamente per il libraio, ossia non ci sono perdite per l'editore o il distributore. La responsabilità di ogni libro sottratto ricade in toto sul negoziante, il che rende il gigante Amazon un competitore da questo punto di vista inattaccabile. 
Vero è che il risultato di tutti gli ammanchi durante i controlli di contabilità sono comunemente dovuti non solo a furti ma anche a smarrimenti di scatole, oppure a errori di registrazione dei libri in arrivo in negozio. A volte accade il banale posizionamento del libro su uno scaffale diverso dal precedente, magari a opera dei tanti che sfogliano libri nelle librerie senza poi riporli in modo corretto.
Guardiamo a qualche numero. Sapevate che nelle librerie Mondadori di tutto il paese si registrano ogni anno furti per un totale di 80.000 libri all'anno? Viene rubato in media un libro su cento. Nelle piccole librerie avviene qualcosa di molto simile, ne scompaiono una settantina ogni anno, con una media di uno o due a settimana. 

Fenomenologia dei ladri-tipo 
I tipi di furti - e dunque il tipo di ladro - variano a seconda delle dimensioni della libreria: nelle grandi distribuzioni spariscono libri universitari e libri di pregio, nelle piccole le novità editoriali. 
La storia annovera alcuni ladri di libri diventati noti. 
Per esempio, l'inglese William Jacques, che fu capace di sgraffignare libri di pregio antichi nelle più importanti librerie del paese, mettendo assieme un valore di un milione di sterline. Riuscì a rubare, fra i pregevoli tomi, una copia rara dei Dialoghi di Galileo oltre ai Principia Mathematica di Isaac Newton. 
Ormai noto, riusciva a camuffarsi in modo diverso in ogni luogo preso di mira e andò avanti per anni, fino a quando fu arrestato facendosi quasi cinque anni di galera e buscandosi l'interdizione da tutte le librerie e biblioteche del regno. 
Un altro tipo di ladro è quello che punta ad autori d'eccellenza, come Auster, Calvino, Chandler, Bukowski, scrittori-feticcio dei ladri della libreria Barnes & Noble di New York. 
Dal punto di vista dei sessi, chi ruba nelle grandi librerie è di solito maschio, a sua volta i ladri/maschi delle grandi librerie si dividono fra quelli che rubano libri universitari - giovani e in abito casual - e quelli che rubano edizioni di pregio - di mezza età e in giacca e cravatta. 
I primi, al momento di essere acciuffati, si giustificano dicendo di non avere denaro per comprarli ma di avere tutto il diritto di studiare, i secondi fingono di cadere dal pero e accampano scuse come "credevo si pagasse al piano di sopra". 
Va da sé che nelle piccole librerie invece a rubare siano le donne, e di solito libri di narrativa. 
Chi ruba libri non lo fa solo per possederli. C'è tutta una rete di furti che avviene per rivendere la merce magari nei mercatini. Il ladro di lungo corso di solito è segnalato e quindi riconoscibile e rischia fermo e denuncia, il ladro occasionale invece se la può cavare con la restituzione della merce... e la figuraccia. 
Rubare libri un tempo era una specie di controcultura, un fenomeno sociale e "rivoluzionario". Ne uscì pure un saggio: Ruba questo libro di Abbie Hoffman, in cui sono contenute teorie politiche sul furto di libri come atto di denuncia. 

Come si rubano i libri? Riconoscere a occhio il potenziale ladro nelle librerie non è semplice, diciamo che saltano agli occhi alcune caratteristiche: di solito è munito di borsa o zaino e se ha la tendenza a chinarsi è fortemente sospettabile. Impedire che il fenomeno avvenga è possibile ma difficilmente gestibile.
Bande magnetiche fra le pagine, oppure personale di sorveglianza, il punto è che ad aggiungere questi dettagli i costi di gestione di piccole e grandi librerie sale in maniera esponenziale.
Insomma, è più facile preventivare il margine di furti che cercare di azzerarlo. 
In epoche remote il furto di libri era un danno colossale, se pensiamo al valore di manoscritti e primi libri a stampa. Ecco il motivo per cui in grandi biblioteche storiche i libri venivano incatenati ai banchi. 
E leggete questa chicca. 
Papa Pio V il 14 novembre 1568 emanò una bolla in cui dichiarava la scomunica per i ladri di libri, e non fu il solo pontefice a scagliarsi contro questo flagello, segno che era davvero diffuso. 
Purtroppo, però, le scomuniche non costituirono un deterrente, pertanto si pensò alle maledizioni. 
A colui che ruba un libro o lo sottrae senza poi restituirlo: che le sue mani si cangino in serpente e lo stritolino nelle loro spire. Che egli sia colpito da paralisi e che tutte le sue membra esplodano. Che si strugga nelle pene invocando la misericordia e la sua agonia non cessi fino a che il suo corpo non sarà dissolto. Che i tarli gli rosicchino le viscere come il verme che mai non muore. E quando infine arriverà il momento del giudizio, che le fiamme dell'Inferno lo consumino in eterno. 
E nel Medioevo era lo stesso libro a parlare al potenziale ladro: 
Vedi qui scritto il nome del mio padrone, guardati dunque dal rubarmi, perché se lo fai il tuo delitto sarà da me punito senza fallo. Guarda qui sotto la figura di un ladro impiccato; pensaci bene quindi e fermati in tempo, se non vuoi pendere da una forca. 
Ora avanti, confessiamo eventuali "irregolarità". Nella mia libreria ci sono due tomi irregolari: un'edizione Einaudi Scuola del Diario di Anne Frank e una bella edizione di Peter Pan degli anni Settanta. Il primo è un libro che presi da un armadietto in una scuola in cui ero supplente, una vita fa. 
L'intenzione era di leggerlo e riportarlo ma non lo feci mai, perché la supplenza si interruppe. Avrei potuto dedicarmi alla legittima restituzione, ma per pigrizia non lo feci mai. Insomma, ho sgraffignato anch'io. La bella edizione di Peter Pan invece non fu trafugata da me, ma da una parente che la regalò a mio fratello a uno dei suoi compleanni, eravamo bambini. All'epoca non ero in grado di capire cosa volesse dire, ma sulla prima pagina c'è un bel timbro di una biblioteca alla quale questo libro non solo non fu mai restituito ma pure riciclato per regalo. Possiedo ben due libri rubati, ebbene sì. 

Se volete, leggete qui queste riflessioni di Guido Vitiello per Internazionale. 

La parola a voi, confessate le vostre "irregolarità" se ne avete qualcuna. 
Oppure raccontatemi eventuali esperienze di cui avete sentito parlare, vi leggo e rispondo volentieri, come sempre. 

31 commenti:

  1. Caspita non pensavo che il furto di libri fosse un fenomeno così diffuso. Sui libri antici immagino bene il grave danno visto il grande lavoro che c’era dietro, certo che tra scomunica e maledizioni il ladro non poteva star tranquillo, ma se infischiava allegramente (forse nel medioevo avevano più paura delle maledizioni chissà...)
    Stranamente non ho libri “irregolari” in casa mia, anzi negli ultimi tempi i libri li “libero” nelle casette dei libri dei vari parchi cittadini, inoltre diverse volte in passato ho portato dei libri in librerie dell’usato per regalarli (e alcuni non li hanno voluti perché era un genere che non trattavano, pensa un po’).
    Certo un ladro di libri antichi è un professionista, così pure quello che ruba libri universitari che hanno un costo notevole e se devi studiarli c’è sicuramente un gran mercato (ai miei tempi c’era un mercato clandestino di fotocopie di testi universitari per risparmiare sulla spesa dei libri, di cui ho usufruito qualche volta, anche se a costo di grandi sacrifici i libri più spesso li compravo).
    A questo proposito molti testi universitari li ho comprati e dopo l’esame li ho prestati a compagni di università che non me li hanno più restituiti, in pratica un furto legalizzato. Dopo sono diventata più furba, quando mi chiedevano in prestito il libro dicevo che lo avevo portato giù in Puglia (che poi era vero di solito dopo un esame li portavo giù per problemi di spazio, a meno che non ne avessi bisogno per un altro esame).

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    1. Anch'io non pensavo fosse un fenomeno così diffuso. E 80.000 libri che ogni anno spariscono nel nulla sono una bella cifra. Mi ha colpito pure come il mercato librario, incluso il perimetro delle piccole librerie, preveda un margine di perdite dovuto ai furti, ritenendolo una perdita "affrontabile" rispetto al cercare di azzerarla.
      Anche nella mia università c'era un bel giro di fotocopie, tutte illegali ovviamente. Anzi, ricordo una copisteria in centro città con un retrobottega che regolarmente effettuava copie di libri universitari. Io ho acquistato fotocopie per almeno il 30% dei libri universitari. Ma c'era un perché. Nonostante fossi rimasta a casa e viaggiassi da pendolare, quindi nonostante l'abbattimento di eventuali costi di mantenimento fuori casa, non era poco gravoso ogni esame da affrontare. L'esame di Letteratura italiana, a voler comprare tutti i libri, fu quello più costoso, assieme a Filosofia teoretica. I docenti pretendevano acquisti su acquisti anche di loro libri, che si aggiravano fra le 40 e le 50 mila lire a tomo. Più la pila di libri di storia della letteratura, più tutti i libri del corso monografico. Ricordo che in soldoni un unico esame si aggirava attorno alle 4, 500 mila lire. Cifre impossibili da gestire nella mia famiglia. Così giù di fotocopie e più raramente prestiti. Sono stati anni di "fame", davvero. Per la borsa di studio, visto l'alto tasso di richieste, era richiesto il trenta secco di media. Non so se questo abbia significato "rubare", so solo che questo sistema mi ha permesso di studiare e andare avanti.

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  2. Ma tu guarda. Non sapevo tutto ciò. Comunque mi dispiace, non è giusto che si rubi in generale. In fondo la cultura è per tutti e c'è bisogno di più rispetto.
    Ma è molto interessante quel che hai scritto. Ti ringrazio Luz. Un abbraccio.

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    1. Un sistema ignorato dai più, in effetti, molto diffuso e del quale è meglio non parlare. Tendenzialmente si preferisce tacere su questi argomenti.

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  3. Gli italiani rubano? penso di sì. È una questione di cultura scarsa. Un'attività vergognosa. Lo Stato si serve delle leggi per rubare con l'IRPEF la retribuzione e le pensioni cin aliquote tremende. In risposta l'italiano medio evade appena ha l'occasione di farlo. È così radicato questo vizio che anche i cronisti,
    nella cronaca di un incontro di calcio quando un difensore toglie il palone dai piedi dell'attaccante usano questa espressione: X *ruba palla* a Y e scatta il contropiede. Ovviamente scherzo. Anche l'indifeso libro è attaccato da una buona percentuale di ladri specializzati. Perché lo fanno? Semplice. Lo fanno perché sono ladri.

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    1. Se guardiamo al problema in termini di etica, ovviamente la cosa è vergognosa ed esecrabile. Il furto è comunque un danno e soprattutto se perpetrato da chi potrebbe tranquillamente permettersi l'acquisto, ancora di più condannabile. È stato però interessante entrare in questo argomento, perché nasconde alcuni effetti curiosi (chi ruba, perché, da quanto nella Storia si ruba, come si prendono eventuali misure).
      Io non ruberei mai e poi mai un libro in una libreria né in biblioteca (m'è costato pure rimborsare un libro regolarmente restituito alla biblioteca di Grottaferrata perché l'ultimo prestito risultava mio e se lo sono perso per il pessimo vizio di mettere un box accanto alla porta con i libri da restituire, cioè alla portata di tutti), anzi sono talmente virtuosa che la biblioteca di Albano Laziale si ritrova 23 tomi ceduti dalla sottoscritta perché volevo liberarmi di doni non più graditi, tutti prestigiosi, incluse due biografie da collezione di Oriana Fallaci e Lucio Dalla.
      Però è stato stuzzicante capire come funziona, le motivazioni e il ritratto del ladro-tipo. È un fenomeno sociale come un altro.

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  4. il tuo racconto mi ha fatto rammentare che ho anch'io un libro di una biblioteca, ma non l'ho rubato: è una Garzantina, l'Enciclopedia dei miti, che trovai in un cassetto della cattedra di una delle mie classi, una trentina di anni fa, a anno scolastico concluso, durante il consueto controllo che facevo per eliminare materiali ormai inutili e recuperare quel che ancora poteva servire (consueto controllo che non era consuetudine dei miei colleghi, visto quel che andavo reperendo). Dalla fascetta sulla costa capii subito che si trattava di un libro preso in biblioteca, ma, siccome il servizio biblioteca era ormai chiuso e il collega bibliotecario non in servizio, porto il libro in segreteria per lasciarlo almeno in custodia di qualcuno. E qui cominciò un dialogo alquanto surreale con la gentile applicata con cui parlai:
    - Marì, il libro non è nostro, è di un'altra biblioteca.
    - Giusy, quale altra biblioteca?
    - Sta scritto che è quella di Busto.
    - Ah! e com'è che è finito da noi? Busto è almeno a 40 km da qua...
    - Eh! e quante domande che ti fai... qualcuno lo avrà portato. un alunno da casa, un collega di quelle parti... non avevamo un professore della piana, l'anno scorso? Solbiate... Locate... Ternate, quei paesi lì, più o meno...
    - Beh, sì, forse, non mi ricordo bene neanch'io, non avevamo le stesse classi, ma non lo possiamo restituire alla Biblioteca di Busto? Magari glielo spedite.
    - Eh! la fai facile! ormai stiamo quasi a luglio... Qua è inutile che lo lasci, si perderebbe di nuovo. Marì, portacelo tu alla Biblioteca di Busto, ti fai una passeggiata in macchina con tuo marito e glielo riporti. Altrimenti fai finta che hai vinto un libro alla pesca di beneficenza della parrocchia.
    Quell'estate andai far la gita col marito, alla Biblioteca di Busto mi dissero che il libro era scomparso da diversi anni e che era già stato eliminato e poi sostituto, quindi a me è rimasto il premio del concorso All'onestà.

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    1. Tu sei un luminoso esempio virtuoso, MaC. Io non tornai a restituire quel libro, mea culpa. Era stipato in mezzo a tanti altri in un armadietto disordinatissimo, non c'era una biblioteca scolastica. La nomina non fu rinnovata e non mi feci quella settantina di chilometri A/R per restituirlo. Comunque l'ho ampiamente utilizzato nelle classi successive, fu il mio tomo vademecum quando si trattava il tema Shoah e tante citazioni furono lette a voce alta agli alunni proprio da quel librino, che pertanto fece il suo dovere ma altrove. Me la perdono così. :)

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    2. Luz, la gita era nei dintorni di Busto, non ci andai apposta, colsi l'occasione e passai anche in Biblioteca. ma praticamente non lo vollero, dopo la sostituzione non erano più interessati al recupero, magari lo avrebbero buttato e mi dissero di tenerlo. perciò niente luminosità, solo casualità

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  5. Interessante il commento qui sopra che ho letto con piacere come ho letto con piacere il tuo post. Sapevo del problema dei furti dei libri sia nelle librerie che nelle biblioteche. Infatti quando vado nelle librerie di largo consumo (dico così per non fare pubblicità indebita) vedo sempre dei tizi a volte alti e muscolosi che gironzolano e osservano.

    Ma si vede che ci vogliono, anche se ormai con i sistemi antifurto di oggi quando i ladruncoli escono li beccano. Ma giustamente il furto è un furto ed è esecrabile. La buonanima di mio padre e suo fratello maggiore hanno passato più di 40 anni nei libri e nelle librerie e di ladruncoli di libri ne avevano visti tanti.

    Un salutone e alla prossima

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    1. Infatti, chi meglio di chi ha vissuto come libraio può dirlo? Ecco, tu che sei figlio d'arte in tal senso, ne avrai sentito storie del genere.

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  6. Penso che sono fenomeni del passato, ormai la gente non ruba più libri, perché dovrebbe rubare qualcosa che non è in grado di usare? ;-)
    Scherzi a parte, non ricordo di essermi mai trovato fra le mani libri che non fossero comprati o regalati. Mi capitò una volta - questo sì - che entrai nella Feltrinelli vicino a Piazza Esedra e nello zaino avevo un libro preso in prestito alla biblioteca universitaria. Nel momento in cui uscì dalla Feltrinelli partì l'allarme, ignoravo che i libri della biblioteca di Lingue e Letterature Straniere fossero forniti di una striscia antitaccheggio. Per fortuna i commessi della Feltrinelli, appurato che era quel libro dall'aria consunta (e col talloncino della biblioteca) a far suonare l'allarme, mi lasciarono andare quasi scusandosi per aver voluto verificare cosa avevo nello zaino.

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    1. Quella sottile ansia che ti coglie a ogni passaggio, o quasi, quando esci da un negozio, pur perfettamente consapevole di non aver preso nulla. Da ragazzina era un continuo. :D
      Non mi è mai capitato quello che accadde a te, ma immagino l'imbarazzo e poi le scuse ricevute. :)

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  7. Sorrido perché le chiami "irregolarità" subito dopo avere trascritto gli anatemi con cui venivano messi in allarme i potenziali ladri medievali! Certo, la forca o le maledizioni di sofferenze indicibili sono un po' troppo (che fine avresti fatto tu, con i "furti" confessati! :D :D), però trovo triste che si rubino dei libri, tristissimo. Il tuo caso è diverso: non c'è "dolo", se lo vogliamo chiamare così, ma quelli che vanno con borse enormi e si anfrattano nelle librerie in modo sospetto sono patetici. Anche se il concetto in sé di sottrarre qualcosa a qualcuno mi è antipatico, io ho ammesso in un precedente mio post di avere rubacchiato da bambina le leccornie dal bancone di un panificio, cosa che addebito all'età, perché me ne vergognerei troppo, altrimenti. Figurati se potrei prelevare impunemente un libro non mio!

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    1. Lo so, è veramente brutto. Però è un fenomeno diffuso e se ne può parlare. Mi sono fatta un giretto nel web e ho trovato diversi articoli su furti di libri. Il mio manuale non mentiva. :)
      Chiariamo ulteriormente: Peter Pan non l'ho rubato io nei lontani anni 70, ma una parente che lo ha regalato a mio fratello. Ho in casa un libro irregolare bello importante, ma non per colpa mia. XD Anne Frank invece ha fatto il suo dovere di libro altrove. Insomma, a scuola è tornato, benché in altra scuola.

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  8. Ma tu guarda, 80 mila libri all'anno rubati, e solo a Mondadori? E chi ci ha mai pensato. Chi lo sa perché si sottraggono libri senza pagarli, in realtà un volume in economica costa come due pacchetti di sigarette e al netto di tomi più costosi si tratta di cifre abbordabili. Comunque prima di leggere la tua confessione non credevo di essere anche io coinvolta. Invece. Qualche anno fa entrai in un caffè di Torino, tra i primi ad offrire anche libri in lettura gratuita. Sorseggiai il mio tè e diedi un'occhiata alla libreria: c'era un libro, in spagnolo, che attirò la mia attenzione: El poder del ahora, di Eckhart Tolle. Cominciai a leggerlo e ne fui rapita. Il cameriere mi spiegò che potevo portarlo con me, finirlo, e poi restituirlo. Ma quel libro mi colpì al punto che non potei più portarlo indietro e in effetti è ancora con me. Confesso e mi appello alla clemenza della corte!

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    1. Oh, finalmente qualcuno che confessa il maltolto! :D
      Ti capisco. Io invece mi sono vista sottrarre un piccolo libro di critica ai tempi dell'università. E rimpiango ancora il mio quaderno di appunti di letteratura del liceo, che fece il giro delle classi, fu poi prestato per un concorso a una ex compagna di classe e non tornò mai indietro.

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  9. Non avrei mai pensato a percentuali così alte per il furto di libri, anzi, a volte mi è capitato di lasciare in macchina un libro in bella vista pensando: "Tanto chi lo ruba." Certo, scassinare un'auto sarebbe molto più rischioso che insaccare velocemente un libro.
    Ho trovato interessantissime le maledizioni del papa sui ladri di libri. :) Rubare libri antichi denota anche una notevole preparazione culturale, per quanto l'atto sia esecrabile. Di recente ho letto "Il Club Dumas" che parla dei cosiddetti cacciatori di libri, scoprendo molte cose interessanti.
    A me non è mai capitato di appropriarmi di un libro in maniera "irregolare", non mi verrebbe proprio in mente. E poi sono i libri che vengono a me, tramite eredità, doni, lasciti e chi più ne ha più ne metta. :D

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    1. Sai che mi capita di lasciare dei libri in macchina ma nascondendoli? Non mi fido. Dopotutto è un oggetto che può attirare. Tendo ad avere un certo senso di protezione verso i libri, li presto raramente e a persone fidatissime. Insomma, sono oggetti-culto. :)

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  10. Non immaginavo che venissero rubati così tanti libri...forse non è vero poi che noi italiani non leggiamo? xD Un post che mi ha davvero incuriosito. Comunque credo che chi ruba i libri non rubi solo quelli... ci sono persone furbette, magari fin troppo avare e scorrette. Comunque anche nella mia libreria c'è qualche libro irregolare... quando ero ragazza presi in prestito il libro di un'amica che a sua volta l'aveva preso a scuola. Il libro, per mia dimenticanza e anche della mia amica, non fu più restituito...

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    1. Non so, forse solo raramente. Penso che il ladro di libri sia specializzato in questo tipo di furto, è come se il libro costituisse davvero un oggetto non assimilabile a nessun altro.

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  11. Ciao Luz, volevo avvertirti che avevo lasciato un commento anche sui precedenti post, da The Good Mothers in poi, ma vedo che non li ha tenuti. Credo di essere finita nella spam... :(

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    1. Sì, purtroppo ultimamente capita spesso. Ho sbloccato tutti i commenti. Comunque sappi che vado a vedere abbastanza spesso se non ce ne siano di invisibili, quindi se non li vedi pubblicati lo saranno dopo.

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  12. Ho letto, giorni fa, di un noto giornalista che si fece beccare in un grande magazzino dopo aver rubato due capolavori della letteratura russa e un pezzo di gorgonzola. Che dire...non solo fame di cultura.

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    1. Non si può negare che abbia pensato a tutto. :D

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    2. Vuoi mettere @Fabio la gorgonzola....

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  13. Confesso di aver preso in biblioteca molti anni fa un libro di Ardito Desio, l'autobiografia "Sulle vie della sete e dei ghiacci"
    Poi ho avuto un figlio, un'altro , la vita si è complicata ed il libro è rimasto sul comodino a lungo a fare da schermo alla luce della abat-jour quando i neonati erano nel lettone (è un bel librone alto)
    Povero Ardito, dal K-2 a far la guardia ai neonati...
    Ora i neonati hanno 25 e 23 anni ma Ardito è ancora con noi, nella libreria, non ho intenzione di restituirlo e non me ne pento perchè ormai è uno di famiglia
    Ciao
    Betty

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    1. Ecco quella che si chiama una bella confessione. :)

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  14. Faccio fatica a credere a 80mila libri rubati, probabilmente perché penso solo alla narrativa. Ecco, sarebbe interessante sapere la percentuale di romanzi rubati, contemporanei o storici/prime edizioni, saggistica e scolastica, per avere un quadro completo. Ricordo purtroppo che n ei primi anni universitari, con le aule da 400 persone, sparivano parecchi libri di testo, magari in quei 3 minuti in cui andavi al bagno, se non avevi amicizie solide che ti guardassero le spalle. Furono messi degli avvisi nelle aule, i professori si raccomandavano a ogni lezione perché comunque erano tomi da 100 euro (o 100 mila lire, rimarchiati in euro).
    L'unica irregolarità che ho nella mia libreria è l'edizione de I promessi sposi acquistata usata da un'ex insegnante, copia provvista di talloncino, copia-saggio non vendibile per legge, ma che ho pagato lo stesso perché cercavo quell'edizione specifica da vent'anni (me l'aveva persa/rubata un'amica di mia sorella, ahimè) ed ero solo grata a quell'insegnante di averla così ben conservata, gratuita o meno che fosse per lei.

    ...e poi abbiamo il coraggio di dire che non si legge abbastanza, si rubano persino i libri!! XD

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    1. Si tratta in effetti di libri di vario genere, e regolarmente denunciati, per arrivare a queste cifre. Certo, assurdo che si ritrovasse derubati all'università mentre si era assenti un attimo. Ma anche questo è segnale di un disagio verso i costi degli studi universitari. Un fenomeno molto più importante di quanto si creda.
      Conosco quelle edizioni critiche dei prof, sono una meraviglia, soprattutto quelle delle superiori. :)

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  15. Caspita, che numeri! Non pensavo che i furti di libri fossero così diffusi e, di conseguenza, che i librai fossero tanto esposti a un danno. Di certo la bibliofilia non è un'attenuante, anzi, l'amore per i libri dovrebbe condurre proprio ad apprezzare il valore di tutto il lavoro di produzione e diffusione di un prodotto e quindi di un settore tanto "fragili" in questo momento storico e vista la tirannia degli storie online. Io non ho irregolarità da segnalare, ma ho una sorta di compulsione per cui, se presto un libro, rimango inquieta finché non mi viene restituito.

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