giovedì 6 aprile 2023

I mestieri del libro.

Da qualche giorno ho iniziato a leggere un manuale che è davvero un chicca imperdibile. 
Si tratta di una pubblicazione Iperborea (ma non in quel formato particolare, questo è normale) che penetra il mondo dei libri in ogni loro aspetto, tanto più che il sottotitolo è:
Come nascono e diventano questi oggetti di carta dove leggiamo storie, idee e mondi interi
Insomma, un "libro su come si fanno i libri", un viaggio che ogni serio appassionato bibliofilo dovrebbe a mio parere fare. 
Fa parte di una piccola collana, scaturita da Il Post, avente nome "Cose spiegate bene", andate a guardare qui le meraviglie proposte, io mi sa che faccio un pensiero a tutti i volumi. 
Il manuale tocca davvero tutti gli aspetti della produzione di un libro, svela la lunga trafila della produzione  della gestione di questo oggetto, dalla sua creazione fino a quando si troverà fra le mani del lettore. 

Avete idea di quanti tipi di carta vi siano per produrre l'oggetto-libro? Di come siano nati i font più diffusi delle pubblicazioni di tutto il mondo e quale sia stata la loro evoluzione? Di come sia nata la prima copertina? E poi ancora: di chi sono le case editrici italiane? Da dove vengono i loro loghi?
Cos'è un editor? Come si apre una libreria? E perfino... chi ruba nelle librerie? 
Ma c'è anche molto altro. 
Ebbene, ho deciso di condividere alcuni bellissimi capitoli di questo manuale riassumendone gli aspetti che sono certissima potrebbero suscitare anche la vostra curiosità, e tenetevi forte perché ci sono cose straordinarie da scoprire. Vi dedicherò nel tempo alcuni post, in base a come saranno accolti da chi leggerà e se ci sarà interesse. 
Cominciamo dai mestieri del libro
Una premessa. Fin da ragazzina ho coltivato il sogno di lavorare in una casa editrice. Penso sia stato il vero grande sogno di tutta una vita, rimasto ahimè tale. Da sempre mi affascinano quei luoghi in cui immagino una redazione, tanti uffici, alle pareti delle immagini dei libri pubblicati, foto degli autori...
Insomma, sulla falsariga di uno di quei luoghi come la Disney Pixar di Los Angeles. 😊
Sì, ma cosa si fa realmente in una casa editrice? Non ne avevo idea, prima di leggere il capitolo dedicato.

I mestieri del libro sono tanti e non tutti legati al libro in sé. 
E ovviamente ne sono esclusi... gli scrittori.
Eccovi l'elenco di tutti gli impiegati in una di queste meravigliose "factory" (esterni inclusi):
  • editore
  • amministratore delegato
  • direttore editoriale
  • editor
  • consulente editoriale
  • capo redattore
  • redattore
  • correttore di bozze
  • lettore
  • traduttore
  • art director
  • grafico
  • ufficio marketing
  • ufficio stampa
  • ufficio commerciale
  • agente della rete vendita
  • amministratore
  • ufficio contratti
  • agente letterario
  • ufficio diritti
  • ufficio tecnico
  • scout
  • digital manager
  • social media manager
Già dinanzi a questo elenco, personalmente mi sono dichiarata del tutto ignara di quante e quali figure fossero. 
La rete degli uffici preposti all'aspetto commerciale del libro è fitta, il che ci precisa, anche senza andare nello specifico, quanto il libro sia un oggetto di vendita esattamente come ogni altro oggetto commercializzato. E questo lo si sapeva, almeno da quando, nell'ultimo decennio in particolare sotto la spinta dei social media, il libro è diventato un oggetto discusso, condiviso, commentato, sovraesposto.
Con buona pace delle orde di puristi e difensori della letteratura - eccomi - che dinanzi alle classifiche del passato in cui le Cinquanta sfumature e il libri di Fabio Volo erano bestseller da migliaia di vendite, a guardare una casa editrice come un'azienda pari a mille altre, con logiche di mercato legate alle vendite e al profitto, possiamo, e dobbiamo, accettarne l'inevitabile. 
Una casa editrice è un struttura verticale, con una gerarchia specializzata, in cui alcune figure sono separate nelle grandi aziende e coincidono nelle piccole. 

- L'editore è il "padrone", il proprietario dell'azienda. Le grandi aziende come Einaudi, Mondadori, Feltrinelli, devono il loro nome al "proprietario" delle stesse, nome che resta anche quando il marchio viene ceduto (come Mondadori e Rizzoli, oggi appartenenti a Berlusconi). Può capitare che l'editore sia anche amministratore delegato della propria azienda. 

- L'amministratore delegato è il manager dell'azienda ed è una figura amministrativa. Non sempre un amministratore delegato di editore è un esperto di libri, non è necessario. 

- Il direttore editoriale è colui al quale viene affidato il compito di decidere la linea della casa editrice, quale tipo di libri pubblicare. Nelle piccole case editrici questa figura coincide con l'editore. È responsabile di come un libro apparirà una volta stampato. Decide i libri da commissionare agli scrittori e valuta le proposte ricevute dagli autori. 

- L'editor è la figura di raccordo fra l'editore e lo scrittore. Valuta i manoscritti e gli autori, lavora con l'autore sul testo, al fine di migliorarlo. Ci sono stati editor che hanno lasciato il segno, basti pensare a quanto Carver debba a Gordon Lish e al fatto che Nabokov li abbia definiti "brutali figure paterne".

- Il consulente editoriale affianca il direttore editoriale e l'editor nell'individuare nuovi autori, ideare nuovi libri e costruirli materialmente. È una figura esterna e può avere una percentuale sulle vendite. 

- Il capo redattore ha un ruolo non creativo, ma gestionale: sorveglia i tempi da rispettare, gestisce la compagnia di traduttori, redattori e correttori di bozze, decide quali libri affidare a chi

- Il redattore è un revisore, lavora nel dettaglio sul testo, si interfaccia con autore e correttore di bozze.

- Il correttore di bozze fa il mestiere più ingrato, non può di fatto esprimere giudizi, deve revisionare il testo anche più volte e al massimo suggerire al redattore qualche svista da comunicare allo scrittore. Pare che sia il mestiere meno pagato della casa editrice. 



- Il lettore: si tratta di un gruppo presente in ogni casa editrice, quello che sgrossa il lavoro di selezione dei testi. Se piace al gruppo, un testo può avere una qualche possibilità e passare al vaglio delle figure di cui sopra prima di contattare lo scrittore. 

- Il traduttore è il solo a poter lavorare in modo autonomo, anche da casa, ovviamente rispettando i termini di consegna. La paga è dai 10 ai 18 euro a cartella. 

- L'art director progetta il libro, ha competenze da grafico: sceglie la veste tipografica del libro, il tipo di carta, il carattere, le linee generali della copertina. A lui è affidata l'immagine della casa editrice. 

- Il grafico può essere una figura fissa della casa editrice ma anche una figura esterna, della quale si avvale la casa editrice in materia di gestione dell'impaginazione e di tutto quello che significa elaborare visivamente una pagina. 

- L'ufficio marketing è il cuore "finanziario" della casa editrice: si occupa delle vendite, controlla tutti i movimenti del libro dalla sua diffusione, elabora strategie per migliorare i profitti. Organizza assieme all'ufficio stampa eventi, inviti e pubblicità. 

- L'ufficio stampa è l'organo che comunica con l'esterno. Interessante il passaggio "si fa carico delle emozioni e della suscettibilità degli scrittori e del bisogno di essere blanditi dei giornalisti e degli influencer". Ha insomma una "centralità emotiva".

- L'ufficio commerciale si occupa dei rapporti con le librerie e i distributori, siamo nel campo delle spedizioni e dei rifornimenti. È responsabile della presenza fisica del libro su un determinato scaffale, così come della consegna dei libri prima di una presentazione. 

- L'agente della rete vendita può essere una figura interna alla casa editrice o esterna e indipendente: comunica, spesso di persona, ai librai della propria area quali sono i libri in uscita e quanti si prevede di venderne. Deve essere molto informato su tutto quello che contiene il libro e il suo potenziale. 

- L'amministrazione gestisce i pagamenti di tutti, autori compresi. 

- L'ufficio contratti gestisce i contratti con gli scrittori e altre figure se esterne; il contratto allo scrittore prevede un anticipo sui diritti delle copie vendute che varia del 6-7% del prezzo di copertina fino al 18%. L'editore si mette poi a sperare che questo denaro anticipato rientri mediante le vendite, perché non può essere restituito. 

- L'agente letterario è una figura esterna che cura i diritti dello scrittore. Gestisce i contratti e i pagamenti, tratta la vendita dei diritti del libro all'estero ed eventuali trasposizioni per il cinema o la televisione, nel caso in cui il totale dei diritti non sia ceduto all'editore. 

- L'ufficio diritti gestisce il diritto d'autore del libro nel caso in cui vengano del tutto ceduti all'editore, pertanto sostituisce le mansioni dell'agente letterario. 

- L'ufficio tecnico si occupa di stampa, carta e rilegatura, pertanto cura esclusivamente l'aspetto materiale del libro, inclusi i contatti con i fornitori di materia prima. 

- Lo scout è una figura esterna e indipendente, intermediario fra editori e agenti letterari di paesi diversi; deve essere in grado di intercettare una pubblicazione buona, di successo, che possa essere tale anche in traduzione. Propone successivamente a un editore, che può accettare o rifiutare, nel qual caso propone ad altri. 

- Il digital manager deve ideare e poi gestire la campagna pubblicitaria di lancio di una pubblicazione sulle piattaforme digitali, prepara i booktrailer e si occupa di tutta la promozione. 

- Il social media manager a volte coincide con la figura precedente, concentra i suoi sforzi sui social media, si occupa delle pagine Facebook, Instagram, Tik Tok dell'editore. 

Tanti mestieri, figure indispensabili, lavoro, dietro ogni libro che leggiamo. 
Conoscevate questa gerarchia? Quali di questi mestieri vi piacciono di più? O magari avreste voluto svolgere. A voi la parola. 

23 commenti:

  1. Scelgo il *lettore* per evitare che un libro pessimo ingolfi il mercato.

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    1. Ma siccome il mercato è pieno di libri pessimi, mi chiedo che ci stiano a fare quei lettori. Mi sa che a volte affidano loro il compito di valutare libri che, per quanto di non proprio eccelsa qualità, sanno andare incontro al grosso del pubblico (di palato non esigente).

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  2. Un tempo il traduttore, visto che ho studiato lingue straniere.
    Adesso vorrei essere solo... l'autore del libro pubblicato :-D

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    1. A quanto dice chi ti ha letto, i tuoi scritti meritano. Forse basterebbe proporsi con più determinazione, chissà.

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  3. L'editor mi ha sempre affascinato, una figura che si avvicina a quella mitologica del ghost writer.. ma poi, sherzandoci sopra ma neanche poi tanto.. uno che fa le pulizie è previsto?!

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    1. Sì, in fondo una figura intangibile, invisibile, eppure essenziale. Prima di conoscere tutti questi aspetti (la figura dell'editor mi fu nota solo qualche anno fa), si immagina che un libro venga scritto e poi pubblicato più o meno come all'origine, invece subisce una serie di processi di trasformazione inimmaginabili.
      Probabilmente è previsto qualcuno di corvée. ah ah ah

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  4. Argomento interessante, anch'io ho qualche manualetto su come si fanno i libri...ma su come si costruiscono i libri "fai da te", tutt'altra cosa. In questo caso invece scopro che dietro all'oggetto-libro c'è un mondo intero: ignoravo alcune figure presenti nelle case editrici, quante sono! Tra i miei voli di fantasia di ragazza più che stare in un luogo così, c'era quello di lavorare in una libreria o in una biblioteca...beh, per alcuni anni ho fatto la ludotecaria e mi sono divertita, ne sono certa, di più! Tra i mestieri che hai elencato, avrei voluto fare quello meno pagato :-D (è destino!) cioè il correttore di bozze, anche se mi chiedo se esistano ancora visto che ora ci sono dei programmi che correggono i testi. Mah...un altro ruolo decisamente più creativo che mi affascina è quello dell'art director, insomma occuparmi dell'immagine del libro. Ciao, buone feste, Luz!

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    1. Tu che sei così brava nel costruire letteralmente con le mani tante stupende cose, sono certissima che faresti dell'oggetto libro un capolavoro. Comunque, hai già creato con vecchi libri delle forme molto affascinanti. Che poi il libro è anche oggetto cult, oggetto legato all'estetica e al gusto di possederlo. Spero tu abbia trascorso una buona Pasqua. :)

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  5. Molto interessante questo post che spiega molto bene l'editoria. È da qualche anno che ho progettino che mi gira nella testa proprio per la stesura di un libro...vedremo.
    Passo anche per farti gli auguri di buona pasqua e pasquetta.
    Un salutone e alla prossima

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    1. Sono sempre molto curiosa attorno alla scrittura per passione e curiosità di costruire qualcosa di bello. Spero tu possa portare a termine il tuo progetto. :)

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  6. E lo scrittore? Non è forse il lavoro che determina tutti gli altri? :)

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    1. Come scritto nel post, lo scrittore è escluso, ma ovviamente senza di lui non ci sarebbe nessun elenco di mestieri di cui parlare. :)

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  7. Per deformazione professionale, avendo studiato economia aziendale, ho notato che una casa editrice ha la conformazione del tutto simile a una grande azienda ovviamente con le sue specificità, riguardo invece al mestiere che mi piacerebbe fare tra quelli elencati (se non posso essere lo scrittore) mi piacerebbe l’art director che mi sembra un mestiere molto creativo (visto che il mestiere amministrativo mi da la nausea). È solo una chimera però, visto che non ho competenze grafiche e direi che servono tutte, ma tanto è un pout parler...

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    1. Sì, alla fin fine questa stretta somiglianza fra una casa editrice e un'azienda comunissima, con mestieri specifici legati tutti al funzionamento della "macchina", mi chiarisce in via definitiva il perché vengano pubblicati diversi tipi di libri, anche a discapito della qualità del contenuto. Continuerò ad avere la mia visione "romantica" sul valore dell'editoria di qualità, ma sarò più aperta a valutare in modo oggettivo ogni fenomeno. :)

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  8. Anch’io avrei voluto tanto lavorare in una casa editrice, ma le figure che mi affascinano sono le prime in elenco; dal traduttore in giù un po’ meno o per niente: grafia, stampa e commercio non fanno per me. La casa editrice è un’azienda a tutti gli effetti, vero, l’ho capito e, per questo, mi affido molto volentieri alle piccole o medie case editrici, che curano i contenuti, anziché aspettarsi le super vendite. Della grande editoria non diffido, però so che da essa posso aspettarmi anche i best seller che non leggerei mai, dunque sorvolo di più sulle sue pubblicazioni. Forse fare il correttore di bozze non mi dispiacerebbe affatto oppure il lettore; l’editor mi piacerebbe, ma dovrei studiare per quello, ché di editor freelance se ne vedono tantissimi e non tutti con competenze all’altezza della professione.
    Marina

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    1. Io penso che tu sia, in potenza e in atto, un ottimo editor. Hai capacità di analisi di un testo, cogli sfumature, peschi errori nella struttura oppure cogli i punti di forza. E ti ci vedrei molto bene, anche da un'età matura, iniziare questa avventura.
      Riguardo alla piccola editoria, ecco, io distinguo fra ottimi piccoli editori, come NNE, di cui ho appena finito un romanzo ben scritto, che mi ha commosso (e credo recensirò). Mentre NEO mi ha delusa immensamente lo scorso anno con un piccolo romanzo che si è rivelato un flop insopportabile. Va da sé che si sia poi poco propensi ad acquistare da quell'editore.

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  9. Qualcosa mi dice che mi toccherebbe il digital manager o il social media manager... ma sinceramente non ci vorrei proprio lavorare in una casa editrice. Ho già trasformato una passione in un lavoro e alla fine ne ho quasi perso l'entusiasmo. Piuttosto preferirei lavorare in una libreria, così nei tempi morti leggo, ma quello che voglio io. ;)
    Comunque già inserito in lista anche questo libro!

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    1. E io ti ci vedrei proprio bene in quei ruoli. :) Comunque, ti capisco, lavorare in una libreria sarebbe tutta un'altra cosa. :)

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  10. Davvero interessante. Non ne avevo idea. Adesso ne so qualcosina in più grazie a te.
    Ciao e buona serata Luz.

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    1. Grazie a te per aver apprezzato il post. Un abbraccio. :)

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  11. Dato il mestiere che faccio, li conoscevo tutti. ;) Avevo fatto anche la segretaria di direzione editoriale, ai tempi, il che era stato molto formativo, ma forse questa figura non esiste più.

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    1. Tu sì che conosci questo argomento, Cristina. In cosa consisteva il tuo lavoro? Perché in effetti pare essere svanito.

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  12. La segreteria di direzione editoriale comprendeva i compiti più svariati, dalla tenuta dell'agenda degli appuntamenti del direttore all'organizzazione dei suoi viaggi, e della corrispondenza sia verso l'esterno, con gli autori per esempio, sia verso l'interno nel caso delle grandi aziende. Non c'era la mail, per cui si batteva tutto a macchina e si faceva firmare. Poi c'erano anche gli aspetti legati ai contratti con gli autori, ricordo che in Longman feci un corso sul contratto e i diritti d'autore, con un avvocato specializzato, molto interessante. Un altro aspetto era il vaglio delle proposte editoriali, nel senso che arrivavano molte proposte di pubblicazione, più che altro da parte di insegnanti, e anche molti cv di fotografi e illustratori. Altra cosa che adesso non si fa più, o perlomeno è molto sveltita dalle nuove tecnologie, è la partecipazione alle riunioni editoriali e la stesura dei verbali di riunione. Attraverso il lavoro di segretaria in pratica si vedeva nascere un libro dal primo "seme" della proposta, con il piano dell'opera, allo sviluppo del manoscritto fino alla pubblicazione, allo stoccaggio in magazzino e alla morte per macero.

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