giovedì 25 marzo 2021

Dantedì 2021 - Come si può rappresentare la Divina Commedia?


Ci siamo, è il secondo Dantedì dalla sua istituzione ed eccovi il post dedicato alla celebrazione del sommo vate. Se l'anno scorso abbiamo discettato riguardo al modo di leggere i versi eterni di Dante (trovate qui il post), questa volta ci occuperemo di alcuni modi in cui la Commedia è stata rappresentata, descritta, riproposta e reinterpretata. 
I festeggiamenti in onore di Dante sono quest'anno duplici, poiché ricorrono i 700 anni dalla sua morte, avvenuta a Ravenna nella notte fra il 13 e il 14 settembre del 1321. 
Dante morì di malaria, contratta durante il ritorno da un'ambasceria svoltasi a Venezia su richiesta del suo ultimo ospite e amico, Guido da Polenta, signore di Ravenna - padre della ben nota Francesca, peccatrice del Canto V. Fortuna volle che avesse appena terminato il Paradiso. 
Le spoglie di Dante furono composte in un sarcofago di età romana, posto sulla strada - com'era uso all'epoca, si vedano le mirabili tombe scaligere a Verona - fuori dal chiostro afferente al convento di San Francesco, presso il quale si tenne il suo funerale. 

I fiorentini reclamarono a lungo il corpo di Dante, fiduciosi durante il pontificato di due esponenti della famiglia Medici, Leone X e Clemente VII, ma come sappiamo non riuscirono a ottenere la traslazione dei suoi resti a Firenze. 
Pochi sanno che le peripezie subite da queste spoglie furono tante e tutte frutto della loro gelosa conservazione da parte dei frati del convento francescano, i quali arrivarono anche a rubare le ossa e a riporle lontano dal sarcofago per impedire a qualche dispensa papale di arrivare fin là. 
La tomba di Dante, il sepolcro in stile neoclassico nei pressi della Basilica di San Francesco, è oggi monumento nazionale, con tanto di area perimetrale nel quale viene imposto un religioso silenzio. 

Come te la racconto?
Addentriamoci adesso in alcune fra le versioni più originali della celeberrima Divina Commedia. 
Per esempio la sua versione manga. Ebbene sì, l'editore Kōdansha pubblicò negli anni Novanta un corposo fumetto ispirato ai disegni di Gustav Doré. 
Il suo disegnatore è uno di quelli famosi in Giappone, il venerato Gō Nagai, quindi l'opera è ritenuta, a buon diritto, un capolavoro. È un tipo di fumetto della categoria shōnen, indirizzato a un pubblico essenzialmente maschile. Dal fumetto, Nagai sviluppò il progetto di un anime, un cartone animato a puntate, ispirato al viaggio dantesco ma poi del tutto lontano rispetto al suo originale. 

Il manga shōnen di Gō Nagai

Una deliziosa pubblicazione tutta italiana fu quella disegnata ed edita da Marcello Toninelli nel 1969 e poi in varie edizioni fino agli anni Ottanta. 
La versione di Toninelli ha un taglio comico, vivacissimo, un vecchio sogno dell'artista realizzato senza rinunciare a una rilettura che ne alleggerisce i contenuti. Eppure questa versione non ne è una banalizzazione, anzi non rinuncia ad approfondimenti di carattere storico e filosofico. 
Toninelli inseguì il sogno di una pubblicazione integrale dell'Inferno anche a costo di fondare un fumetto trimestrale assieme ad altri colleghi artisti, ma poi ebbe la fortuna di essere richiesto per il periodico cattolico per ragazzi Il Giornalino, sul quale poté completare le tre cantiche. 
Pensate che il fumettista riuscì a inserire nelle sue strisce riferimenti a contenuti complessi, come il peccato e il contrappasso - quel fantastico concetto di pena per analogia o contrasto che gli alunni si divertono a esporre - pur restando all'interno di un registro comico, da sempre la sua cifra più autentica. 

Una striscia tratta dal fumetto di Marcello Toninelli

Ma veniamo a una pubblicazione di pochi giorni fa, che ho acquistato appena in commercio: si chiama PaperDante, raccolta in un libro delizioso, contenente una breve storia illustrata e diversi fumetti anche d'antan dedicati al viaggio dantesco. 
Il progetto parte da una curiosità: come deve essere stato il Dante bambino? Nulla si sa a riguardo, possiamo solo immaginare un bimbetto curioso e sempre in fermento. 
Così ecco un prototipo di bambino-papero immerso nel suo studiolo in una casa di campagna, mentre suo zio, Alighiero, lo fa cercare dappertutto. L'allegra famigliola si reca in collina in cerca di fresco e il piccolo Durante - il vero nome di Dante - viene inviato a riempire un'otre di acqua, ma lui si ferma incuriosito nei pressi di un antro, finché la tentazione lo spinge ad andare a curiosare. 
I disegni di Giada Perissinotto sono meravigliosi, il colorista Andrea Cagol li rende poi magici. 
Una chicca: alcune pagine sono dedicate alla nascita e costruzione del progetto, con tanto di spiegazione di come è fatto un team Disney: chi ha l'idea, chi cura il bozzetto, chi fa il cosiddetto "clean up" e infine come viene elaborato il passaggio al colore, con tanto di accordi sulla palette da utilizzare. 
Insomma, un delizioso libro di meraviglie. Qui di seguito alcune delle tavole.



E il teatro?
Le trasposizioni teatrali della Divina Commedia sono molte. Lo scorso anno, prima dell'arrivo della pandemia, la scuola aveva già prenotato la visione del musical, una bella produzione con musiche di Marco Frisina e la regia di Andrea Ortis, in scena dalla stagione 2017 e da tempo purtroppo ferma.
Un'opera di vasto respiro come la Commedia è materia preziosa cui attingere e in particolare l'Inferno offre uno scenario narrativo che una produzione ben sovvenzionata e curata può rappresentare al meglio. Occorrono maestranze di certo livello, perché restituire la forza scenica del racconto dantesco - che è costantemente "teatrale" già solo in lettura - richiede maestria e competenza. 
La Divina Commedia di Frisina ha più di 50 scenari, comprese proiezioni in 3D che portano lo spettatore dentro la scena e rendono possibile una fruizione totale dell'opera. Le scene poi sono narrate dalla voce di Giancarlo Giannini
In un'intervista Frisina dice di aver tradotto alcuni momenti dell'Inferno in "un rock disperato che sfiora l'heavy metal", passando poi al canto gregoriano per il Purgatorio e a cori più dolci e rarefatti per il Paradiso. Qui il trailer dello spettacolo.



Innumerevoli le iniziative dedicate al Dantedì fruibili anche online e reperibili per molti giorni.
Conferenze, mostre e iniziative di vario genere che si possono trovare qui, sul sito dei Beni culturali. 
Molto interessante questo viaggio virtuale. 
Viva questa giornata di riflessione sulla nostra punta di diamante fra le eccellenze italiane. 

Mi fermo qui, lasciandovi questa domanda: vi piacciono le trasposizioni letterarie a fumetti? Ne possedete qualcuna? 

29 commenti:

  1. Nel secoli ne sono state fatte parecchie di versioni della Divina Commedia, a fumetti nel cinema in Tv, ma quella di Paper Dante mi era sfuggita e mi sembra una buona proposta (per bambini e non solo ma anche per adulti). Bella la lettura che hai fatto in questo post e interessanti sono gli spunti a cui ci sei arrivata.

    Per il resto non saprei cosa rispondere perché dipende quali sono le trasposizioni letterarie da trasferire sui fumetti. Anche qui i tentativi non mancano, ma è anche facile sbagliare o deludere le attese. Ricordo alcune trasposizioni letterarie fatte negli anni '70 da Magnus e Bunker quelli che avevano creato Alan Ford, tipo l'Oriente e la Fantascienza. Oppure il periodico Linus che, fra le altre, ha lanciato fumettisti e scrittori (come Hugo Pratt e altri).
    Diciamo che ci vuole un certo stile, conoscenza della materia e molta creatività altrimenti possono uscirne risultati poco esaltanti, se non brutti.

    Un salutone e alla prossima

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    1. Il punto è riconoscere ad altri linguaggi il "diritto" di narrare una storia celebre, entrata negli annali della letteratura. Penso che il fumetto possa annoverarsi fra questi, fermo restando che, come scrivi, devono avere alla base il talento vero di chi coglie lo stile e il significato di un'opera. Certo Toninelli ne ha stravolto il tono, ma il senso è rimasto quello, ed è ciò che ha dato valore al suo progetto.

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  2. Tra le versioni Disney della Divina Commedia ti suggerirei la migliore di tutte: "L'Inferno di Topolino" realizzata nel 1949 su testi di Guido Martina e disegni di Angelo Bioletto, lo stesso artista che un decennio prima aveva illustrato le figurine del feroce Saladino. La storia -molto lunga- contiene sia i dialoghi in prosa che didascalie in versi ed è interessante per due motivi: numerosi riferimenti alla realtà italiana del secondo dopoguerra, sia per la presenza di tutti i personaggi Disney dell'epoca compresi molti oggi scomparsi, tra cui Cosimo, un nipote di Clarabella. Ultima avvertenza: ci sono tante scene, che oggi, per la loro cattiveria farebbero fatica a passare in un fumetto per bambini. Cercala a sappimi dire. ;)
    Tanto per cambiare discorso. cosa ne pensi della recente scoperta che Dante in realtà grazie ad una fluente barba era molto diverso dall'iconografia tradizionale che abbiamo data per scontato fino a ieri?

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    1. Ecco, mi sono appena accorto che le tavole che hai inserito come appartenenti a "PaperDante", in realtà fanno parte della citata "L'Inferno di Topolino". ;)

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    2. L'inferno di Topolino, devo avercelo da qualche parte quel giornalino speciale meraviglioso che aveva e ha il merito di parlare di Dante a un pubblico vastissimo senza renderlo ridicolo o semplificarlo. Sai cosa ricordo, con nettezza e chiarezza, meglio di qualunque altra cosa? Le Arpie. Non ho trovato un'immagine ma se sapessi disegnare le riprodurrei adesso alla perfezione. E' incredibile come le immagini facciano molto più delle parole.

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    3. Riguardo alla barba, resto scettica. A parte che l'iconografia legata a Dante è talmente diffusa e consolidata che sarebbe impossibile modificare la nostra percezione, credo che se fosse realmente il suo ritratto non sarebbe spuntato fuori solo adesso. Pur ammettendo che Boccaccio lo descrive con barba nel Trattatello in laude, c'è da dire che non lo conobbe personalmente, pertanto può essersi affidato a uno di questi ritratti o al solo esistente, in cui si ravvide il sommo nell'uomo dipinto. :)
      Meraviglioso quell'Inferno di Topolino. Meraviglioso.

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  3. Bella l'iniziativa di ricordare Dante con una giornata, al di là del titolo. Senza dubbio vale la pena di rileggere la Divina Commedia, ci cui, ammetto, leggiucchiai il Paradiso, l'Inferno per intero, e il bignami del Purgatorio! Marina di recente ha postato una immagine del Sapegno, di cui improvvisamente mi sono ricordata l'esistenza ma che ai tempi del Liceo tormentava le nostre giornate di studentesse, largamente inconsapevoli di cosa effettivamente stessimo maneggiando. L'ho cercato tra i miei libri vecchi della scuola, che da anni ormai voglio stipare in soffitta ma che resistono, strenuamente, in un angolo della libreria (ormai stracolma) e che oggi mi hanno restituito una parte di me importante che voglio tornare a guardare. Grazie

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    1. Anch'io studiai sullo stesso testo postato da Marina. Anzi, avevo dimenticato del tutto quella copertina, guardandola mi sono venute in mente sensazioni molto simili alle tue. Come ho scritto anche nel post di un anno fa, non ebbi al liceo insegnanti in grado di trasmettere la Divina Commedia nella sua reale bellezza.
      Dante appariva fumoso, lontanissimo, il suo linguaggio inarrivabile, a parte gli slanci dell'Inferno, che sarebbero piaciuti a chiunque, nonostante la voce lagnosa della prof. Credo che la nota dolente fosse la difficoltà della critica. Sapegno p stato sempre un pilastro della critica letteraria, ma richiedeva un livello di comprensione e preparazione che probabilmente non avevamo, considerando che le spiegazioni dell'insegnante non erano illuminanti.
      Occasioni mancate, cara Elena.

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  4. Il fumetto di Toninelli stupendo, ma anche paperdante è una bella chicca (anzi se è ancora in commercio, lo voglio anch’io). Penso che una rappresentazione teatrale di un’opera come la Divina Commedia sia quanto di più complesso si possa realizzare: la musica heavymetal di alcuni momenti dell’Inferno di Frisina mi ha conquistata subito. Immagino la spettacolarità della resa. E tu, non hai mai pensato di mettere in scena qualcosa di “divino”?

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    1. Cara Marina, ma certo che sì. :)
      Con la consapevolezza di non possedere i magnifici mezzi delle grandi produzioni, si potrebbe comunque fare almeno un breve percorso del grande viaggio di Dante. Il pubblico sarebbe attratto ovviamente dall'Inferno. Ne vidi una trasposizione molto buona da parte di una Compagnia di professionisti, anche se risultò noiosa per gli alunni. Io fare qualcosa di poetico, come sai.
      Coi miei allievi di teatro ho preparato una serie di brevi monologhi tratti dalla Commedia, li ho montati nelle storie del profilo di Carpe diem su Instagram. :)

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    2. Ahi, sto Instagram! 🤦🏻‍♀️

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    3. Ancora aspetto che tu ti decida a metterti un profilino, con tanti contatti legati a gruppi di lettura, editori, scrittori, come faccio io. :)

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  5. Difficile, in una rappresentazione teatrale, la fedeltà a un testo così complesso e sfaccettato come la Divina Commedia. Penso che ne risulti efficacemente interpretato magari solo un aspetto a scapito di altri.
    Mi affascina moltissimo invece il fumetto PaperDante, meno pretenzioso nei mezzi espressivi, ma probabilmente più accattivante e veritiero!
    Grazie!!!

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    1. Il punto è che la Divina Commedia è già molto "teatrale", è come se Dante ci avesse offerto la rappresentazione di un viaggio. Penso all'episodio di Caronte nocchiero dello Stige, una su tante scene, è come se vedessimo letteralmente sia il vecchio canuto che quelle anime disperate e recalcitranti mentre lui le batte col remo. Insomma, un lavoro già realizzato registicamente, occorrerebbero solo i giusti fondi per metterlo in scena. :) Grazie a te!

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  6. Non che ne sia un patito, però in passato ho letto alcuni racconti di Poe nella trasposizione fatta nei fumetti dello Zio Tibia.
    Tornando invece a Dante, è interessante il racconto di Simmons "Vanni Fucci è vivo e vegeto e abita all'inferno", dove il personaggio dantesco spiega che l'Inferno è stato creato da Dante... pensandolo. E' stato il suo immaginare l'inferno ad aver creato l'inferno e ad averlo creato in quel modo lì.

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    1. Uh, lo zio Tibia. Lo ricordo come una cosa lontanissima, ma era un personaggino molto carino e comico.
      Riguardo al racconto che citi, sono andata a recuperare il post nel tuo blog. Bella idea quella di prendere un personaggio dell'Inferno e portarlo nella realtà, ricalcando il suo ritratto da quello dantesco. Mi piace anche l'invenzione del luogo del supplizio come generatosi dall'immaginazione umana.

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    2. Ah sì, certo: ne avevo scritto un post nel primo anno di blogging. Se ti capita tra le mani, leggilo: è intrigante, poi è lungo solo una ventina di pagine.
      Zio Tibia io lo adoravo: sia l'originale versione fumettistica, che il personaggio televisivo di Italia 1. Intendevo dire che non sono un patito delle trasposizioni fumettistiche di classici letterari.

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    3. Quindi è un racconto. Lo cercherò. Grazie, Marco.

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  7. Da ragazzina ho letto L’inferno di Topolino, all’epoca ero una vera appassionata dei classici Disney e l’ho letto e riletto più volte, peccato che non sia stata fatta anche la versione Purgatorio e Paradiso, era un fumetto fatto molto bene. Qualche tempo dopo lessi anche I promessi paperi (ossia i promessi sposi di Manzoni in versione “paperino”). Purtroppo sono classici che non ho più, non mi dispiacerebbe rileggerli. Non ricordavo che Dante fosse morto di malaria e subito dopo aver terminato la stesura de Il paradiso...

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    1. Oh, ma esiste un Promessi paperi? Devo assolutamente averlo. :)
      Leggendo alcune note biografiche di Dante, si scoprono alcuni dettagli molto particolari. Tutto è molto frammentato, sono certa che sia stato detto davvero poco di questa sua vita straordinaria.

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    2. Non solo ci sono i Promessi Paperi e i Promessi Topi, ma esiste un'intera serie Disney chiamata I classici della letteratura Disney con rivisitazioni con paperi e topi di praticamente tutti i romanzi classici. Alcune storie sono davvero deliziose!

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  8. Come Giulia, anche io ho letto da piccola L'inferno di Topolino, anzi è stato il mio primo approccio alla Divina Commedia e oggi se ci ripenso devo dire che era un'interpretazione davvero molto ben fatta. Far avvicinare ai giovanissimi i classici non è cosa facile, senza nulla togliere alle altre riletture.

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    1. Penso che recuperare i contenuti importanti dei classici, il loro valore, e trasformarli in linguaggi che possano arrivare a un pubblico di giovani, sia fondamentale. Ben vengano. :)

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  9. Trovo deliziosa la striscia di Marcello Toninelli. :) Ed è stupendo il trailer del musical! Mi ricordo L'inferno di Topolino come altri prima di me, che avevo letto quando ero piccola. Su altre versioni a fumetti mi cogli del tutto impreparata, anche se l'idea mi trova molto favorevole. Io sto seguendo le letture dantesche di Lucilla Giagnone, recuperandole su Raiplay, conoscerai senz'altro questa attrice. Su Raiplay trovi anche letture e soprattutto il commento del professor Vittorio Sermonti ai Mercati Traianei: è utilissimo per chi sta studiando - o ristudiando ;) - un testo così complesso, approfondendolo nei suoi vari aspetti.

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    1. Lucilla Giagnoni è una splendida attrice. Mi capita di ascoltarla mentre mi muovo sul mio tapis roulant. Mi rilassa, ascolto anche la tecnica con cui comunica questi argomenti. Mi domando se improvvisi o impari dei testi. Insomma, un talento della parola. Il suo racconto di diverse opere della letteratura è imperdibile.

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  10. Non so se ho letto L'Inferno di Topolino, ma ricordo di aver letto parecchi classici a puntate su Topolino, compresa Guerra e pace. La striscia di Toninelli è fantastica, io non ho letto il Corrierino, ma ho visto su Amazon il libro completo del fumetto, messo in lista per la prossima. ;)
    Bello anche il trailer dello spettacolo teatrale, dev'essere meraviglioso dal vivo.
    Dante l'ho apprezzato di più quando ne ha scritto, seppure romanzando, Dan Brown nel suo Inferno. Anche se non è un vero calco originale, la cosiddetta maschera mortuaria di Dante mi fa davvero impressione.

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    1. Ricordo di aver letto il Codice Da Vinci e Angeli e demoni di Dan Brown, ma non Inferno, che chiudeva una trilogia di grande successo.
      Mi sa che anch'io acquisterò quella delizia di Toninelli. :)

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  11. Non ho un buon rapporto con i fumetti, perciò non conosco trasposizioni di questo tipo. Invece mi ha attirato molto la Divina Commedia di Frisina.

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    1. Comprensibile. Il racconto a fumetti non raccoglie sempre consensi positivi.

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