mercoledì 17 luglio 2019

Grazie, Maestro.

Se ne va oggi uno degli ultimi Maestri, uno di quelli veri, venuti fuori da un'epoca difficile, formatisi in decenni di studio ed esperienza. 
Cultori del senso critico, fini conoscitori di etica perché conoscitori della Storia, amanti della letteratura d'ogni dove e tempo.
E scrittori, e maestri di vita. 
Andrea Camilleri era tutto questo e lo resterà.

I suoi detrattori non gli riconoscono né grandezza né diritto di opinione. Tutto nella norma, perché uno come Camilleri è stato "scomodo" in particolare negli ultimi anni, in questa epoca di disprezzo da cui ha preso le distanze, accusando molti politici di non conoscere la Storia. Cosa che mi trova perfettamente d'accordo. 
Confesso: ho conosciuto Camilleri solo nell'ultimo ventennio, quando una sera, del tutto per caso, chiesi a mio padre cosa stesse vedendo in tv.
Mio padre, da buon siciliano nato nella sua stessa provincia, rispose che Montalbano era diventato per lui un appuntamento fisso, imperdibile. Il personaggio che ha reso celebre Camilleri è qualcosa di importante per me, perché legato al ricordo di mio padre.

La celebrità che il suo personaggio migliore donò a Camilleri ne fece conoscere la levatura a chi volle approfondire. Mi parve subito simpatico e austero insieme, intervistato in una trasmissione di Augias.
Non era il Camilleri addolcito dalla vecchiaia, era l'autore di un libro su Piero Gobetti, una lucidissima e salda disamina della persecuzione degli antifascisti in Italia. 
Sì, perché Camilleri ha vissuto in modo di diretto gli anni del fascismo, lui che si diplomò al Liceo Classico di Agrigento quando gli americani sbarcarono in Sicilia e che si iscrisse al Partito Comunista. Ma lasciamo il Camilleri politico. 

Sapevo che era stato insegnante di regia fino agli ultimi anni Novanta all'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" di Roma - Zingaretti lo conobbe proprio come suo maestro. Non sapevo invece che ne fosse stato anche allievo nel corso di Regia
Il teatro rappresentò insomma un punto di svolta importante.
Diplomatosi in accademia, fu il primo a portare il teatro di Beckett in Italia, vedendo nel teatro dell'Assurdo di Beckett e Ionesco, rappresentante la "tragedia" dell'incomunicabilità, una forma di rappresentazione perfettamente calzante al difficile tempo della prima Repubblica.
Non si fermò a questi due soli autori, diresse opere di Strindberg, Eliot, Majakovskij, Pirandello

Esiste poi un Camilleri autore televisivo dei migliori sceneggiati in giallo degli anni Sessanta e poi quello che diventa autore di romanzi, che all'inizio non suscitano interesse negli editori. 
Solo negli anni Novanta comprende di aver individuato il personaggio giusto, quello della sua fortuna di autore, ne nasce una serie, ciascun romanzo raggiunge in media vendite di 60.000 copie. 
Rimasto legato a Montalbano, sbaglia chi non riconosce che Camilleri scrisse anche molto altro. Notevoli i suoi romanzi storici, su tutti Il re di Girgenti, interamente in siciliano. 
Questa è la vera difficoltà di la doppia morti, la morti cchiù amara, la morti cchiù disgraziata, che non è moriri senza sapiri di moriri, e questa sarebbe la morti semplici, ma moriri sapenno di moriri, quanno ti fanno accanusciri il momento preciso di la morti tò. 
 Quanto a Montalbano, dalla sopravvenuta cecità del suo autore è venuto fuori un romanzo tre anni fa, scritto sotto dettatura, ma resta anche l'ultimo capitolo della serie,il gran finale che Camilleri non ha voluto affidare a nessuno, chiuso in cassaforte presso l'editore Sellerio. Sappiamo solo che il nostro non muore né farà come Sherlock Holmes, che prima precipita in una cascata e poi il suo autore lo fa rivivere in altre avventure precedenti alla caduta. 

Il terrazzo della casa in cui "abita" Salvo Montalbano, a Punta Secca (Ragusa)
Non ho letto nulla di Camilleri, ma posseggo il libro La lingua batte dove il dente duole, scritto con Tullio De Mauro, un delizioso viaggio all'interno della lingua italiana e dei suoi dialetti, sul loro indiscusso valore. Molta parte del libro è un dialogo fra i due, sento il bisogno di rileggerlo. 

Questo è stato e resterà Camilleri, con i suoi grandi numeri: 
9 Lauree Honoris causa, 
10 premi letterari, 
3 onorificenze.
Circa 120 libri, di cui 40 con protagonista il commissario Montalbano.
I romanzi con Montalbano sono tradotti in 120 lingue e hanno venduto 10 milioni di copie. 
Una lunga serie di programmi radiofonici, sceneggiati televisivi.

A proposito, ha detto che un buon romanzo può stare anche in 180 pagine

Non dimentico quello spettacolo dal Teatro greco di Siracusa, Conversazione su Tiresia, che seguiiAutodifesa di Caino, di cui spero uscirà almeno il testo scritto. 
in tv. Un Camilleri perfettamente consapevole della fluidità del proprio tempo, della preziosità degli ultimi anni. Sarebbe andato in scena a Roma in questi giorni con
Camilleri inizia col teatro e col teatro dà il suo ultimo omaggio al pubblico, questo è significativo perché ha individuato in questa forma d'arte un mezzo di comunicazione indiscutibilmente forte e diretto. Mi piace che un autore del suo calibro abbia dato questo contributo al teatro. 

Termino con queste parole, fra le numerose citazioni. 
Che cosa straordinaria possono essere i libri. Ti fanno vedere posti in cui agli uomini succedono cose meravigliose. Allora la testa ti parte per un altro verso, gli occhi scoprono prospettive fino a quel momento inedite. E cominci a farti parecchie domande. 

18 commenti:

  1. Un uomo impegnato a mettere a parte i suoi simili della conoscenza di ciò che gli occhi non vedono o non vogliono vedere. Un uomo ispirato che, in particolare nei suoi libri Montalbano free, sfiora tematiche metafisiche. Se lo hai letto ancora, ti consiglio Maruzza Musumeci, la storia di una sirena.

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    1. Lo sto scoprendo solo adesso, anch'io ingenuamente pensavo che fosse nella sostanza solo l'autore della serie di Montalbano, invece... Metto il tuo consiglio in fila, prima voglio procurarmi "Il re di Girgenti". :)

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  2. Condivido pienamente il tuo post, abbiamo perso un grande fare della cultura in questi tempi molto bui. Io mi pento di non averne approfondito meglio la conoscenza delle sue opere, per fortuna almeno "Conversazione su Tiresia" sono riuscito a vederlo (praticamente erano in una sorta di estasi culturale come penso accadeva ai discepoli di Platone o Aristotele durante le loro lezioni).

    L'obbiettivo adesso è quello di leggere qualcosa di suo.

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    1. Io l'ho visto due volte, come saprai lo hanno replicato il giorno della sua morte su Raiuno. Eh sì, è come scrivi: è stato ascoltato in una sorta di beatitudine, eravamo tutti suoi discepoli dinanzi a quelle parole. Un carisma così forte oggi chi può dire di possederlo, almeno nel nostro paese? È stato davvero un grandissimo e dobbiamo continuare a conoscerlo sempre meglio.

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  3. Wao, non sapevo dell'ultimo romanzo di Montalbano dettato e chiuso in cassaforte. Bellissimo gesto verso i fan e verso il personaggio.
    Camilleri è stato davvero forse l'ultimo grande maestro di quella letteratura che sa di antico.

    Moz-

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    1. Meno male che lo ha scritto, altrimenti sai che giungla di apocrifi ne sarebbe venuta fuori? :(

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  4. Con la morte di Camilleri se ne è andato molto di più che un grande scrittore. Se ne è andato il continuum dei grandi vecchi siciliani.
    Tutto è cominciato con Verga. E da lui è proseguita una lunga sfilza di grandi autori che l'uno dopo l'altro si sono passati la mano. Verga, Capuana, Pirandello, Brancati, Vittorini, Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Bufalino, Camilleri. Quando moriva uno, c'era un altro grande contemporaneo che proseguiva, una lunga catena che è giunta fino a noi e che si è interrotta definitivamente. Almeno, fra gli scrittori siciliani attuali, io non vedo nessun grande autore cinquantenne che può reggere lo spessore di questi grandi.
    Camilleri è l'ultimo di questa grande tradizione. Siamo più poveri e di molto.
    Avrei tanto voluto conoscerlo di persona e purtroppo adesso questo desiderio si deposita fra le cose impossibili della vita.

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    1. È un bel ragionamento, che condivido. Alla lista manca De Roberto, uno dei grandissimi autori. Poche sere fa, Simonetta Agnello Hornby durante una bella serata intrisa di cultura a Velletri - qualche decina di km da dove abito - ha parlato di Camilleri in modo commosso. Ha invitato tutti a leggere leggere leggere un po' tutto quello che ha scritto, a scoprirlo, conoscerlo. E lo ha annoverato fra i grandi come hai fatto tu.

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  5. Perdere Umberto Eco, per me, è stato un brutto colpo e posso dire il più brutto perché è stato un intellettuale che ho sempre seguito nei giornali e di cui leggevo anche i libri. Camilleri l'ho seguito molto di meno ma quando c'era in tv non potevo perderlo perché gli riconoscevo una grandezza e la sensibilità che oggi non vedo in nessun scrittore e queste due assenze mancano moltissimo, quasi che le loro presenze fossero una protezione.
    Oggi gli scrittori ed intellettuali sono troppo schierati e troppo partecipi in affari politici e finanziari; i grandi poeti che si propongono al di sopra di tutto non ci sono più.

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    1. Come è stato scritto più sopra, siamo sempre più consapevoli che sia stato veramente l'ultimo dei grandi scrittori italiani. Ha chiuso un'epoca, ritrovare questa profondità e questa grandezza sarà sempre più difficile, se non impossibile. Camilleri è stato "figlio" di un'epoca piena di eventi di portata globale, ha vissuto la Storia, ne è stato testimone restituendole un uomo che vi ha dato un contributo culturale notevole. Ci mancherà. Noi dobbiamo conoscerlo e divulgarne l'opera. Ormai è qualcosa di irrinunciabile.

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  6. Ho conosciuto Camilleri pochi anni fa e nonostante la difficoltà iniziale ho amato molto leggere i suoi libri(mentre non ho mai visto un solo episodio alla tv di Montalbano) e oggi apprendo che anche De Crescenzo ci ha lasciati. Due grandi personalità piene di sapere, di ironia, di saggezza e di sostanza. Due intellettuali che difficilmente potranno essere sostituiti.

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    1. Nadia, io ho scoperto Montalbano gli ultimi tre o quattro anni, mi ha conquistato. Lasciati conquistare anche tu. Tanto continueranno a replicarlo infinitamente. Ogni volta è un momento televisivo particolare e seguitissimo.

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  7. é un autore che non ho mai letto, non perchè snobbi il genere, semplicemente perchè - cito Troisi a braccio - " io a leggere so' uno, quelli a scrivere so' tanti", ed il tempo è quello che è, percui inevitabilmente la lista dei "devo leggere.." finisce per essere sempre troppo lunga. Ho avuto modo però di ascoltarlo parlare in alcune interviste ed era una persona lucida, acuta, straordinaria. Certamente la parola "intellettuale" accostata alle generazioni precedenti alle nostre, assume tutto un'altro sapore; difficilmente si trova tanto spessore, tanta ecletticità, tanto acume nei "nuovi" intellettuali. O forse, è con l'età che si acquisiscono, e tra cinquant'anni piangeremo altri Camilleri. Io lo spero, mi piace pensare che la forza dell'intelletto umano non naufragherà a causa dei social, Luz.

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    1. Voglio sperare che ci siano un Camilleri, un Eco, di cui al momento non sappiamo ancora, perché troppo giovani, e che fra decenni possiamo accorgercene. Chissà. :)

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  8. Il mio incontro con Camilleri è avvenuto tramite un romanzo storico, "La rivoluzione della luna" su una bellissima figura femminile realmente esistita. Ricordo però che, una volta iniziate a leggere le prime pagine, mi chiesi chi me lo avesse fatto fare. Nella prosa di Camilleri, come è noto, sono presenti parole ed espressioni siciliane, e questo romanzo non faceva eccezione. Mi ero fatta coraggio ed ero andata avanti nella lettura e, poco per volta, avevo fatte proprie queste espressioni al punto da considerarle naturali e imprescindibili, e lasciarmene catturare. Avevo poi letto "Un covo di vipere" che fa parte della serie del commissario Montalbano, e ho recensito questi due romanzi sul blog. Ho letto anche "Inseguendo un'ombra" sulla vita di Samuel ben Nissim Abul-Farag, ebreo del XV secolo. E, ovviamente, sono sempre stata una fan del commissario televisivo di cui non mi sono persa una puntata.
    Per quanto riguarda il Maestro, una vita attiva, ricca e poliedrica nelle sue attività, come hai ben sottolineato. Una vita invidiabile dal punto di vista creativo e professionale: lascia indubbiamente un grande vuoto in questa Italia, sempre più povera e ignorante sia dal punto di vista culturale che umano.

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    1. Vengono fuori sempre più titoli di suoi scritti, romanzi, saggi. Altro che "il papà di Montalbano", come se fosse il solo aspetto considerevole di Camilleri. Ecco, tu citi due titoli di cui non sapevo nulla e che, chissà, forse leggerò.
      Strano come facesse apparire tutto così... semplice. Lo hai mai notato nel sentirlo parlare? Ogni passaggio pieno di valore, eppure così semplice, alla portata di chi volesse capire.
      Sono d'accordo, è un'epoca troppo povera e ignorante, e perdite come questa la impoveriscono ancora di più.

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  9. Non ho mai letto Camilleri, più che altro perché avendo scritto così tanto ho paura che se comincio non leggo altro! Ho visto cinque minuti cinque di Conversazione su Tiresia mentre ero in corsa per trasferte e beh, grande capacità scenica davvero.
    Però... non dimentico quella goccia velenosa nell'intervista di qualche anno fa da Fazio, quando disse: "Non sopporto le scrittrici di romanzi gialli di sesso femminile. Le donne sanno commettere i delitti ma non li sanno raccontare. Sono di una noia mortale". Lì peccò terribilmente perché di scrittrici di romanzi gialli ce ne sono parecchie, costrette anche ad usare pseudonimi perché il mondo maschilista non le vuole altrimenti pubblicare.

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  10. Ho tanto amato il Montalbano televisivo, era anche per me un appuntamento che non potevo perdere, invece non ho letto neanche un libro di Csmilleri, ci ho provato scaricando un estratto, ma faticavo a immergermi in quel tipo di lettura. Tuttavia trovavo Camilleri un grande comunicatore, in TV lo seguivo sempre e adoravo il suo pensiero e il suo modo di fare. Non ricordavo la sua frecciata velenosa sulle donne gialliste di cui leggo nel commento di Barbara. Devo dire che per me Camilleri rappresentava la speranza che "non è mai troppo tardi per scrivere" visto che lui ha iniziato a scrivere i suoi romanzi su Montalbano dopo i sessant'anni...

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