sabato 7 febbraio 2015

Luz

C'è da chiarire subito che Luz è il diminutivo del mio nome e quella piccola "z" vi campeggia da qualche tempo. Insomma, mi sono ribattezzata allegramente con questo piccolo abbreviativo dal bel suono, giocando con i suoi numerosi significati. Non che voglia impersonare tutti i significati del termine, ma ciascuno di essi porta a una definizione che mi piace perchè è beneaugurante. Cos'è il nome se non una specie di "abito" che ci definisce? 
Fin da piccola ho cercato un mezzo per esprimere un mondo interiore a strati, complesso e ricco, pertanto ho amato disegnare, ad esempio. Il disegno è diventato poi una serie di fumetti che raccontavano i tormenti dell'adolescenza, fino ad arrivare a diventare breve racconto e poi romanzo.
A trent'anni conclusi un poderoso romanzo "di formazione", ispirato alle fonti che avevo reperito per la mia tesi di laurea sulle donne fra i nativi americani. Improvvisamente, ma anche casualmente e fortunatamente, mi imbattei in un piccolo corso di Drammaturgia, mi si svelò il mondo del teatro, e da allora pratico questa arte inseguendo quella particolare bellezza tutta da palcoscenico. In tutto questo, infilo pazientemente il mio essere insegnante di ragazzi che si affacciano al difficile mondo dell'adolescenza, un mestiere che non è mai stata mia vocazione ma che mi è congeniale per l'aspetto dell'impatto comunicativo e sociale. 

 ...ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell'ossicino, l'uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti. Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati.
David Grossman - Che tu sia per me il coltello

Un tempo credevo che diventando adulti si sarebbe afferrato automaticamente il segreto dell'esistenza, che la maturità fosse fisiologica con l'età e con essa la forza, lo stile nell'affrontare le cose, ecc., invece vivendo ho capito che esistere equivale a un viaggio che facciamo, un percorso che affrontiamo, una strada sulla quale camminiamo ogni giorno imparando qualcosa di diverso. L'esperienza è come un cappotto mai identico, che aggiunge consapevolezza al nostro procedere e offre ogni volta, generosamente, l'opportunità di correggere il tiro, comprendere meglio, aggiungere un tassello. Ho imparato che la vita contiene in sé una buona dose di dolore destinata a tutti, che può essere frutto delle nostre scelte così come esserne noi vittime inconsapevoli e innocenti. Ma la vita ha in sé anche ricompense importanti, che solo noi, col nostro fare ed essere possiamo concretizzare. 
Il mio "luz" sarà pertanto dentro di me, questo nocciolo duro che permette alla pianta di rinascere, da qualche parte dentro quelle pieghe dove gli eventi meno belli restano, pronti a ricordarci quanto abbiamo lottato e quanto ancora può riservarci la vita.

11 commenti:

  1. Nella lingua polacca la parola può essere tradotta come:
    1. Un grande spazio vuoto; tempo libero
    2. La libertà di essere, il comportamento, il rilassamento mentale
    3. Lo spazio tra le due parti di accoppiamento della macchina
    Scelgo la libertà di essere.
    Dentro ciascuno di noi c'è un potere immenso che ci permette di essere attori della nostra esistenza, diventando finalmente degli spiriti liberi.
    Joanna Gierszewska

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    1. Grazie, Joanna. Ancora una volta mi trovo a dire... stupefacente. Anche in altra lingua porta a dei significanti assolutamente interessanti. Libertà di essere, quindi di autoderminarsi. Rilassamento della mente, quindi liberarsi da ogni tensione. Alla terza accezione non posso aggregarmi. :-)

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  2. Conosco la sensazione di scegliersi un nome, o meglio di trovarlo per caso adatto a sé. Non sono nata Elena, ma una volta mi hanno chiamato così per sbaglio e quel nome mi è rimasto appiccicato, perché mi ci trovo bene. Deriva da "helios" che significa sole e l'ho preso come l'augurio di riuscire a risplendere... guarda caso, è più o meno lo stesso significato che ha "luz" in spagnolo...
    Il significato descritto da Grossman è ancora più affascinante.

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    1. Elena è un nome dolcissimo, che probabilmente ti descrive.
      Credo che nel nome si trovi un pezzetto dell'identità di chi lo porta.
      Ci sono stati personaggi da te interpretati in palcoscenico il cui nome ti è rimasto particolarmente caro?

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    2. Per il nome, non saprei... Di solito il ricordo che mi lasciano è più una sensazione o un'immagine (di solito legata al costume di scena)

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  3. «Un tempo credevo che diventando adulti si sarebbe afferrato automaticamente il segreto dell'esistenza, che la maturità fosse fisiologica con l'età e con essa la forza, lo stile nell'affrontare le cose, ecc.»

    Non sono mai stata così matura. Quando avevo un'età per cui guardavo agli adulti, ma non ne ero ancora parte, mi immaginavo quasi una vita da cartolina, poi da romanzo.

    Ora che — tecnicamente — sono adulta e vaccinata, ho una visione un po' più completa, o un po' più concreta, e mi sento un pochino inadeguata perché mi sembra spesso di non essere all'altezza (per essere un'adulta.)

    A proposito, Ludo è abbreviazione di Ludovico II, pronipote di Carlo Magno, un personaggio che seppe affascinarmi ai tempi dell'università.

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    1. Perdona, noto il tuo commento solo adesso, Ludo!
      Grazie per esserti presentata così bene, già quel primo marzo. Ti seguo, ma scrivi poco sul tuo blog, probabilmente hai un periodo di superimpegni.
      Sarebbe bello indagare i motivi per cui quel personaggio ti attrae particolarmente. :-)

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  4. AAA - scrittore strabordante, ex scenografo, ex fumettista, cerca lettrice raffinata (vedi Luz) per offrire romanzo cinematografico in bianconero.
    In assenza di suoi contatti, segnalo mail: lastruccik@yahoo.it
    Garantito humour, suspance e atmosfera retrò. Astenersi perditempo e criticoni. :-)

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    1. Ciao, scrittore strabordante! Non ho ben capito: hai un tuo romanzo da farmi leggere?

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  5. Ne sarei ben lieto! L'assonanza tra il romazo a sfondo Hollywoodiano e Chaplin e il comune apprezzamento per La versione di Barney mi rende speranzoso...

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    1. Bene, e allora... manda!
      Ti invio indirizzo email in privato.

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