sabato 11 novembre 2023

Vi porto nel teatro più piccolo del mondo


Lasciate che vi racconti una bella storia. 
Eccomi, diversi anni fa, seduta sul palcoscenico del Teatro della Concordia, il più piccolo al mondo, incastonato come un gioiello in un borgo, uno dei tanti, dei colli umbri, Monte Castello di Vibio. Desideravo vederlo di persona, mossa all'epoca dalla mia passione per il teatro ma anche dalla curiosità di vedere come si possa concepire un teatro classico di queste dimensioni. Ebbene, è un capolavoro del talento umano. L'esperienza fu una di quelle belle sul serio, singolari, che non si dimenticano. C'è da dire anche che questo gioiello si ama ancora di più se ne si conosce la storia.
Chi infatti può avere concepito questo ritrovo affascinante su un colle, fra piccole case attorno a un grande maniero, se non la passione umana per l'arte, il desiderio di prestigio, la volontà di rendere una comunità partecipe di un progetto unico al mondo?
Ed è proprio così che nasce il Teatro della Concordia, il cui nome è legato - udite udite - anche alla concordia tra le famiglie nobili del luogo nella ferma promessa di fare a turno a occupare il palchetto centrale, più ampio e comodo. 
La sua costruzione risale agli anni di occupazione napoleonica in Italia, nel momento in cui Monte Castello diventa cantone, ovvero luogo principe per l'amministrazione dei comuni limitrofi. In questa posizione di egemonia politica la comunità montecastellese pensò di munirsi di un luogo di incontro e svago che vide nel teatro la sua forma per eccellenza. Sono gli anni fra il 1808 e il 1809. 
Il teatro è in stile "goldoniano" ed è un vero gioiello architettonico, tutto all'interno di quel fervore ideologico di fine Settecento, che sarebbe esploso di lì a poco nel Romanticismo.

Il plafone

Chi progettò il teatro? Si tratta di un gruppo di borghesi colti e di classe agiata che impiegò propri capitali, e a fondo perduto, per realizzare l'opera, spinti dal legame con il proprio comune e dalla passione per l'arte. Dopo la costruzione, la sua decorazione fu attentamente realizzata da Cesare Agretti, che completò il fondale nel 1859 ricorrendo al simbolo delle mani che si stringono a confermare l'idea di concordia alla base della fabbrica tutta. Non sfugga che siamo in epoca risorgimentale e che il completamento del teatro si attua in quell'atmosfera fervida di riscatto sociale, di libero pensiero. Non ci sono documenti che attestino il programma di spettacoli che vi furono rappresentati nei primi decenni dopo il completamento, mentre si hanno notizie di restauri delle decorazioni, che si attuarono a fine Ottocento e che abbellirono ulteriormente il teatro, alcune delle quali ammiriamo oggi. 

C'è però, come in tutte le storie italiane, il periodo buio, di abbandono e degrado, e neanche il Teatro della Concordia ne fu risparmiato. Addirittura si arrivò a un decreto di inagibilità nel 1951, perché di fatto la struttura, priva da decenni di interventi di manutenzione, era deteriorata e pericolante. 
La società fondatrice era solo un ricordo, nessuno aveva impiegato più denari per il mantenimento del bene e nonostante rimedi alla buona come l'affitto del teatro a società che lo adoperavano per proiezioni di film, si dovette ricorrere a prestiti per lavori immediati. Ma i debiti crebbero esponenzialmente, il passivo era ormai esorbitante e non restò che affittare il piccolo teatro a un commerciante che lo usò come deposito di mobili (!) 
Il piccolo Concordia era ormai perduto, ormai "teatro" solo nel nome, sottoposto al completo abbandono. Quando la struttura cominciò a crollare e preoccupare seriamente anche gli abitanti delle case limitrofe, questo caso divenne nazionale, finalmente. A metà anni Settanta, il sindaco indisse una sottoscrizione popolare, con la quale raccogliere fondi per il recupero, e i cittadini risposero favorevolmente. Seguiranno anni in cui la buona volontà e la tenacia faranno il resto. 
La rinascita nel 1994.
Sarebbe stato inconcepibile sapere questo gioiello perduto per sempre. 

Parte del foyer

Il valore del teatro è innegabile e in questo piccolo luogo palpita in tutta la sua forza. Il teatro deve esserci, deve esistere perché continui a essere luogo umanistico per eccellenza, luogo dove si ricrea la vita, la si rappresenta e perpetua. 
Ovunque vi sia una società umana, l’insopprimibile Spirito della Performance si manifesta. Sotto gli alberi in piccoli villaggi, o sui palcoscenici ipertecnologici delle metropoli globalizzate; negli atri delle scuole, nei campi e nei templi; nei quartieri poveri, nelle piazze urbane, nei centri sociali, nei seminterrati, le persone si raccolgono per condividere gli effimeri mondi del teatro, che noi creiamo per esprimere la complessità umana, la nostra diversità, la nostra vulnerabilità, nella carne vivente, nel respiro e nella voce. Ci riuniamo per piangere e ricordare, per ridere e riflettere, per imparare, annunciare e immaginare; per meravigliarci dell’abilità tecnica e per incarnare gli dei; per riprendere fiato collettivamente di fronte alla nostra capacità di bellezza, compassione e mostruosità. Veniamo per riprendere energia e rafforzarci; per celebrare la ricchezza delle nostre differenti culture e dissolvere i confini che ci dividono. Ovunque vi sia una società umana, l’insopprimibile Spirito della Performance si manifesta. 
Brett Bailey 
L'associazione che si occupa del mantenimento di questo straordinario bene ha appena pubblicato questo video di raccolta fondi. Il Teatro della Concordia ha bisogno di aiuto, vive ancora la forte crisi dovuta alla pandemia e non ha mai riaperto da 4 anni in qua. 
Il pensiero che cada nel dimenticatoio rattrista ed è inaccettabile. 

Qui il video:


Conoscevate questo gioiello? Quali teatri ci sono nella città in cui vivete, conoscete anche realtà più piccole? 

19 commenti:

  1. A Pescara due teatri sono stati abbattuti per creare uno spazio parcheggio automobili.
    Ho sofferto per questa brutalità.
    L'impegno per il teatro più piccolo del mondo mi tira su il morale.

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    1. È sempre una gravissima perdita quando qualcosa di alto valore come un teatro viene abbattuto per fare posto all'ennesimo luogo di aggregazione o consumo o legato al consumismo. È una delle disfatte più gravi dell'uomo moderno. :(

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  2. Al Teatro della Concordia ho visto più di uno spettacolo.. abbiamo soggiornato nello splendido borgo che lo ospita, ed era proprio nel pieno della nostra attività teatrale, seppur amatoriale.. frequentatori abituali di Spello e dintorni avevamo sentito parlare di questa "chicca", e quindi non abbiamo perso l'occasione.. infatti è arrivata anche a noi la mail per l'imminente riapertura e la necessità di un aiuto.. un teatro davvero unico e affascinante, dove mi piacerebbe recitare per sentirmi tutt'uno con pubblico e struttura.. mi ha emozionato questo post.. e mi emozionerò anche il 25.. ;)

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    1. Ma che meraviglia, Franco! Anch'io vorrei tanto riuscire a portarvi un mio spettacolo. Ai tempi di quando lo vidi portavo in giro una mia scrittura su Frida Kahlo, sarebbe stato bello. Un'idea che non mi ha mai abbandonato.
      Sabato 25 si avvicina... che emozione! Felicissima di saperti fra il pubblico. :)

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  3. Ne avevo sentito parlare ma non ci sono mai stato, inutile aggiungere che il tuo post mi invoglia fortemente ad andarci.
    Di teatri storici che ho visitato di persona ricordo con piacere quelli di Mantova, Vicenza e Parma (in quest'ultimo caso specifico che mi riferisco a quello all' interno del complesso della Pallotta, visto che ovviamente a Parma il teatro per eccellenza è un altro, tutt'ora attivo).

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    1. Amo Parma e la Pilotta per me è stata una scoperta meravigliosa, sorprendente anche. Vista due volte, un luogo quasi fatato. Vorrei vedere il Teatro Olimpico di Vicenza, mi manca quello assieme alle ville palladiane.

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  4. Meraviglia! In Italia ci sono gioiellini come questi in varie regioni. Alcuni, o maggior parte, sono in attività ma ci sono altri teatri che invece sono chiusi e in pessime condizioni. È confortante il tuo post su questo teatro - gioiello. Brava
    Un salutone e alla prossima

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    1. Io vorrei fare viaggi specifici solo per andarli a scovare. :)

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  5. Si tratta di un autentico gioiello, a quanto vedo, ma non ne avevo mai sentito parlare. Mi viene in mente anche il teatro di Sabbioneta, non grandissimo, ma davvero esemplificativo di un'epoca. Un luogo così piccolo e intimo mi ha fatto ricordare il cinema Obraz di Milano, all'epoca aveva una sessantina posti e vi proiettavano film d'autore. Sembrava di essere nel salotto di qualcuno! Era stato chiuso per parecchio tempo, ora vedo che è stato riaperto sotto il "cappello" di Anteo palazzo Cinema, ed è affittabile per eventi.

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    1. La bellezza di certi teatri è proprio il saper conservare questo aspetto "intimo", da salottino privato. Sono autentici gioielli e sono tutti da scoprire.

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  6. Ancora una volta mi costringo a pensare a quanti danni abbia fatto la pandemia!
    Il Teatro è proprio un gioiello, peccato dovere ricorrere a sottoscrizioni e appelli per avere i fondi necessari alla sua riapertura!
    A Caltanissetta abbiamo un Teatro molto bello, "Regina Margherita", una costruzione di fine ottocento. Anche da noi è stato chiuso per oltre vent'anni, con lungaggini, seccature e quant'altro per ottenere di nuovo il permesso di agibilità. Dopo accurati lavori di restauro, la struttura è stata riaperta al pubblico nel 1997 e da allora propone sempre belle stagioni, non solo teatrali ma anche concertistiche. Io, però, ne ho usufruito poco: prima ero troppo giovane e scarsamente amante del teatro, poi, quando ho cominciato a scoprirne la bellezza, ho avuto i figli che, com'è noto, sono impeditivi sotto diversi punti di vista e infine ci siamo trasferiti. Ma qui, per fortuna, ci sei tu! :)

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    1. La pandemia ha causato una violenta battuta d'arresto su tante realtà, ahimè. La ripresa di molti luoghi è stata possibile solo se, nel frattempo, si è potuta realizzare una pur vaga continuità. Ma ci sono molte realtà entrate in crisi, si teme in maniera irreversibile. Leggendo del teatro della tua Caltanissetta, mi è venuto in mente il bellissimo Teatro Rendano di Cosenza, un gioiello somigliante alla Scala di Milano, pensa. Per quanto ne sappia, è rimasto attivo, ma da sempre soffre di una gestione non sempre adeguata. Un mio cugino che partecipò da tenore a una piéce mi ricordo fu retribuito dopo un paio d'anni. Una vergogna della politica del territorio quella di fare attendere anche artisti accreditati (lui canta in teatri piuttosto importanti, da Torino a Parma, a Palermo a Napoli e si esibisce anche all'estero).
      Come spettatrice del mio teatro sai quanto mi emozioni. E il nostro "Pinocchio" si avvicina! :)

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  7. Non conoscevo questo teatro e dalle foto, sembra davvero un piccolo gioiello, assolutamente da preservare. La cosa bella è proprio l’unione della comunità che l’ha salvato e il fatto che fu creato grazie alla generosità dei ricchi borghesi dell’epoca.

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    1. Sì, l'aspetto che sia nato da una comunità e poi conservato in virtù di essa è un aspetto raro e incoraggiante.

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  8. Molto bello questo tuo resoconto del Teatro della Concordia. Grazie Luz.
    Ho notato una serie di grottesche, i colori sono vivi e accoglienti. Un vero gioiellino direi. Da noi c'è un teatro chiuso da anni. In funzione solo in casi eccezionali. Ma anche la concezione teatrale da noi è poco compresa. Nonostante grandi campani come i De Filippo e Totò, giusto per citarne qualcuno.
    Chissà col tempo se cambierà qualcosa.
    Un abbraccio, ciao.

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    1. Esattamente, sono grottesche. Il restauro precedente le riportò in vita in maniera superba. Il teatro purtroppo è mortificato perché non è diffusa l'idea del suo uso, da attore o spettatore. Anche la mia pratica teatrale, sai da quanti è ritenuta un passatempo divertente e nient'altro? E parlo anche di persone con istruzione medio-alta.

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  9. Ho ripreso una vecchia rubrica a puntate su musica e teatro che avevo con il precedente blog (accadebis). Se ti va passa a leggere il primo post.
    Un salutone e alla prossima

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    1. Lo farò senz'altro. Ora devo tornare ai preparativi per lo spettacolo (sabato prossimo!)

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    2. Ti auguro il meglio un salutone

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