Incipit: I lampi. Mi hanno sempre colpita i lampi. Ma una volta è successo davvero. Non dovrei ricordarlo perché ero poco più di una poppante, invece me lo ricordo, eccome! Ero in un prato e c'erano dei cavalli, dei cavalieri... Poi scoppiò un temporale e una donna - non era la mamma - mi prese in braccio e mi portò sotto un albero. Mi teneva stretta stretta e io guardavo in alto le foglie scure contro il cielo bianco.
Eccomi a leggere nuovamente un'autrice che non mi ha convinta col romanzo precedente, quella stessa Chevalier recensita qui.
Mi sono concessa questa seconda lettura poiché questo libro è un dono caro di una persona cara, il che mi offre l'opportunità di meglio entrare nello stile e nella struttura di questa narratrice.
Se al termine di questo romanzo dovessi chiedermi se la Chevalier è diventata una delle mie autrici predilette, la risposta sarebbe "no", per una serie di ragioni legate alle stesse affermazioni già fatte. Chiunque cerchi un approfondimento psicologico e una struttura narrativa costruita ad arte, resterebbe deluso.
La Chevalier non è una scrittrice nelle mie corde, ma devo riconoscerle il merito, con questo romanzo, di aver individuato il soggetto perfetto e di offrire al lettore una totale immersione in un luogo ritratto con dovizia: la costa dinanzi a Lyme Regis, cittadina del Dorset inglese.
Lyme Regis, recita Wikipedia, è luogo di ambientazione di tre romanzi: oltre a Strane creature, Persuasione di Jane Austen e La donna del tenente francese di John Fowles. Sarà perché le sue scogliere, le spiagge, sono fra le più affascinanti del suolo britannico.
Ma ancora di più è nota perché è parte di una costiera molto interessante dal punto di vista geologico, un museo dei fossili preistorici a cielo aperto, il luogo deputato dei primi passi della paleontologia, teatro di scoperte straordinarie che misero per altro in discussione il dogma biblico.
L'autrice individua nelle sue ricerche non solo questo luogo straordinario, ma due donne realmente esistite e legate a queste scoperte: Mary Anning ed Elisabeth Philpot.
Ittiosauro e ritratto di Mary Anning al Museo di Storia Naturale di Londra |
Non avrei mai saputo dell'esistenza di queste paleontologhe ante litteram se non avessi letto questo romanzo, il che lo rende interessante a prescindere. A Mary appartengono le parole d'apertura del libro, anche questo scritto mediante la narrazione in prima persona.
Le voci che si alternano sono la sua e quella di Elisabeth, due donne legate da grande amicizia, nonostante una consistente differenza d'età, destinate a restare nei memoriali della geologia.
L'aspetto affascinante, che è poi il tema centrale del romanzo, è che le ricerche avvengono in un'epoca, i primi decenni dell'Ottocento, in cui tutto è precluso alle donne fuorché il corollario di fidanzamento-matrimonio-figli, comportamenti adeguati al rango, ecc.
Sembra materia di invenzione, eppure tutto questo è avvenuto, ed è straordinario.
Elisabeth Philpot si trasferisce con le sorelle da Londra a Lyme Regis obbedendo alla regola - direi riprovevole - di cedere tutti i beni al fratello quando questo prende moglie. Fervida osservatrice della natura, la sua consolazione è iniziare e perpetrare la ricerca di "pesci fossili" sulle ampie spiagge e le scogliere di questo Dorset battuto dal vento e da un mare che restituisce anche corpi di annegati.
Si imbatte in una bambina, Mary Anning, di famiglia modesta e senza istruzione, che possiede il talento di rinvenire forme fossili anche complesse, dalle più piccole belemniti e ammoniti, vendute ai turisti cercando di mettere assieme del denaro per la famiglia, fino alla scoperta più significativa di un intero dinosauro, che suscita il vivo interesse dei maggiori scienziati dell'epoca.
Proprio Mary Anning, infatti, a soli 12 anni e poi via via negli anni anni giovanili, è la prima a rinvenire un ittiosauro - un rettile marino di circa 200 milioni di anni - e poi un plesiosauro, fino al primo pterosauro, scheletri fossili che riesce a individuare e ricostruire, gettando le basi di una scienza nuova, la paleontologia. Il riconoscimento del merito è debole, ci sono citazioni del suo nome ma a margine, rispetto ai grandi nomi della ricerca dell'epoca. Bisogna andare direttamente a Lyme Regis per vedere il suo nome ovunque e un festival a lei intitolato.
Elisabeth Philpot (1780 - 1857) |
La Philpot era anche lei cacciatrice di fossili, in particolare di pesci fossili come abbiamo detto, collaborò con Mary Anning e fu una grande collezionista, al punto che la sua collezione oggi rientra nel patrimonio dell'Università di Oxford. Elisabeth univa passione e conoscenza, era una studiosa di scienze e di dilettava a etichettare e catalogare tutti i suoi reperti, che oggi arricchiscono anche il museo a lei intitolato a Lyme Regis.
Una curiosità: riuscì a ricavare un inchiostro dai belemniti, una piccola "seppia" preistorica, riattivandolo da una piccola camera all'interno del fossile, servendosene poi per illustrare lo scheletro di ittiosauro rinvenuto dalla sua giovane amica.
Se pensiamo che Charles Darwin fu ispirato anche da queste ricerche... ne abbiamo un quadro completo.
Mary Anning ed Elisabeth Philpot sono fra le decine, centinaia di donne che lasciarono un segno significativo e delle quali nessun libro parla, se non si cerca nel dettaglio. La stessa Chevalier scoprì casualmente la loro storia, visitando il museo di Lyme Regis.
Non perdetevi questo articolo di Alessandro Borgogno, che beato lui ha visitato il museo di persona e offre qui un excursus affascinante della figura di Mary Anning (nell'articolo scopriamo anche che è stato girato un film sulla vita della Anning).
Non perdetevi questo articolo di Alessandro Borgogno, che beato lui ha visitato il museo di persona e offre qui un excursus affascinante della figura di Mary Anning (nell'articolo scopriamo anche che è stato girato un film sulla vita della Anning).
Edit: È in lavorazione un film con Kate Winslet e Saoirse Ronan nei panni delle protagoniste, "Ammonite". Direi che non si potrà perdere.
C'è abbastanza materiale da mettere insieme per qualche lezione a scuola, che ne dite?
Tante, troppe donne sono dimenticate dalla Storia. Se ve ne viene in mente qualcun'altra di cui in pochi sanno, scrivetelo nei commenti.
C'è abbastanza materiale da mettere insieme per qualche lezione a scuola, che ne dite?
Tante, troppe donne sono dimenticate dalla Storia. Se ve ne viene in mente qualcun'altra di cui in pochi sanno, scrivetelo nei commenti.
Aggiungo al materiale un'altra fantastica storia attinente al tema, anche qui dovuta ad una donna straordinaria e tenace:
RispondiEliminahttps://lineadorizzonte.wordpress.com/2020/01/29/marjorie-la-donna-che-scopri-limpossibile/
Grazie, Alessandro, per questo prezioso contributo. Non perdetevi neanche questa chicca!
EliminaOh che bello! In effetti, qualsiasi sia la qualità del libro, esso ha il grande valore di parlare di queste donne che hanno fatto cose meritevoli in condizioni difficili
RispondiEliminaDa lettrice, è stato bello sapere che anche se uno scrittore non è proprio nelle nostre corde, può raccontarci qualcosa che amiamo sapere. Interessante. :)
EliminaUna storia degna di essere conosciuta. Mi segno il titolo, l'argomento è davvero interessante. Pensa che strano, vederti riproporre la stessa autrice. Dovevi saperne di più, in un modo o nell'altro.
RispondiEliminaIl punto è che il romanzo precedente lo avevo da anni, nel frattempo poche settimane fa mi è stato regalato questo. Mi fidavo molto di chi lo aveva scelto per me, da qui la seconda possibilità data alla Chevalier. :)
EliminaDevo ancora leggere questo romanzo, ricordo che lo comprai proprio perché era tratto da una storia vera. Sono sempre stata un'appassionata di Persuasione e, di conseguenza, sono venuta a conoscenza anche di Lyme Regis e i suoi resti fossili.
RispondiEliminaHo visto sulla cartina che Lyme Regis è piuttosto distante da Londra, dove prima o poi andrò (spero più prima che poi, visto che c'è tantissimo da vedere e un solo viaggio in Gran Bretagna non basterà). Peccato, perché mi piacerebbe moltissimo vedere il Dorset, ma anche la Cornovaglia. Questo romanzo ha il pregio di narrare molto bene la sensazione di quei luoghi.
EliminaMolto interessante, grazie
RispondiEliminaGrazie a te!
EliminaChe bella questa storia al femminile, non soltanto di talenti e passione, ma anche di un'amicizia. Sai che devo aver letto un articolo sul giornale qualche tempo fa, perché la storia non mi è nuova. Con i miei studi per Storia delle Donne e dell'Identità di Genere, avevo scoperto molti nomi misconosciuti, tra artiste, musiciste e scienziate. Per esempio Giovanna Garzoni, un'artista di acquarelli splendidi e perfetti che scopersi tra l'altro grazie a una mostra al femminile curata a Palazzo Reale da Vittorio Sgarbi. Ti segnalo anche il libro "Le donne nell'Europa moderna (1500-1750)" di Merry E. Wiesner.
RispondiEliminaAprirei tra l'altro un capitolo a parte sulla toponomastica, dove donne di valore sono del tutto dimenticate!
Grazie per queste preziose segnalazioni, Cristina.
EliminaÈ sempre sconcertante come moltissime donne in tutti i campi dello scibile, e soprattutto in epoche in cui era decisamente difficile anche solo esprimersi, siano ancora del tutto ignorate dalle cronache, dai testi specifici. Sconcertante e anche molto grave, perché contribuisce altresì ad un'idea distorta dell'universo femminile. Bisogna lavorare perché si vada in controtendenza.
A me invece il libro è piaciuto, gli dedicai un post qualche annetto fa; ma suppongo dipenda tutto dalla chiave di lettura, io confesso di essere una che spesso chiede ai libri di trasportarla lontano e in questo la Chevalier qui è stata a mio parere straordinaria.. mi sono goduta questo viaggio sulla costa del Dorset con molto piacere ^_^
RispondiEliminaLa storia della protagonista invece, la conoscevo di sfuggita perchè veniva menzionata in uno dei molteplici libri sui dinosauri che mio figlio divorava l'asilo, quando era appassionato di paleontologia. Ma appunto, la Anning veniva semplicemente menzionata, frettolosamente, come scopritrice del primo fossile di ittiosauro. Punto. Lo spunto interessante del libro, come sollevi tu, è quello del dibattito donne e scienza. Troppo spesso relegate ai margini, troppo poche ad aver avuto risalto sui libri. E troppo spesso continuano a non avere spazio. Nonostante a parole si parli tanto di pari opportunitá, nei fatti continuiamo ad educare le bambine nel mito della principessa, o al massimo della first lady. Si continua ad inculcare troppo spesso nelle bambine che il loro scopo sia essere belle, vanitose e stare in ombra. Sarebbe interessante proporre invece più libri destinati all'infanzia in cui raccontare una storia diversa.
Come è riportato in un passaggio del post, anch'io riconosco il merito alla Chevalier di trasportare il lettore su quella costa. Singolare che riesca a farlo, a mio parere, senza che le sue narrazioni abbiano quella profondità che da sempre amo scoprire nei romanzi.
EliminaÈ bello che Anning e Philpot compaiano nei libri di paleontologia per bambini, è già tantissimo, anche se dobbiamo accontentarci di brevi citazioni. Se penso che lo stesso Darwin fu ispirato dalle scoperte della Anning... Lo stereotipo della bambina tutta fiocchi e vestitini rosa, con la sua bambola fra le braccia... quanto ci è familiare questa immagine. Come tu scrivi è proprio tutto legato all'uso, a modelli culturali, ed è un bene che si stia molto discutendo riguardo a ciò.
Interessante. Eppure ho letto Persuasione, ma non ricordo il particolare dei fossili a Lyme Regis. Beh l'ho letto la bellezza di 20 anni fa, ahi ahi.
RispondiEliminaNon mi vengono in mente donne dimenticate dalla Storia, proprio perché dimenticate è difficile ce ne arrivi voce, purtroppo. In questo caso dobbiamo ringraziare una scrittrice prima e una cittadina che la celebra poi.
Ma un altro esempio di qualcosa di lasciato da parte, nella sue eccezionalità, è la prima donna in assoluto in Formula 1, Maria Teresa De Filippis, italianissima, che vi partecipò nel 1958. Lo scoprii nel 1992, quando ci fu un'altra donna in Formula 1, sempre italiana, Giovanna Amati e all'epoca ero convinta che fosse lei la prima. Invece lei era la quinta (e credo l'ultima) donna ad approdare al circuito. Su 5 donne arrivate in Formula 1, ben 3 sono italianissime.
Sono poche, molto poche in 71 edizioni, ma in questo caso non so se parlare di maschilismo o di furbo istinto di conservazione femminile...
Non ne sapevo nulla, molto interessante. E sì che un po' in tutti gli ambiti se si va a cercare, si trovano donne straordinarie, che magari anche segnato il passo, lasciato un segno forte. Che non se parli e di conseguenza non se ne sappia è frustrante. I modelli culturali ai quali siamo abituati ci portano a ritenere questo del tutto normale, invece dobbiamo reagire e fare. Penso a interi percorsi monografici da far svolgere ai miei alunni, magari proprio nel periodo scolastico che attende.
EliminaMi piacerebbe visitare questi luoghi, purtroppo sono stata solo a Londra...
RispondiEliminaNon ho letto nulla di questa autrice, sono sempre molte le donne della storia dimenticate o probabilmente nascoste alla maggioranza che hanno fatto dei piccoli miracoli
A me piacerebbe visitare il Dorset fino alla Cornovaglia. Speriamo presto. :)
EliminaSei stata brava a cogliere "il lato positivo", a non metterla da parte anche se non è del tutto affine al tuo sentire. Sei riuscita comunque a trovare uno stimolo e a tirarne fuori il meglio. Complimenti!
RispondiEliminaGrazie, è stata un'esperienza del tutto nuova leggere un'autrice che so non essere nelle mie corde e cercarvi quello che di bello e buono sa scrivere. Una delle scoperte del periodo del lockdown, pensa. Il tanto tempo in più offre la possibilità di sperimentare.
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