giovedì 19 dicembre 2019

80 anni portati benissimo: Via col vento e la sua eroina "femminista".

Il 15 dicembre del 1939, 80 anni orsono, debuttava nei cinema americani il colossal rimasto imbattuto negli incassi di tutti i tempi, quel Gone with the wind che nell'edizione italiana non ha perso nulla del suo fascino. 
Credo di averlo visto almeno tre volte, forse di più, cominciando da ragazzina, quando ci fu uno di quei passaggi televisivi che riportavano in auge un grande successo, prima e durante la ricerca di un'attrice che doveva essere protagonista del suo seguito, un perdibilissimo "Rossella" che ne snatura l'ossatura. 
Via col vento è uno di quei filmoni che non si possono perdere, un evento, un capolavoro costruito con maestranze e cast perfetti. 
Nessuno dei grandi colossal - si pensi a Ben-Hur, I Dieci comandamenti, e più recenti Avatar o Titanic - è riuscito a eguagliare la portata di coinvolgimento del pubblico che da sempre vanta questo film.

Se molti storcono il naso etichettandolo come un film a carattere romantico, che devia al rosa, trascurano il vero nucleo di questa lunga narrazione: la sua protagonista. Se spostiamo il focus su Scarlett O'Hara, per noi Rossella, il nostro metro di giudizio deve calibrarsi sull'aspetto del femminismo ante litteram di questa indomita ragazza del sud.
Rossella non si rende simpatica proprio a tutti. Ha carisma, un certo potere seduttivo, dialettica, riesce anche a manipolare innocenti giovanotti travolti dal suo fascino. 
Ecco, qui c'è da fare una precisazione. 
Margaret Mitchell, autrice dell'unico romanzo scritto in vita sua, non delinea i tratti di una protagonista dotata di bellezza, anzi. Il suo incipit, infatti, recita così:
Rossella O'Hara non era una bellezza, ma raramente gli uomini se ne accorgevano quando, come i gemelli Tarleton, subivano il suo fascino. Nel suo volto si fondevano in modo troppo evidente i lineamenti delicati della madre - un'aristocratica della Costa, oriunda francese - con quelli rudi del padre, un florido irlandese. Ma era un viso che, col suo mento aguzzo e le mascelle quadrate, non passava inosservato. 
Quando si tenne il casting del film, furono passate al vaglio più di 1400 attrici che potessero rispondere a questa descrizione, fino a quando la produzione si rivolse alle maggiori interpreti dell'epoca, e rimasero in lizza Paulette Goddard e Vivien Leigh. Sappiamo chi la spuntò.

Chi scrisse la storia di Rossella? 
La mia edizione del 1991

Curiosa la storia di questa autrice, che pare abbia avuto l'idea di scrivere un romanzo ambientato negli anni della Guerra di Secessione mentre era costretta a stare immobilizzata per una brutta caduta.
Margaret Mitchell scrisse questo solo romanzo, che curò per una decina d'anni, un best seller da 180.000 copie vendute solo nel primo mese dalla pubblicazione. 
Ecco, i denigratori del filmone sappiano che la vera storia di Rossella è lì dentro, in questo mirabile romanzo di quasi 1000 pagine, per il quale l'autrice vinse il Premio Pulitzer e... udite udite, fu candidata al Nobel per la Letteratura.
Ciò che ci viene raccontato nel film è una riduzione, fatta di tanti tagli e soprattutto di alcune modifiche significative alla trama. 
Chi ha letto il romanzo sa. 
Margaret e la sua protagonista sono molto affini. L'autrice sceglie di descrivere una realtà che ben conosce, quella del sud degli Stati Uniti, tuttora coacervo di territori in cui imperversa il più convinto imperialismo, un certo acuto maschilismo - sono i maggiori elettori di Trump - e arretratezza. La Mitchell si fece strada a fatica in quella realtà, fino a diventare una giornalista stimata. 

Margaret Mitchell (1900 - 1949)
Voleva raccontare le contraddizioni di una realtà troppo ambiziosa e orgogliosa, fomentatrice di  una guerra piena di errori e orrori, ma attraverso una giovane donna che si ritrova suo malgrado a guadagnarsi la sopravvivenza, che cerca dentro di sé quelle risorse necessarie a reagire. 
Rossella non è una "brava ragazza", anzi. Il suo egoismo e narcisismo la portano a esigere considerazione, non sopporta le persone prive di carattere, non tollera che una Melania qualunque distolga l'attenzione di Ashley da lei, è disposta a mentire, rubare e uccidere, come lei stessa afferma per sfangarla dinanzi alla tragedia umana che è la guerra. 

Eppure, Rossella possiede anche altro. A ben guardare, è intelligente e ha spirito di iniziativa, salva la vita alla sua rivale e al suo bambino, sa commuoversi dinanzi alla sofferenza del migliore dei servi della sua casa, e possiede il senso delle sue radici
Devo dire che il film riesce a cogliere questa sfumatura, sottile, appena percettibile, eppure vivissima. 
Possiamo ritenerla in certo senso una "femminista ante litteram", una "donna alfa", perché no? Rapportando il suo agire all'epoca, potrebbe incarnare questo ideale. Scende a patti con le convenzioni dell'epoca, ma riesce a governare gli eventi, portando a termine l'obiettivo della salvezza propria e altrui. Usa il matrimonio a proprio favore, punta a una posizione sociale elevata, riesce a risollevare le sorti della propria famiglia, pur ricevendone il disprezzo delle sorelle. 
Poi, pero, c'è lo scotto: non riesce a trionfare su tutti i fronti, sul finale è sconfitta perché viene travolta dalle conseguenze di quelle scelte sbagliate, perde l'amore del solo uomo che l'ha capita perfettamente fin dall'inizio - come ha fatto da sempre Mamie. 
Rhett, che l'ha compresa e sostenuta, se ne va perché Rossella è di fatto imperdonabile
Sia dinanzi alle ultime pagine del romanzo che assistendo all'ultima sequenza del film, chi ama questa storia viene colto da quella malinconia tipica. Manca il lieto fine, com'è possibile? 

Come tutte le buone storie, questa non poteva concludersi con un prevedibile "e vissero felici e contenti". Me lo spiego perfettamente: il nucleo della narrazione non è l'amore coronato. Rossella ha lottato strenuamente, seguendo il proprio istinto, commettendo molti errori, lasciandosi dietro le macerie di ogni conseguenza. 
È destinata a restare sola, con una prerogativa, quella di ricostruire Tara, la residenza degli O'Hara in cui ancora affondano le proprie radici. È il suo successivo obiettivo e non dubitiamo che Rossella lo porti a termine. 
Rossella è un archetipo, il principio di ogni determinazione, l'eroina imperfetta e pertanto umana. 
Bisognerebbe leggerne la storia per capirne tutte le angolazioni. 

Non resta che lasciarvi alla scena più famosa di un film che ha vinto 10 Oscar e ancora oggi emana un certo fascino. Dopotutto, domani è un altro giorno




Mi piacerebbe sapere se fra voi c'è qualche estimatore di questa epopea e se qualcuno ha letto il romanzo. Parola anche ai detrattori, cosa non piace di questa storia? 

23 commenti:

  1. Sempre adorato film e poi romanzo. Ovviamente il romanzo è molto, ma molto altro. Ma il sopracciglio di Vivian ha il suo fascino indiscusso ed unico. È un romanzo che i ragazzi dovrebbero leggere, perché è talmente ricco da piacere a tutti per le mille angolazioni e sfumature, e tematiche e vicende, di cui dicevi. Non è mai banale ma è, anzi, avvincente. È un librone ma non ti stanchi.. ha una prosa moderna ma semplice e chiara. Per me è nella top ten, pur non essendo altissima letteratura.grazie per questo articolo, mi ha dato la possibilità di ripensare a questo piccolo, grande capolavoro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Forse bisognerebbe proporlo perfino nelle scuole. Penso sia annoverabile fra i romanzi storici di certo peso. Ricordo di aver avuto la sensazione, da lettrice, di comprendere diverse angolature del problema della Guerra civile. Peccato che i più pensino che sia tutto in quel film, che, pur bellissimo, non restituisce appieno le atmosfere del romanzo.

      Elimina
  2. Conoscevo solo una parte del romanzo, purtroppo l'avevo preso in mano negli anni della scuola (mi serviva per una ricerca impostami dalla docente) e confesso di non averlo amato troppo e di averlo mollato ad un certo punto. Anche se devo ammettere che ho preferito la caratterizzazione data a Rossella nel film rispetto a quella del romanzo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Impostami dalla docente", ahimè. :)
      Forse però fu una sensazione di quegli anni. Il romanzo non è un feuilleton.

      Elimina
  3. Ho letto il romanzo e visto il film tanti anni fa. Allora li apprezzai molto, chissà che effetto mi farebbero oggi. Ricordo però che Rossella non era proprio un'eroina di mio gusto - troppo imperfetta ed egocentrica - e che la mancanza di lieto fine mi aveva lasciata perplessa. Pensandoci adesso, sicuramente Rossella era una donna con gli attributi, per quel periodo, quindi credo che la tua analisi del personaggio sia corretta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. (Il "francamente me ne infischio" mi ha fatta sorridere... grezzo. efficace. :))

      Elimina
    2. Quel "francamente me ne infischio" dell'edizione italiana, in realtà fu "frankly, my dear, I don't give a damn", che suonerebbe come una specie di parolaccia impronunciabile nell'Italia del 1939/40.
      È una delle 100 battute più note al mondo, leggo in rete. :)

      Elimina
  4. In effetti il romanzo non l'ho letto e non sapevo nemmeno che la Mitchell avesse scritto solo questo. Il film l'ho visto diverse volte (e c'era un periodo in cui ero innamorata di Clark Gable) e pensandoci oggi, il personaggio di Rossella è veramente sfaccettato e con lati negativi effettivi, non quei soliti che si leggono in tanti romanzi di oggi, in cui le protagoniste sanno fare tutto e il massimo del difetto è che sono indecise o al limite troppo buone. Capirai. Invece Rossella è veritiera e dura per via dell'ambiente in cui vive, in cui soprattutto se sei donna, se vuoi qualcosa devi azzardare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rossella mi piacque proprio per i motivi di cui scrivi, per la sua imperfezione. O meglio, quando vidi il film da ragazzina, la identificai con la bellissima Leigh, ma poi la apprezzai ancora meglio leggendone le fiere gesta nel libro. C'è da dire che è impossibile non immaginare Scarlett con le fattezze di quell'attrice tanto affascinante, ma tant'è. Le sue azione sono eroiche. :)

      Elimina
  5. Ricordo ancora la prima volta che andai a vedere "Via col vento" al cinema, mi ci portarono i miei genitori quando ero una ragazzina e c'erano file interminabili. All'epoca non c'erano i passaggi televisivi, bisognava proprio andare al cinema. :) Si tratta di un film grandioso, non soltanto per la protagonista e la storia in sé, ma per l'affresco della Guerra Civile americana. Mi viene in mente l'incendio di Atlanta, o la panoramica sulla stazione ferroviaria con tutti i feriti là trasportati. L'ho visto tante di quelle volte che mi sono affezionata anche ai personaggi di contorno, come la zia Pittypat o il dottore. Invece trovo insopportabile Ashley, mentre adoro Rhett. Purtroppo non ho mai avuto modo di leggere il romanzo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che quel grandioso incendio fu ottenuto dando alle fiamme la scenografia di "King Kong", uno dei primi, quello più famoso in bianco e nero. Va da sé che non potesse esserci errore, perché strutture come quella non esistevano altrove. Nella scena della fuga da Atlanta, se guardi bene, i due attori sul carro non sono i protagonisti del film ma due stunt-man che passarono a pochi metri dalla struttura in fiamme.
      Immagino le file dinanzi ai cinema! Credo che tu abbia visto magari una versione restaurata, perché mia madre, 77enne, lo vide quando uscì nuovamente in Italia, negli anni Sessanta.

      Elimina
  6. Ho visto il film più di una volta e ho anche letto il libro - che possiedo in un'edizione degli anni Cinquanta che apparteneva a mia madre. Penso che il personaggio di Rossella sia interessante per via della sua forza d'animo, della sua tenacia davanti alle avversità e, al contempo, per l'immaturità che dimostra in campo sentimentale (tale infatti considero quel suo rincorrere un amore impossibile quando potrebbe essere felice con l'uomo che ha accanto). Non sono d'accordo però sul fatto che non ci sia il lieto fine, perchè è proprio quell'ultima frase, quel domani che dopotutto è un altro giorno ad essere il lieto fine, nel senso che dimostra come Rossella non si arrenda, che non si arrenderà mai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, potrei essere d'accordo, ma è innegabile che si tratti di un finale non in linea con i canoni e i gusti diciamo così dell'epoca. Tutti i grandi racconti avevano un lieto fine convenzionale, questo si presenta decisamente inedito, insolito. Ci piace, proprio perché è moderno.
      :)

      Elimina
  7. Bravissima, Luz! Splendida carrellata di un film e un libro bellissimi. Come hai sottolineato, il merito di questo capolavoro va senza dubbio alla personalità della protagonista e al suo essere una donna così forte, può non riuscire sempre simpatica a tutti ma si può solo ammirare per la sua forza di carattere e il suo porsi al di là delle ipocrisie del tempo. Il film l'ho visto anche io diverse volte, il libro l'ho letto in seguito e ho un ottimo ricordo. Un po' meno per le pagine di storia interminabili (quelle sulla guerra), ma capisco che fossero essenziali, proprio perché il romanzo non è affatto un "rosa".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le lunghe descrizioni della guerra e delle sue devastazioni sono indispensabili. Un romanzo storico che si rispetti deve essere così, o non lo è affatto, come tu scrivi.
      Grazie per aver apprezzato, Maria Teresa!

      Elimina
  8. Questo è uno dei libri che non ho mai letto. Conoscevo solo qualche scena del film. Devo rimediare.

    RispondiElimina
  9. Ho visto il film più volte, ma non ho mai letto il libro. Devo dire che trovo Rossella piusttosto insopportabile, sempre scontenta di ciò che ha, fino a che non l'ha perduto. Le riconosco la tenacia e il carattere, ma un po' la prenderei a sberle. Questo ovvaimente non toglie la potenza della storia e la forza iconica della stessa protagonista. La si può non amare, non la si può scordare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti consiglio di recuperarlo, perché potrebbe stupirti. Rossella non piace a tutti, questo la rende umana, una novità assoluta nella tradizione più diffusa del romanzo. :)

      Elimina
  10. Mamma Luz, mi è venuta voglia di iniziarlo domani!! :D
    Adoro il film, e concordo che il pseudo-seguito Rossella non può minimamente eguagliarlo. Ma non sapevo proprio che il romanzo differisse, scene in più si, maggior introspezione anche, come tutti i passaggi da carta a pellicola.
    Vedrò di procurarmelo. Sono curiosa ora. Grazie! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Barbara, conoscendo i tuoi gusti, sono assolutamente certa che ti piacerà non poco. :)

      Elimina
  11. L'opera artistica "Via col vento" ( è anche un manifesto sulla grande forza delle donne) va oltre il romanzo e il film e dobbiamo considerarlo un trattato di storia e di psicologia dell'essere umano.
    Il tuo blog è uno dei migliori della rete.

    RispondiElimina
  12. Non ho letto il romanzo, ma ho visto il film circa una ventina di volte, potrei vederlo senza annoiarmi altrettante volte, è il classico film che inizio a vedere per rivedere solo l'inizio e poi finisco per rivederlo tutto. Mi succede lo stesso con Piccole donne. Io sono pazza di Rossella O'Hara, la adoro perchè è finalmente un personaggio imperfetto, ma "tosto". Mi è piaciuta moltissimo la tua analisi e mi leggere il romanzo, prima o poi...

    RispondiElimina