martedì 26 novembre 2019

Perché non possiamo vivere senza libri.


Oggi in una classe mi è capitato di aprire un dibattito con i ragazzi riguardo all'utilità dei libri.
È bastato poco per arrivare a una certezza: ritenere utili i libri è riduttivo, perché i libri sono invece necessari. Indispensabili, anzi. 

Una vita senza libri - facciamo lo sforzo di immaginarne una davvero totalmente priva - manca di alcuni capisaldi imprescindibili, primo fra tutti quella ricchezza del pensiero che apre alla capacità di sviluppare un certo senso critico. Se alcune abilità possono essere acquisite anche solo con l'esperienza diretta, molte altre restano terreno pressoché sconosciuto, ignorarle si traduce nell'incapacità di discernere fra giusto e sbagliato, fra preferibile e trascurabile.
Quali sono i libri indispensabili per la formazione di un essere umano?
Qui il discorso si fa più sottile, perché ci chiama a distinguere fra i comuni testi scolastici e gli innumerevoli libri che un affamato lettore è in grado di leggere in una vita, escludendo i primi. 
Sì, lasciamo da parte tutto il nostro percorso di formazione scolastica, che rappresenta l'apprendimento di discipline specifiche con il corredo di contenuto, analisi di questo, esercitazioni, ecc. Lo facciamo perché se ci limitassimo a leggere solo i libri di scuola, e all'interno di un percorso annuale scolastico o accademico, saremmo comunque incompleti
Si parla qui di narrativa


Leggere narrativa fin dalla più tenera età è quell'attività veramente necessaria alla crescita. 
Ce lo spiega bene Neil Gaiman, lo scrittore, fumettista e sceneggiatore televisivo di American Gods, Coraline, Doctor Who, ecc. 
In una lectio magistralis sull'importanza di biblioteche e lettura, Gaiman tocca alcuni argomenti che offrono un quadro assai preciso, a partire dalla correlazione fra livello di scolarizzazione e tasso di criminalità di un paese. L'uno è diametralmente opposto all'altro in termini di percentuale. 
L'istruzione è un motore sociale potente, ma solo se rappresenta un servizio di ottima qualità. Penso alle scuole svizzere, dei paesi nordici, penso ai molti istituti a carattere anglosassone presenti anche in Italia. L'ambiente di apprendimento è eccellente, pertanto il percorso è realmente formativo, con un tasso di abbandono pari a zero. 
Non poteva Gaiman ignorare la scolarizzazione, ma amplia il suo discorso spostando il focus sul leggere narrativa fin da piccoli, come elemento irrinunciabile. 
Voglio dirvi perché leggere narrativa, e leggere per il proprio piacere, sia una delle cose più importanti che una persona possa fare. E voglio fare un appello cosicché le persone capiscano cosa sono le biblioteche e i bibliotecari, e perché entrambe queste cose vanno difese.
I libri, pertanto, e il luogo in cui vengono conservati e trasmessi di generazione in generazione, sono entità da proteggere, di cui si deve parlare, piuttosto che relegarle a margine. La biblioteca come luogo in cui entrare abitualmente, servizio di cui usufruire, da vivere. 
Poi continua: 
La narrativa è la droga che fa da porta d’ingresso alla lettura. Non penso che esista una cosa come “un cattivo libro per bambini”: è una fesseria, è snobismo, ed è una stupidaggine. Non allontanate i bambini dalla lettura solo perché pensate che stiano leggendo la cosa sbagliata. Quella narrativa che a voi non piace sarà la strada per arrivare ad altri libri che potreste preferire. E non tutti hanno il vostro stesso gusto.
Questo è un punto nodale del discorso. Lasciare che i bambini leggano ciò che più piace loro, senza scoraggiare il loro desiderio di esplorare piccole storie, è importante perché un bambino diventi un lettore abituale. Quanti adulti magari impongono letture determinate o impediscono che si leggano libri di narrativa che non sono l'eccellenza ma che possono costituire un primo passo verso altro? 
Mi è capitato di imbattermi in genitori che hanno imposto al proprio figlio quattordicenne la lettura di un romanzo di Hugo in lingua originale (!). Immaginate la complessità di un romanzo francese ottocentesco e tirate le somme. 

Gaiman ci dice che una storia narrata, anche la più banale delle storie, non è mai inutile, anzi. Perché ci insegna cosa significhi essere "empatici". Nell'infanzia e nella prima adolescenza, leggendo si impara che 
...io sono anche qualcun altro, sono ogni altra persona, e quando si ritorna nel proprio mondo ci si ritrova impercettibilmente cambiati. L’empatia è lo strumento per trasformare le persone in gruppi, per permetterci di funzionare in maniera migliore che semplicemente come individui ossessionati da se stessi.
In particolare, la narrativa fantastica, di "evasione", è quella che più di ogni altro genere ci permette di cercare e trovare nuovi schemi mentali e di comportamento, poiché inconsapevolmente applicheremo gli stessi strumenti al nostro vivere quotidiano, sviluppando la capacità di interagire con i simili in una comunità. 
A tutti coloro che possono dirsi buoni lettori, quanto ha fatto bene leggere da ragazzini romanzi come La storia infinita, per citarne uno? Vero è che capita di scoprire questa buona narrativa anche da adulti, come dimostriamo noi tanti voraci lettori della saga potteriana. 


Non si può restare passivi dinanzi a questa emergenza: dobbiamo formare sempre più buoni lettori, sia da genitori che da insegnanti, o anche da competenti bibliotecari e librai.
L'alfabetizzazione è fondamentale, come punto di partenza per un percorso che porti l'individuo a capire il mondo, farsi capire e scegliere il proprio posto in esso in piena consapevolezza. 
I libri, di qualunque genere esso siano, ci danno lezioni, ecco perché devono essere strumenti educativi e di formazione.
Gaiman parla di responsabilità, di tutti, nel portare i più piccoli verso il mondo dei libri, ma anche nel portarci tutti coloro che non conoscono questo universo. 

Abbiamo l’obbligo di leggere per piacere, in privato e in pubblico. Se leggiamo, o se altri ci vedono leggere, impariamo, esercitiamo la nostra immaginazione. Mostriamo che leggere è una cosa buona. 
Abbiamo l’obbligo di sostenere le biblioteche. Di usare le biblioteche, di incoraggiare altri a farlo, di protestare per la chiusura delle biblioteche. Se le biblioteche non vengono valorizzate, si silenziano le voci del passato e si danneggia il futuro. 
Abbiamo l’obbligo di leggere ad alta voce per i nostri figli. Di leggergli cose che gli piacciono. Di leggergli storie di cui noi ci siamo già stancati. Di fare le voci, di renderle interessanti, di non smettere di leggere solo perché sanno leggere da soli. 
Abbiamo l’obbligo di usare la lingua. Per metterci alla prova, per scoprire cosa le parole significano e come utilizzarle per comunicare chiaramente. Non dobbiamo provare a congelare il linguaggio, a farne una cosa morta e da riverire. Dobbiamo usarlo come una cosa viva, che scorre, e permettere ai significati di cambiare con il tempo.
Abbiamo un obbligo noi scrittori, e soprattutto noi scrittori per bambini. L’obbligo di scrivere cose vere, particolarmente quando creiamo storie di persone che non esistono in luoghi immaginari: per far capire che la verità non è ciò che accade ma ciò che ci dice qualcosa su ciò che siamo
Abbiamo l’obbligo di rendere le cose belle. Non lasciare il mondo più brutto di quanto lo abbiamo trovato, non svuotare gli oceani, non lasciare i nostri problemi alle generazioni future. Abbiamo l’obbligo di pulire dopo il nostro passaggio, e non lasciare ai nostri figli un mondo che in maniera miope abbiamo incasinato, deprivato, menomato.
Abbiamo l’obbligo di dire ai nostri politici cosa vogliamo, e di votare contro i politici – di qualunque parte siano – che non capiscono il valore della lettura nella creazione di cittadini consapevoli, e che non vogliono agire per preservare la conoscenza e incoraggiare l’alfabetizzazione. Non è una questione politica, è una questione di umanità.
Ecco, se tutti rispettassimo almeno una di queste regole, non credete che il mondo sarebbe migliore? 

La lettura, la scoperta dell'immaginazione, la frequentazione delle biblioteche, il possedere libri, prestarne, riceverne e darne in dono, attraversarne i percorsi e varcarne ogni soglia esercitando il diritto e il dovere di essere buoni cittadini del mondo, tutto ciò dovrebbe costituire una legge morale. Facciamo in modo di contribuirvi, sempre. 

34 commenti:

  1. Ieri ho finito di leggere uno di quei libri monumentali di cui a scuola avevo studiato per forza qualche frammento.La curiosità era rinata da uno spettacolo teatrale in una rassegna di cui sei direttrice artistica. Contemporaneamente ho iniziato da semplice osservatrice a immergermi nel mondo della fotografia naturalistica ed è stato bello poter raccontare quello che leggevo mosrando le immagini meravigliose di Paul Nicklein in particolare. La soddisfazione è quando tuo figlio di nove anni ti dice:quando hai finito Moby Dick lo leggi anche a me? E questa avventura comincia proprio stasera!

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    1. Intanto sono felicissima che quello spettacolo tanto bello abbia suscitato in te il desiderio di leggere il romanzo. Riconosco di non averlo letto io stessa, è uno di quei classici che non si possono perdere. Quando poi la passione di un genitore si trasmette al proprio figlio, allora davvero è tutto perfetto. Siete un raro esempio di come dei genitori possano creare nei propri figli un riverbero di bellezza.

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  2. Credo di essere una delle prove viventi della ragionevolezza delle opinioni di Neil Gaiman. Da bambino ho iniziato a leggere e da allora non ho più smesso. Non saprei vivere senza libri.

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    1. Io ancora mi chiedo come possano esistere case senza libri. Ne ho viste di rare, ma esistono.
      Da brividi.

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  3. Per me i libri sono una cosa fondamentale, non saprei farne a meno. Però sono molto meno ottimista sul come spingere verso la lettura chi proprio non ne ha voglia. Non credo che "dare l'esempio" serva a granché.

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    1. Eppure esistono molti esempi virtuosi in tal senso. Forse non funziona sempre, ma funziona eccome. :)

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  4. Questo post mi ha perfin commosso. Grazie.

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  5. per quelli della mia età era più facile... la tv cominciava alle ore 17:00, prima non c'era niente e rimaneva spenta. E niente videogiochi, cosa di cui ringrazio vivamente il Cielo (sono belli, ma portano via ore e ore nel nulla).
    Ho viaggiato per tanti anni con un libro nella tasca del cappotto, come Colline nella Bohème (vecchia zimarra), scegliendo apposta cappotti e giacconi in modo che il libro ci stesse comodo
    :-)

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    1. Tanti sono avvolti in questa epoca ipertecnologica senza malinconia alcuna verso quel tempo, invece io lo ricordo con nostalgia. Era bello, perché come tu scrivi c'era un cappotto che si sceglieva a tasche larghe per poter contenere un libro. Altro che era digitale e videogiochi, hai ragione tu.

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  6. Mi piace moltissimo ciò che riporti e scrivi. La narrativa forma la fantasia del lettore e il suo mondo interiore e apre infinite porte tra cui l'empatia. VIVA LA NARRATIVA!

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    1. La narrativa è il vero motore sociale. Non ci avevo mai pensato in questi termini. Gaiman mi ha illuminato.

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  7. dimenticavo: dirlo ai politici... di solito succede alle elezioni, ma da Tremonti in qua ("non leggo un libro da vent'anni", e intendeva soprattutto la narrativa)è andata sempre peggio. Non sono per niente ottimista, forse per questo mi ero dimenticato di scriverlo; ma è bello che si porti avanti l'idea e so che le biblioteche si impegnano molto in questo senso, anche qui al nord.

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    1. Esiste molta più libera iniziativa fra comuni cittadini, se penso a gruppi di lettura, progetti di spazi che siano aggreganti per confrontarsi sulla narrativa, ecc. rispetto alla politica, che trascura consapevolmente credo. Non mi stupisce quella espressione di Tremonti, la disse uguale uguale una collega di Lettere (una di quelle anziane, sul punto di andare in pensione) qualche anno fa.

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  8. Venti minuti di applausi a te e a Neil Gaiman

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  9. Mi verrebbe da dire che abbiamo bisogno di storie, ancora prima che di libri; ma poi ci penso, e mi rendo conto che la ricchezza dell'esperienza della lettura non è assimilabile a nient'altro. Perciò ottimo post e ottimo Gaiman! Condivido.

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    1. Infatti qui si parla oggettivamente di buone storie. Libri intesi come ottimi libri, certo. :)
      Grazie per aver apprezzato.

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  10. Fra le tante affermazioni che hai proposto e che condivido c'è quella sull'importanza di lasciar leggere ai bambini e ai ragazzi ciò che desiderano, perché una storia di letture forzate non può che produrre un rifiuto della letteratura: come per ogni percorso educativo, anche la formazione del lettore richiede tempo, pazienza, fiducia e buoni esempi.

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    1. Noi insegnanti lo sappiamo bene, eppure non tutti coloro che fanno questo mestiere ne sono consapevoli. Conosco molti colleghi che hanno imposto letture impegnative in età troppo tenera, producendo dei mancati lettori piuttosto che incentivare. Ahimè.

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  11. Ho scritto un lungo commento che, per un errore mio, ho cancellato. 😫
    Il succo era: d’accordo con te su tutto, ma con una piccola critica su come spesso gli insegnanti sperano di incentivare i giovani alla lettura. Talvolta suggerire dei testi diventa un peso se quei testi non sono graditi. Perché non lasciare a questi ragazzi la libertà di scegliere cosa leggere? Secondo me si raggiungerebbero maggiori risultati.
    (Per esempio, adesso devo comprare un libro di Pavese per mio figlio, quando lui non aspettava altro che finire “Il Gattopardo” per godersi Agatha Christie.) E non è contento: ha una lista di libri che vorrebbe leggere e invece deve dare priorità ai testi “imposti” dalla prof.ssa. La voglia di leggere non finisce per spegnersi in questo modo?

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    1. In generale, vale questo pensiero, però se si tratta di liceali sui 16-17 anni e poi oltre, trovo del tutto naturale che l'insegnante dica "si passi a Pavese". Fa parte della loro formazione, nei licei si sa non si può leggere o studiare tutto ciò che piace. La mole di lavoro è tanta per questi ragazzi, può capitare anche che la passione venga assopita da un libro che non si gradisce, ma non lo trovo del tutto inutile. Se un giovanissimo ama leggere, non sarà un romanzo di Pavese a renderlo un cattivo lettore. :)

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    2. Dovevi vedere Edoardo alle prese con Calvino e “i sentieri dei nidi di ragno”: sembrava sottoposto a una tortura; alla fine, è stato un parto, ma gli è piaciuto. 🤪😁

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    3. Vedi, a volte si parte pessimisti, ma poi... :-D

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  12. Su Gaiman come autore posso dire di aver letto due suoi romanzi e di averlo trovato decisamente sopravvalutato.
    Ricordo una volta di aver sentito un'insegnante delle medie dire di "tollerare" che i suoi studenti leggessero Geronimo Stilton. In realtà voleva dire che, se avesse potuto, glielo avrebbe strappato dalle mani per dargli fuoco, e sostituirlo coi libri patacca che scrive lei.
    Quand'ero in quarta liceo il prof di lettere ci diede una lista di libri da leggere durante le vacanze estive. Si trattava di 19 libri, non uno che potesse dare il piacere della lettura a un ragazzo. Finita l'ora, accartocciai il foglio e lo gettai nel cestino. Quell'estate lessi ciò mi piaceva, tra cui Dracula, Frankenstein e Dottor Jekyll.
    La biblioteca della mia città non brilla per quanto riguarda acquisti ragionati. Una volta ho dovuto constatate che non solo avevano comprato il libro delle poesie di Francesco Sole, ma addirittura l'avevano scelto assieme ad autori veri per il mese della poesia, esponendolo all'ingresso.
    E' come se ti si rompesse il cesso, e invece di ripararlo, lo mostrassi orgoglioso agli ospiti.
    Ecco, io trovo spaventoso che gente del genere lavori in una biblioteca. Come ho trovato spaventoso che le presentazioni dei libri dovessero avere il benestare dell'assessore alla cultura, che favorisce gli amici degli amici o quelli che strizzano l'occhio al partito di appartenenza.

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    1. Non è un post sul Gaiman autore, che conosco poco, ma su questa sua lezione magistrale, che ha il potere di far riflettere su un aspetto del valore della lettura.
      Concordo con te quasi su tutta linea, la coerenza non è dote posseduta da tutti gli insegnanti, ma non è neppure un post che riguardi i libri che un insegnante propone. Riguardo a questo argomento, concordo con chiunque pensi che consigliare o peggio imporre una lettura non adeguata all'età sia decisamente "disturbante". I miei ragazzini di seconda media leggono un libro al mese - di recente li ho portati in biblioteca civica e hanno attinto dagli scaffali ciò che più piaceva loro - di cui mi sottopongono il titolo. Va da sé che fra i 12 e i 13 anni non puoi leggere Geronimo Stilton, alcuni si sono orientati verso Ammaniti, altri sulla Christie, altri ancora stanno leggendo tutta la saga della Rowling. E non è mancato chi ha letto diversi romanzi di London. Insomma, sono liberi di scegliere, ma devono restare entro determinati canoni. Quanto all'incompetenza di librai e bibliotecari, purtroppo è un fenomeno diffuso, ma non farei di tutta l'erba un fascio. Ne conosco diversi animati da autentico spirito di amore verso i libri, colti, appassionati. Peggio quando la politica, come tu scrivi, prende il controllo di eventi culturali. Lì è lo sfascio.

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  13. Bellissimo post, mi è piaciuto tantissimo e ne condivido in toto il messaggio.

    "Lasciare che i bambini leggano ciò che più piace loro, senza scoraggiare il loro desiderio di esplorare piccole storie, è importante perché un bambino diventi un lettore abituale."

    "Abbiamo l’obbligo di leggere ad alta voce per i nostri figli. Di leggergli cose che gli piacciono. Di leggergli storie di cui noi ci siamo già stancati. Di fare le voci, di renderle interessanti, di non smettere di leggere solo perché sanno leggere da soli."

    Sono frasi bellissime sopratutto oggi dove o non si legge o si lascia il compito di leggere le fiabe ad Alexa.

    Credo che leggere sia importantissimo, non solo per il potere catartico della lettura ma anche per il fatto che "costringe" il lettore ad entrare nella testa altrui e cercare di capirne la motivazione. Sicuramente il messaggio principale che mi trasmette è leggere sempre e comunque, sia per noi che per gli altri, per il semplice piacere di leggere qualcosa che ci piace.

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    1. Grazie per aver apprezzato.
      Dovremmo immaginare un mondo in cui ogni genitore, insegnante, educatore, faccia del libro un importante strumento. Dovrebbe essere la prassi assoluta. Non è così, ma chiunque creda che il libro abbia un potere educativo importante deve lottare in direzione ostinata e contraria e accendere nei bambini e nei ragazzi perlomeno la curiosità di aprire un libro.

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  14. Bellissimo, questo tuo post, un inno alla gioia che dànno i libri (pur dovendo fare anche altre cose nella vita, riesco comunque a leggere dai 70 agli 80 libri all'anno, equamente divisi tra saggistica e narrativa).
    A proposito di saga potteriana, l'anno scorso, incuriosito dalle insistenze di mia figlia minore, ho letto La pietra filosofale, il primo della serie. L'avevo iniziato un po' titubante, più che altro per accontentare le sue insistenze, e invece mi sono poi divorato anche tutti gli altri della saga. Credo di essere uno dei pochi, in Italia, ad aver letto tutti i libri e a non aver visto neppure un film.
    E niente, leggere è bellissimo.
    Ciao :-)

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    1. Ciao, Andrea, e benvenuto.
      Io mi accostai alla saga potteriana con la stessa titubanza e con un pizzico di diffidenza nei riguardi di un genere che non è fra i miei prediletti. Poi fu come con le ciliegie. Pensa che io ho visto tutti i film ma mi è piaciuto solo il terzo per la magnifica regia, il resto è caduto nell'oblio, mentre continuo ad amare i libri. Vorrei rileggere, ma devo ancora leggere tanto.

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  15. Ottimo articolo, da salvare, stampare e affiggere in ogni scuola e biblioteca. Sante parole, le tue come quelle di Gaiman. :)

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    1. Grazie, Barbara, bisognerebbe in effetti ricavarne un decalogo da affiggere. :)

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  16. Avevo letto questo tuo post qualche giorno fa, ma arrivo soltanto ora a commentare con i miei tempi biblici. I libri sono cibo per la mente, paragonabile al "pane supersustanziale" che è quello spirituale menzionato nella preghiera del Padre Nostro, e richiamato da Origene. Non se ne può fare a meno.
    P.S. Chiedo venia per il riferimento al cristianesimo antico, sono ancora immersa nella materia. :)

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    1. Beh, con la tua preparazione, ogni citazione non solo è appropriata ma lascia sempre un suo segno. :)

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