martedì 24 luglio 2018

Augustus - John Williams

Incipit: Lettera di Giulio Cesare ad Azia (45 a. C.)
Manda il ragazzo ad Apollonia.
Inizio bruscamente, cara nipote, così da disarmarti subito e rendere ogni tua eventuale resistenza troppo incerta e fragile per la mia forza di persuasione. 
Tuo figlio ha lasciato l'accampamento di Cartagine in buona salute: lo rivedrai a Roma entro la fine della settimana. Ho disposto che viaggiasse con comodo, affinché ricevessi questa lettera prima del suo arrivo.

John Williams non si è smentito. Dopo l'esperienza di Stoner, che trovate recensito qui, ho voluto curiosare nel resto della sua produzione e questo libro è arrivato al momento giusto. 
Qui ci troviamo dinanzi a qualcosa di nettamente diverso rispetto alla provincia americana in cui l'antieroe protagonista del romanzo più celebre di Williams si muove. Siamo dinanzi a un racconto di squisita natura storica, che non solo rivela studio delle fonti e rispetto della materia trattata, ma anche una certa passione da parte dell'autore. Mi ha sempre stupito che autori di calibro si interessassero alla storia romana al punto da produrre qualcosa che può essere definito di buon grado una biografia.
Temevo, dopo l'esperienza di Memorie di Adriano della Yourcenar - recensito qui - che nulla avrebbe potuto accostarsi al più alto grado della letteratura in merito al racconto dell'antica Roma, invece così non è. Non solo Williams riesce nel suo intento, direi che Augustus può essere ritenuto fra gli imperdibili per gli amanti del genere. 
Se Memorie di Adriano resta ineguagliabile, Augustus segue a un passo, insomma. 
Il romanzo è interamente in forma epistolare, il che avrebbe potuto indurmi a dubitare potesse piacermi, non avendo mai amato particolarmente questo genere. Invece, fin dalle prime pagine, esattamente com'è nel suo stile, Williams prende per mano il lettore e lo conduce nella storia, dapprima marginalmente poi sempre più addentrandosi nelle coscienze dei protagonisti e dei personaggi comprimari, tutti a formare una trama avvincente.
Per stessa ammissione dell'autore, le lettere sono una finzione, ispirate al repertorio epistolare di Cicerone, alle Res gestae di Augusto e le Storie di Livio. Pur in forma romanzata, il racconto mantiene una sua solennità, una ricchezza nello stile e nei contenuti, tale che il lettore è portato a dimenticare la finzione e a leggere un resoconto storico, mai rigoroso come nel romanzo di Yourcenar, ma profondamente umano e ottimamente costruito. 
L'autore crea un racconto a più livelli, per altro, secondo quello stile che permette di cogliere i diversi punti di vista attorno a una stessa vicenda. Per fare un esempio, un evento è raccontato in epistole diverse e secondo visioni differenti, oppure un determinato incontro viene ricordato diverso tempo dopo, dal punto di vista dell'altro personaggio rispetto alla prima lettura. 
Ci troviamo dinanzi a nomi celeberrimi della Storia e della Letteratura latina: oltre a Ottaviano Augusto, Marco Antonio, Agrippa, Mecenate, Cicerone, Virgilio, Orazio, Ovidio e altri. Il destino li accomunò tutti nello stesso periodo, il che rende la scoperta di alcuni dettagli delle loro vite molto interessante. 
Un giovane Ottaviano si trova improvvisamente scaraventato nella storia dalla tragica uccisione di suo zio, Giulio Cesare. È una fase delicatissima della Storia romana, il caos che ne segue vede emergere la figura imperiosa di Marco Antonio, che ambisce al potere assoluto, la fazione di Ottaviano, che cerca di mantenere vivo il volere di Cesare, i repubblicani congiurati, che fuggono da Roma e che via via saranno giustiziati - lo stesso Cicerone sarà decapitato con tanto di testa e mani esposte nel foro. Marco Antonio, per quanto la sua posizione sia di grande rilievo, si perderà nella sua ambizione mal gestita e nella sua presunzione, inimicandosi Senato e fazione cesariana nel momento in cui si riterrà padrone della parte mediorientale dell'impero, sposando Cleopatra (altro nome fatale!). Il Senato, conferendo pieni poteri a Ottaviano, che sarà chiamato Augusto e venerato come un dio, darà inizio alla storia di un uomo che lasciò una traccia profonda negli eventi della Roma imperiale, inaugurando un periodo storico che durerà secoli. 

Ritratto di Giulia, figlia di Ottaviano Augusto e Scribonia
Se Ottaviano Augusto è il perno attorno al quale ruotano le vicende di tutti coloro che compaiono nel romanzo, l'autore riesce a concretizzare altresì il ritratto di personaggi fondamentali nella vita del primo imperatore romano. Possiamo cogliere la personalità di Mecenate, che emerge per la sua vivacità come un gaudente ma anche saggio e molto legato a Ottaviano, poi di Agrippa - proprio lui, il costruttore del Pantheon -, fedele all'imperatore e suo grande amico fino alla morte prematura, che travolge di dolore Ottaviano, e ancora Virgilio, il poeta vate onorato in vita e celebrato dopo la morte, 
per giungere all'amata figlia di Augusto, Giulia, poi nota alla storia come Giulia Maggiore. Nelle epistole di Giulia si coglie tutta la vivacità intellettuale e il carattere di questa donna alla quale il destino assegnò una vita piena di contraddizioni. 
Amatissima dal padre - la più amata dei suoi figli - conosce fin da giovanissima il suo destino, e accetta via via le decisioni di suo padre imperatore di Roma, votandosi alla causa politica, agendo per il bene dell'impero. 
Com'era uso nella storia, si fosse stata figlia o sorella di un uomo potente, si era automaticamente destinate a un uomo scelto a fini politici, così Giulia, che ebbe tre matrimoni tutti finalizzati alla conservazione o perpetrazione del potere o al mantenimento di un certo equilibrio. 
Prima suo cugino Marcello, figlio di Ottavia sorella di Augusto, poi a Marco Agrippa molto più vecchio di lei, infine Tiberio, che sarà il successore di Augusto. 
Giulia doveva essere destinata, nella visione di suo padre, a diventare la sposa di un imperatore, ma così non avvenne. Non svelo oltre, per quanto siano eventi noti nella Storia romana. La Giulia che emerge dal romanzo è un personaggio vibrante e forte, adorata dagli amici, colta, aperta.
La sua disfatta è, nella visione di Williams, l'amore. Se per una vita Giulia ha piegato stoicamente il capo al volere del padre, nel momento in cui si innamora dell'uomo sbagliato, perde la sua lucidità e sprofonda nell'abisso, subendo l'esilio imposto da un padre dolente che deve obbedire alle leggi di Roma e infliggerle l'allontanamento da tutti. 
Qui accanto, un dipinto di Pavel Svedomski che la ritrae nel suo esilio a Ventotene, dove restò per cinque anni prima di trasferirsi più a sud e finire i suoi giorni forse perfino per inedia, dietro ordine dello stesso Tiberio.
Ottaviano è l'uomo che vota la propria vita alla causa di Roma, concepita come una simbolica "figlia" cui deve tutto se stesso. Una personalità per certi aspetti multiforme, poiché come lo stesso protagonista afferma in un bellissimo passaggio del libro, è necessario indossare una maschera per ogni occasione e concentrarsi sul fine ultimo.
Se dalle descrizioni dei suoi amici più intimi cogliamo molti aspetti del suo carattere, il vero Ottaviano si svela solo nelle ultime pagine, nell'epistola che scrive durante i suoi ultimi giorni in viaggio verso Capri. Rappresentano un bilancio, per certi aspetti amaro, per altri pregno di quella necessità, dell'inevitabile cui si è offerto serenamente e fieramente. Ottaviano è fiero del suo operato, sa di avere raddrizzato le sorti di Roma, così come ne immagina il declino, lui che si è formato sulla filosofia greca che insegna come tutto sia ciclico e mai eterno.
Le ultime pagine sono pertanto anche una rivelazione e da lettore se ne gusta ogni passaggio, si rilegge anche, perché lo stile è purissimo e si ha la sensazione di trovarsi cullati su quella nave che lentamente viaggia verso la baia di Napoli.
Uno dei momenti che non dimentico è la descrizione, nel ricordo del vecchio Ottaviano, di Marco Antonio, nell'ora fatale della disfatta di Azio. Un giovane Ottaviano vede Marco Antonio ormai sconfitto gettare uno sguardo disperato verso la nave di Cleopatra, che lo abbandona al suo destino.
Ottaviano vede nel suo sguardo "un'espressione femminea", di perdono, di rassegnazione.
Potrei citare moltissimi altri passaggi, ma mi fermo qui.
Lascio a chiunque ami imbattersi in un ottimo libro la scelta di leggere questo, che consiglio vivamente. 

12 commenti:

  1. Che bella recensione Luana! Questo è uno dei romanzi che ho in lista da tempo; mi affascina molto anche perché sono appassionata di storia romana e della dinastia giulio-claudia in particolare. Penso che Williams abbia dato non solo una bella ricostruzione ma anche l'anima a questi personaggi così lontani da noi. Ho apprezzato anche il fatto di aver dato spazio alla figura di Giulia, veramente ancora troppo sottovalutata...

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    1. Grazie per aver apprezzato la recensione, Michela.
      Se ami in particolare quel periodo storico, sono certissima che a lettura finita troverai che l'autore sia riuscito a restituire perfettamente atmosfere e personalità. A distanza di settimane dal termine del libro sono ancora calata in quel tempo e in quei sentimenti. Grandissimo Williams.

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  2. Bellissima recensione, Luana! Ho già preso Stoner, lo sto leggendo in questi giorni, credo che seguirò il tuo consiglio anche questa volta. In genere non amo le incursioni della narrativa nella storia greco-romana, temo sempre una profanazione. Se però Augustus non teme il paragone con Le memorie di Adriano, bhè, allora corro ad acquistarlo;)

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    1. Grazie, Rosalia!
      Non teme assolutamente in paragone, io ho superato fin da subito lo scetticismo iniziale.
      Mi piacerebbe poi sapere un tuo parere su Stoner. :)

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  3. Mi ritrovo nel tuo entusiasmo, Augustus è una delle letture più belle che ho affrontato negli ultimi tempi e, come dici, gli appassionati di storia romana e letteratura latina non possono lasciarselo sfuggire. Le mie parti preferite sono proprio quelle dedicate a Giulia, un personaggio tratteggiato in modo notevole. Ora non mi resta che leggere Stoner per conoscere meglio Williams!

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    1. Ora ricordo che per quanto riguarda Williams hai cominciato con Augustus.
      Non vedo l'ora di leggere la tua recensione su Stoner.

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  4. Davvero interessante. L'avevo adocchiato su amazon qualche tempo fa ma, per mancanza di tempo, ho dovuto desistere. Il commento che ne fai mi trasmette entusiasmo, che non fa altro che unirsi a quello che già conservo per il personaggio di Giulio Cesare e per il conseguente momento di transizione repubblica-impero. Non conosco l'autore, non ho mai letto niente, ma ora lo terrò in "lista desideri". Grazie!
    Ti auguro un buon weekend, un abbraccio!

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    1. Credo che i libri di Williams rientrino a pieno merito in quella parte di letteratura contemporanea irrinunciabile. Grazie a te!

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  5. Che entusiasmo trasmetti, la tua recensione mi ha fatto venire voglia di leggere il libro, anche se non amo i romanzi storici, ma questo (in particolare per la storia di Giulia) penso che mi piacerebbe. Vado a sbirciare su Amazon!

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    1. Fammi poi sapere se lo leggerai, il parere degli amici blogger mi entusiasma sempre.

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  6. Wow, lo voglio!
    Grazie mille per la recensione.

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