sabato 14 ottobre 2023

L'Italietta del turismo di massa: Leopardi, Recanati e Goghé.

Siete mai stati a Recanati?
Proprio lì, in una delle principali piazzette del delizioso paesino marchigiano si trova Casa Leopardi, dove il celebre (e da me amatissimo) poeta nacque e visse gli anni più significativi della sua formazione. 

Recanati è, per chi non c'è stato, ma ama Leopardi, un luogo dove ci si aspetta di trovare un bellissimo palazzo signorile e un'immensa biblioteca, invece è molto di più. Casa Leopardi è il gioiello incastonato in un borgo che tutto è affascinante. È come una tavolozza in cui si trovano, in perfetto accordo, la casa dove visse, le stradine lastricate in cui camminò, il colle fonte d'ispirazione per uno dei capolavori della poesia, il paesaggio che restituisce agli occhi del visitatore lo stesso panorama. Ci sono stata due volte, sono entrata nella sua casa, ho toccato la scrivania dove studiò, ho visto i suoi disegni di bambino, così come i mirabili scritti che dedicava al padre fiero della sua precoce intelligenza.
Le sue carte autografe che mostrano l'irrequietezza del genio, i 20.000 volumi che Monaldo suo padre raccolse pazientemente, che catalogò assieme ai figli, il celebre ritratto che abbellisce i lineamenti di Giacomo (e che lui detestò per questo), il tenero foglio a stampa su cui è riportato il saggio dei bambini di casa Leopardi che si esibiscono in domande di storia, grammatica, astronomia dinanzi a uno zio, e tanto tantissimo altro. 
Insomma, molto di più di ciò che immagini. Bello acquistare nell'emporio di fronte, magari trovando riproduzioni di scritti autografi e libri di cui ignori l'esistenza, come La piscia della Befana, o la biografia di Giacomo curata da Pietro Citati (che consiglio vivamente).
Recanati è anche la città di Beniamino Gigli e una visita al bel teatro che il conte Monaldo fece costruire a metà Ottocento - nel quale il celebre tenore cantò per buona parte della sua vita - è necessaria. 
Quando a sera lasciavo il borgo, la luna era splendida nel cielo, nonostante le luci di città ne mortifichino la bellezza, e ti fai una chiara idea di come la dovesse vedere lui, che fa della luna la protagonista di tantissimi versi.

Recanati accoglie migliaia di visitatori ogni anno, con numeri che sono diventati importanti dopo il film di Mario Martone, Il giovane favoloso, un progetto andato a segno visto che il borgo diventò di lì a poco meta turistica da boom di presenze. La multiforme massa di visitatori si mescola a quella delle gite scolastiche ed è proprio come accompagnatrice di vivaci ragazzini che mi capitò di tornarci quasi una decina di anni fa. Li avevo preparati a dovere e la visita si svolse con tranquillità e una buona dose di curiosità da parte loro. 
Il percorso è breve ma fu allietato da una vivacissima guida, che per una volta non fu la solita signora di mezza età con voce monotona, ma un baldo giovanotto dall'aria intellettual-chic e l'eloquio brillante, che non solo illustrò e descrisse ma intrattenne. Il giovanotto era evidentemente spinto da entusiasmo e serio interesse verso ciò che conosce, e poi l'ottima dialettica mi conquistò a prescindere. Gli chiesi alla fine della visita di consigliarmi qualche buona pubblicazione e lui mi indicò la biografia di Citati, che acquistai poi nel negozio di fronte.
La guida è Francesco, da anni fra i miei contatti su Facebook, musicista oltre che fine conoscitore di Leopardi. Di tanto in tanto, Francesco delizia i suoi amici con gustosissime descrizioni di grotteschi visitatori di Casa Leopardi, che non fatico a definire "imperdibili". Francesco ti insegna che Recanati è anche questo: ciò che anima le sue strade potrebbe essere materia di costruzione di personaggi da farsa, che moltissimi si improvvisano in arzigogolati tentativi di apparire colti e invece finiscono con l'essere ridicoli, che l'Italia è anche questo. Gustatevi questo suo racconto di quegli anni e saprete di cosa parlo. Con un sorriso, su il sipario.

.....

Il caos, sotto forma di femmina di razza bianca di circa quarant’anni, si presenta di buon mattino e si
informa sugli orari, le possibilità, i costi. Il caos è mefitico e teatralmente antipatico nel presentarsi inavvertito, facendo “caos” per l’appunto. Io sono un operatore museale maschio, di razza pallida, peloso, pelato, miope, dotato di pazienza, senso civico, fatalismo, acribia. Oggi sono in modalità “ci siamo quasi”. L’arrivo del tanto agognato caldo, di agosto, delle ferie che agosto esplicita, del “battuto” fine-fine di cipolle e ascelle, del frusciare aprico di vesti bianche, del claudicar di zoccoli e ciabatte, mi dice che siamo “quasi” all’apice dell’orgasmo collettivo chiamato estate. Il mio “quasi” personale è legato all’essere giunto all’ultima mattina che precede il mio giorno di libertà.
Celebro, con intima esultanza, l’esser tornato per un istante il “garzoncello scherzoso” di leopardiana memoria. Circonfuso di aspettativa, insufflato di speranza, punteggiato di misericordia, gongolo –con stile- mentre avvio con bonomia la visita. 
Il pubblico, empatico al sentire della guida, risponde con trasporto ai feromoni di allegrezza piena che rilascio. È strano come cambi la percezione del morale una visita, a seconda del giorno o dell’orario di ingresso. Siamo tutti rilassati: i turisti, che si godono questo tempo sospeso fra un rimbrotto del coniuge:
“Ti ‘go dito de parcheggiaa’ meglio che te fan’ a multa!!” e un capriccio del bambino “Papà, m’avevi detto che ce staveno i leopardi!? Qui è solo pieno de libbri! E statte’zzitto a’ppapà n’attimo che a guida ce spiega come ha fatto a diventa’ gobbo imbibbrioteca!”; io che pregusto già l’idea di riempire le ore a venire di tutte le cose che adoro, di fianco alle persone che amo. 

Questo bucolico quadretto viene annichilito dall’araldo del caos, fin lì silente spettatrice con sguardo trasognato. Siamo in una sala introduttiva, arredata da pezzi d’epoca raccolti da uno zio del Poeta, assieme ad un panciotto del Conte Monaldo, un monetiere, una cassapanca e un separé. Abbelliscono una parete due nature morte. Non attirano mai l’attenzione di nessuno, non perché siano brutte opere, ma perché sono quanto di più prevedibile ed impersonale: fine ‘600/ primi del ‘700, tratto anonimo, soggetti scuri, cornici dorate e ordinarie. La domanda viene posta con voce stentorea e bocca a “culo di gallina”, consonanti acuminate quasi a volermi pungere e vivo desiderio – negli occhi - di cogliermi in fallo e farmi capitolare con ignominia.
Zatanna regina chiatta del caos e del disordine, figlia di Arimane e di una etera : “Di chi sono quei quadri?”
Guida Francesco San in modalità “porgi l’altra guancia” Judo (userò la tua forza e la mia bonomia per farti cadere, convincendoti di essere inciampata da sola): “Di un prozio di Giacomo, era un sacerdote e questa era la sua camera.”
Zatanna disgustata come se avesse appena assaggiato un lecca-lecca gusto guano: “L’autore, intendevo. Non il proprietario.”
Guida Gaetano Bresci vs Bava-Beccaris: “Autore ignoto Signora, fanno parte di un’ampia collezione d’arte della famiglia, molto poco specifica in quanto ad attribuzioni.”
Convinto di aver aggirato l’ostacolo che mi separa dal tranquillo svolgersi della visita, cerco di proseguire. Invano. Il caos è caos perché non tiene conto di: logica, sesso, razza, religione; è democratico e crudele, anti statistico e pandemico, sussultorio e ondulatorio. Incrina le tue temporanee certezze come un uragano, è monsonico e liminale. È un volo di rondini che cagano come piccioni.
Zatanna, ricettacolo di nefandezze e turpitudini: “Secondo me è Goghe’, non credo di sbagliarmi. Lei ce lo vede Goghein?”

Lei è matta. Io un povero stronzo sfortunato, sottoposto a questa ordalia. Evoco dai recessi della mia memoria immagini delle opere di Gauguin e trovo diafane figure dalla pelle scura, seni puntuti e solare lascivia fra le palme. Atolli e monokini, pittori ribelli e turismo sessuale. Era un impressionista, ha dipinto qualche natura morta – ricordo un “Vaso di fiori”- ma non c’entra nulla con quei quadri. Niet. Nisba. Sto per desistere, soccombente all’altrui follia, atterrito dal panico e dalla crudele insensatezza della donna che ho di fronte. Pencolo in stallo, dondolando su un precipizio aperto sul solido nulla fino a ricordare di essere a casa del genio della speranza. Risorgo, assaporando il profumo di libertà e di potenziale, il lussureggiante scenario di eventualità liete ostacolato da questa stronza. Sono Daitarn con le illusioni al posto dell’energia solare.
Guida M. Night Shyamalan: “Lei ci vede Gauguin? Può darsi ma non lo chieda a me, vedo e sento cose che non ci sono da quando avevo otto anni.”
Qualcuno del gruppo ride, qualcuno mi guarda accigliato, cercano di capire chi fra noi due sia quello instabile. Se vuoi contrastare la follia devi prenderla in contropiede.
Zatanna incerta: “Quindi Goghe’, c’è o non c’è?”
Guida John Constantine illusionista della truffa: “Potrebbe esserci, oppure no, come preferisce Lei. Giacomo sosteneva che l’importante è mantenere intatta la capacità di illuderci, solo questo può salvarci da “l’apparir del vero”. Io, per esempio, in questo momento credo che Lei non esista e questo mi fa stare molto bene.”
Il resto della visita scorre via in ordinaria tranquillità, con Zatanna che, silenziosa, si guarda attorno, fra le occhiate incredule dei presenti -viventi che osservano una loro simile - convinta d’essere un’illusione. È sabato, qui dove il sabato ha un sapore struggente di aspettative uniche e di illusioni palpabili, è un arcano che non può essere spezzato se hai al tuo fianco Giacomo. Io e Lui, in quanto a fuffa, insieme siamo imbattibili.
Il mago si congeda, buona speranza a tutti.
Francesco F. 
😄

Cosa avete visitato in particolare negli ultimi anni? Vi siete mai imbattuti in questi grotteschi figuri fra le masse di turisti? 

22 commenti:

  1. Amo molto Recanati, ci sono stata più volte, anche quest'estate, perché spesso trascorro parte delle vacanze estive a Sirolo. E' un borgo incantevole e quest'anno ho visitato anche l'orto dell'infinito, patrimonio dei Fai, casa Leopardi l'avevo già visitata in passato, cosi come la salita alla torre del passero solitario. Lì non mi è capitato di incontrare una massa di turisti fastidiosa, fenomeno forse più agostano, ma altrove sì. Cerco di scansarli tutto qui. Sandra

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    1. Anch'io sono stata sul colle dell'Infinito, quanta bellezza. In una delle gite scolastiche ho recitato la poesia dinanzi alla scolaresca, invitando prima tutti a guardare verso l'orizzonte. Fu un omaggio molto toccante al poeta e uno dei miei ricordi più significativi della mia professione. Grazie per essere passata, Sandra. :)

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  2. Ho frequentato l'Università di Ancona e quando tornavo a Pescara se l'esame era andato bene mi fermavo nei luoghi che hanno ispirato il Poeta.
    Il panorama sul Monte Tabor è magnifico (L'Infinito). La Casa di Teresa Fattorino (A Silvia), La Chiesa di S. Agostino (Torre del Passero Solitario).
    Purtroppo Leopardi strada facendo è stato inghiottito dal nichilismo.
    Andavo a Recanati come un innamorato e sfuggivo la massa dei turisti fastidiosa.

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    1. Recanati conserva ancora adesso l'aspetto di borgo riservato a un turismo più di nicchia, ma accade solo in momenti dell'anno meno appetibili per il clima, come l'autunno inoltrato e l'inverno. Per il resto, è proprio come racconta Francesco nel suo colorito dossier. :)

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  3. Di recente sono stato a un altro posto a te caro, Spoleto. Devo dire che in questo tipo di paesini (Spoleto, ma pure Urbino, Montepulciano, Città della Pieve, etc.) il turista medio è sempre posato. Il tipo cafone lo si trova più nei musei e nelle piazze delle grandi città tipo Parigi o Barcellona.

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    1. Sì, infatti per fortuna restano luoghi fuori dai soliti flussi. Ci sono però alcuni periodi dell'anno, e in particolare agosto (mese che letteralmente detesto, per il caldo e per il soffocante andare delle folle in ogni dove), in cui alcuni luoghi particolari vengono ahimè raggiunti da questo fastidioso fenomeno. Casa Leopardi, a detta del mio amico/guida, è meta affollatissima in alcune settimane dell'anno. A proposito di questa massa in movimento, ho notato al Louvre questa estate che la maggior parte delle persone passa dinanzi alle opere senza soffermarsi, solo con rapida occhiata, espressione distratta. Mi domando quindi quanto poi effettivamente resti di questi "trasferimenti" nei poli museali di tutto il mondo. Io sono tipo da guardare TUTTO, leggere TUTTO, soffermarmi a raccogliere quanto mi trasmette quella determinata opera, luogo. Stamattina ho accompagnato una classe a Cerveteri, nella bellissima necropoli della Banditaccia. Mi sono letteralmente immersa in quel luogo fuori dal tempo, straordinario.

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  4. Sono stata a Recanati una sola volta in gita scolastica alle superiori, ne conservo un bellissimo ricordo, mi è rimasta impressa l’atmosfera della casa di Leopardi, per me il poeta più amato di sempre. Mi piacerebbe tornarci prima o poi…

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    1. Riscoprirla in età matura è una cosa che ti straconsiglio di fare. Con la tua sensibilità saprai cogliere nuovi dettagli, tutta la sua bellezza. Tipico luogo oltretutto per un bel fine settimana autunnale.

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  5. Purtroppo non sono mai stata a Recanati e a leggere il tuo post mi è venuta voglia di volare fin lì. Visitai un po’ di anni fa la casa di Keats e Shelly a Piazza di Spagna, ma se pur emozionante come esperienza, non credo che possa dare le stesse emozioni della casa del Leopardi.

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    1. Guarda, io abito vicino Roma dal lontano '97 e non ho mai visto la casa di Keats a Piazza di Spagna, pensa un po'. :) Ma ne sono felice, in età matura si apprezza assai meglio tutto.

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  6. Il turismo di massa è un grande problema di cui non è facile trovare la soluzione. Anch'io non sono mai stato a Recanati, ma ogni estate vedo il turismo di massa nella mia regione in Liguria alle 5 Terre con migliaia e migliaia di persone che da giugno sino a settembre invadono paesini che, al massimo, hanno un centinaio di persone residenti con tutto quello che consegue.

    Pensa che il Presidente del Parco delle 5 Terre qualche anno fa in una conferenza disse che nel solo periodo che va da giugno a settembre da quelle parti devono smaltire oltre 6 milioni di bottiglie di plastica (!)...quelli sono paesini non città grandi che hanno la possibilità di smaltire tutta quella plastica.

    Di figuri strani fra i gruppi vacanzieri ne ho visti sempre molti e ognuno ha una sua stravaganza particolare. A Genova in centro storico sino a poco tempo fa girava un carretto di stile medioevale con una persona vestita come all'epoca che spiega come i genovesi hanno creato il pesto. Ma quell'uomo tutto sommato poteva andar bene vista l'occasione.

    Un salutone e alla prossima

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    1. So che al Parco delle Cinque Terre hanno imposto quest'anno il "senso unico alternato" per il sentiero degli innamorati, mi pare il minimo vista la fragilità del territorio. Che pena l'immondizia che lascia la massa dei viaggiatori. È in ogni caso un danno, col solo vantaggio economico dell'acquisto, della frequenza di alberghi e ristoranti e luoghi di interesse. La nostra Italia è fragilissima e gestita in maniera purtroppo pessima.

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  7. Quando sono finalmente andato a Recanati, un po' di anni fa (mi mancava) ne sono uscito con molte ispirazioni, con un amore rinnovato e riscoperto per Leopardi, e con un reportage fotografico :-)

    https://lineadorizzonte.wordpress.com/2020/09/03/natio-borgo-selvaggio/

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    1. Un articolo che andrò a recuperare. Grazie per averlo postato! :)

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  8. Permítanme decir que el turismo en masa, debe ser correctamente gestionado, y atendido con comedimiento, y también amado. Todos somos turistas, o podemos serlo. Las ciudades de Madrid, Barcelona, Londres, o Paris, absorben masas de turistas diariamente son problema alguno. Ahora bien, si pones a cien mil personas en dos días en la paradisíaca isla de Capri, cierto que hay un problema. La solución es dosificar, proteger, acondicionar, el sitio donde estamos, y amar a los turistas que vienen. Es un pequeño resumen, de cómo hacer bien las cosas. Un abrazo.

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    1. Estoy completamente de acuerdo contigo. El turismo es un fenómeno positivo y debemos esperar que nunca falle. Hay países capaces de gestionarlo, otros mucho menos. Estuve en París el pasado mes de julio, la multitud en el Louvre era enorme, pero con el tiempo el museo se ha ido dotando de rutas que permiten a los turistas admirar las obras de arte sin sufrir demasiado. Lo mismo ocurre en el Museo de Orsay. En Italia se puede ver una excelente forma de gestionar en el Museo Egipcio de Turín, donde se mira todo sin estresarse. Aquí hacemos lo que usted escribió: Capri invadida por turistas, museos abarrotados y daños al patrimonio. O lugares como el que vi esta mañana, la necrópolis de Cerveteri, uno de los lugares más importantes de todo el mundo antiguo, completamente vacío de turistas, sin lugar para comer ni librería. Prácticamente abandonado. Espero que la traducción sea buena! :)

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  9. Io sono andata a Recanati per la prima volta lo scorso anno e in questo ci sono tornata: ne sono rimasta affascinata la prima volta e la seconda ancora di più. Ho amato la casa di Leopardi, le stanze dove studiava, lo scrittoio, la finestra che si affaccia sulla piazzetta, il letto in cui dormiva, il giardino interno in cui giocava con il fratello... Che suggestione: mi sembrava di vederlo in ognuno di questi posti, intento ora a scrivere, ora a studiare ora a correre... Ho amato al liceo Leopardi, lui è uno dei pochissimi di cui adoro le poesie: visitare la sua città, camminare lungo i vicoli che lui conosceva è stato davvero emozionante. Peccato solo che quella prima volta in cui siamo andati, il tuo amico Francesco non era presente: mi sarebbe piaciuto seguire il tour sotto la sua divertente guida.

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    1. Beccare Francesco a quanto pare è diventato difficile, ci ha provato anche Tania qualche mese fa. :) Mi fa piacere che tu ci sia stata ben due volte negli ultimi anni. Segno che questo luogo ti ha donato le stesse emozioni. Anch'io ho vissuto quelle stanze quasi commuovendomi al pensiero di quelle vite. Hai visto il film di Martone? Perché è un capolavoro (e se penso di aver cenato alla stessa sua tavola lo scorso marzo a Milano quando andammo a vedere il Romeo e Giulietta con Gheghi... wow).

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  10. Non ho mai visitato Recanati, ci sono passata vicino andando/tornando dai luoghi di villeggiatura, ma essendo vicino alla costa il richiamo del mare è troppo forte. E non so perché non è stato considerato per le gite scolastiche, in genere si restava al nord, da Trieste a Milano, luoghi storici che ne sono tantissimi. Per altro, vivo a pochi minuti della casa del Petrarca, ma ricordo più gli esterni (borghetto immerso nella pace silenziosa dei Colli Euganei) che i suoi interni.
    In quanto alle orde di turisti, in centro a Padova sono abbastanza ordinati, anche perché gli ingressi ai principali musei sono contingentati ad orario, sia sull'onda della pandemia sia per l'ambientazione climatica (nella Cappella degli Scrovegni c'è un particolare sistema per ripulire l'aria e salvaguardare gli affreschi). Il peggio è ahimè a Venezia, che nei periodi di maggior affluenza diventa invivibile proprio, per i residenti (e come capoluogo di regione, alcuni servizi al cittadino sono proprio lì anche per me). Stanno rimandando continuamente l'introduzione del ticket per il solo ingresso in città, anche in giornata, senza soggiornare, con la sola esclusione appunto dei residenti in regione. Ma non credo sarà la soluzione: se decidi di vivere di turismo, non puoi lamentarti dei turisti, devi migliorare i servizi.
    Mi ha fatto sorridere il racconto di Francesco, con quel "Ti ‘go dito de parcheggiaa’ meglio che te fan’ a multa!!" (dialetto veneto occidentale, perché quello veneziano usa il "te go dito", non il "ti", sfumature ;) ) L'universo è entropico, il caos regna sovrano. Noi informatici lo incontriamo ogni giorno, al telefono, in sala macchine, al caffè, tra gli amici, ignari del caos che portano in sé. "Ah io non mi iscrivo alla camminata, con la mia mail, che poi non voglio Facebook, Google e tutte quelle cose là, che poi mi rubano i dati... ma tu non usi WhatsApp?!"

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    1. Ho un bel ricordo della casa del Petrarca e del borgo di Arquà. Sono passati ventuno anni, sembra incredibile. Eravamo in zona Colli Euganei per le terme di Abano ed era ottobre. Ero precaria di scuola, quindi non lavoravo, ricevetti messaggio su segreteria telefonica proprio in quei giorni, controllammo dall'isola di Murano a Venezia e poi dovetti ripartire per prendere una supplenza importante.
      Invece non ho ancora mai visto la Cappella degli Scrovegni, ma intendo recuperare in Veneto anche le ville del Palladio e tanto altro.
      Venezia è una città martirizzata dal turismo e non ho l'impressione che i veneziani vogliano proteggerla, anzi. A momenti rischia una specie di "commissariamento" dall'Unesco, il che è abbastanza grave. Il solo fatto che fino a poco tempo fa si avvicinassero alla città quegli orribili mostri del mare che sono le crociere di massa... mette i brividi e anche tanta rabbia.

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  11. Quando penso a Recanati, che non ho mai visitato, penso subito a Leopardi e in particolare al passero solitario, una canzone libera in cui il Poeta, che ho sempre amato, si rivolge a un suo alter ego, il passero. Ho sempre fantasticato su questo componimento immaginando Leopardi triste e chiuso in casa, schivo, isolato (e infatti la poesia parla di solitudine) e immaginando come quel passero viaggiasse tra i vicoli di Recanati vivendo la vita che lui non stava vivendo. Francesco ha una vena poetica notevole infarcita di una splendida ironia. Ho incontrato tante Zatanna e devo dire che la sua ha incassato alla grande. La cosa più bella è l'ignoranza o, se preferisci, l'inconsapevolezza. Un abbraccio

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    1. Io ho lasciato Il passero solitario un po' ai margini, e invece mi sono lasciata conquistare dalla sensazione che mi diede il colle e la luna, che vedemmo al ritorno ad Ancona. Ma in generale tutto il borgo è davvero meraviglioso e ben tenuto. Oltretutto anche sede di importanti Studi Leopardiani, con studenti e ricercatori che arrivano da ogni dove.

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