mercoledì 4 aprile 2018

La noia (un "jet lag" tutto primaverile)

Sono appena tornata dalla Calabria da quattro giorni intensi, come lo sono sempre quelli che trascorri rivedendo la famiglia e i luoghi dove si è nati e cresciuti. 
Le vacanze pasquali in Calabria hanno un leit motiv che va dall'affondare nel divano di mia madre guardando assieme a lei programmi televisivi che non guarderesti mai a casa tua, al passeggiare avanti e indietro sul lungomare che si affaccia su un pezzetto di Tirreno che in giorni primaverili assume colori diversi e un variare di onde, fino ai pantagruelici pranzi in cui il palato di riabitua festoso ai gusti di una cucina che sanno tener viva solo le donne della generazione precedente. 
La Pasqua finisce con l'essere bella, breve e intensa, troppo breve per chi si ritrova catapultata in giorni scolastici in cui attendono le famigerate Prove Invalsi per la prima volta on line. 
Ho scritto proveinvalsi? Sciò, non voglio pensarci almeno oggi, adesso, qui. 
Tornare dalla Calabria dalle vacanze pasquali significa:
sette ore di coda in autostrada e poi farsi una ragione al fatto che fino all'estate non ci sono ulteriori vacanze se non qualche festività qua e là;
- una montagna di impegni di chiusura anno scolastico e relativi esami, con l'aggravio di una serie di novità che fanno di noi prof un popolo di disorientati professionisti della scuola italiana; 
- convincersi che bisogna iniziare la dieta detox e andare in palestra puntualmente;
- scrivere due copioni entro luglio;
- occuparsi della messa in scena di Peter Pan per giugno.

Una bella serie di impegni improrogabili e buoni propositi, a quali durante i giorni in Calabria pensi con impeto futurista ("farò! non vedo l'ora! scansatevi, arrivo io!") e che poi diventano un nugolo di cose da fare cui guardi fra il terrorizzato e il vago. 
Oggi sono tornata in palestra, sì, prima di andare al lavoro come ogni mercoledì, ma per tutta la mattina ho ciondolato in cattedra in preda a un sonno invincibile. I ragazzi ovviamente non erano preparati per un'interrogazione, quindi giù a correggere i compiti di grammatica e letteratura, mentre in uno stato di confusione mentale non ricordi se "piacere" è un verbo intransitivo (!)
Ferma al semaforo di ritorno da scuola, ho avuto la certezza che non si trattasse solo di comune stanchezza stagionale, ma anche di... noia
La noia è qualcosa di terribile per me. 😣
Rifiuto categoricamente ogni felice definizione che la vedrebbe un'opportunità di rigenerazione. 
Sia chiaro, non credo neppure si tratti di ciò che pensava Schopenhauer ("la vita è un pendolo che oscilla fra il dolore e la noia") o Tommaseo ("fra il piacere e il dolore c'è sempre un vuoto che si chiama noia"). 
Piuttosto mi vedrei allineata con Heidegger ("la noia profonda è come nebbia che accomuna tutte le cose in una strana indifferenza") e Groucho Marx ("non mi ero mai reso conto di quanto fosse noiosa la mia compagnia fino a quando non mi sono trovato seduto da solo").
È tipico della primavera. La noia è quel punto di incontro fra le due stagioni in cui sei divisa fra ciò che è stato e quello che deve essere di lì a poco, e in quel segmento sei risucchiata dagli odori e dai tepori di aprile... e hai voglia di dormire
Non resta che fare proprio il pensiero di Dorothy Parker
La cura per la noia è la curiosità. Per la curiosità non c'è cura. 

Cos'è per voi la noia? 

22 commenti:

  1. La noia è quando ogni cosa sembra inutile. Per me è molto pericolosa perché ogni volta rischio di passare all'apatia e poi alla depressione.

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    1. Idem. L'importante è risvegliarsi dal torpore in tempo utile.

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  2. La Primavera è insidiosa, il cambiamento dell'orario e le giornate più lunghe con l'inevitabile surplus di lavoro ci mettono a dura prova, provocando un sonno invincibile. Io la cosiddetta noia la combatto con la scrittura e la lettura, due rimedi che la cacciano via subito. Condivido il pensiero di Dorothy Parker: la curiosità è un'ottima compagna ;)

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    1. Anch'io cerco di darmi alle attività che mi piacciono maggiormente. Il punto è che in questo periodo letteralmente mi addormento sul libro che leggo.

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  3. La noia non mi appartiene. Se ne dovessi dare una definizione, però, sarebbe trovarsi in compagnia di persone con cui non hai nulla in comune, e provare la sensazione di perdere tempo prezioso nonché l'irresistibile bisogno di fuggire.

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    1. Anche questa ne è una definizione rispettabilissima, in effetti.

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  4. La noia è quando vorrei tanto fare ciò che mi sta a cuore e invece mille impicci si mettono nel mezzo e me lo rendono impossibile.

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    1. Sììì, anche questa sensazione mi appartiene. "Voglia di lavorare, saltami addosso" era il leit motiv di questa mattina, per fare un esempio.

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  5. Mi annoio ogni volta che, per lavoro o obblighi sociali, faccio qualcosa che non mi piace.
    Inoltre per me "La noia" è un romanzo di Alberto Moravia che ho da una vita nella libreria di casa ma non ho mai letto.

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    1. Avevo pensato di fare un excursus proprio all'interno di opere che avevano la noia per titolo e per principio, ma la noia mi ha impedito di fare un post serio a riguardo.

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  6. Una bella domandona!
    Secondo me la noia è quello stato d'animo che si sperimenta quando non riusciamo a godere della bellezza di ciò che ci circonda in un determinato momento. Per meglio dire, si tratta di quel sentimento che sentiamo crescere in noi quando siamo in balia della nostra mente, la quale continua a oscillare tra il passato e il futuro, senza riuscire a fermarsi nel presente. Così facendo ogni cosa appare insulsa e non meritevole di essere vissuta. Ci si agita come farfalle che, accecate dalla luce, non vedendo e non capendo dove si trovano, sbattono di continuo contro il vetro di una finestra. La noia, per me, rappresenta il non riuscire a stare nel qui e ora. La curiosità è senza dubbio salutare e consente di togliersi da questo brutto impiccio perché, nel momento in cui avverti curiosità verso qualcosa o qualcuno, sei costretto a fare i conti con il presente. Ma prima deve accadere qualcosa di diverso e cioè devi aver già deciso di smettere di agitarti e di volerti con-centrare su te stesso così come sei in quel momento.

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    1. Quanto è bello questo commento. A parte che mi hai ricordato un passaggio di Virginia Woolf, riferito alla falena che è destinata a bruciarsi sbattendo contro una finestra dalla quale non può uscire... sublime metafora di vita. Sto cercando di armarmi di curiosità, perché è il mio stendardo per altro, e ne ho familiarità. Ma la spossatezza mi induce alla noia, così è un circolo vizioso. Passerà. :)

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  7. Mi sembri in gran forma, invece! Racconto molto vivace e ...per niente noioso!:-)
    p.s.
    Aggiungo al tuo inventario di massime sulla noia quella contenuta in una delle Operette morali di Leopardi ( Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare ):

    "A me pare che la noia sia della natura dell’aria: la quale riempie tutti gli spazi interposti alle altre cose materiali, e tutti i vani contenuti in ciascuna di loro; e donde un corpo si parte, e altro non gli sottentra, quivi ella succede immediatamente. Così tutti gl’intervalli della vita umana frapposti ai piaceri e ai dispiaceri, sono occupati dalla noia. E però, come nel mondo materiale, secondo i Peripatetici, non si dà vòto alcuno; così nella vita nostra non si dà vòto; se non quando la mente per qualsivoglia causa intermette l’uso del pensiero. Per tutto il resto del tempo, l’animo considerato anche in se proprio e come disgiunto dal corpo, si trova contenere qualche passione; come quello a cui l’essere vacuo da ogni piacere e dispiacere, importa essere pieno di noia; la quale anco è passione, non altrimenti che il dolore e il diletto."

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    1. Ah, Leopardi, sommo maestro, ne conosceva le caratteristiche.
      Ecco, se mi immagino nei suoi panni, immersa in quel borgo natio, la mente succube dei pensieri, il corpo che non risponde... ne ho un quadro perfetto. Grazie per la citazione.

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  8. Ho letto tutto d'un fiato il tuo pezzo autobiografico e sai perché?Sono in perfetta sintonia con te anche questa volta, soffro di jat/lag primaverile sicuramente!Certo,io sono un'insegnante in pensione ho un numero,molto inferiore al tuo,di impegni improrogabili....ma in questo periodo sto provando anch'io la noia...e per me nioa è sinonimo di pigrizia. .. Io, che trovo sempre mille cose gratificanti da fare e le faccio.... (spaziando dalle attività culturali a quelle manuali e pratiche, alle relazioni umane...etc.etc) in questo periodo devo sforzarmi per riuscire a fare il minimo indispensabile nella quotidianità. ..Certo quest'anno il tempo meteorologico non ci è stato favorevole ed io sono anche un po' meteopatica!!!😦 Ci passerà....e, poi "volere è potere!😉😊

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    1. Carissima, bello leggerti qui.
      Dici bene, sconfina anche per me nella pigrizia. In questo momento per altro fuori furoreggia un temporale che mi induce a cullarmi nella noia più dolce. Può esserlo? Forse solo se immersa nella speranza che sia un sentimento passeggero e che molte cose belle attendono.

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  9. La noia (da non confondere con la stanchezza) è quando ho troppe cose da fare, tutte interessanti, e sono costretta a star seduta su una sedia a far finta di ascoltare una persona che si lamenta, si lamenta, si lamenta ma già sai che non accetta consigli perché lo sport di lamentarsi è molto più facile dello sport di prendere decisioni e cambiare ciò di cui va lamentandosi. E tutto il tempo penso: pensa se fossi a casa a leggere o meglio a scrivere... :)

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    1. ...lo sport di lamentarsi è molto più facile dello sport di prendere decisioni e cambiare ciò di cui va lamentandosi.
      Ahi, quanta familiarità ho con questa osservazione. E mi fermo qui. Rischierei di sconfinare in uno degli aspetti predominanti del mio ambito lavorativo.

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  10. Giusta chiosa. Da bambina-ragazzina mi annoiavo molto, perché facevo vita solitaria e non avevo la parola finale sulla gestione del mio tempo, ma ho smesso di annoiarmi con l'età adulta, e non per i maggiori impegni. Se davvero la noia è la culla della creatività, come molti dicono, spero di essermi già cullata a sufficienza... ;)

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    1. Una definizione possibile potrebbe essere "battuta d'arresto".
      La mia noia di quest'anno è infarcita di spossatezza e mal di testa lieve ma persistente. Quanto durerà? Importante è che passi.

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  11. Mi piace molto la definizione di Tommaseo, ammetto che la noia è uno stato che mi é appartenuto molto di più durante l'adolescenza, quando i tempi vuoti dalla scuola mi lasciavano tanto tempo per sognare. I miei desideri oscillavano tra desideri irrealizzabili di vacanze amene e desolante realtà in cui la vacanza era solo il vuoto del mio tempo libero. Ma devo ringraziare quella noia di allora perché mi ha avvicinato alla scrittura, oltre che a leggere tantissimi libri. Oggi rimpiango un po' la noia di allora, perché il tempo vuoto per me non esiste più, c'è sempre qualcosa da fare, ogni tanto vorrei annoiarmi. Quindi volendo rispondere alla tua domanda potrei affermare che la noia è uno stato di grazia che dura poco.

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    1. Sembra la descrizione della mia adolescenza. Avrei potuto scrivere le tue esatte parole. Anch'io ringrazio la noia di un tempo, perché di fatto era un tempo vuoto di azioni che mi ha portato a leggere moltissimo, a scrivere, a disegnare. Insomma, una "noia creativa".

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