Gran finale dei tre post dedicati alla mia nuova associazione culturale: la scelta dell'Albero della vita come simbolo di questa esperienza in fieri.
Scelta ambiziosa, apparentemente, giacché è noto il significato esoterico di questo albero. Nucleo della simbologia celtica, della Cabala, di quella cristiana, di culture di tutto il mondo, questo prezioso albero è una sorta di archetipo trasversalmente e universalmente valido per il suo aspetto possente, la sua bellezza, i numerosi significati e rimandi.
Una sorta di creatura traboccante vitalità e forza, non è difficile comprendere perché sia diventato il nucleo simbolico per eccellenza. Vediamo alcuni suoi significati.
Nella cultura celtico-gaelica, l'Albero della vita - Crann Bethadh - ha una struttura labirintica ed è racchiuso in un cerchio. La tradizione è antichissima, l'Albero è una rappresentazione del "mondo dello spirito" e della ricerca spirituale comune a tutti gli esseri umani. L'intrecciarsi di rami e radici è il cammino che ogni umano compie, mai lineare, spesso casuale, irto di difficoltà. In tal senso, diventa anche un simbolo di conoscenza.
Molto diffuso come amuleto, oggi è un simbolo di forza e saggezza, oltre che di longevità. Il suo rigenerarsi attraverso le stagioni rappresenta il ciclico svolgersi della vita.
Nella Cabala - il nucleo mistico della Bibbia ebraica - l'Albero della vita ha una struttura complessa, non ha neppure l'aspetto di un albero, a dirla tutta. Più propriamente è una "struttura ad albero", astratta, che rappresenta attraverso diagramma il Sefirot, l'insieme di dieci entità di cui è composta la Divinità. Queste dieci entità (intelligenza, conoscenza, amore, bellezza, ecc.) costituiscono anche parte integrante dell'esperienza umana.
L'Albero della Cabala non è che un percorso, in salita e in discesa, fra l'umano e il dio creatore; tutti i punti del percorso sono uniti poiché questo continuo vagare non ha una fine e ha come obiettivo il "ritorno al dio". In altre parole, la vita eterna promessa nelle antiche scritture.
Per gli egizi, l'Albero è legato all'acqua ed è simbolo di vita al pari di questa. Si tratta del sicomoro, albero ritenuto sacro a Ra, presente in molte raffigurazioni nelle tombe e in bassorilievi. Nell'Alto e Basso Egitto l'albero era venerato al punto da ritenerlo luogo di nascita degli dei maggiori - Horus ad esempio secondo la tradizione nacque dall'acacia.
In alcune tombe, l'Albero della vita nutre e disseta l'anima del defunto. Non si esclude che molte raffigurazioni dell'Albero rappresentassero la foce del Nilo, donatore di vita e prosperità.
Per molta parte della storia egizia, lo stesso faraone era ritenuto divinità soffusa dello stesso potere del Nilo - pertanto dell'Albero della vita - e in diverse tombe viene difatti raffigurato con il corpo a forma di tronco.
Per quanto riguarda il Cristianesimo, andiamo all'arte e basterà menzionare il magnifico dipinto di Pacino di Buonaguida, conservato alla Galleria dell'Accademia di Firenze.
Databile agli inizi del Trecento, si tratta di un soggetto di matrice francescana, che rappresenta simbolicamente la vita di Cristo e diversi riferimenti all'Antico Testamento. L'Albero della vita menzionato nella Genesi - più noto come Albero della conoscenza - si dirama negli avvenimenti principali della vita di Cristo e si fonde con la promessa del Paradiso.
Insomma, una sorta di tavola sinottica di tutto lo scibile cristologico. Le immagini che si trovano in rete di questa opera magnifica non ne rendono la bellezza. Ci sono diverse testimonianze a riguardo, ma non facciamo fatica a crederlo, visto che Pacino di Buonaguida era anche un miniaturista.
Per arrivare ai nostri giorni, non possiamo che restare estasiati dinanzi all'Albero della vita di Gustav Klimt, un mosaico di marmi, corallo, pietre dure e maioliche.
Comunemente è nota la parte destra di questa opera, dove campeggia un abbraccio che è preludio del più celebre "bacio" dell'artista, ma si tratta di una composizione magistrale e molto più complessa.
Sulla sinistra, una donna con fattezze esotiche rappresenta "l'attesa", la stessa donna è raffigurata sulla destra stretta in un abbraccio. Al centro, la preziosa rappresentazione dell'Albero della vita, simbolo dell'età dell'oro e del tema della vita come come ciclo fra morte e rinascita.
Parte del fregio di Palazzo Stoclet, conservato a Vienna (Klimt, 1905) |
Mi fermo, è stato solo un piccolo "assaggio" dei molteplici significati di questa icona senza tempo.
L'Albero della vita per me non è solo un nuovo inizio, ma rappresenta tutto ciò che questa mia aggregazione intende diventare col tempo. Un luogo di delizie, si potrebbe dire, senza alcuna modestia, perché il mio progetto è ambizioso e non ammette mancanza di coraggio.
Un luogo dell'anima, un luogo nel mondo in cui si possa trovare l'opportunità di esprimere se stessi e scoprire angoli di sé ancora nascosti e forse inimmaginabili.
Per rendervi partecipi di queste riflessioni, descrivete se vi va qual è il vostro "luogo dell'anima", se ne avete uno. Grazie per avermi accompagnata in questo "viaggio" nel mio progetto.
Ciao Luz.
RispondiEliminaIl mio non è proprio un luogo fisico. È più che altro un luogo interiore che raggiungo alla sera quando mi corico e ci sono buio e silenzio.
È il posto dove la mia mente vaga in assoluta libertà senza i paletti che una giornata piena di tutto, dalla luce al rumore al traffico.
È un luogo metaforico che frequento da sola ma in compagnia di me stessa.
Complimenti per i post! Molto interessanti e un grande augurio per la tua iniziativa
Grazie, Patricia.
EliminaSul tuo particolare "luogo", posso capirti benissimo. Accade soprattutto quando siamo particolarmente in pace con noi stessi.
Bellissimo post illustrato da meravigliose opere d'arte che in parte già conoscevo e apprezzavo.
RispondiEliminaIl mio luogo dell'anima inteso come luogo fisico esistente è sicuramente la città di Montecatini. Come luogo ideale, beh, va bene qualunque strada alberata in cui posso avventurarmi con la mia bici senza aver paura delle automobili.
Capita di visitare un particolare luogo e restarne ammaliati.
EliminaA me è capitato negli ultimi anni in Toscana e Umbria. La sensazione è quella di "esserci già stati" in senso metaforico, una specie di appartenenza.
Grazie per il tuo apprezzamento.
Bellissimo l'albero della vita di Pacino di Buonaguida, suggestivo quello di Klimt.
RispondiEliminaIl mio luogo dell'anima è il mare. Della natura resta per me l'elemento più affascinante e completo: ha la forza dentro sé, la profondità, l'immensità, accoglie, diverte, incute soggezione, è mutevole pur essendo immortale e ha un suono bellissimo. Mi basta guardarlo e mi si apre un mondo dentro.
Eh sì, il mare possiede questa magia. Ho vissuto la sensazione che descrivi anche in alta montagna, in Trentino. La sontuosa bellezza di quei luoghi ti dà sensazioni molto simili a quelle del mare.
EliminaVero è che il mare almeno io lo vivo dalla riva, vissuto al largo mi provoca il famigerato e terribile "mal di mare" che non auguro al mio peggior nemico. :(
Luana, che meraviglia il tuo nuovo progetto e che splendido post! *__*
RispondiEliminaIl tema de L’Albero della Vita è una delizia già di per sé e tu lo hai trattato con grande sensibilità e profondità.
Tra l’altro, pensa che esiste una disciplina di studi che collega i Tarocchi all’Albero della Vita, la Tarologia. In pratica, ciascun arcano trova corrispondenza con le diverse Sephirot… una cosa complessa e molto affascinante.
Rispondendo alla tua domanda su qual è il mio luogo dell’anima ti fornisco più di una risposta: quello fisico si trova ovunque vi sia una distesa d’acqua naturale, che sia un ruscello tra i boschi di montagna, una cascata, un fiume, un lago o il mare, non fa differenza; quello “diversamente fisico”, invece è riposto nei ricordi della prima infanzia; infine, ma non per questo meno importante, esiste un luogo dell’anima che esploro ogni volta che cerco di connettermi con la mia parte più arcaica, cui pervengo attraverso la meditazione.
Ciò che accomuna queste tre dimensioni è la sensazione di sentirmi completamente a mio agio a “casa mia”, appagata, rifocillata e felice.
Un abbraccio enorme e ancora un grandissimo in bocca al lupo per il tuo splendido progetto (di cui spero ci darai presto buone nuove)!
Grazie, Clementina, per la tua bella risposta.
EliminaNon scendo nel merito dei Tarocchi, che tu conosci bene, come ho arguito ultimamente dal tuo blog. Appena avrò tempo, approfondirò.
Mi piace l'idea dell'acqua in ogni sua forma come luogo ideale, io ho avuto sensazioni molto forti molti anni fa a Ninfa, un magnifico parco naturale non lontano da Roma. Un'immersione totale nella bellezza.
I ricordi dell'infanzia... Comprendo. Io ci aggiungo i miei ricordi di prima giovinezza, nella casa dei miei genitori, in questa famiglia allargata che eravamo. Il tempo poi cambia tante cose...
Un abbraccio a te e grazie per l'augurio. :)
Finalmente, divincolandomi tra un impegno e l'altro, riesco ad arrivare anche qui. Puff, pant e ancora puff!
RispondiEliminaL'albero della vita con cui ho più dimestichezza è il nordico Yggdrasil. Forse può interessarti conoscerlo. Questo link https://i.pinimg.com/originals/a5/89/4e/a5894e5ff030dafbe578f94f8eb93d18.jpg
rimanda a una bella immagine che ne mostra la struttura, con la Terra (Midgard) a fare da linea mediana tra i quattro mondi superiori e i quattro mondi inferiori. Nove mondi in tutto.
Interessante la tua domanda sul luogo dell'anima. Mi limito però a dire che la mia risposta si avvicina molto a quella di Clementina.
Di nuovo tanti auguri per il tuo progetto :-))
Bello l'Albero del link che hai postato. Nella mia fugace ricerca in rete non mi sono imbattuta in questo Albero, mi sarebbe piaciuto menzionarlo.
EliminaGrazie, Ivano.
Splendido l'albero della vita di Pacino di Buonaguida, non lo conoscevo proprio. Conoscevo bensì l'albero di Jesse inteso come genealogia del Salvatore che campeggia in molte vetrate di cattedrali. L'albero è un essere vivente, una "persona", un simbolo magico, ed è dappertutto, persino nei luoghi più impervi e desertici, come un compagno dell'uomo.
RispondiEliminaIl mio luogo dell'anima è quando c'è il silenzio attorno a me, e dentro di me, condizione sempre più rara. In generale è il silenzio della notte.
Sì, quell'opera è magistrale, direi impressionante.
EliminaL'albero torna in tanta mitologia, ma è talmente un archetipo conosciuto che se si fa attenzione torna in ogni racconto, romanzo, esperienza. Questo ci rivela ancora meglio cosa rappresenti questo "patrimonio naturale".
Se penso alle devastazioni della passata estate...
Il silenzio della notte piace molto anche a me. :)
L'albero della vita, come luogo dell'anima, mi va benissimo, soprattutto nella sua versione celtico-gaelica. Ho la fortuna di avere di fronte alle finestre del piano superiore di casa mia un albero di kaki gigantesco, intrecciato con un fico, una vite e un ulivo, e mi perdo quotidianamente a contemplarlo... ma lo faccio anche con gli altri alberi. Sono creature magnifiche. Non riesco a immaginare un logo più bello per la tua associazione. :)
RispondiEliminaNon c'è altra definizione migliore... "creature" è quella giusta.
EliminaMi piacerebbe vedere il tuo albero, trova un modo per raccontarne, dai. :)
Chissà... le cose che mi sono più care spuntano sempre in quello che scrivo, prima o poi. :)
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