mercoledì 22 settembre 2021

Il caffè di Luz e Marina: i sette vizi capitali... la superbia

LUZ
  Cara Marina, l'estate sta finendo, ma non voglio cantare la canzone dei Righeira. Per me è un sollievo, un'estate sotto molti aspetti da dimenticare. Torniamo ai nostri caffè, dunque, vorrei proporti un bel "viaggio" immaginario, attraverso... rullo di tamburi... i Sette vizi capitali! Che ne pensi? 

MARINA  Tu mi “vizi” con le tue nuove idee, cara Luana! La battuta m’è venuta spontanea, ma davvero questo argomento mi stuzzica non poco. I sette vizi capitali, uhm... Lo sai che fino a qualche anno fa, con i miei figli, facevamo un gioco, durante le discese in Sicilia in macchina? Ci sfidavamo a scoprire chi aveva più memoria in ordine a determinate categorie numerate: i sette nani, i sette colli di Roma, i sette re di Roma, le dodici tribù d’Israele, i dodici apostoli e, appunto, i sette vizi capitali (famiglia anomala, lo so!).
Dimenticavamo sempre un nome per ogni categoria e dei vizi capitali la lussuria scappava sempre.
Insomma, archiviate le vacanze (belle, ma dimesse, per quanto mi riguarda) vediamo dove ci porterà questo viaggio insieme. Dunque vogliamo partire dal primo della lista, la Superbia?

LUZ  Sì, andiamo per ordine. La definizione che trovo in rete: la superbia è la radicata convinzione della propria superiorità, reale o presunta, che si traduce in atteggiamento di altezzoso distacco o anche di ostentato disprezzo verso gli altri. Brrrr. Detta così, a bruciapelo, sembra una descrizione che non mi calza per nulla. Sarei tentata di dirti "quando mai mi sono sentita superiore, quando ho avuto un atteggiamento di altezzoso distacco, ecc.?". 
I nostri caffè però sono del tutto sinceri, sono chiacchiere oneste, quindi dobbiamo cercare di raccontarci senza se e senza ma. Allora, bando alle ciance. Ci sono cose, circostanze, persone, verso cui sentiamo di essere "superiori", verso cui assumiamo un atteggiamento di distacco, e addirittura proviamo un sentimento di disprezzo. Secondo me è inevitabile. Sono quasi certa di essere apparsa superba agli occhi di qualcuno, ma è stato più forte di me. Detesto per esempio la presunzione con alla base un'ignoranza di fondo. L'ignoranza mista a presunzione è qualcosa che non sopporto, allora assumo un atteggiamento sprezzante. Non voglio anticipare altro. 
Che ne dici di questo vizio capitale, sapresti anche tu definirti superba?

MARINA  No, io credo di non essere superba, penso anche che durante una discussione con qualcuno che non la pensa come me e vuole farsi ragione, il mio atteggiamento, comunque, rimanga accomodante. Certe volte sono persino tentata di mollare, di non avere per forza l’ultima parola, soprattutto se mi accorgo che è una battaglia persa... Aspetta, sto riflettendo: esiste una superbia “blanda”, secondo te, che non appare in modo evidente, ma esiste di fatto? Intendo dire che mi capita spesso di finire per snobbare una discussione nella convinzione dell’inutilità di continuarla con chi non è in grado di capire ciò che voglio dire. Quando penso di essere chiara, mi faccio forte del fatto che la persona con cui discuto abbia dei limiti nel capirmi. Ma forse, più che superbia, questo potrebbe essere orgoglio? 

LUZ   E perché non chiamarla superbia direttamente? Perché ne esiste, penso anch'io, una
forma "blanda". Insomma, può esserci in un individuo una dose di "vizio" ma in maniera non categorica, direi che se ne può possedere in parte. Credo, riflettendo su questo "difetto", che esistano persone superbe tout court, che possiedono il vizio al massimo grado, e perciò esprimono questa inclinazione in ogni circostanza, e altre che invece - probabilmente a questa categoria apparteniamo io e te - che sospettano di esserlo in circostanze particolari. 
Per natura sono anch'io un tipo accomodante, ma potrei apparire superba dinanzi a certe categorie di persone che, lo ammetto, non riesco proprio ad apprezzare. Queste persone subodorano la mia superbia, ma è una cosa anche strana, perché molte altre avvertono invece un sentimento opposto, magari perché affini a me, e quindi sentono invece intesa, armonia. Una persona superba tout court ha un atteggiamento dichiaratamente sprezzante nei confronti di tutto quello che è lontano da sé. E ne conosco. Ne percepisco l'altezzosità. Non mi piacciono, perché tendono a essere ossessivamente selettive e dichiarare scadente, brutto, pessimo tutto quello che ritengono non appartenere alla loro sfera vitale. 
Tu ne hai conosciute di persone così? 

MARINA  Poche, ma sì, ho avuto a che fare con persone così. Vedi, io penso che la superbia, in fondo, appartenga a tutti nella misura e nel modo su cui entrambe concordiamo, ma la superbia dell’altezzoso è ciò che in me suscita un altro vizio, che incontreremo strada facendo. Ci sono persone che pensano che anche solo una battuta sia sufficiente a dimostrare la propria superiorità e sono convinte di averti messo all’angolo. Ecco, io salgo un gradino sopra di loro, ignorandole. Le reazioni a queste forme di interazione dipendono molto dal carattere, credo. 
Certe volte mi tengo il fastidio, per non fomentare il confronto: mi sembra di fare il gioco di chi vuole per forza farti sentire “sbagliata”. Mi tengo le mie verità e lascio alla gente oltremodo superba  il tempo di recuperare il volo a bassa quota. 
Come ti difendi tu dalla superbia altrui?

LUZ   I superbi hanno il potere di allontanarmi. Li percepisco come persone con cui non è possibile il confronto, perché disprezzano chi non ritengono alla loro altezza. Hanno anche il potere di intimidirmi, di farmi sentire sbagliata, contrastare la loro forza non è facile. E alcuni sono veramente forti nella loro personalità. Attingono la loro forza proprio nel fallimento della loro vita. Additano negli altri la responsabilità del loro fallimento. Guai a contraddirli, perché ti fanno passare per una che non capisce niente, che non sa come va il mondo, ecc. Galleggiano sempre, perché il superbo ha una personalità forte. Il superbo si ritiene anche spesso un "tuttologo", ha capito tutto lui e pensa di avere una risposta per tutto. Non vuole confrontarsi, non ritiene di avere nulla da imparare da nessuno. 
A pensarci, scrivendo questa analisi, è una categoria davvero ai limiti. 
Mi piacerebbe conoscere questo "vizio" dal punto di vista religioso, e per questo non posso che chiedere a te di illuminarmi. :)


MARINA
 Partiamo dal presupposto che il credente ha (o dovrebbe avere) la certezza che ogni cosa viene da Dio: tutto ciò che lo circonda, all’esterno, ma anche ogni qualità personale. Ciò significa che ammantarsi di gloria, sentirsi qualcuno, primeggiare mortificando gli altri, pensare di essere gli unici detentori della verità, insomma esercitare la superbia per come l’abbiamo descritta fino adesso, è rinnegare l’origine dei doni ricevuti, pensando di averli meritati in virtù delle sole, proprie, forze e ritenere di non dovere renderne conto a nessuno. Per questo è stato inserito fra i vizi capitali, quelli, cioè, che inducono al peccato. 
La Bibbia non nomina tali vizi espressamente, ma essi sono comunque presenti in forma diretta o indiretta in varie parti, per esempio San Paolo, in una delle sue lettere (adesso non rammento esattamente in quale) elenca le opere della carne che sono: impurità, dissolutezza, gelosie, ire, ambizioni... e nel libro dei Proverbi c’è un passo che dice che “sette sono le cose che detesta il Signore” e la prima di tutti sono “gli occhi alteri”. E così torniamo alla Superbia. I Salmi la citano spesso. Diciamo che lo scopo cui tende il credente è mettere i doni ricevuti al servizio del bene e della salvezza delle anime, non servirsene per autocelebrarsi. Io ci provo a tenere a bada quella parte di me che tendenzialmente vorrebbe prendere il sopravvento, ma mi giustifico pensando che sia quasi sempre una forma di autodifesa. Secondo te, la Superbia, è il peggiore dei vizi capitali?

LUZ    Non lo percepisco come il peggiore, secondo me il peggiore è l'invidia. Ma ne discuteremo a tempo debito. :)
Molto interessante la tua risposta di natura religiosa, mi piace questo confronto con la fede, lo potremo applicare a tutto il nostro viaggio nei sette vizi capitali. Pensavo che il nostro primo Caffè trattò la "sindrome dell'impostore", un post che ebbe grande successo, e che guarda caso ci pone in una posizione diametralmente opposta al superbo. Questi in definitiva si "sovrastima", ha di sé un'immagine sproporzionata rispetto alla realtà, ecco, questo aspetto della superbia proprio non mi appartiene. Anzi, come ci dicemmo in quella occasione, mi sembra il più delle volte che la stima ricevuta sia sproporzionata al bene profuso. Io per esempio ricevo da tanti genitori dei miei allievi di teatro una stima incondizionata, sentono di aver affidato i loro figli alla persona giusta. Se fossi superba, me ne sentirei appagata e tronfia, a dimostrazione di quello che valgo e so fare, mentre sento sempre di rispondere "guardate, non ho fatto niente di speciale". Ne ho conosciuti di superbi nel mondo del teatro. Uno in particolare è anche un maestro di un'accademia molto appoggiata dagli enti, uno che pratica il teatro di lungo corso, da molti anni, un ottimo attore a dire il vero. Non immagini quanta superbia trasudi. Ecco, lui ne è l'archetipo fatto persona. Narcisista, sprezzante, tuttologo, vanitoso. Non credo leggerà mai questo post, non siamo amici. Dovevo citare un esempio di superbia che ne è la sua rappresentazione perfino "teatrale", ecco. Importante è che i suoi allievi lo riconoscano come maestro, e lui ne avrà credo di cose da insegnare, nonostante questo atteggiamento palesemente egocentrico. 

MARINA  Penso, alla fine, che i superbi d.o.c. s’incontrino raramente, per il resto c’è un mare di gente che si atteggia e fa credere di essere chissà cosa per nascondere una profonda insicurezza e questa gente qui, forse, arriva a essere persino più pericolosa di quella realmente narcisista, perché non accetterebbe mai l’idea di essere vista per quello che è e venderebbe l’anima al diavolo pur di non ammettere la propria reale mediocrità. Tu parli di un maestro di accademia teatrale pieno di sé in modo inaccettabile, io ti porto l’esempio di un’ex amica in grado di negare pure l’evidenza pur di non cadere giù dal piedistallo da cui ha deciso di giudicare il mondo. Francamente, cara Luana, queste persone sono lontane anni luce da me e visto che la connotazione religiosa ti è piaciuta, concludo dicendo che preferisco rimanere umile e “perseguitata”, ma sapere di camminare sulla giusta strada per guadagnarmi un posticino lassù, che riempirmi di alterigia, essere fintamente temuta e piangere, poi, le conseguenze di una condotta immorale.
Visto che la parola d’ordine per la nuova stagione del nostro caffè è “massima sincerità”, chiederei a chi vorrà commentare, di raccontarci se ha mai ceduto al vizio capitale della superbia. 
Noi, nel frattempo, ci gustiamo i paninelli (battezzati così in famiglia) preparati per l’occasione. Ho voluto portare una pietanza fatta con pochissimi ingredienti: alla superbia di pensieri e parole rispondo con l’umiltà di una cosa semplice, buonissima al palato. ;)

48 commenti:

  1. La superbia è anche autoassoluzione o promozione totale del proprio essere. Insomma 'na tragedia.
    Assenza totale di obiettività, che a mio (modesto, ci tengo a sottolinearlo visto l'argomento..ahah) avviso è un'ancora di salvezza per vivere in società, ma pure solo in due, o anche da eremiti. Di superbi ne ho conosciuti e fatto diverse spese (ancora mi scottano esperienze sul blog), forse per questo cerco di "mettermi nei panni di" per non peccare e giudicare con serenità. Sul teatro (che modestamente ho praticato) confermo la superbia che tracima dalle tavole di palcoscenico: attori, autori e registi tronfi come pochi altri (ma ammetto che trattasi di esperienza che alimenta il narcisismo come poche altre). Insomma posso davvero esimermi dal contagio? Alla fine sono anche disposto a vaccinarmi contro il virus, ma con calma dai.. ;)

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    1. Spesso esprimere in libertà le proprie idee trova evidenti avversari, persone che la pensano in modo diverso da te. È facile, a quel punto, tendere alla superbia, perché ciascuno vuole fare valere la propria convinzione e difficilmente si rimane equidistanti o, che dir si voglia, obiettivi. Qual è, mi chiedo, il limite (per me sottile) oltre cui una ordinaria rimostranza o discussione diventa manifestazione di superbia?

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    2. Sì, in fondo è proprio anche autoassoluzione. Ehi, voglio sapere tutto ma proprio tutto dei tuoi trascorsi teatrali!! :D
      @Marina: credo che risulti superbo, in una discussione da più fronti, solo quello che mostra saccenteria. Vero è che si può essere scambiati per superbi, come dicevamo nel post, ma stranamente accade quando l'altro è debole dialetticamente (cosa che nel post non ho scritto).

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  2. La superbia in senso teologico è forse un atteggiamento un po' diverso dalla superbia intesa nel senso comune del termine.
    Riferendomi quindi solo alla seconda accezione (la prima la evito perché ormai sono un eretico senza speranza di redenzione, quindi ampiamente colpevole di tale peccato) credo che un pizzico di superbia in taluni momenti capiti a tutti. Ciò che ci può far definire come "non superbi" è la capacità di accorgersi dei propri errori, di chiedere scusa, di ammetterli, di comprendere il punto di vista altrui quando discorda col nostro. Una persona capace di ciò, può avere i suoi momenti "superbi" ma poi finisce col rientrare nei ranghi.
    Io non entro dei dettagli ma certamente qualche volta ho ceduto alla superbia. Credo di poter affermare che poi ha saputo raggiungere la "fase due" succitata e sono stato capace di rendermi conto di aver avuto un atteggiamento sbagliato. Ma forse il solo credere di essere sempre riuscito a rientrare nei ranghi della comprensione per gli altri e dell'umiltà, chissà, anche questa potrebbe essere una forma di superbia :-D

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    1. Hai detto una cosa su cui mi trovo spesso a riflettere: anch’io so riconoscere l’errore (sono orgogliosa, ma provo a essere giusta) e sono brava ad accettare (forse comprendere un po’ meno) il punto di vista altrui, ma è vero che quando faccio un passo indietro sento di avere esercitato una sorta di superiorità occulta, però, se così fosse, è difficile uscire dal circolo vizioso, allora ricorro alla preghiera, perché so che il Signore legge molto meglio di me le mie intenzioni: “Signore tu mi scruti e mi conosci...”, recita il bellissimo Salmo 139. ☺️

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    2. Questo è un punto interessantissimo, ragazzi. Perché sì, potrebbe celarsi una forma di superbia anche dietro il famoso "passo indietro", esattamente nel momento in cui tu, che lo compi, lo riconosci come un atto altissimo e umanissimo. Insomma, tendi a dargli un valore quasi eroico. :)

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  3. Io mi sono molto ritrovata nelle parole di Luz, forse a volte sono sembrata superba a coloro che sono altezzosi oltre modo, che pensano di sapere ogni cosa, che non conoscono il significato della parola umiltà. In quel caso mi allontano da questo tipo di persone. Non mi ritengo superba perchè la superbia si basa su un' illusione, che è quella di essere superiore agli altri e l'unico modo di poter portare avanti questa illusione è distaccarsi dagli altri, evitare il confronto. Forse il superbo è uno che non vuole sentire altre ragioni, altre verità perche teme che minino la verità che lui si è costruito. Forse ha paura di perdere la sua verità, la sua "identità". Ma la mia è solo una supposizione.

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    1. Comunque sì, per quanto pensiamo di essere tutti superbi in qualche occasione, il superbo vero è un essere insopportabile e davvero è meglio girargli alla larga: che combatta da solo le sue battaglie. Con gente così, non è nemmeno remunerativo il confronto.

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    2. Ciao, Caterina, un piacere leggerti qui.
      Dici bene, il superbo è agli antipodi di quello che ritengo essere uno dei pregi più importanti e "nobili" in una persona: l'umiltà. So di sbagliare anch'io tante volte, e non mi faccio problemi ad andare incontro all'altro. Perché penso di esserne dotata e uno dei miei più grandi piaceri è riconoscerla in chi incontro. Mi ricordo ancora il grande esempio di umiltà che erano i miei professori di Biblioteconomia alla scuola vaticana. Eppure erano luminari del settore. Penso fossero umili proprio perché oltre tutta quella contingenza fatta di insignificanti aspetti che per molti sono invece fondamentali.

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  4. Bell'inizio ragazze!
    I vizi capitali, la superbia... è un tema che non ho mai affrontato, la stessa parola superbia non appartiene al mio vocabolario, ma non è detto che non ne sia in qualche modo affetta. Anzi. Sto alla definizione del vocabolario che ci riporta Luz e, soprattutto nella prima parte, mi riconosco, parecchio, soprattutto su alcuni temi. D'altra parte l'impreparazione e l'approssimazione sembrano proprio il segno distintivo del nostro tempo, così è facile sentirsi più - informati, preparati, ecc - di altri in determinati campi. Certo, la seconda parte è sgradevole. Possibile che riconoscendomi nella prima possa escludere la seconda? Naaa, difficile. Grazie per avermici fatto pensare...
    Marina non posso esimermi di commentare la parte religiosa: e se i salmi riprendessero il tema superbia perché nessuno può sentirsi perfetto, migliore, eccellere in qualcosa fuorché Dio?

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    1. Esattamente, Elena, i Salmi sono per la gran parte opera del grande re Davide, che pregava affinché i nemici venissero piegati nella loro alterigia, quella che faceva credere loro di potere competere con Dio e di essere superiore a lui. Il discorso, ovviamente, è estensibile a tutti, perché se tutto viene da Dio, noi possiamo solo uniformarci ed essere l’espressione di ciò che Lui vuole da noi, mai sentire di esserne migliori.

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    2. Grazie per avere apprezzato questo nostro roboante ritorno al caffè! Un viaggio che durerà sette mesi. :) Riguardo alla citazione biblica, mi pare che Lucifero e Adamo fossero stati condannati proprio perché insuperbiti dalla volontà di fare di testa propria anziché ascoltare i dettami di Dio. E poi, Marina, correggimi se sbaglio. Nell'Antico Testamento non sono tante le storie che si riferiscono alla superbia? Però mi domando perché nel Nuovo la condanna dei superbi non sia altrettanto esemplare. Non è superba Salomé nell'esigere e ottenere la testa di Giovanni il Battista? Ma anche San Paolo è un superbo. Insomma, in questo ultimo caso, per esempio, è come se Dio desse il tempo al peccatore di redimersi. Il discorso cambia, si fa più "piano" rispetto al Dio furente dell'Antico Testamento.

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    3. È così, Luana, tra Antico e Nuovo Testamento c’è di mezzo un uomo che ha rivoluzionato tutto, “ha fatto nuove tutte le cose” dice il Vangelo: il modo di vivere, di pensare, di pregare. Gesù Cristo è il Dio del perdono, della misericordia, ben lontano, mi verrebbe da dire, da quello iracondo, che agiva contro gli ebrei infedeli. Paolo di Tarso si è convertito: Dio ti offre questa possibilità, ma sei tu che devi sentirne il bisogno e allora Lui, se riconosce la tua intenzione, lascia allo spirito il tempo di elaborare la rinascita. (Mamma, mi sto sentendo una catechista! :D)

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  5. Avete sempre bisogno di qualcuno che sdrammatizzi un po' la seriosità dei vostri caffé. E superbamente, quel qualcuno non posso che essere io, che irrompo sempre a suonare il mandolino come un mariaco in un ristorante messicano... :-D

    Esiste anche una superbia involontaria che definirei quasi "buona", doverosa, moralmente doverosa, una superbia in cui non sei tu a salire di un gradino ma sono gli altri a scendere di parecchi gradini e quindi, senza aver fatto una mossa, ti ritrovi improvvisamente al di sopra degli altri. Un po' come quella scena di Fantozzi (credo) in cui il capufficio chiede chi è disposto a prendersi in carico della tal mansione e tutti fanno improvvisamente un passo indietro, lasciando al povero Fantozzi l'incombenza proprio come se avesse fatto un passo avanti.
    E dopo questo superbo preambolo, presumo serva un esempio per appiattire qualche sopracciglio dubbioso.

    Facciamo un esempio pratico: sei fuori a cena con alcuni amici e improvvisamente ti accorgi che sono tutti terrapiattisti.
    Credo sia facilmente immaginabile il tipo di discussione che si intavolerebbe, quindi, qualora si decidesse di far valere le proprie ragioni in merito al fatto che in realtà la terra è tonda, è inevitabile che in mezzo a un manipolo di terrapiattisti si apparirebbe come un superbo che la sa lunga. Però, ecco il dilemma: di fronte a cotanta e palese ignoranza, si è disposti a sacrificarsi anche a costo di sembrare superbi?
    E' in questo senso che intendo "superbia moralmente doverosa". In altre parole: a tutto c'è un limite (di ignoranza) verso il quale si può anche soprassedere, ma oltre tale limite non si può restare sempre indifferenti.

    Ovviamente il caso dei terrapiattisti è un po' estremo: visti i tempi, ci sono ben altri argomenti sui quali la gente ormai si è talebanizzata parecchio.

    Ecco, io ogni tanto pecco di questo tipo di superbia. Anche senza incontrare i terrapiattisti... :-P

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    1. Io, di fronte a cotanta e palese ignoranza, mi tiro subito indietro: discutere con persone così è solo tempo perso, però attenzione: il terrapiattismo è manifestazione di palese ignoranza, ma ci sono argomentazioni che sono espressione di ignoranza per alcuni e non per altri. Un dibattito serio mette sullo stesso piano le opinioni in campo, altrimenti ecco che viene fuori il discorso che stiamo facendo: il superbo di turno che vuole convincerti in ogni modo (e si convince esso stesso) che stai dicendo solo sciocchezze e che l’unica verità è la propria. Mi allontano anche da queste persone, ma almeno provo ad avere una discussione pacifica con loro.

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    2. Mi piace 'sto mariaco che viene col suo chitarron. :)
      Darius, è lo stesso esempio che facevamo nel post. Va da sé che apparire superbi a chi difende discorsi oscenamente assurdi è un passo. Mi chiedo, però, il rischio è praticamente nullo. Perché le posizioni sono troppo sbilanciate. Le ragioni addotte dal terrapiattista sono in stile mago Otelma, quindi trattasi di argomentazioni senza valore, che confronto vuoi che ci sia? Ben diverse, per fare un altro esempio ma decisamente su piano diverso, il no-vax che fa valere le sue ragioni con dati alla mano, che si pone dei dubbi, o che semplicemente diffida per timore di una conseguenza nefasta (che è perfettamente comprensibili). Almeno lì c'è margine e il confronto (e Marina ne sa qualcosa) è realizzabile e perfino stimolante. Almeno fino a quando entrambe le parti hanno appunto ragioni concrete da rilanciare, senza incaponirsi su una posizione che cessa di essere argomentata per partito preso (i tanti no-vax coi quali non si può discutere, assimilabili ai terrapiattisti).

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    3. Sono d’accordo: il confronto è sempre utile, se non si risolve in una polemica sterile, è costruttivo. Però non è facile vincere i pregiudizi e ogni sorta di banalità, come fare facili accostamenti con posizioni inqualificabili, tipo quella dei terrapiattisti: anche sul fronte no vax, il giudizio è scontato, ma una persona intelligente si guarderebbe bene dal fare di tutta un’erba un fascio e, purtroppo, molto spesso è quello che accade. Per questo, poi, passa il piacere di discutere.

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  6. Per me è uno dei vizi peggiori... anche perché da esperienze personali di solito le persone superbe sono quelle che alla prova dei fatti si dimostrano quelle che ne avrebbero meno motivi per esserlo
    E sono anche quelle che fanno più danni...

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    1. Infatti il paradigma è quello: più sei insicuro (magari inconsciamente vivi dei complessi) e pieno di problemi tuoi personali (nei rapporti con le persone, anche con te stesso) e più, per dimostrare l’opposto, t’inasprisci nelle posizioni. Sì, lo dicevo anch’io: queste sono le persone più dannose.

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    2. Concordo, alla base di tanti atteggiamenti superbi c'è proprio una forma di frustrazione e insicurezza.

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  7. Tremenda la superbia, quanti superbi sono esistiti nella storia dell'umanità. Storicamente ha fatto danni enormi e la considero collegata alla prepotenza (di cui ho parlato nel pensierino del giorno di oggi).
    Un salutone

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    1. Orribile sì e per questo è considerato un vizio capitale: induce a commettere errori anche gravi (al di là delle esperienze umane vissute da ognuno di noi, la storia racconta eccome di spaventosi esiti di condotte superbe) che rendono peggiori le persone, le imbruttiscono davvero tanto!

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    2. Uno spunto interessante: i superbi nella Storia. Eh sì, sono stati tanti. In particolare tutti quelli che hanno avuto largo seguito e hanno cambiato le sorti di intere generazioni. Per non dire dei superbi nella politica.

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  8. Un po' di superbia credo sia in tutti noi. C'è sempre un momento in cui, per un motivo o per l'altro, pensiamo "dai, io sono meglio di..." per poi scoprire magari che non è affatto così.
    Adesso farò una digressione che probabilmente sembrerà un po' scema, perché parte da un manga per ragazzi (che amo tantissimo): Full Metal Alchemist. In questa storia all'inizio i "cattivi" si presentano come personificazioni dei peccati e sono personaggi odiosi e insopportabili. Andando avanti con la storia si scopre che un tizio, nel tentativo di assurgere a un livello superiore, si è "estirpato" i propri peccati, dando letteralmente loro vita propria. Così facendo, però, ha perso ogni capacità di empatizzare con l'umanità, arrivando a pianificare grandi stragi "per un bene superiore". Insomma, i peccati fanno parte della nostra natura e senza forse non saremmo neppure umani. Una delle cose più sorprendenti di quella storia è proprio come alla fine si scopre il contraltare positivo di ogni peccato perché l'accettare che facciano parte di noi fa parte del nostro processo di crescita. Ecco, quella è stata una lettura all'apparenza molto leggera, ma che mi ha fatto riflettere molto. E la parte sui peccati l'ho trovata geniale. Per la cronaca, la "Superbia", personificata da un bambino diabolico, nascondeva un forte desiderio di essere amato e accettato. E forse è davvero così, il superbo nasconde col suo atteggiamento una bassa autostima e la necessità di rimarcare il fatto che gli altri gli siano inferiori.

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    1. Sono andata a guardare in rete questo manga, e le immagini delle serie tv a cartoni tratte dal fumetto, e mi sono incuriosita moltissimo. Interessante lo spunto. In fondo è proprio vero: i nostri difetti e i peccati commessi ci rendono umani, liberarcene disumanizza (poiché d'altra parte significherebbe aver raggiunto una perfezione che non ci appartiene) e anzi è pericoloso, perché può generarsi un corto circuito e far diventare peggiori e scadere nella violenza e nella volontà di sopraffazione. Insomma, se ho capito bene l'idea centrale dovrebbe essere questa. Grazie, Antonella, ottimo spunto.

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    2. Sì, anche secondo me la lettura dei “vizi” come conseguenza dei limiti e delle debolezze che non si è in grado di superare è valida. Così facendo, si avrebbe la tendenza a giustificare un certo atteggiamento e, per certi aspetti, questo porterebbe ad accettare il “peccato” altrui.
      Il manga m’incuriosisce, come ogni cosa che può indurre a una riflessione.

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  9. Beh, del resto il demone della superbia non a caso è Lucifero.
    Per quanto mi riguarda, come ogni essere umano mi sento soggetto a tutti e sette i vizi capitali. Dovessi sceglierne uno, sarebbe l'accidia, e come secondo, ahimè, proprio la superbia.
    Henry James diceva che si è superbi solo quanto si ha qualcosa da perdere, mentre io invece la vedo in maniera più restrittiva. A lezione parlo spesso della "sindrome di Superman", che nel mondo del lavoro è alla base di tanti infortuni e brutte situazioni, e che si intreccia fortemente all'effetto Dunning-Krueger: insomma la persona che crede di sapere e di saper fare (ma crede solo, in realtà non sa e non sa fare, e manca dell'umiltà per comprenderlo).

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    1. Ah, così tranchant? Soccombere solo a uno di questi vizi significa essere un tutt'uno con esso, possedere quel vizio come parte integrante della propria personalità. Va da sé che tutti inciampiamo in uno di essi o addirittura in tutti (lo vedremo strada facendo, qui abbiamo già detto che ci riconosciamo un po' superbi nel nostro prendere le distanze da certi pseudoragionamenti), credo però che dirsi succube del vizio sia altra cosa.

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    2. Veramente non ho detto di esserne succube, nè che siano una mia parte integrante. Ho detto che, come tutti, mi sento soggetto a tutti e sette, ma che se dovessi scegliere quelli in cui pecco di più, sarebbero l'accidia e poi la superbia.

      Non credo sia questione di superbia distanziarsi dagli pseudoragionamenti di cui sopra... Il fenomeno è troppo complesso per ridurlo a poche righe, comunque sono ormai discorsi noti e stranoti nelle loro argomentazioni, dove non ha senso entrare perché basati sulla logica circolare, e in cui la discussione è a senso unico.

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    3. Ciao Marco, non avevo mai sentito parlare della sindrome di Superman, ma mi risuona molto. In che contesto ne parli? Scolastico? Professionale? A intuito dico che la superbia non è in grado di ricomprenderlo, o meglio, potrebbe essere un effetto deteriore della superbia, una conseguenza che produce manie e dunque disturbi. Intendevano questo gli antichi come vizi capitali? Domando a Luz e Marina: non è che stiamo parlando da un punto di vista morale, quando la società ha bisogno di un'etica laica?

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    4. Non è qualcosa che si trovi nel manuale statistico-diagnostico, per cui è un complesso di sintomi che "confidenzialmente" viene indicata in questo modo; non c'è nemmeno un'esatta concordanza sul contesto, tanto che ne vengono individuate tre diverse accezioni.
      Per maggiori informazioni puoi vedere qui:
      https://arcaniearcani.blogspot.com/2020/10/le-tre-sindromi-di-superman.html

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    5. @Marco Sono tutti vizi molto “umani”: per me ne possiamo essere affetti tutti, in misura e proporzioni diverse, naturalmente, in forma più o meno evidente, ma il fatto che siano considerati come “causa di peccato” ci porta o dovrebbe portarci a volerli allontanare da noi, più che farne un tratto caratteristico della nostra personalità. Così mi unisco a ciò che chiedeva @Elena: la sfera morale è senz’altro coinvolta a tutti i livelli. Ogni vizio si può ben sganciare dalla logica religiosa ed essere un difetto che opera in tutti gli ambiti. La superbia, poi, nella nostra società (e in altre) si produce a palate e in pochi, ormai, l’associano al tema “peccato” in senso puramente cristiano ( va da sé che un valore è tale non perché legittimato da un Comandamento)

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  10. Vediamo se oggi mi permette di commentare (ieri no, chissà perché). Non credo di avere un ego molto ingombrante, ma mi capita di vedere comportamenti e sentire argomentazioni che mi fanno cadere le braccia e guardare l'altro come se fosse di un'altra specie. Temo che sia superbia anche questa, ma forse è quella piccola dose di superbia che tutti gli esseri umani hanno e cercano almeno in parte di correggere... lo spero!

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    1. Ecco, questa immagine di guardare come da un'altra angolazione, quasi farsene spettatori e basta perché non puoi dialogare ed è esclusa ogni possibilità di confronto, esprime bene la distanza. Che può essere scambiata per superbia, sì.

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    2. Sì, in questo senso, siamo tutti enormemente superbi (non se la scansa nessuno, insomma! :) )

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  11. D'altra parte Marina la faccendieri dei vizi capitali è pienamente nella tradizione cattolica, quindo la "sbandati" religiosa ci sta tutt'altro

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  12. Argomento spinoso. Finché Darius è lì che strimpella, provo a rifletterci su: sicuramente in passato, ma capita anche adesso in qualche occasione, qualcuno mi ritiene superba perché me ne sto zitta e per i cavoli miei. Il non entrare in alcune dinamiche sociali viene scambiato per superbia (pensano che non lo faccio perché mi sento migliore di loro) invece di considerare che sono una persona introversa. Ho i miei tempi e i miei spazi, ma non sempre viene compreso.
    Momenti in cui mi sono sentita davvero superiore a qualcuno? Sì, non so se di quella "superbia da passo indietro", di quella "superbia contro terrapiattisti" o, come la vedo io, una "superbia da sopravvivenza". Cerco sempre di capire l'altra parte, ma con alcuni non si può proprio ragionare. Se una volta ci provavo anche, perdendo tempo e pazienza, adesso lascio perdere perché altrimenti ci rimetto di salute (ecco perché dico "di sopravvivenza"). E non so se sono superba più io con il mio passo indietro o queste persone che si ritengono infallibili, sopra ogni cosa e col diritto di prendermi a mazzate per sentirsi migliori. Tanto da chiedermi: ma il superbo vero, quello DOCG, non è che soffre di inferiorità, alla fine?!

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    1. Concordo, si può passare per superbi anche quando si è particolarmente riservati. E in generale, se si è tipi che non fin da subito si gettano nella mischia ma hanno bisogno di "carburare", capire chi hanno davanti. A me è capitato un po' di tutto, anche questo.
      E poi è possibilissimo quello che scrivi alla fine. Eccome se è possibile. Alcune sfumature di superbia nascondono grandissima insicurezza e fragilità.

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    2. A me non è mai capitato di stare in silenzio e dare l’idea di essere superba, ma capisco bene che una cosa del genere sia possibilissima. Lì, credo entri in gioco anche la fisiognomica: ci sono facce ed espressioni del volto che possono indurre a dare un giudizio apparente sulle persone. Ovviamente generalizzo, cioè non sto pensando a te, Barbara, nello specifico, anche perché non ti conosco di persona e le foto non danno un’idea precisa, lo dico solo sulla base della mia esperienza personale. E che esista un superbo di sopravvivenza non c’è dubbio, anzi mi piace questa espressione: io provo a sopravvivere spesso! :)

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  13. Bentornate con il vostro caffè, carissime Luana e Marina! :)

    Diciamo che in linea generale il superbo tout court non l'ho mai incontrato, di solito è un miscuglio di altri poco piacevoli ingredienti come la maleducazione, la rozzezza o, al contrario, l'estrema perfidia e raffinatezza. Quest'ultima versione potrebbe rendere il superbo un - ahahah - superbo personaggio da romanzo, almeno per quanto mi riguarda. Se vi ricordate, "I Serpenti e la Fenice" pullula di gente piena di boria fino alla punta dei capelli! ;)

    Per quanto mi riguarda, qualche volta ammetto di cedere a questo peccato. Mi capita soprattutto in alcuni frangenti sul lavoro, più che altro perché mi innervosisco quando le cose non girano come voglio in quanto si lavora sempre in squadra. Allora posso dare l'impressione di fare un po' la maestrina dalla penna rossa, anche se ultimamente con l'età sono diventata più accomodante. Poi in altre circostanze tendo a stare sulle mie con alcune persone, specialmente con conoscenti, ma soltanto perché ho paura che si allarghino troppo, quindi posso dare l'impressione di essere altezzosa.

    Mi è piaciuto in modo particolare il paragrafo con la superbia vista dal punto di vista religioso. Forse la superbia è proprio quella che genera molti altri peccati...

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    1. Bentrovata tu, cara Cristina! :)
      Sai che capita anche a me di essere più accomodante? Sarà che la vecchiaia si avvicina... XD Però in generale per quanto mi riguarda si tratta proprio di affinità. Mi è venuto in mente un matrimonio cui presi parte diversi anni fa. Il giorno prima si fece una serata a casa della sposa, con tanto di regaletti sexy ecc. Sentivo che quella goliardia non mi apparteneva e feci da tappezzeria. Sarà che si trattava di parenti alla lontana, ma mi sentii un pesce fuor d'acqua. Seppi poi che mi avevano presa per un istrice. Una superba come pochi. Pensa te. XD

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    2. La vuoi sapere una cosa, cara Cristina? Sì, è vero, in certe discussioni posso apparire superba anch’io, come chi afferma un’idea e vorrebbe che tutti siano d’accordo, ma poi so di avere un atteggiamento remissivo: non amo la polemica, ci rimango male se qualcuno non capisce quello che voglio dire o travisa le mie parole, sono una persona che schiva i confronti pesanti perché non mi piace la sovraesposizione, insomma, alla fine, la mia è una superbia (se è questo ciò che sembra) apparente e mi piacerebbe che chi mi conosce lo capisse, senza dovere essere io a spiegarlo. Invece è triste rendersi conto che basta vivere in modo diverso una certa situazione per perdere amicizie di lunga durata. Ed è ciò che mi è accaduto. Io mi faccio delle domande, eh, ma gli altri, questo, lo fanno?

      Quando ero catechista, il capitolo “vizi capitali” era un argomento spinoso: come fai a spiegare a bambini di Prima Comunione, il peccato della lussuria o della superbia stessa? Facevo esempi semplici, era più un tentativo mio di prepararli a incontrarli una volta cresciuti.

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  14. Ero rimasta indietro con la lettura dei blog, ma eccomi qui. Molto interessante questo viaggio nei sette vizi capitali. Di superbi credo di averne incontrati diversi ma tendo a scappare da loro, se posso li evito, ma non sempre è possibile, perché molti li ho incontrati nel mio ambiente di lavoro.
    Leggendovi mi sono chiesta se non sia io stessa superba, perché talvolta tendo a fare la maestrina sul lavoro, come afferma su Cristina, in realtà anch’io mi arrabbio perché molti collaboratori lavorano con approssimazione e laddove serve precisione non va bene, tanto che talvolta preferisco seguire qualcosa direttamente piuttosto che ricontrollarla o rifarla...

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    1. A me è capitato giusto pochi giorni fa in una piccola discussione "condominiale". Basta che uno dimostri di avere le idee chiare e di sapere il fatto suo e passi per una maestrina e una che vuole rompere le scatole. Credo avvenga in particolare perché si è donne.

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    2. Bisognerebbe, però, capire che essere sicuri di qualcosa, essere assertivi, ma senza prevaricare il prossimo, non vuol dire mostrarsi superbi. E poi, in quanto vizio capitale, la superbia è un “difetto” della morale che induce al peccato: scavalcare una persona, calpestarne la dignità, usare la propria presunta superiorità come strumento di sottomissione (soprattutto psicologica). Nessuno di noi, ne sono certa , ha voluto parlare di questo tipo di superbia: del resto, quale superbo VERO verrebbe qui a calare la maschera! :)

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  15. Sì, mi succede, talvolta, di cedere al vizio della superbia. Di solito mi capita quando sono sinceramente convinta di avere qualche competenza in più rispetto ad altri, specialmente sul lavoro. Inutile dire che mi vengo rimessa in riga, quasi sempre con la stessa frequenza con cui cedo alla convinzione di superiorità. Ciò fa giustamente riaffiorare il sentimento di umiltà.

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    1. Basta sapere bilanciare questo eccesso di alterigia (giustificato da tante cose) con l’umiltà, che interviene a mitigare. Consolati, Ludo, viviamo un po’ tutti situazioni del genere: è fisiologico. :)

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    2. Idem, cara Ludo. Saper bilanciare oltretutto è indice di grande maturità.

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