Gli alunni delle due classi in cui insegno devono leggere un libro al mese. Un classico di tanti insegnanti di Lettere.
Mi piacerebbe scrivere un altro termine al posto di quel "devono", ma tant'è. La lettura è imposta, diciamo una lettura coatta.
Visto che è obbligatorio, sto molto attenta a non suggerire libri che fra i 12 e i 14 anni potrebbero detestare e di conseguenza odiare leggere piuttosto che vedere qualcosa di interessante nell'aprire libri di narrativa.
Fra la prima e la terza media i ragazzi cambiano molto, pertanto se in prima spingo sui classici di Verne, Alcott, Sepulveda, Dahl, Salgari, in seconda punto su Pennac, Pitzorno, Ende, Rowling, London, per poi consigliare in terza Levi, Anne Frank, Hosseini, Asimov, King e altri.
Sono solo alcuni dei grandi autori di classici, accuratamente scelti perché segnino in qualche modo il loro percorso, nella speranza che perfino accendano in loro il gusto per la lettura (sull'educare ad amare i libri ho scritto questo post).
Non mi sognerei mai di suggerire Dickens a un ragazzino di prima media, semplicemente perché è un autore che richiede una certa maturità e profondità (io rimasi folgorata da David Copperfield nell'estate fra la quinta elementare e la prima media, ma questa è un'altra storia).
Se a un adolescente va consigliato il libro giusto al momento giusto, non si può negare che anche in età più matura ogni libro debba arrivare allo stesso modo.
Ci piace pensare che siano i libri a scegliere noi, ma una certa parte attiva dobbiamo pur riservarcela, quindi dobbiamo vigilare su potenziali scelte sbagliate.
Prendete me: ebbi l'infelice idea di aprire la trilogia di Tolkien durante un'estate afosa di diversi anni fa. Ci rinunciai dopo una cinquantina di pagine. In piena stagione torrida, senza condizionatore, con zanzare che ronzavano nelle orecchie non riuscivo a tenere la mente ferma sulla Terra di Mezzo e la Compagnia dell'Anello. E sì che ne possiedo un'edizione da collezione, con tanto di cofanetto e cartine ripiegate.
Forse non è stato il momento giusto neppure per Se una notte d'inverno un viaggiatore, di Calvino, se come ho scritto qui, proprio non sono riuscita a terminarlo, anzi sollevata l'ho chiuso e riposto.
Ci sono libri in grado di ispirarci, ci avete mai fatto caso? Per fare un esempio, lessi Jane Eyre nei primi anni universitari, quando mi accorsi di essermi iscritta a un corso di laurea che non mi convinceva più di tanto, una specie di Dams dell'Università degli Studi della Calabria. Prima di passare a Lettere, in qualche modo la tenacia di Jane Eyre mi ispirò, o perlomeno arrivò al momento perfetto.
Così come per un certo periodo della mia vita ho ritenuto irrinunciabili i libri di Osho. Ogni volta che entravo in una libreria mi fiondavo sullo scaffale della psicologia, di tutti quei tomi che ti aiutano (ma poi sarà vero?) a capire perché certe cose vanno in un certo modo e a capirci qualcosa nei tuoi comportamenti.
Mi pareva che gli autori di quei libri mi parlassero.
Ho avuto il mio periodo "zen", insomma, con tanto di testi sulla meditazione, sul feng shui, sulla new age, che oggi mi capita di sfogliare sorridendo un po'.
Termino qui, rilanciando: ci sono libri che hanno segnato un momento importante della vostra vita, che hanno ispirato le vostre scelte? Ritenete anche voi che per ogni libro ci sia un momento perfetto?
vedo che non sono l'unico ad aver abbandonato Tolkien dopo poche pagine... io però venivo da un percorso molto approfondito su Wagner e sull'Edda, e Wagner mi aveva sorpreso perché nelle sue opere è molto diverso da come viene descritto. (l'Anello del Nibelungo, che dà il potere... l'Elmo che rende invisibili... Tolkien non è che abbia proprio copiato, ma insomma).
RispondiEliminaA quattordici anni, per me sono stati fondamentali Calvino e Buzzati; poi i russi, tutti quelli che avevo trovato, e Borges. Dai 18 anni in su, riscoperta dei classici greci e latini grazie all'Opera. E tanto Shakespeare...
PS: ho appena terminato di rileggere Se una notte d'inverno, è vero che è un tantino estenuante ma mi ci sono divertito ancora. Ci sono autori che si divertono ad andare contro il lettore, a farci il contropelo... (idem con Palomar)
Indubbiamente Tolkien si è largamente ispirato all'epica germanica. E l'epica in generale è stata ed è tuttora un pozzo cui attingono molti autori. Da ragazzina ho apprezzato Calvino, molto meno Buzzati (ecco un altro che ho abbandonato: "Il segreto del bosco vecchio).
EliminaHai letto tanto Shakespeare, innegabilmente imperdibile.
Mi solleva il fatto che qualcuno che lo ha apprezzato definisca "estenuante" Se una notte d'inverno un viaggiatore. Cominciavo seriamente a preoccuparmi di non avere capito nulla di quel libro. :)
La trilogia di Tolkien letta tre volte. Per me un capolavoro però giustamente ognuno ha con tutto il diritto i suoi gusti personali.
RispondiEliminaPer rispondere alla tua domanda credo proprio di si. Ci sono libri che aprii e posai. Anni dopo, aprii e divorai. Credo che per leggere un libro, soprattutto un classico ci voglia l'animo giusto. Che debba essere aperto quando noi siamo pronti.
Celine e il suo viaggio al termine della notte è uno di quelli. Aperto la seconda volta mi sono chiesta come mai non fossi riuscita a leggerlo in precedenza. Poi ho capito. Mi mancava una certa base storica. Mi mancava una sorta di presentazione del libro che me ne spiegasse la storia che c'era dietro. Ringrazio Baricco che ne aveva parlato in un programma televisivo.
Ma io amo la trilogia di Tolkien, e davvero non vedo l'ora di cominciarla e terminarla. Solo dovrò stare attenta a farlo nella stagione giusta. :)
EliminaConcordo con il tuo pensiero riguardo al doversi arricchire di qualcosa prima di affrontare libri di certo contenuto. Ecco il motivo portante per cui risulta pressoché impossibile leggere un determinato libro nel momento sbagliato. Quel romanzo di Céline è uno di quelli che intendo leggere.
Anch'io apprezzo moltissimo le dissertazioni di Baricco. Ne resto incantata.
Condivido in pieno: ma vale non solo per i libri, è lo stesso con film, fumetti, serie. C'è un giusto momento per tutto. Ad esempio, nel 2008 per me non era il momeno di Breaking Bad. L'ho recuperato dopo.
RispondiEliminaCome libri, non è mai stato tempo per Lotr, comunque letto a fatica. Lo stesso Berserk, mia lettura preferita in assoluto, è dovuta maturare per poi essere effettivamente apprezzata al 100% solo dal 2000 in poi, quattro anni dopo la prima pubblicazione: lì mi resi conto cos'era davvero e restai folgorato per la seconda volta :)
Moz-
Per te che sei giovanissimo: lessi tempo fa che ci sono dei libri che devi assolutamente leggere entro i trent'anni e non oltre. Pena il perdersi certi contenuti che puoi apprezzare solo giusto negli anni in cui godi il pieno della giovinezza. Dopo si diventa un po' cinici. :)
EliminaAvevo nove- dieci anni e finii in un batter d'occhio Piccole donne. Poi passai a Piccole donne crescono e Piccoli uomini... iniziai così le mie letture seriali di oggi: quando un autore mi colpisce devo leggere tutti i suoi libri o quasi. Un altro libro che in qualche modo ha segnato una fase più introspettiva della mia vita è La coscienza di Zeno. :)
RispondiEliminaSono stata lettrice seriale con la Allende e Pennac, oltre che con la Austen e le Bronte. E' bello esserlo, e gustare quanto evolva la scrittura di ciascun autore.
EliminaPosso complimentarmi per la scelta degli autori da leggere? I ragazzi sicuramente faranno qualche "capriccio" ma poi sono sicuro che ne saranno conquistati ;-)
RispondiEliminaIo ho fatto le medie negli anni Ottanta e in qualche modo ero avvantaggiato, visto che sin da piccolo i miei hanno voluto che leggessi. Verne lo adoravo e non so più quanti suoi libri ho letto, passando per classiconi come "I ragazzi della via Paal" e "Incompreso", che a momenti mi disidratavo per quanto ho pianto! (Va be', io ho pianto pure col Fantasma di Canterville :-P )
Non ricordo a quale anno ero quando mi cadde sulla testa "Il giorno della civetta" di Sciascia, che non ero assolutamente pronto ad affrontare: ricordo un disgusto profondo ad ogni parola e quel libro mi ha lasciato un profondissimo odio, quindi è stata una scelta davvero controproducente. (E ogni altro libro "regionale" che mi è toccato leggere già partiva malissimo.)
Invece in terza media la scelta fu molto più oculata: "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Remarque, che ero assolutamente determinato a non farmelo piacere, per ripicca perché volevo leggere i miei libri e non quelli della scuola, ma che già alla prima pagina mi conquistò: con mia madre setacciammo tutte le librerie di Roma per trovare gli altri, rarissimi, romanzi dell'autore, che ho divorato adorandoli dal primo all'ultimo.
Per finire, se al liceo avessi trovato una prof che consigliava King, mi sarebbe sembrato d'essere in Paradiso :-D (all'epoca ero un violento fan dell'autore, e ti assicuro che nel 1991 non era assolutamente un autore considerato "classico", anzi!)
Grazie, Lucius. Cerco di essere "al passo coi tempi". Ammettiamolo, leggere è faticoso. Dovremmo deliziarci ogni volta con libri che siamo disposti a "divorare" talmente ci piacciono, ma non sempre è così. Visto che costa fatica, e portare i ragazzi non dico ad amare ma almeno ad apprezzare qualche autore, almeno a conoscere che esistono certi autori, allora bisogna stare attenti a consigliare le cose giuste. King li conquista letteralmente. Ti dirò di più: capita anche in seconda media qualche ragazzetto versato nella lettura, o almeno ben disposto, e allora diventa persino lettore seriale di King. Io dico a questi di non fossilizzarsi su un autore, loro chiedono quel brivido, allora io consiglio Poe e Lovecraft, e puntualmente funziona, filano che è una bellezza. Insomma, non si può arrivare a tutti, ma quei 5 o 6 per classe riesco a farli diventare, sebbene per qualche mese, "lettori forti" (saprai che le statistiche in Italia ritengono tali i lettori di un libro al mese ;-)
EliminaMi sono capitate statistiche dove consideravano "lettori" chi avesse letto un libro l'anno... Almeno, in un Paese di non lettori come il nostro, la media di uno al mese è dignitosa, anche se forse non la definirei "forte" ;-)
EliminaPensa che io ho fatto, senza volerlo, l'iter contrario. A Poe e Lovecraft sono arrivato grazie al fumetto "Dylan Dog", perché li citava apertamente ed ero curioso di leggerli. Poi passai a King e subito dopo... a Dostoesvkij! Certo, avere casa piena di maestri russi che i miei genitori adoravano è stato un bell'aiuto, ma un giorno il mio amore totale per King sbocciò in qualcos'altro, anche perché avevo l'età giusta per sentire in Raskol'nikov un fratello ;-)
Comunque rimango grato alla prof del ginnasio che mi stuzzicava con libri totalmente fuori dai miei gusti, tipo "Senilità" di Svevo. Proprio il suo non accontentarsi della mia critica "Ma in questa storia non succede niente!" mi spinse ad approfondire e ad apprezzare la sottile arte della stroncatura :-P
Un esempio, uno dei pochi purtroppo, in cui un insegnante di Lettere riesce a lasciare una traccia in un alunno. Io ho scelto di restare alle medie perché è un triennio di formazione importante, mi piace questo passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Però far breccia negli adolescenti credo sia tutt'altro.
EliminaCertamente sono d'accordo. Io sul mio blog ho creato un tag apposito ("librivissuti") proprio per indicare quei libri la cui lettura ha in un certo senso modificato il mio approccio alla vita.
RispondiEliminaOvviamente ciò è avvenuto anche perché li ho letti "al momento giusto", quando avevo già superato i 18 anni e avevo un po' più di maturità per capirli sino in fondo.
Devo andare a leggiucchiare cosa si cela sotto quel tag, allora. :)
EliminaAssolutamente d'accordo che ogni libro debba arrivare nel momento giusto, in caso contrario non c'è, letteralmente, storia.
RispondiEliminaPer questo io ai miei alunni offro un listone da cui scegliere il libro da leggere (brava tu che dai un mese, io mi sono arresa al bimestre, pena genitori infuriati che considerano questa cosa un lavoro forzato). In questo modo mi illudo che possano trovare il loro libro giusto, anche se poi di fatto succede di rado.
Come, bimestre? Si vede proprio che i genitori ci hanno messo lo zampino. Io non transigo, finora sta procedendo bene.
EliminaAl termine della lettura, hanno un giorno fissato (in cui abbiamo due ore e possiamo spaziare di più) in cui non solo devono portare la classica scheda, completa di dati riferiti anche all'editore, l'anno della prima pubblicazione, l'eventuale traduttore ecc. (il che serve a prendere coscienza su cosa sia effettivamente un libro e come ne funzioni la pubblicazione) ma devono esibirsi in una sorta di "promozione" del libro, secondo un tempo prefissato, per parlarne alla classe e convincere i compagni a leggerlo.
Guarda te che mi sono inventata per "sviluppare le COMPETENZE", capisci a me. ;-)
Io faccio uguale! Possono anche stroncare il libro, ma motivando la loro scelta.
EliminaSicuramente credo che ogni periodo abbia i suoi libri ad accompagnarlo, e l'unico segnale è la nostra forte propensione a leggerli. Qualche mese fa ho iniziato Walden, di Thoreau, e l'ho abbandonato dopo una cinquantina di pagine. Strano, mi sono detta, eppure dovrebbe essere proprio nelle mie corde. Infatti l'ho ripreso in mano pochi giorni fa, e gusto ogni singola parola. Comunque non guardo mai con sufficienza alle letture che hanno acceso il mio interesse in passato e ora mi lasciano tiepida, perché penso che mi abbiano guidata quando serviva, e ora, come la zattera di cui parla il Buddha, siano stati giustamente abbandonati sulla riva, perché hanno esaurito il loro compito. :)
RispondiEliminaMi piace questa metafora della zattera. Di fatto, ogni libro palpita di qualcosa, sia esso leggero o ricco di contenuti. Ha qualcosa da "dirci" in qualche modo, poi ci lascia, e non sarà mai più lo stesso.
EliminaIo in età adulta mi sono accorta di essere molto esigente. Quando scoprii Murakami, lo trovai imperdibile, arrivò al momento giusto, quando potei apprezzare questo suo realismo magico. Magari in un altro momento, forse proprio in quella mia fase "alternativa", lo avrei trovato perdibilissimo. E' il bello di ciascun libro, saper essere quello che può essere nel momento perfetto.
Assolutamente sì. Ho letto libri di un certo tipo in determinati momenti della mia vita. C'è stato il periodo new age e ne ho fatto incetta, poi quello psicologico, per fare posto a quello dei gialli... Credo sia proprio una necessità della mente, variare.
RispondiEliminaAmo anche riprendere vecchi libri che in passato mi hanno dato molto nel tentativo di recuperare vecchie emozioni, a volte capita, altre no, ecco lì capisco che ogni cosa è legata al momento preciso in cui accade. I libri ci scelgono per colmare un bisogno. Preziosi, inestimabili a volte per l'aiuto che sanno dare.
Quel che dici invece delle letture scolastiche, invece ahimè, è proprio una nota dolente. Ricordo certi mattoni che mi hanno costretto a leggere che mi domando come ho fatto a restare innamorata della lettura...
"I libri ci scelgono per colmare un bisogno".
EliminaE' vero, in particolare per i libri da cui non riusciamo a staccarci. :)
Che bel post! E complimenti per la varietà dei suggerimenti di lettura! A questo punto però mi piacerebbe molto che mi dicessi quale libro di King fa parte del "repertorio"...
RispondiEliminaIo, da un po' di anni ormai, sono molto statico nelle letture. Ho una montagna di classici ancora da leggere negli scaffali della mia libreria ma finisco quasi sempre per ronzare intorno agli stessi autori, un po' come un'ape specializzata solo in un certo tipo di fiori. Del resto, ho di recente sconfinato un paio di volte, per leggere "Ivanhoe" di Scott e "La freccia nera" di Stevenson e mi sono pentito di entrambe le letture. A questo punto mi viene anche il sospetto che il romanzo di genere storico non faccia proprio per me.
Intanto grazie per aver apprezzato.
EliminaI libri di King che vanno per la maggiore fra i ragazzi: sull'onda del remake del celebre film, anzitutto "It". Poi la serie "Stagioni diverse" e... pensa un po' "Cujo".
Non arrenderti sui romanzi di genere storico. Hai letto dei classici ma possono esserci autori contemporanei assai interessanti, per esempio Noah Gordon.
Avevo pochi dubbi su "Stagioni diverse". Se posso permettermi un consiglio, il bellissimo "Cuori in Atlantide" secondo me si presterebbe bene a essere letto da ragazzi di quell'età. Lo conosci?
EliminaNo, pur avendone sentito parlare. Lo aggiungo alla lista, anche perché cominciano a chiedermi "e adesso? quali ci consiglia?" :)
EliminaÈ vero, certi libri arrivano nel momento in cui ne abbiamo bisogno. Libri che hanno segnato la mia vita, sicuramente i libri di Cesare Pavese, ma anche alcuni di Jean Paul Sartre. In alcuni momenti difficili della mia vita un paio di libri sul buddismo. A volte alcuni libri mi hanno quasi indicato la strada da seguire.
RispondiEliminaAnche Pavese... non lo avrei immaginato. Io ebbi con questo autore un pessimo "incontro" negli anni di liceo, quando mi vidi imposta la lettura di "La bella estate", che detestai perché probabilmente non era l'età giusta per apprezzarlo. :)
EliminaHo vissuto questo problema con i miei figli: avessero avuto te come insegnante! Una, in verità, ha portato mio figlio, il grande, ad amare la lettura e già in terza media leggeva con gusto “Il nome della rosa” (un po’ strano, forse) ed è quello che l’anno scorso ha contribuito a convincermi a leggere “I promessi sposi” che lui ha amato (il che è quanto dire); l’insegnante delle medie del secondogenito, invece, ha esagerato con le richieste di letture e mio figlio pensa a Pirandello ancora con sgomento (uno dei libri proposti era “Berecche e la guerra”)
RispondiEliminaComunque sì, ogni tempo merita la sua lettura: ricordo i miei quindici anni con “Jane Eyre” e “Orgoglio e Pregiudizio”; i miei diciotto con “Cime Tempestose” che sto rileggendo adesso da allora (e come è cambiata la mia percezione). E che mi dici di Jo March? Chi non si è mai sentita Jo March leggendo di questo meraviglioso personaggio? E chiudo citando Proust: non poteva trovare una collocazione migliore questa lettura, in termini di età, perché è solo con la maturità raggiunta che posso capirla e sentirla dentro; sono convinta che se avessi letto la Recherche a vent’anni l’avrei odiata.
Dai, non è andata affatto male. :) Io chissà che fanciullo dovrei trovarmi dinanzi per consigliare "Il nome della rosa", sapendo che amerà anche "I Promessi sposi" (mi piacerebbe conoscere tuo figlio, per altro).
EliminaMi dispiace che molti colleghi siano come "slegati" dalla realtà quanto a consigliare letture adatte. Io ho la fortuna di avere nel mio team di Lettere donne molto in gamba quanto a ciò, ma so di realtà un po' meno felici. E del resto, occuparsi di questo particolare aspetto per un insegnante è davvero molto difficile. Richiede costanza. :)
Sono indubbiamente d'accordo: anch'io mi sono scontrata con certi libri giustificando le mie cattive impressioni con la convinzione che fossero arrivati nel momento sbagliato. A volte è stata un'ammissione per scarso coraggio, perché non riuscivo, pur sforzandomi, a capire cosa fosse andato storto e volevo tenere aperta la porta di una seconda possibilità. Altre volte, invece, ho avuto la prova che questa scusante aveva un fondamento, tant'è che libri in passato indigesti (Vita di Galileo di Brecht o Il Maestro e Margherita di Bulgakov, solo per citarne un paio), sono poi entrati nelle mie simpatie letterarie. Il libro giusto può arrivare nel momento sbagliato, specialmente in caso di letture coatte o affrontate per qualche condizionamento, ma anche per un particolare stato mentale: quando sono particolarmente stanca, non mi è facile concentrarmi e tenere il filo della narrazione, soprattutto se gli impegni mi obbligano a diluire molto la lettura e mi fanno mancare così la possibilità di sintonizzarmi e acclimatarmi fra le pagine.
RispondiEliminaHai fatto una sintesi perfetta della situazione, Cristina.
EliminaAppellandomi alla sua prima parte, giuro che riproverò a leggere "Se una notte d'inverno un viaggiatore", che mi rifiuto di continuare a ritenere una lettura indigesta. Devo e posso amarlo, dopotutto è Calvino. :)
Concordo anche sul fatto che la lettura richieda una certa concentrazione e un mettersi in sintonia col testo, e per far ciò bisogna che ci siano tutte le condizioni.
Tra un elenco di letture proposto dalla scuola mio figlio aveva scelto "Lo Hobbit" pensando che fosse leggero come il film, ma l'ho sconsigliato (me lo ricordavo pesantissimo) e per una volta mi aveva dato retta. Io ho avuto un periodo di vera e propria passione per Virginia Woolf una trentina d'anni fa, e ho letto quasi tutte le sue opere inclusi i diari. L'amore non è mai stato così intenso per altri autori, perché lei ha scritto molto, sia narrativa sia libri o raccolte di conferenze rivolte alle donne. Mentre, ad esempio, di Stendhal ho amato alla follia principalmente "Il rosso e il nero".
RispondiEliminaNon ho mai letto "Lo Hobbit" ma so che Tolkien va affrontato consapevoli di trovarsi dinanzi a letteratura vera, non a un semplice romanzo fantasy di evasione, quindi hai fatto bene a sconsigliare, meglio che lo apprezzi più in là.
EliminaCapisco e condivido la tua passione per Virginia Woolf. Io ne fui folgorata circa cinque anni fa, quando mi misi in testa di portare in scena uno spettacolo assomigliante al bellissimo "The hours". Lessi diversi suoi romanzi (in estate affrontai l'impegnativo "Orlando") e resto ancora molto legata ad alcune pagine di "Una stanza tutta per sé".
I libri che hanno segnato, nel bene e nel male, la mia vita li ho messi in un post-meme con "l'autobibliografia dei 100 libri" e direi che da allora non si è aggiunto nulla di più. Credo che alcuni libri scelgano me, compaiano solo al momento giusto, altri invece li scelgo io, alcuni li inizio, mi accordo che non è il momento giusto (magari non consciamente, rimangono lì sul tavolino) e poi li riprendo quando sento che è ora. Certo è che la scuola è parecchio cambiata: ai miei tempi la piccola biblioteca in classe era sconquassata e penosa, e la biblioteca comunale lontana e sfornita, una tristezza. E ovviamente non c'era internet... :(
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