venerdì 10 luglio 2015

On the road

Oggi più che mai vivere significa viaggiare; la condizione spirituale dell'uomo come viaggiatore, di cui parla la teologia, è anche una situazione concreta per masse sempre più vaste di persone. Sempre più incerto, nelle vertiginose trasformazioni del vivere, appare il ritorno - materiale e sentimentale - a se stessi; l'Ulisse odierno non assomiglia a quello omerico o joyciano, che alla fine ritorna a casa, bensì piuttosto a quello dantesco che si perde nell'illimitato.
C. Magris, da "Tra i cinesi che sognano Ulisse"

Alla ricerca di una definizione di "viaggio", trovo in questa di Magris la perfezione del concetto. Non siamo probabilmente nuovi a questa visione della vita stessa come viaggio. Un viaggio permanente il vivere, nel quale percorriamo strade, ci amalgamiamo con il nostro simile, cerchiamo sempre nuovi obiettivi. Sono consapevole che non tutti siamo così, e di fatto stento a capire come si possa stare sempre fermi, non desiderare vedere, sperimentare, modificare, credere che gli scenari non smettono mai di essere nuovi, per chi sa vederli con occhi sempre nuovi.


Vorrei essere una viaggiatrice più assidua, lo sarei se le mie finanze me lo permettessero. Però ogni qual volta che è stato possibile, mi sono gettata a capofitto nel massimo cui potessi aspirare. Ho viaggiato attraverso gli Stati Uniti per esempio, diversi anni orsono, e ancora oggi torno con la memoria ai momenti unici che un'esperienza del genere sa offrire, cosciente che l'arricchimento che ne è derivato è indiscutibile. Ho visto il sud della Francia, le cose tanto simili alle nostre, ma vissute e rispettate in modo totalmente differente. Ho visto Barcellona, assaggiando un pezzetto di Spagna. E in Italia ho viaggiato in lungo e in largo, spaziando fra le diverse Italie che siamo, imparando ciò che i libri di storia non possono insegnarti, affinando un senso critico che aiuta a rifiutare ogni facile campanilismo per scegliere invece l'osservazione puntuale e sincera sulle cose. 
Viaggiare è un investimento e un'opportunità di crescita. Ma lo è quando si sceglie di non gettare il proprio danaro in hotel di lusso e spiagge su cui sdraiarsi per ore. Lo è quando consumi le scarpe per il cammino, quando la spalla è stanca per lo zaino pesante, quando sopporti la calura mentre ti metti in fila, quando impieghi tutto il tempo che hai a disposizione e a sera ti getti sfinito su un letto non sempre comodo. La prossima settimana sarò a Milano, perchè voglio fare l'esperienza dell'Expo, che racconterò al ritorno. Non è curiosità quella che mi muove, ma certezza di andare a scoprire odori, colori, sapori per me totalmente nuovi. E volti, usi, oggetti, parole, suoni. Attendono lunghe ore in piedi, chilometri da fare di cammino, l'occhio sull'orologio per battere il tempo e vedere il più possibile. Se questa esposizione risponde alle sue promesse, di mostrare innovazione e prospettive, sono pronta a viverla al massimo. Saprò di aver fatto un viaggio diverso dal solito, ma con la consapevolezza di voler imparare e osservare frontiere sempre diverse e nuove. 
Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.
Charles Baudelaire


15 commenti:

  1. Il nomadismo è stato una mia costante per gran parte della mia vita e le esperienze che ne ho ricavato finiscono per essere il materiale alla base di molto di quel che scrivo.
    Negli ultimi quattro anni mi sono sedentarizzato e gli unici miei spostamenti sono diventati quelli verso la costa tirrenica toscana, o l'Appennino, sempre toscano. In parte è una conseguenza della mia maggiore dedizione alla scrittura e forse, quando avrò realizzato almeno una parte di quel che mi sono prefisso in campo letterario, riprenderò a viaggiare. Chissà.
    Molto bello e condivisibile il brano di Magris :))

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    1. Qual è stata l'esperienza di viaggio più forte per te?

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  2. Ho viaggiato parecchio. In questo devo dire di essere stato fortunato, visto che c'è gente che non ha mai nemmeno messo il naso fuori dal suo paese di origine. Viaggiare è cultura e non importa dove si vada. Basta davvero poco. Tempo? Denaro? Non è solo quello. A volte è semplicemente pigrizia.

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    1. Credo anch'io. Negli ultimi due decenni il viaggio è diventato sempre più alla portata di tutti. In rete imperversano i siti di proposte last minute e compagnie aeree guadagnano sulla quantità, a costo di overbooking e quant'altro. Diciamo che il viaggio si è messo al passo coi tempi.
      Domanda che faccio anche a te: l'esperienza di viaggio più significativa e indimenticabile?

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    2. Qualunque viaggio è significativo e indimenticabile. Specialmente quelli on-the-road, dove òìunica cosa che premoti è il volo e un mezzo a noleggio sul posto: tra questi potreri citare la California, la Finlandia, la Scozia, l'Ungheria... ma se devo sceglierne uno in particolare devo per forza allora ti direi Giappone (anche se in quel caso non è stato un viaggio on-the-road, visto che la mia patente laggiù è carta straccia). Se ti interessa saperne di più ne ho parlato tre anni fa qui

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  3. Quando è stato possibile, ho fatto viaggi, ovunque mi sia capitato. Anche io con zainone per ostelli e campeggi e via così. Lo spirito di quei viaggi, fatti probabilmente all'età giusta mi arricchisce ancora oggi.
    Adesso sono in fase sedentaria, ma probabilmente è giusto così in questa fase, sia per motivi materiale che non!
    Attendo il resoconto dall'Expo! ^_^

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    1. Probabilmente in scrittura domani! Ho molte belle foto e devo anche prospettare un piccolo album di viaggio, ma che non mi carichi troppo la pagina.
      Il tuo viaggio più bello?
      Hai mai fatto esperienza di interrail?

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    2. Viaggio post maturità ;) In treno (biglietto tipo Interrail, ma utilizzabile soltanto in Francia) con zaino e l'amica di allora! Una vera vacanza barbona XD

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    3. Credimi: la vacanza che avrei sempre voluto e non ho mai fatto. Ho l'impressione che ci sia un tempo perfetto per fare il tuo tipo di viaggio, quello tra la fine dell'adolescenza e la prima giovinezza. Beata te! :-)

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  4. Appena tornata dal mio viaggio tra Germania, Belgio e Paesi Bassi, leggo il tuo post e ho la sensazione che viviamo il viaggio in modo molto simile. Io viaggio comoda con la famiglia, in realtà, anche se ci organizziamo da soli, quindi mi metto meno in gioco. Ugualmente mi sento diventare più ricca a ogni persona che incontro, a ogni colore che vedo, a ogni odore che sento. E' faticoso, e spesso troppo carico di aspettative preconfezionate, ma se mi sforzo di andare incontro a ciò che non conosco a mente aperta, allora è fantastico.

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    1. Forse, Grazia, il segreto del comprendere il valore vero del viaggio sta proprio nella maturità. Migliaia di giovani viaggiano ogni giorno, ma forse ben pochi di loro con lo spirito di conoscere e lasciarsi realmente arricchire a ogni incontro, odore, colore. L'età adolescenziale è caratterizzata dal desiderio di scoperta ed esperienza, ma solo molto più in là si colgono sfumature diverse...

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    2. Hai ragione, è così. La maturità riserva molte belle soprese, secondo me.

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  5. Concordo in tutto!
    Negli anni dell'università ho viaggiato tantissimo. Erasmus e poi zaino in spalla, treni e ostelli della gioventù, ho scorrazzato dai paesi baltici alla Spagna, lasciandomi pochissimi buchi in mezzo.
    Oggi, chiaramente, viaggio in modo diverso, con più attenzione, che so, al bagno in camera, ma anche alla cultura culinaria del posto che visito (una volta mi bastava nutrirmi), ma sempre con gli occhi, le orecchie e le antenne ben dritte a captare tutto quello che mi sta intorno. Torno spesso in Francia e Scozia, i paesi che amo di più, ma mi piace anche fare la viaggiatrice dietro casa, scoprire le storie dei monumenti che vediamo tutti i giorni e tendiamo a dare per scontati.
    PS: all'expo io vado mercoledì

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    1. Ecco, "Erasmus e zaino in spalla", in quel pezzetto di vita bohémien che mi sarebbe piaciuto vivere. Con la giovinezza che palpita in ogni angolo del tuo corpo e una bella testa per pensare.
      P. S. Mi piacerà leggere le tue impressioni.

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