C'è una cosa molto bella che si chiama "memoria olfattiva", quella capacità di ricordare sentendo un profumo, un odore. A me capita quando mangio un'arancia o un mandarino e metto le bucce sul termosifone.
Si espande un profumo che mi riporta automaticamente all'infanzia e all'adolescenza, in quel periodo fra gli anni Ottanta e i Novanta in cui tutto era più semplice, forse più bello.
Il Natale a quel tempo era per me una festa molto attesa, mi piaceva organizzarmi in tutto e per tutto, occupandomi dell'albero, il presepe, i tanti pacchi e pacchetti che si accumulavano ai piedi del piccolo abete. Lo trascorrevo con famiglia e parenti, componevamo una di quelle proverbiali tavolate anche di trenta persone, per altro tipiche del sud.
Erano anni di liceo e poi di università, nel piccolo paese poco altro, qualche uscita al cinema o in pizzeria, passeggiate sul lungomare, giri in motorino. Non era una vita ricca di esperienze, era piuttosto semplice, ecco perché il Natale significava vivere un evento vero e proprio.