mercoledì 30 dicembre 2020

Cosa resterà di questo 2020?

Citando una vecchia canzone che salutava gli anni Ottanta, mi viene da chiedermi: quali ricordi resteranno in noi di questo strano, straordinario e terribile anno che sta per finire? 
Lo scorso anno a quest'ora sarebbe iniziata la raffica di auguri per un 2020 scoppiettante, che di lì a poco ci avrebbe catapultati in una realtà degna di una narrazione distopica, inusuale, nuova. 

Vi capita di guardare qualche scatto del dicembre di un anno fa? Ci viene fulmineo pensare che non avremmo mai immaginato l'imminenza di una pandemia globale.

La più fervida fantasia non avrebbe messo insieme una narrazione fitta di immagini che ci hanno agghiacciato, come quelle dei camion dell'esercito che portano via le bare, o altre che ci hanno gettato in un cupo sbigottimento, come quelle delle città deserte, ferme in un silenzio immobile, surreale, o altre ancora, che ci hanno commosso, con la natura che torna ad affacciarsi sotto forma perfino di daini sorpresi a curiosare fra le vetrine dei borghi o le acque di Venezia che diventano cristalline. 

giovedì 17 dicembre 2020

Il caffè di Luz e Marina: aria di Natale! (nonostante la pandemia)

Il caffè di dicembre è slittato un po', ma Marina ed io avevamo il desiderio di addentrarci meglio nello spirito natalizio. 
Nonostante la pandemia, che ci porterà un Natale più sobrio, non manca la volontà di pensare a questa festa seguendo il classico iter. Sto lavorando su me stessa per disimparare il mio ormai atavico rifiuto dello spirito del Natale, per "fare tacere il mio grinch", come sono solita dire. Ed eccoci qui.

Ci siamo viste, Marina ed io, nel bel salotto della sua casa romana, e abbiamo gustato più di un tè, attingendo a una larga offerta di gusti, meticolosamente conservati in una teca costruita con le sue mani. Lì accanto, un vassoio pieno di muffin al cioccolato, una delle sue specialità. Sono certa che ne darà la ricetta nel suo blog. La tavola ben apparecchiata, la forma classica del servizio, e l'aria che si riempie di parole scambiate, come d'abitudine. 
Nota fuori contesto: se a qualcuno sono "fischiate le orecchie ieri", sappiate che abbiamo parlato di voi, abbiamo fatto un bilancio delle nostre frequentazioni via blog. 😁
Le immagini che seguono sono miei scatti delle creazioni natalizie di Marina. 

mercoledì 9 dicembre 2020

Luca Sofri non aveva ragione. Il confronto con Michela Murgia e lo svelamento del valore del teatro


Il 28 ottobre di quest'anno, Luca Sofri usciva con un pezzo sulla chiusura dei teatri, che potete leggere qui. Un discorso semplice semplice, logico, perfino banale: i teatri sono luoghi di aggregazione, ergo di assembramento, fra lavoratori e soprattutto pubblico. Dobbiamo preservare i cittadini dalla pandemia, quindi i teatri tornano a chiudere i battenti. 
La sollevazione dei lavoratori dello spettacolo, legittima e forte, si è fatta sentire. Ne è simbolo il flashmob di Piazza del Duomo a Milano, quello dei 500 bauli vuoti, a significare che i flight case dei tecnici, i tantissimi fonici, elettricisti, facchini, ma anche artisti e organizzatori di eventi restano senza vita, vuoti di attrezzature perché lo spettacolo non c'è, è sospeso fino a data ignota

mercoledì 2 dicembre 2020

Orange is the new black


Emergo dall'aver ultimato la visione delle 7 stagioni di questa serie televisiva prodotta da Netflix
Una lunga maratona iniziata a fine agosto, che mi ha catapultato in un "luogo" di cui non si possono immaginare confini né dinamiche: un carcere federale femminile
Ogni buona storia che si rispetti attinge a piene mani dalla realtà e si fregia anche di uno stile realistico, ruvido. OITNB è una di quelle serie dove trovate la realtà più cruda, senza filtri né inganni. 

mercoledì 25 novembre 2020

Accabadora - Michela Murgia

Incipit: Fillius de anima.
È così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un'altra. Di quel secondo parto era figlia Maria Listru, frutto tardivo dell'anima di Bonaria Urrai. 

L'esperienza di lettura di questo piccolo romanzo pregno di significati - col quale l'autrice vinse anche il Premio Campiello nel 2010 - è una di quelle che difficilmente dimentichi. 
Dopo aver perdonato alla Murgia l'ultimo terzo non propriamente riuscito a mio parere, si può ben dire che nel suo insieme Accabadora sia una storia da conoscere. 

Questo piccolo romanzo di circa 160 pagine racconta di un tipo di adozione diffusa in Sardegna, dove la storia è ambientata: Maria, quarta figlia di una vedova in condizioni economiche precarie, viene data come "figlia d'anima" alla sarta Bonaria Urrai, donna di mezza età che svolge il ruolo di "accabadora". 
Bonaria richiede la bambina a sua madre dopo averla vista rubacchiare in un negozio, leggendo nelle movenze e nella reazione della piccola tutta la sua solitudine e la sua condizione di "figlia di troppo". Bonaria è la madre adottiva, ma anche una "madre universale" proprio per il ruolo che riveste. 

mercoledì 18 novembre 2020

Essere blogger nel 2020



Partecipo volentieri alla Proposta di intervista collettiva ideata da Nick del blog Nocturnia, che potete reperire qui.
Lo ringrazio perché è una bella occasione per "fare il punto" sulla nostra passione di scrivere in un blog, sulla nostra percezione della rete, sul nostro rapportarci con questi mezzi. 

mercoledì 11 novembre 2020

Follia - Patrick McGrath

Incipit: Le storie d'amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni. Si tratta di relazioni la cui durata e la cui intensità differiscono sensibilmente, ma che tendono ad attraversare fasi molto simili: riconoscimento, identificazione, organizzazione, struttura, complicazione, e così via. La storia di Stella Raphael è una delle più tristi che io conosca. Stella era una donna profondamente frustrata, che subì le prevedibili conseguenze di una lunga negazione e crollo di fronte a una tentazione improvvisa e soverchiante. 

Quando si dice uscire da un libro come frastornati. Lo possedevo da qualche anno, fin da quando fu un best seller circolante nei gruppi di lettura, e di fatto lo acquistai proprio per le recensioni entusiastiche.
Ho la sensazione che scriverne non esaurirà il senso e il valore di questo racconto. Ci provo. 
Anzitutto, fissiamone il genere: romanzo psicologico, ma affrettiamoci ad aggiungere che McGrath conosce molto bene la materia da trattare, essendo stato figlio di uno psichiatra impiegato in un manicomio criminale e avendo poi lui stesso lavorato in un centro di salute mentale. A leggere questa storia, si ha la sensazione che la voce narrante, quella del dottor Peter Cleave, sia in effetti del tutto attendibile mentre psicanalizza gli eventi, le persone, il tragico esito. C'è qualche "spoiler" ma cercherò di non svelare tutto. Merita di essere letto. 

mercoledì 4 novembre 2020

Il caffè di Luz e Marina: ha un vero valore l'arte contemporanea?

Già novembre? È tempo di un nuovo caffè! Ecco Marina arrivare questa volta con una bottiglia di limoncello, magari le chiederò la ricetta.

LUZ   Cara Marina, due caffè fa ho accennato alla tua capacità di creare opere d'arte con le tue mani laboriose. Quando hai cominciato a creare qualcosa di tuo, e soprattutto... cosa hai creato?

MARINA  Una cosa orrenda, che tuttora uso, perché ne vado fiera: un mobiletto, che prima tenevo in bagno, quando abitavo a Caltanissetta, e ora ho nella stanza da letto.   
Ho comprato i pannelli di legno, cornici, pomelli... e mi sono cimentata (naturalmente, ora mi aspetto un gran complimento. 😁
Ho sempre amato le creazioni artigianali e mi pregio di avere una spiccata manualità, che mi consente di trasformare la fredda materia in oggetti cui, poi, mi affeziono. Sono una ex appassionata di découpage (in realtà sono partita con quest’attività creativa, che mi divertiva molto e da dilettante sono passata a un livello quasi professionale), ma ricordo che una mia cara amica mi ha avviato alla lavorazione delle paste modellabili e un’altra al cucito creativo. Altri primissimi lavori, a proposito, sono stati quelli mostrati sotto.

mercoledì 28 ottobre 2020

The King, ovvero l'arte della manipolazione nella scrittura.

The "King", omen nomen
Il re è lui in quella che si chiama "letteratura di consumo". Fra i dieci autori più letti al mondo, senza mai uscire dalla classifica nell'ultimo ventennio. Il sovrano delle vendite, colui che suscita aperta simpatia nel lettore perché costui impara cosa aspettarsi dal "re". 
E il "re" non delude mai. 
King ha scritto un manuale di scrittura arcinoto, contenente una gragnola di consigli che a leggerli fanno sembrare tutto così semplice. 
Poi sai bene che scrivere è difficile e non ti basterebbero due vite per capire come funziona una scrittura vincente. Fra le tante citazioni del maestro, mi piace in modo particolare questa:
Uno dei miei compiti in quanto scrittore è quello di assalire le vostre emozioni e forse di aggredirvi – e per far questo uso tutti gli strumenti disponibili. 
Forse sarà per spaventarvi a morte, ma potrebbe anche essere per prendervi in modo più subdolo, per farvi sentire tristi. 
Riuscire a farvi sentire tristi è positivo. Riuscire a farvi ridere è positivo. Farvi urlare, ridere, piangere, non mi importa, ma coinvolgervi, farvi fare qualcosa di più che mettere il libro nello scaffale dicendo: "Ne ho finito un altro", senza nessuna reazione. Questa è una cosa che odio. Voglio che sappiate che io c'ero.

mercoledì 21 ottobre 2020

Sono stata una bambina sandwich.

Post semiserio sull'eterno secondo. 😊
Tempo fa incontravo una definizione che mi calza a pennello e che mi fa pensare a una di quelle condizioni che si portano su di sé per sempre. 
Io sono stata una bambina sandwich, sono una "figlia di mezzo", la seconda di tre. 
Essere "bambini sandwich" significa accorgersi fin dalla più tenera età di non essere né il primo nato né l'ultimo, quindi vedersi negata tutta una serie di privilegi che spontaneamente appartengono al primo e all'ultimo. 
Il primo nato è colui - o colei - che si definisce "il figlio dell'amore". Una definizione che echeggiava scherzosamente fra le pareti di casa, riferita a mio fratello, nato per primo e per giunta maschio. 

Al sud, un primogenito maschio è il massimo della soddisfazione, in particolare in certe generazioni post guerra, ma sono portata a pensare che questa condizione sia perfetta a qualsiasi latitudine. 
Mio fratello, venuto al mondo con tre anni di vantaggio rispetto a me, ieri come oggi, è una sorta di "eroe infallibile". Destino volle che fossimo molto diversi, nel carattere e nella rispettiva weltanschauung, ragion per cui nell'infanzia ce le demmo di santa ragione e nell'età matura continuiamo a farlo, parlando da due posizioni e visioni talmente differenti da far scaturire una certa rassegnazione.

mercoledì 14 ottobre 2020

Cortesie per gli ospiti - Ian McEwan

Incipit
: Ogni pomeriggio, quando la città oltre le scure persiane verdi cominciava ad animarsi, Colin e Mary si svegliavano al metodico picchiettio degli arnesi d'acciaio contro le chiatte di ferro ormeggiate accanto al bar galleggiante del loro albergo. Al mattino i barconi rugginosi e butterati, senza alcun carico o mezzo di propulsione visibile, non c'erano più; ricomparivano sul finire della giornata, e gli uomini dell'equipaggio si mettevano inspiegabilmente all'opera con martello e scalpello. Era allora, nel caldo rannuvolato del tardo pomeriggio, che i clienti cominciavano ad affluire sul pontone per mangiare un gelato seduti ai tavolini di metallo, e anche le loro voci riempivano l'oscurità della stanza, sollevandosi e abbassandosi in ondate di allegria e discordia, sommergendo i brevi silenzi tra un penetrante colpo di martello e l'altro. 

Inizia così uno dei racconti più straordinari di questo scrittore inglese dalla "penna" prolifica. Non ho letto molto di suo, posso dire di avere amato profondamente quello che ritengo il suo capolavoro, Espiazione
Nell'addentrarmi sempre più in questa storia complessa, dai tratti inquietanti, ho ritrovato lo stile del migliore McEwan, una scrittura corposa, sontuosa. McEwan è un talento della descrizione e se è vero che la scrittura contemporanea si fregia del principio dello "show, don't tell", ebbene, questo scrittore non si fa scrupolo di portarci dentro le sue storie offrendoci ampie "vedute" narrative. 

mercoledì 7 ottobre 2020

Il caffè di Luz e Marina: l'amicizia secondo noi

LUZ
   Cara Marina, felice di rivederci virtualmente per il nostro periodico caffè. 

MARINA  Ciao Luana, oggi vengo a chiacchierare con te portando una guantiera di golose rotelle al cioccolato. Che caffè sarebbe senza il nostro fedele dolce di accompagnamento! Tanto l’estate è finita e la prova costume non è più necessaria. 😀
Di cosa parleremo in questo nostro bell’appuntamento?

LUZ   Vorrei affrontare assieme a te un tema che mi è particolarmente caro: l'amicizia. Comincio col domandarti quanto sia importante per te l'amicizia e se ti ti viene in mente una tua definizione. 

mercoledì 30 settembre 2020

Cos'è la serendipità?

Vi è mai capitato di imbattervi in qualcosa di speciale, di importante, mentre stavate cercando una cosa del tutto diversa?
Se sì, allora avete vissuto un caso di serendipità, una parola a volte abusata, a volte fraintesa, dalle origini affascinanti. 
Un equivoco in cui si cade spesso è quello di confondere la serendipità con la casualità. 
Incontrare per caso, e magari in un luogo del tutto inatteso, una persona che non si vedeva da tempo, non è serendipità, è pura casualità. Io stessa confusi la parola quando incontrai, in due occasioni differenti e fra migliaia di persone, due amiche/colleghe che non vedevo da anni.
Una all'Expo, davvero fra migliaia di persone che affollavano i padiglioni dell'evento, io in fila in ingresso, lei in uscita. 
L'altra su una spiaggia nel siracusano, quando su una lingua di costa affollatissima piantai l'ombrellone a pochi passi dal suo. 
Sono state entrambe casualità, anzi diciamo straordinarie coincidenze. 

mercoledì 23 settembre 2020

Miss Austen - Gill Hornby (o dell'infelice condizione delle donne nel XIX secolo)

Incipit: "Prendiamo quel sentiero". Lui chiuse il cancello del giardino dietro di lei e indicò l'Elm Walk.
Avvolgendosi nello scialle, lei inspirò profondamente l'aria fresca della nuova stagione che si accingeva a rinverdire la campagna. Era l'anno 1795, e il giorno sembrava credersi il primo della primavera. In alto, sulla quercia, gli uccelli cinguettavano di gioia e i ramoscelli luccicavano di resina novella. Insieme, i due giovani salirono il pendio dietro la canonica e proseguirono per il varco nella siepe. 

Questo libro possedeva fin dall'inizio caratteristiche tali da renderlo per me desiderabile: l'impatto di una bellissima copertina, un titolo appropriato e la scoperta che trattasi del racconto di Cassandra, sorella di Jane Austen
Non ho mai dedicato un articolo alla celebre scrittrice inglese, l'ho solo citata in diversi post. Pur avendola amata durante gli anni dell'adolescenza, quando una lettrice accanita non può non apprezzare le rocambolesche vicende di Lizzie Bennet, Emma Woodhouse, Elinor Dashwood o Fanny Price, ne conservo comunque un ricordo non proprio esaltante.
Leggere i romanzi di Jane Austen è divertente, sono ben scritti, non è un caso che fra i maggiori estimatori del suo repertorio si annoverino nomi come Virginia Woolf, che la definisce "perfetta e immortale". L'aspetto che non riuscii ad apprezzare appieno fu il reiterato tema della strenua ricerca di un uomo da sposare, leit motiv di tutto - o quasi - il repertorio austeniano, motore dell'azione e obiettivo di ogni intendimento.

mercoledì 16 settembre 2020

A quiet passion, il film su Emily Dickinson


Può un film cogliere l'essenza, la bellezza, la profondità di questa poetessa indimenticabile? 
Terence Davies, autore e regista, ci riesce a metà, individuando il cast giusto e inanellando scena dopo scena dialoghi praticamente perfetti. Manca però il racconto di un'anima, di quello spazio immenso e misterioso che deve essere stata l'anima di una poetessa come la Dickinson. Mancano una regia sapiente, una fotografia e dei costumi all'altezza  e una colonna sonora evocativa. 
Davies insiste su inquadrature piatte, ristrette, claustrofobiche, mentre l'afflato dei versi eterni della poetessa americana, che pure pervade la pellicola, soffoca nell'angusto spazio del racconto.
Peccato, perché Cynthia Nixon, Jennifer Ehle (l'indimenticata Elisabeth in Orgoglio e pregiudizio del '95) e Keith Carradine sono perfetti nei ruoli di Emily, sua sorella Vinnie e il loro padre. 
Il film comunque offre l'opportunità di conoscere almeno in parte la poetessa americana e l'ambiente in cui visse.


mercoledì 9 settembre 2020

I leoni di Sicilia - Stefania Auci

Incipit: Il terremoto è un sibilo che nasce dal mare, s'incunea nella notte. Gonfia, cresce, si trasforma in un rombo che lacera il silenzio. 
Nelle case, la gente dorme. Alcuni si svegliano con il tintinnio delle stoviglie; altri quando le porte iniziano a sbattere. Tutti, però, sono in piedi quando le pareti tremano. 
Muggiti, abbaiare di cani, preghiere, imprecazioni. Le montagne si scrollano di dosso roccia e fango, il mondo si capovolge. 

Questo romanzo di Stefania Auci - best seller nel 2019 con più di 300.000 copie vendute - mi ha attratto fin dai suoi esordi, fin da quando lessi che racconta diverse generazioni di una famiglia, i Florio, che costruirono nella Sicilia del XIX secolo un impero finanziario fra i più importanti della storia italiana.

Strano che, a fronte dei vari Lauro, Agnelli, Ferrero, Olivetti ecc. non ci si imbatta in questo nome, eppure a leggere dei Florio in rete, scopriamo che alla quarta generazione "disponevano di una flotta di novantanove navi, un impero che spaziava dalla chimica al vino, al turismo, all'industria del tonno".  Un impero che, purtroppo, sprofonderà in pieno XX secolo.
I leoni di Sicilia si rivela essere il primo volume della saga, poiché narra gli avvenimenti dalla prima alla terza generazione, dalla partenza dei Florio dalla Calabria, in seguito al terremoto che sconvolse la regione nel 1799, fino al 1868.

mercoledì 2 settembre 2020

Il caffè di Luz e Marina: noi "esuli" del ritorno.

È settembre!, riprende Il Caffè di Luz e Marina. Rivedo davvero la mia amica dopo molto tempo, viene a trovarmi nella mia nuova casa. Fuori piove, la temperatura si è abbassata notevolmente, ma siamo contente lo stesso di rivederci e di trascorrere del tempo insieme. Marina è in splendida forma, le toglieresti almeno dieci anni, sempre bella. Fra le mani, un contenitore di feltro confezionato come perfetto contenitore di una squisita crostata al cioccolato. Fatto da Marina con le sue mani da fine artigiana. C'è da restare stupiti dinanzi a questa maestria. Una meraviglia, che andrà ad abbellire la mia cucina. Ma ora cominciamo il nostro caffè. 

mercoledì 26 agosto 2020

Il mondo nuovo - Aldous Huxley

Incipit: Un edificio grigio e pesante di soli trentaquattro piani. Sopra l'entrata principale le parole "Centro di incubazione e di condizionamento di Londra centrale" e in uno stemma il motto dello Stato mondiale: "Comunità, Identità, Stabilità". 
L'enorme stanza al pianterreno era rivolta a nord. Fredda, nonostante l'estate che sfolgorava al di là dei vetri, nonostante il caldo tropicale della stanza stessa; una luce fredda e sottile entrava dalle finestre, cercando avidamente qualche manichino drappeggiato, qualche pallida forma di mummia accademica, ma trovando solamente il vetro, le nichelature e la tetra lucentezza della porcellana di un laboratorio. 

Leggere un romanzo distopico in estate, sulla spiaggia: fatto.
Quest'anno sono stata pochissimo in vacanza al mare e leggere non è stato propriamente nelle mie corde, poi mi sono imbattuta in questo romanzo nell'unica libreria del paese calabro dove mi trovo ogni anno e voilà.
È da un po' che leggo qua e là citazioni e aforismi di questo autore, fra gli eminenti intellettuali del XX secolo, teorico dell'esistenzialismo nella nascente era tecnologica dei primi decenni del Novecento.

giovedì 20 agosto 2020

Fare teatro al tempo della distanza sociale.

Agosto si affaccia alla sua ultima decade, settembre è alle porte e con esso tutto quello che di solito si programma per un nuovo anno di laboratorio teatrale
Avremmo mai immaginato di dover pensare a un teatro in tempo di distanziamento sociale? Che poi questa definizione è erronea, si dovrebbe piuttosto dire "distanziamento fisico", perché la distanza nelle relazioni è di fatto impossibile, come ha dimostrato il lockdown e tutta l'inventiva venutane fuori. 

Al momento, la percentuale dei contagi sta nuovamente risalendo tornando ai dati di un mese fa, è evidente che gli assembramenti nei luoghi di vacanza stiano comportando delle conseguenze. Cosa significherà ciò in termini di aggravamento della curva epidemiologica non sappiamo, possiamo solo sperare che i numeri si mantengano entro una soglia tollerabile, tale da fare riaprire le scuole dal 14 settembre, con tutte le cautele raccomandate dal governo, e si spera tutte le attività collaterali, sportive e culturali.

giovedì 23 luglio 2020

Strane creature - Tracy Chevalier

Incipit: I lampi. Mi hanno sempre colpita i lampi. Ma una volta è successo davvero. Non dovrei ricordarlo perché ero poco più di una poppante, invece me lo ricordo, eccome! Ero in un prato e c'erano dei cavalli, dei cavalieri... Poi scoppiò un temporale e una donna - non era la mamma - mi prese in braccio e mi portò sotto un albero. Mi teneva stretta stretta e io guardavo in alto le foglie scure contro il cielo bianco. 

Eccomi a leggere nuovamente un'autrice che non mi ha convinta col romanzo precedente, quella stessa Chevalier recensita qui
Mi sono concessa questa seconda lettura poiché questo libro è un dono caro di una persona cara, il che mi offre l'opportunità di meglio entrare nello stile e nella struttura di questa narratrice. 

Se al termine di questo romanzo dovessi chiedermi se la Chevalier è diventata una delle mie autrici predilette, la risposta sarebbe "no", per una serie di ragioni legate alle stesse affermazioni già fatte. Chiunque cerchi un approfondimento psicologico e una struttura narrativa costruita ad arte, resterebbe deluso. 
La Chevalier non è una scrittrice nelle mie corde, ma devo riconoscerle il merito, con questo romanzo, di aver individuato il soggetto perfetto e di offrire al lettore una totale immersione in un luogo ritratto con dovizia: la costa dinanzi a Lyme Regis, cittadina del Dorset inglese.

sabato 18 luglio 2020

E il traslocar m'è dolce in questo mare...

Ecco qui, ce l'abbiamo fatta - o perlomeno si può cominciare a pensarlo, visto che le cose da fare e ultimare sono ancora tante: ho traslocato

In inglese questa parola diventa moving house, non è un caso. Muovere una casa è una di quelle imprese titaniche, parrebbe uno dei principali motivi di stress traumatico assieme a lutto e divorzio. 

Il trasloco è come una creatura mostruosa a più braccia, con arti inferiori puntellati su alcuni aspetti da cui non puoi scappare, anche se sulle prime ti illudi di farlo. Ebbene sì, puoi vestire i panni di una di quelle eroine nipponiche sempre pronte al sorriso e ai saltelli al grido di "quanto è bello tutto questo!" quanto vuoi, poi arriva il momento - ma non è detto che sia solo uno - in cui il crollo psichico ti fa diventare una Erinni e tuo marito il Cerbero.
Ecco immaginate una lotta fra una Erinni e il Cerbero, in effetti. Avrete un quadro della cosa.

giovedì 25 giugno 2020

Il caffè di Luz e Marina: abbiamo letto insieme La macchia umana di Philip Roth

Un giovane Philip Roth nel suo studio
LUZ   Bentornata da queste parti, Marina. È il nostro ultimo caffè prima della pausa estiva e abbiamo scelto... una lettura condivisa. A proposito, cosa porti di bello? Pare squisito. Bene, siamo al nostro secondo Roth e abbiamo scelto La macchia umana. Come ti senti dopo averlo letto? 

MARINA  Sono mattonelle di ricotta al profumo di limone. Per me è il terzo Roth: ho letto anche Indignazione, una storia più breve, ma dal contenuto non meno potente. Ormai l’ho capito: qualunque cosa racconti Philip Roth, il pugno arriva sempre dritto, e ben assestato, allo stomaco. Ecco, dopo aver letto “La macchia umana” mi sento di nuovo stordita, come quando sono arrivata all’ultima pagina di Pastorale americana. Ho trovato qualcosa che accomuna i due romanzi, che non è tanto il ritorno di quel Nathan Zuckerman, narratore, presente in altre storie di Roth (del resto siamo in mezzo alla “trilogia americana”: la completerò leggendo anche Ho sposato una comunista), bensì il richiamo a una stessa struttura, a un analogo schema. Ma aspetta, forse sarebbe meglio partire dalla trama, per coinvolgere i nostri ospiti nella discussione. Ti andrebbe di raccontarla brevemente?

mercoledì 17 giugno 2020

Le interviste di Luz. Ludovica: "Ho scelto di lasciare l'Italia".

Castlerigg stone circle - Keswick
Inauguro oggi una nuova rubrica, annunciata in occasione del quinto anno del blog. 
Mi piacciono le storie di vita inconsuete, quelle che suscitano interesse e curiosità, ero alla ricerca di una di queste e ho proposto a Ludovica, di Ludo's blog, di sottoporsi alle mie domande. 

Ludovica ha deciso anni fa di lasciare il nostro paese e trasferirsi prima in Inghilterra e poi in Irlanda, dove risiede attualmente. 
Guardo con ammirazione a chi ha il coraggio di tentare l'avventura di una vita totalmente nuova e diversa in un altro paese. Volevo capire più da vicino questo fenomeno assai diffuso fra i giovani e farne un'occasione di conoscenza per chiunque vorrà leggere. Ecco l'intervista.

mercoledì 10 giugno 2020

Quando cadono gli angeli - Tracy Chevalier (quando un romanzo è brutto o del fascino dei cimiteri inglesi)



Incipit: Stamattina mi sono svegliata e c'era un estraneo nel mio letto. Quei capelli biondi non erano certo di mio marito. Non sapevo se sentirmi sbigottita o divertita. 
Beh, ho pensato, ecco un modo originale per incominciare un nuovo secolo. 

mercoledì 3 giugno 2020

Il caffè di Luz e Marina: romanzo classico o contemporaneo?

I segnalibri di Corrie Baldauf in Infinite Jest di Foster Wallace
LUZ:   Buongiorno, Marina! Ti vedo in forma nonostante la quarantena. Ce l'abbiamo fatta, comunque, finalmente possiamo uscire all'aperto. Eccoti il mio caffè. Ma cosa hai portato?? Dall'aspetto è squisito! 

MARINA:   Eh, cara mia, continuando con i nostri incontri... e poi io non so presentarmi a mani vuote... insomma, altroché forma: la vedo molto a rischio. Vediamo se quello che ho portato oggi ti piace. Prepara i cucchiaini (e non solo per il caffè): oggi assaggerai la mia mousse al caffè con sbriciolata al cacaoUh, ma vedo che hai con te dei libri...

mercoledì 27 maggio 2020

L'eredità delle dee - Katerina Tučková

Incipit: Dentro non si vede niente. Si solleva sulle punte, appiccica il naso al vetro per sbirciare al di sopra della tenda, appesa a metà finestra. Tra i rigogliosi cespi di gerani che di solito pendono all'esterno e oggi, per motivi incomprensibili, sono intrappolati dietro i vetri, è tutto buio. Ma è quasi sempre così. Attraverso quelle finestrelle la luce filtra in casa solo nelle giornate di sole. 

Questo è uno dei tre libri che mi sono arrivati in dono durante la quarantena, inviatimi da persone molto care. 
Ci conosciamo poco, eppure hanno scelto per me dei libri che rispondono non solo ai miei gusti, ma che sono pregni di significato, di valore. 

Con questo romanzo, un best seller tradotto in 15 lingue, ho potuto incontrare per la prima volta la letteratura ceca, e questa giovane autrice dallo stile fluido e accattivante.

mercoledì 20 maggio 2020

Unorthodox: la dura vita delle donne chassidiche

Qualche giorno fa ho visto la miniserie Unorthodox, acclamatissima durante i giorni di quarantena. Sui social in quelle settimane imperversavano grandi lodi per questa storia, tratta dall'omonimo libro di Deborah Feldman, per la forza dell'intreccio, il talento dell'attrice protagonista, la novità del genere.

mercoledì 13 maggio 2020

Furore - John Steinbeck

Incipit: Nella regione rossa e in parte nella regione grigia dell'Oklahoma le ultime piogge erano state benigne, e non avevano lasciato profonde incisioni sulla faccia della terra, già tutta solcata di cicatrici. Gli aratri avevano cancellato le superficiali impronte dei rivoletti di scolo. Le ultime piogge avevano fatto rialzare la testa al granturco e stabilito colonie d'erbacce e d'ortiche sulle prode dei fossi, così che il grigio e il rosso cupo cominciavano a scomparire sotto una coltre verdeggiante. 

Tra i libri in fila sugli scaffali della mia biblioteca, in attesa di una lettura, c'era questo grande capolavoro e io non lo ricordavo più. Nelle lunghe giornate di questa quarantena da poco terminata - ma con tutte le misure ancora da osservare - mi sono concessa di fare un'altra conoscenza. Dopo Roth, Steinbeck.

mercoledì 6 maggio 2020

Il caffè di Luz e Marina - La poesia... sì o no?



LUZ  Buongiorno, Marina. Rieccoci, accomodati pure. Di cosa ti piacerebbe parlare oggi?

MARINA  Oggi offro io: torta fatta in casa. Da me. (Se ti piace, ti do la ricetta, è il mio pezzo forte: so fare solo questa!)
Conosci la “Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo” scritta da Giovanni Berchet?
Se vuoi sapere che c’entra con la nostra conversazione di oggi, chiedimi cosa penso della poesia.

mercoledì 29 aprile 2020

La "cadenza d'inganno", ovvero come riesco a sconvolgerti.

Una delle cose di cui ricorderò di questa quarantena è la possibilità di imbattermi in parole e concetti nuovi, averne il tempo, ecco. 
Ebbene, ogni mattina, per non cedere al totale abbrutimento (ed evitare qualche chilo di troppo)  faccio un'ora di movimento in stile "maratoneta", con tanto di abbigliamento tecnico ad hoc. 
Impossibile senza qualcosa con cui distrarsi e far scorrere in fretta il tempo, così con tanto di auricolari seguo trasmissioni varie, interviste, conferenze, lezioni. 
Non avevo idea di quante cose si potessero apprendere con questo metodo. 

mercoledì 22 aprile 2020

Quali libri definireste "imperdibili"?

Nota bene: Il senso di questa domanda può essere compreso solo se si legge da cima a fondo questo post. 

Essere lettori ci rende dei privilegiati
No, non è una "perla di saggezza" di mia invenzione, almeno non credo. È piuttosto una certezza in un'epoca in cui la fatica di leggere è diventata più gravosa, distratti come siamo dai mille stimoli della tecnologia. 
La lettura esige silenzio, calma e tranquillità. Condizioni oggi sempre più difficili da trovare.

mercoledì 15 aprile 2020

Pastorale americana - Philip Roth

Incipit: Lo Svedese. Negli anni della guerra, quando ero ancora alle elementari, questo era un nome magico nel nostro quartiere di Newark, anche per gli adulti della generazione successiva a quella del vecchio ghetto cittadino di Prince Street che non erano ancora così perfettamente americanizzati da restare a bocca aperta davanti alla bravura di un atleta del liceo. Era magico il nome come l'eccezionalità del viso. Dei pochi studenti ebrei di pelle chiara presenti nel nostro liceo pubblico prevalentemente ebraico, nessuno aveva nulla che somigliasse anche lontanamente alla mascella quadrata e all'inespressiva maschera vichinga di questo biondino dagli occhi celesti spuntato nella nostra tribù con il nome di Seymour Irving Levov. 

Lasciatemi anzitutto dire che aver scoperto Roth leggendone il capolavoro, mi ha messo subito addosso il desiderio di cercare anche altrove questo straordinario scrittore. 
Ho voglia di leggere La macchia umana, per dirne una, ma anche Lamento di Portnoy, Il teatro di Sabbath
Libri che arriveranno fra i miei scaffali. 
Pastorale americana è uno di quei romanzi di cui senti parlare da sempre, un monumento della letteratura americana contemporanea che ti passa davanti agli occhi nelle librerie, ascoltando il parere dei lettori, imbattendoti in qualche buona trasmissione tv. Di Philip Roth, se sei un frequentatore di libri, sai subito che è un gigante fra i grandi, che ha vinto un Pulitzer, che avrebbe magari anche meritato il Nobel. 

mercoledì 8 aprile 2020

Il caffè di Luz e Marina - La sindrome dell'impostore

Benvenuti a questa nuovissima rubrica, pensata da due amiche in omaggio ai nostri proverbiali incontri (che di solito durano dalle tre alle quattro ore di chiacchiere), da prolungare anche virtualmente.
Il caffè di Luz e Marina vi terrà compagnia un paio di volte al mese o a cadenza casuale, è tutto da inventare
Di volta in volta, affronteremo temi di vario genere. Uno spettacolo d'arte varia, insomma. 
Bene, cominciamo. 


Luz:  Benvenuta, amica mia. Tutto bene? Pronta a iniziare questa avventura? 

Marina:  Ciao Luana, sono prontissima. Ma il caffè lo hai preparato?

Luz:   Sì, eccolo qui. Con la moka classica, sono per un caffè tradizionale. Possiamo pure spizziculiare questo cornetto. Bene, vorrei cominciare con un argomento che mi sta particolarmente a cuore. La sindrome dell'impostore. Ne hai mai sentito parlare?

mercoledì 1 aprile 2020

La creatività (salvifica) durante la quarantena.

Se penso che è trascorso quasi un mese da quel 4 marzo in cui fu annunciata la chiusura delle scuole dal giorno dopo, mi stupisco. 
Alla didattica a distanza dedicherò una riflessione a parte, oggi mi soffermo su questo tempo dilatato, la nostra quarantena.

C'è stata una bella differenza fra il non recarsi più a scuola e il dover restare chiusi in casa
A suon di #iorestoacasa, dopo l'assurdo caso di bar e ristoranti pieni mentre il virus di diffondeva silenzioso, e le centinaia di contagiati che poi sono diventati migliaia con un numero di decessi da film apocalittico, ci siamo ritrovati con tanto di decreto e di divieto di uscita, se non in casi gravi e necessari. 
Ci voleva, era una condizione senza la quale questa pandemia, che nel frattempo ha colpito duramente la Spagna e si è diffusa in diversi paesi d'Europa oltre che negli States, starebbe facendo molte più vittime. 
Non mi soffermerò neppure sulla tragedia di questa "peste degli anni Duemila", non è questo il post.
Andiamo invece alla permanenza coatta nelle nostre case e alla creatività che imperversa in migliaia di abitazioni in Italia e non. Mi riferisco in particolare a quella creatività donata, condivisa.

mercoledì 25 marzo 2020

Dantedì 2020 - Come si legge la Divina Commedia?

Ci siamo, finalmente in Italia si sono resi conto ai Beni culturali che l'eccellenza di Dante, riconosciuta e celebrata in tutto il mondo, doveva avere un giorno dedicato. 
Viene scelto il 25 marzo come data in cui si ipotizza l'inizio del viaggio ultraterreno narrato nella più grande opera letteraria mai concepita da mente umana, la Divina Commedia

E sì che il nostro ne ha scritte di opere, mente fervida e attivissima, uomo di politica, linguista, filosofo. Fare una sintesi del suo operato e del suo sapere sarebbe uno sforzo immane quanto riduttivo. Dante lo abbiamo incontrato tutti, studiato tutti, dai cenni allo Stilnovismo e alla Commedia alle scuole medie fino agli approfondimenti alle superiori, in particolare per chi, come me, ha frequentato il Classico.
Finito il biennio, che ai miei tempi si chiamava ginnasio, per ciascuno dei tre anni successivi si intraprendeva il lungo ed estenuante cammino della lettura e analisi delle tre Cantiche. Credo che sia tuttora così.
Ovviamente il terzo anno, quello dell'Inferno, fu il più bello.

mercoledì 18 marzo 2020

Agnes Grey - Anne Brontë

Incipit: In ogni storia vera è racchiusa una morale; in alcune può essere difficile trovarla, è così povera e piccola che non valeva la pena schiacciare il guscio per quella noce rinsecchita. Non posso giudicare io se sia o non sia questo il caso per la mia storia. A volte penso che possa rivelarsi utile per alcuni e gradevole per altri; ma sarà la gente a giudicare da sola: protetta dalla mia oscurità, dal trascorrere degli anni e da alcuni nomi inventati, inizio senza timori la mia avventura; e rivelerò in tutta sincerità al pubblico quel che non confiderei all'amica più cara. 

In questi giorni di reclusione da Covid-19, è stato un piacere per me tornare in quel particolare mondo suscitato dalle sorelle Brontë, fra le quali la mia favorita resta Charlotte, autrice di quel Jane Eyre che è il mio romanzo preferito.

Pubblicato nel 1847, Agnes Grey veniva presentato ai lettori assieme a Cime tempestose di sua sorella Emily, la più celebre del trio Brontë per un romanzo che giganteggia fra tutte le loro produzioni. Gli editori dell'epoca gradivano molto i romanzi brontiani, ma imposero l'uso di pseudonimi, così il nom de plume di Anne fu Acton Bell, un nome maschile of course, e con questo divenne nota fra le migliaia di lettori che lessero questo piccolo ma significativo romanzo. 

mercoledì 11 marzo 2020

L'ultimo ballo di Charlot - Fabio Stassi

Incipit: E poi c'era sempre qualcuno che girava la manovella...
La macchina sfrigolava, proprio il suono di un uovo sui fornelli, la croce di malta si metteva a ruotare, insieme alle pale dell'otturatore, e la pellicola avanzava a scatti, come un ciclista sulla curva di una pista: pedalate lente, sudore, l'occhio attento, e infine il tuffo...
Una spada di luce che tagliava il buio. 

Questo blog è intitolato a una delle mie passioni, Charlie Chaplin, eppure finora, in ben cinque anni, non ho dedicato un solo post a questo genio dell'arte. 
Lo faccio recensendo questo piccolo e stuzzicante libro uscito qualche anno fa, acquistato da molto tempo e finalmente letto. 
Immaginate di assistere, seduti in platea, a una serie di divertenti scenette che mostrano il grande Charlot e la Morte, incappucciata secondo il più classico dei cliché. 
Immaginate che la Morte si presenti a ogni Natale negli ultimi anni di vita di Chaplin con l'intento di portarlo con sé, mettendo fine a una lunga e prolifica esistenza. Poi immaginate che Chaplin, indossando idealmente la maschera di Charlot, cerchi di farla ridere e la porti a desistere dal suo intento, così come recita la scommessa fatta dai due, rimandando il fatale momento all'anno successivo.

mercoledì 4 marzo 2020

Candy Candy compie 40 anni. Di merende, lacrime e batticuori

Il 2 marzo c'è stato un anniversario di quelli che ci fanno tornare indietro di decenni: nel 1980 ci fu il primo passaggio tv del cartone che ho amato in assoluto: Candy Candy
Sì, la ragazzina-caramella inventata da Kyoko Mizuki nel 1975 che tenne inchiodate davanti alla tv milioni di ragazzine, e anche parecchi maschietti, arrivò dal Giappone per insegnarci le più belle virtù umane: il coraggio, la solidarietà, la tenacia, la simpatia, la capacità di perdonare.

Un'eroina combattiva dinanzi alle peggiori vicissitudini dell'esistenza - alzi la mano chi non abbia avuto voglia di andare a mollare un paio di schiaffi alla perfida Iriza Legan e al suo fratellino diabolico - lei nata orfana e "cittadina del mondo". Insomma, un'icona femminista della migliore fattura, uno di quei mirabili personaggi dell'immaginario nipponico senza i quali la nostra infanzia non sarebbe stata la stessa. 
La stragrande maggioranza dei piccoli spettatori di allora obietterà che a Lady Oscar non si può sottrarre un primato indiscusso, eppure, pur avendo amato molto anche l'irriducibile Oscar François, non mi ha mai conquistato come la piccola orfanella coi codini, non posso farci nulla.

giovedì 27 febbraio 2020

L'explicit: come si chiude a effetto un romanzo?

Avevo intenzione di scrivere qualcosa su questo argomento quando ho concluso il secondo dei due post sull'incipit, che trovate qui e qui
Se uno dei grandi rompicapo dello scrittore è come iniziare un romanzo, difficile è anche chiuderlo ad arte.
Apparentemente parrebbe che aprire sia più impegnativo che chiudere, eppure un cattivo finale rovinerebbe tutto il romanzo, a volte rovina un buon romanzo. 

In una delle sue belle Lezioni americane, l'ultima, Italo Calvino affronta, confrontando i due estremi di una narrazione, l'importanza di una chiusura a effetto, in maniera direttamente proporzionale all'importanza delle prime righe. 
Nel romanzo classico il finale è un compimento, il completamento di un percorso, l'approdo, la conquista di un premio. La narrazione classica è in tal senso circolare, con un inizio, uno svolgimento problematico, poi un finale risolutivo. Ma il cosiddetto "finale chiuso" è il solo finale possibile?

mercoledì 12 febbraio 2020

La lingua batte dove il dente duole - A. Camilleri, T. De Mauro

Incipit: DE MAURO   Comincerei con lui, Luigi Meneghello. Ti ricordi quel passo bellissimo in Libera nos a Malo? "Nell'epidermide di un uomo si possono trovare, sopra, le ferite superficiali, vergate in italiano, in francese, in latino; sotto ci sono le ferite più antiche, quelle delle parole del dialetto, che rimarginandosi hanno fatto delle croste. Queste ferite, se toccate, provocano una reazione a catena, difficile da spiegare a chi non ha il dialetto". 

Immaginate due intellettuali, direi due giganti esperti di lingua italiana, l'uno scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo, l'altro linguista e accademico, in un dialogo sull'evoluzione dell'italiano, con particolari riferimenti al dialetto
Del dialetto avevo già scritto qui, ma mi verrebbe da dire quanto sia stato bello nei mesi passati incontrare tanta letteratura nata dalla Commedia dell'arte, che nasce come forma espressiva esclusivamente dialettale. 

Immaginate quanto stimolante, arguto, ironico possa essere questo dialogo e avrete idea di quanto prezioso sia questo librino per me irrinunciabile. 
Il suo nucleo è appunto il dialetto, riconosciuto come patrimonio popolare da salvaguardare. Su questo argomento un po' controverso i due offrono al lettore una specie di "viaggio" nella percezione del dialetto dall'Unità d'Italia, attraverso il fascismo, fino ai nostri giorni. 
Il registro di Camilleri è quello noto a coloro che hanno conosciuto questo grande maestro, e pertanto i suoi interventi sono infarciti di reminiscenze di usanze tipiche della sua regione, quella Sicilia che ancora una volta appare come risorsa infinita di scoperte. 
Una delle numerose perle del maestro:

mercoledì 5 febbraio 2020

Perché il discorso di Rula Jebreal funziona.

-Lei aveva la biancheria intima quella sera?
-Si ricorda di aver cercato su internet il nome di un anticoncezionale quella mattina?
-Lei trova sexy gli uomini che indossano i jeans?
-Se le donne non vogliono essere sfruttare devono smetterla di vestirsi da poco di buono.

giovedì 30 gennaio 2020

Quinta candelina...

Eh già, addirittura quinta.
È ormai universalmente riconosciuto che gli anni passino in fretta, tenere un blog partecipa a questa percezione. Cinque anni e tanta scrittura, averla riscoperta come passione unita alla condivisione.
Continuo ad amare questo angolino scrittorio come non mai, anche se la mia dedizione subisce gli scossoni della sorte - i tantissimi impegni fra lavoro, teatro, letture, ecc.

Pensavo stamani a come impostare questo mio discorso e mi è venuta in mente una parola: gratitudine. 
A questo blog devo tanto, anzitutto l'avermi fatto conoscere persone nelle quali non mi sarei mai imbattuta se non lo avessi aperto.
Dopo diversi anni, posso ben dire di aver consolidato con diversi di loro. In particolare con diverse blogger si è sviluppata tanta stima reciproca.

Non voglio trascurare i miei amici blogger, quindi cito anzitutto l'universo maschile costellato dai tanti Massimiliano, Ariano, Ivano, Tom, Giuliano, Nick, Moz,  Marco A., Marco L., cui si sono poi uniti Andrea e L. J. Silver.
Tornando invece all'universo femminile, su tutte si è consolidata l'amicizia con la grandissima Marina, che ho la fortuna di frequentare personalmente giacché viviamo sullo stesso territorio. Aspetto di conoscere personalmente Maria Teresa, non abitiamo molto distanti.

mercoledì 22 gennaio 2020

Come iniziare una narrazione? L'importanza dell'incipit.

Calvino, nell'Appendice alle sue Lezioni americane scrive: 
Fino al momento precedente a quello in cui cominciamo a scrivere, abbiamo a nostra disposizione il mondo [...] il mondo dato in blocco senza un prima né un poi, il mondo come memoria individuale e come potenzialità implicita [...]. Ogni volta l'inizio è quel momento di distacco dalla molteplicità dei possibili: per il narratore è l'allontanare da sé la molteplicità delle storie possibili, in modo da isolare e rendere raccontabile la singola storia che ha deciso di raccontare. 

Come mi sia balenato in mente questo argomento è presto detto: nei momenti liberi in questi giorni sto riordinando la libreria, pronta a impacchettare il tutto per il trasloco - ci vorranno un paio di mesi ancora ma io mi porto avanti - così mi lascio tentare e apro libri su libri, sfoglio, rileggo, ripasso incipit ed explicit.

mercoledì 15 gennaio 2020

Le regine di Gerusalemme - Cristina Cavaliere

Incipit: Il raggio scoccò dalle nubi e si posò sull'ametista. Bagliori violetti scaturirono, si rifransero nell'occhio azzurro di chi osservava. Gemma e occhio erano specchi gemelli, e sulla loro superficie si muovevano immagini, indistinte come in acqua franta. Infine quelle immagini si composero, si rinsaldarono e mostrarono le cupole tondeggianti, le terrazze alte, i tetti aguzzi, le cavità delle finestre, le palme, i sicomori e gli ulivi, lo scintillio del metallo e la scabrosità della pietra; e soprattutto le croci.
Un'infinità di croci contro il cielo azzurro. 

Emergo dalla lettura di questo monumentale romanzo di Cristina Cavaliere, la stimatissima scrittrice e blogger de Il manoscritto del cavaliere, con una sensazione di ricchezza e stordimento. 
Farei bene a scrivere che monumentale è l'intera saga, di cui questo è il Libro III, dal titolo affascinante ed evocativo Le regine di Gerusalemme
Non avevo dubbi che mi sarei appassionata al romanzo, perché conosco la sua autrice, quella Cristina studiosa e colta che ho scoperto in questi anni, attenta ai dettagli, rispettosa della materia, conoscitrice di un mondo ampio e complesso come può essere il Medioevo.

lunedì 6 gennaio 2020

Chaplin Award - Il premio ai migliori post del 2019

Come ormai da tradizione, iniziamo questo nuovo anno di blogging con la segnalazione dei migliori post dello scorso anno, una menzione speciale per gli amici che hanno scritto ottimi post. 

Riporto il significato di questo premio autocitandomi. 
Prediligo i blog che sono particolarmente orientati verso un aspetto di divulgazione, occasione di conoscenza.

Il Chaplin Award vuole essere pertanto occasione di menzione, e di condivisione, di quei post che per me hanno rappresentato un arricchimento culturale. Il Chaplin Award è un premio che non obbliga ad alcuna catena, sta lì e basta. Se vi va, inseritelo nelle vostre homepage. 

Squillino le trombe, ecco i 10 post per me più interessanti del 2019: