domenica 30 giugno 2019

... e poi loro, la pietra d'angolo.

Questo e il mio ultimo post sono strettamente correlati, me ne rendo conto. 
Dopo aver scaricato la mia insoddisfazione per coloro verso i quali a nulla o a pochissimo è valso l'impegno dell'insegnante, è tempo adesso di gioire per quella percentuale di ragazzi che, a diversi livelli, hanno realmente spiccato il loro primo promettente volo.
C'è bisogno di parlarne, in questo momento così terrificante fatto di disprezzo e becero maschilismo. C'è bisogno di bellezza, di gente perbene e vera, di lotta, di speranza. 
I giovani di cui scrivo non sono solo coloro che hanno terminato bene il loro triennio delle medie, sono anche i giovani che conosco appena, alcuni posso osservare da lontano, di altri mi si raccontano gesta degne di rispetto e ammirazione. 
Sono pietra d'angolo, metafora che mi è balenata in mente ieri, perché nulla è importante come quella sola pietra che sorregge l'intera struttura, e questi giovani così appassionati e belli di una bellezza radiosa diventano esempi e ci consegnano l'immagine di un futuro in cui saranno adulti e saranno "qualcosa" di buono nella collettività.

giovedì 20 giugno 2019

Elucubrazioni da prof.

Quattro anni fa, scrivevo questo post
A rileggerlo mi domando quanto si possa cambiare in pochi anni la propria ottica e soprattutto quanto questo mestiere possa stancare. Ok, siamo alla fine dell'anno scolastico, quindi il post che sto scrivendo è certamente condizionato dalla stanchezza
Forse proprio per questo devo scriverlo adesso. 

Dal momento che quest'anno alla stanchezza mentale e fisica si è aggiunta una forte componente di delusione e arrabbiatura (per non voler usare l'altra parola, quella più efficace), devo sottoporre il mio metodo a un'analisi e fare un bilancio di ciò che è stato. 
Partiamo dal fatto che essendo insegnante di Italiano, non ho mai più di due classi, essendo il mio lavoro ripartito su un numero di ore frontali abbondante in entrambe (diverso insomma da chi ha due sole ore settimanali per classe - Ed. Tecnologica, Musicale, Arte, Motoria). Nella classe terza ho dieci ore settimanali, nella classe prima che mi è capitata ne ho avute sei + due ore di potenziamento in cui mi sono occupata di teatro e giornalismo. Poi c'è tanto lavoro sommerso che noi insegnanti svolgiamo fra riunioni dipartimentali, consigli di classe, collegi docenti, corsi di aggiornamento, correzione di compiti.

giovedì 6 giugno 2019

Il Trono di spade: apologia di una trama perfetta.

A pochi giorni dalla conclusione della saga televisiva più celebre degli ultimi tempi, visibile in 185 Paesi, i bilanci in rete sono tanti. Vi aggiungo il mio, pensato a lungo perché si tratta di fare una sintesi fedele e quanto più possibile completa.
NON CONTIENE SPOILER. 
Comincio col dire che non sono stata fin da subito una aficionada della serie. Come tantissimi, che ancora non ne hanno visto una sola puntata, l'ho scoperta solo al termine della sesta stagione. 
Vedevo in giro decine di immagini e commenti, ma la cosa non mi attirava, perché non amo particolarmente il genere fantasy, non scattava quella curiosità, insomma. 
Poi mi imbattei qualche anno fa in un paio di persone che mi garantirono, conoscendomi e sapendo quanto sia esigente, che sarebbe bastato vedere le prime puntate per restarne avvinta. 
Ebbene, così è stato.
Se ciò che trattiene chi si dichiara indifferente a GOT è la certezza di trovare qualcosa di simile al Signore degli anelli, Lo Hobbit, La storia infinita, Willow o Excalibur - per quanto diversi di questi film possono dirsi molto buoni - cambi del tutto direzione: questa è una storia diversa. E lo è per quanto il suo autore e i suoi sceneggiatori abbiano attinto ad archetipi esattamente come tutti gli autori di genere.
Questa grande storia finisce per non essere definibile semplicemente come "fantasy", è uno dei suoi tanti aspetti, poiché è una storia piuttosto legata alla migliore epica classica e medievale. 
Il titolo originale non è proprio felice, farebbe pensare a un gioco da Playstation, in effetti. Meglio il titolo dell'edizione italiana, che punta il proprio focus sull'oggetto del contendere: un trono fatto di spade, proprio di spade sottratte ai nemici e riciclate per farne un seggio regale. 
Originale, no?