sabato 18 luglio 2020

E il traslocar m'è dolce in questo mare...

Ecco qui, ce l'abbiamo fatta - o perlomeno si può cominciare a pensarlo, visto che le cose da fare e ultimare sono ancora tante: ho traslocato

In inglese questa parola diventa moving house, non è un caso. Muovere una casa è una di quelle imprese titaniche, parrebbe uno dei principali motivi di stress traumatico assieme a lutto e divorzio. 

Il trasloco è come una creatura mostruosa a più braccia, con arti inferiori puntellati su alcuni aspetti da cui non puoi scappare, anche se sulle prime ti illudi di farlo. Ebbene sì, puoi vestire i panni di una di quelle eroine nipponiche sempre pronte al sorriso e ai saltelli al grido di "quanto è bello tutto questo!" quanto vuoi, poi arriva il momento - ma non è detto che sia solo uno - in cui il crollo psichico ti fa diventare una Erinni e tuo marito il Cerbero.
Ecco immaginate una lotta fra una Erinni e il Cerbero, in effetti. Avrete un quadro della cosa.

1. Proprio dai quadri voglio cominciare. Dopo esserti resa conto che la ditta di trasloco li ha accatastati uno di fianco all'altro impacchettandoli tutti assieme in un paio di tranche, ti rendi conto che la tua ricerca di una ditta oculata nel maneggiare oggetti non è andata del tutto a buon fine. 
Anche solo liberarli dall'imballo è un'impresa e richiede una buona dose di pazienza, mentre dall'altra stanza c'è chi crede che si stia perdendo inutilmente tempo. Decidere una loro collocazione è ancora più difficile, perché sai che non vuoi rifare le stesse pareti e anzi vorresti perfino qualcosa di "eclettico" nell'assemblarli, quindi mentre crei e immagini, l'interferenza è continua e rinunci.

2. Buttare, la regola aurea. Questa la devi fare anche di nascosto, a più riprese, soprattutto se sei un tipo che non si affeziona alle cose comuni e vivi con un accumulatore seriale. Dopo aver letto i primi capitoli del notissimo Il magico potere del riordino di Marie Kondo - ce lo volevamo fare mancare in vista di un trasloco? giammai! -  impari che l'attaccamento alle cose è una malattia da cui scappare a gambe levate. Non buttare è la rovina totale, la creazione del caos, la perdita dell'orientamento. Non aver buttato mi ha fatto disamorare della mia vecchia abitazione, in effetti. È stato come un amore finito in un nulla, mentre aprivi ante di armadi pieni e non sapevi più cosa possedevi. 
Ci dedicherò un post a parte sulla sacralità del tuffo carpiato in pattumiera. 

3. L'incubo dei guardaroba. Ne abbiamo ben tre adesso. Tre guardaroba in due e neppure bastano, 
ma non perché siamo malati di acquisti, semplicemente perché nei guardaroba si confondono anche intimo e accessori, oltre a qualche incursione di lenzuola e asciugamani. E poi perché finalmente non vuoi più fare quella cosa brutale e disumana che chiamasi "cambio di stagione".
La vituperata cosa che mi ha costretta per anni ad arrampicarmi fra scale e controsoffitto, in operazioni sempre più complesse negli anni del tipo "sposto questo e poi questo e poi questa cosa qui per prendere quella cosa lì, in fondo". A mo' di partita a scacchi si dovevano indovinare le mosse degli oggetti e poi percorrere a ritroso, fino a quando l'arrocco te lo fa l'oggetto che non si fa più trovare, volatilizzato. 
Dividere 18 scatoloni fra tre guardaroba ha richiesto cinque giorni di lavoro, in cui ho vissuto letteralmente uno straniamento totale e la stanchezza ti invade lo stomaco e i pensieri. 

4. La cucina "garage". Fortuna ha voluto che lasciassimo la cucina nel vecchio appartamento, acquistandone una nuova, il che ha perlomeno evitato lo smontaggio e il rimontaggio dei mobili, ma il contenuto ha traslocato assieme a noi, e lì sono stata spietata. 
Mi sono resa conto di aver comprato più di vent'anni fa aggeggi per sminuzzare e affettare che non ho mai usato - perfino una mezzaluna professionale - quindi via, accantonati in garage, in attesa di nuova vita. Ho ridotto drasticamente il numero dei contenitori in vetro e plastica - ma perché me ne ritrovavo una quindicina, usando sempre gli stessi tre di formati diversi? 
Ho trovato ben tre bottiglie thermos e due vecchie caffettiere di cui non ricordavo l'esistenza, oltre a quattro coperchi di pentole e padelle gettate via - come può venire in mente di conservare vecchi coperchi? - stipati in fondo al mobile ad angolo, mentre facevo fatica a conservare gli oggetti di uso comune per ragioni di spazio. In una piccola vetrina ho ritrovato un set da limoncello - uno dei vituperati doni che si ricevono da neosposi - che avrò utilizzato due volte in ventitré anni e che prendeva mezzo ripiano. Se non è follia questa. 

5. E i libri? Uno dei propositi che ho mantenuto è stato quello di evitare la doppia fila sullo scaffale. Sì, perché credo che se hai libri in doppia fila allora o sono libri che non hai mai letto né leggerai mai oppure sono vecchie edizioni di cui non vuoi liberarti ma non vuoi mostrare oppure fai della tua libreria un altro "garage" di casa, infilando dietro la prima fila perfino vecchie agende. 
Ebbene, ho composto uno scatolone di libri che porterò a scuola, utili per la didattica, poi un altro paio che ho destinato alla sala seminterrato, riservando la libreria ufficiale solo ed esclusivamente ai tomi di valore. Insomma, in parte si danno via, in parte si destinano altrove. Idem per la libreria dello studio, che si divide adesso su due stanze con una scelta accurata di cose e non più la caterva di roba inutile e non più consultata - incluse fotocopie di studio e vecchi copioni. 

I punti sarebbero ben di più, ma non voglio tediare i miei lettori. 
Da un trasloco si ha molto da imparare, ma solo se ci si predispone a un approccio diverso con la nuova casa, cercando strenuamente di non rifare gli stessi errori. 
Ergo, buttate via via quello che non serve e godetevi i vostri spazi puntando sull'essenziale. 

Avrete certamente vissuto questa esperienza. 
Cosa ricordate di "traumatico"? Come avete valorizzato la nuova casa?

30 commenti:

  1. Mamma mia, hai tutta la mia comprensione. Io ne ho fatto solo uno, da ragazzo, per fortuna dentro lo stesso palazzo. Ma "per fortuna" neanche tanto: visto che era dentro lo stesso palazzo, i miei genitori hanno pensato che era inutile chiamare una ditta di traslochi e abbiamo fatto le scale su e giù non so quante volte portando una cosa dopo l'altra...

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    1. Solo un trasloco? Un caso raro! Io ho traslocato due volte assieme ai miei genitori e tre volte da sposata. Sono una pellegrina dello spostamento, eppure non ci si abitua mai all'idea di quello che sarà di lì a poco.
      Certo un trasloco senza ditta, scala per scala... anche questo è molto particolare. :) Questa cosa mi è capitata nella terza casa abitata assieme ai miei genitori, quando la cameretta mia e di mia sorella fu traslocata al posto della camera da letto dei miei. Lo scambio richiese un giorno di tribolazioni, in effetti.

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    2. Ci sarebbe anche il cambio di casa quando mi sono sposato, ma quello non lo considero un trasloco per varie ragioni: in primo luogo non ho dovuto spostare mobili, la casa era già parzialmente arredata e alcuni mobili nuovi li ha montati mio suocero. Non sono dovuto neppure impazzire per portarci le mie cose perché erano poche e ho avuto un anno abbondante per organizzarmi, quindi una volta ogni tanto portavo una busta (libri e vestiti soprattutto). Quindi un cambio casa senza trasloco traumatico ;-)

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    3. È stato in effetti come non aver fatto nulla in quella occasione. :)

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  2. E come posso non condividere ogni riga visto che anch'io sono immersa nello stesso caos? Per questo ho anche trascurato il blog perché quando si parla di "trasloco" divento vittima di una strana isteria ossessiva che mi fa concentrare solo su quello. Il trasloco secondo me diventa ancora più traumatico per chi, come me, è totalmente privo di senso pratico. Ora sono nella fase due: la "caccia al tesoro"! Hai presente quando hai sistemato tutto ma non ti ricordi più dove hai messo le cose? 😁. Sto valorizzando la nuova casa con un tocco "francese" chiaramente, mettendo quadri e piccoli accessori che ho acquistato lì. Grazie per questo bellissimo post e per aver condiviso il "trauma"... Il naufragar mi è più dolce in questo mare😁

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    1. Ah, è bello trovare compagni di avventura/sventura che stanno facendo la stessa cosa in simultanea. :)
      Ho presente la caccia al tesoro, sì. In particolare interessa a mio marito, l'accumulatore seriale. Ora ho intenzione di gestire tutta la sua mole di roba, quindi ho sistemato io tutto quello che lo riguarda. Ebbene, non trova nulla, ovviamente. Perché è abituato al suo caos, quindi ti lascio immaginare quanto non lo interessi minimamente l'ordine maniacale nel quale ho perfino catalogato i suoi calzini.
      Mi piace l'idea di quel "tocco francese".

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  3. Non credo si possa definire un trasloco, ma riempire la nuova casa quando mi sono sposata è stato comunque impegnativo: poco da smontare e rimontare (alla libreria costruita da mio padre per la mia stanza non volevo rinunciare nel nuovo studio), ma tanti tanti tanti scatoloni di libri, portati a più riprese, soprattutto quelli scolastici. In realtà, a due anni dal cambio casa, il processo è ancora in corso e di tanto in tanto riempio altre buste e scatole e faccio i conti col terribile ma necessario momento del repulisti. Se già questo genera stress, non oso immaginare cosa comporti un trasloco totale!

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    1. Per il trasporto dei libri abbiamo fatto molta attenzione a scegliere scatole piccole, acquistate appositamente assieme a tutti gli altri formati. Il trasbordo è servito anche per pulire a dovere la libreria, il che non guasta.
      Bellissima l'idea di una libreria costruita dal proprio padre. Un valore nel valore se riempita di libri che si amano molto.
      I miei scatoloni ancora per casa spero spariscano almeno entro agosto. Da settembre inizia la nostra maratona scolastica post-Covid, non credo avrò più tempo di pensare a sistemare. :(

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    2. Al solo pensiero dell'arrivo di settembre mi prende il panico: già continuo a sognare di trovarmi in classe in situazioni ingestibili, non oso pensare a cosa succederà in concreto! :(

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    3. Il problema sta tutto nell'obbligo di distanziamento sociale. Da noi il sindaco ha perfino pensato di segare i banchi doppi per crearne di singoli (!). Siamo alla follia. Non potremo esimerci noi della secondaria di primo grado di ricorrere anche alla didattica a distanza.

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  4. Capisco bene. I traslochi sono sempre impegnativi e nel mio caso molti libri, CD, DVD e tutto sommato pochi abiti. Poi ci sono i mobili...più che trauma direi fatica. Certo poi sei in una nuova casa...casa nuova vita nuova si diceva. Ma che fatica...
    Un salutone e alla prossima

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    1. Sì, il leit motiv di "casa nuova vita nuova" è non poco consolatorio.
      Cd e Dvd non così tanti, sono riuscita a farli tornare dove si trovavano. Certo anche lì, ho musica e film che al momento non suscitano più il mio interesse. Dovrei pensare a una selezione anche in quel campo. Meglio spazio in più rispetto a spazio giusto per tutto.

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  5. Mi sembra che tu stia ottenendo molto di quello che avevi in mente, nonostante, anzi, grazie alla fatica. E' titanica, lo so. Io quando mi sono trasferita qui venendo da Bologna ci ho impiegato sei mesi a riprendermi... ma in quel caso abbiamo dovuto anche organizzare il trasloco di mia madre, e non ti dico cosa abbiamo trovato in casa sua! La Kondo avrebbe uno svenimento.

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    1. Non mi dici nulla di nuova, cara Grazia. Al tempo in cui morì mio padre, misi ordine nella casa e buttai "il mondo". Anche solo da vecchie carte in libreria feci due bustoni grandi. Per non parlare delle scarpe, alcune risalivano agli anni Sessanta, al tempo del loro matrimonio. Non potei mettere mano alla credenza, nella quale sono sepolti ancora servizi di piatti e regali mai utilizzati. Ma già aver buttato tutta quella roba fu davvero gran cosa.

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  6. Beh, intanto sei sopravvissuta alla grande direi. Tre armadi e niente cambio di stagione, il panorama che mi pare di aver capito è migliorato, la gioiosa arte del buttar via... C'è stato un periodo della mia vita in cui nell'arco di quattro anni ho traslocato 3 volte, un delirio. Ogni volta però portavo sempre meno roba, fino a quando mi sono trasferita nella casa in cui vivo oggi che ho effettivamente riempito fino all'orlo. La mia libreria è come la descrivi, libri dappertutto. Ho già in mente questa estate di fare un po' di repulisti, anche se il solo prendere in considerazione l'idea di separarmi da un libro mi fa orrore. Ma ne conservo alcuni addirittura del liceo, manuali ecc, di quelli posso fare a meno. Delle cose nascoste nella dispensa mi sono già disfatta all'inizio della pandemia, quando colta da un superiore senso dell'ordine e della disciplina ho rivoltato ogni ripiano facendo una pulizia profonda e scovando amenità come le tue.
    Solo una cosa non comprendo: come tu abbia potuto disfarti del set per il Limoncello... :D

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    1. Conservi ancora libri risalenti al liceo? Argh, no. Non potrei farcela. Di quelli mi disfai già al primo anno dell'università, al momento si trovano in garage a casa di mia madre, il che significa che il mio caos invade spazi altrui.
      Ecco, durante la reclusione Covid avrei dovuto fare come te e sistemare la dispensa ma la cosa non mi attirava minimamente, mi avrebbe assalito una certa angoscia che cercavo di evitare. Certo avrei avuto meno lavoro oggi... ma tant'è.
      Come ho fatto a disfarmi di quel set? Eh già... :D Pensa che sul vassoio aveva perfino piccoli limoni di plastica. Mi chiedo come abbia fatto a recitare una faccia felice quando lo ricevetti a suo tempo.
      (Come si fa a regalare una cosa tanto brutta? Come si fa a non interpretare almeno vagamente i gusti di chi riceve? Misteri).

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  7. "Muovere una casa è una di quelle imprese titaniche, parrebbe uno dei principali motivi di stress traumatico assieme a lutto e divorzio"
    Totalmente d'accordo!

    "2. Buttare, la regola aurea."
    Vero. Io, però, rimango un'accumulatrice seriale e riesco a buttare solo a causa di grandi eventi, proprio come traslochi.

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    1. Anche tu accumulatrice seriale, quindi. Eppure i non accumulatori gioiscono non tanto dell'ordine - che in fondo non mi appartiene come categoria - ma degli spazi vuoti, liberi. Il pensiero di quegli spazi vuoti mi conforta.

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  8. Alla faccia! non invidio il lavoraccio che hai dovuto fare, ma invidio la forza che hai avuto! Ecco, credo di avere una certa tendenza all'accumulo, ma al tempo stesso non compro praticamente niente. Il comprare mi mette angoscia! E quindi niente, al limite solo libri, ma visto che la maggior parte sono in digitale, il problema dell'accumulo non si pone!

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    1. Se non hai il piglio dell'acquisto, allora sei salva. :)
      Io non sono una compratrice compulsiva, il punto è che si erano accumulate cose, moltissime cose, almeno nell'ultimo decennio, che mi avevano intasato casa. Una casa già piccola e stracolma per me è invivibile.

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  9. Io ho fatto diversi traslochi nella mia vita, si trattava di piccoli traslochi perché non includevano i mobili in quanto passavo da una casa ammobiliata a un'altra finché non mi sono sposata. Il grande trasloco l'ho avuto però con la separazione da mio marito e l'acquisto della mia ultima casa, molto più piccola, a parte mobili e oggetti che ho lasciato a lui, molte altre cose erano decisamente inutili. Ho eliminato non so quanti vestiti, una buona parte li ho regalati all'addetta che faceva le pulizie nel mio ufficio che è stata pure contenta, molti libri li ho portati in biblioteca, altri li ho messi in cantina, è davvero terrificante l'accumulo di roba che riusciamo a fare negli anni. Ora compro molto meno, ma non meno quanto vorrei, credo che molti oggetti ci tolgano l'aria. Per fortuna ho quasi smesso di comprare libri, l'invenzione dell'ebook è stata una vera manna dal cielo.

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    1. Immagino che al momento di una separazione dividere scegliendo la roba da portare con sé sia anche questo operazione alquanto difficile.
      Regalare abiti, anche questa è una scelta obbligata, in ogni caso. Io ho donato alla Protezione civile, anche indumenti mai indossati, perché come dice la brava Marie Kondo, se non li indossi nell'ultimo anno allora non ti interessano veramente più e intasare i guardaroba davvero non ha senso.

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  10. Mamma mia, hai tutta la mia comprensione. Io ho traslocato diverse volte nella mia vita ma sempre da sola, quindi posso immaginare cosa significhi farlo in due. Il mio ultimo trasloco lo ricordo come un incubo, non tanto per l'imballaggio o i preparativi, quanto per il "dopo". Ricordo che ho avuto per mesi scatoloni in mezzo alle stanze, non sapevo come organizzare molte cose, così rimandavo... E ricordo una stanchezza perenne. A volte ho l'impressione che dopo sedici anni, io abbia ancora cose di cui non mi sono occupata. Il pensiero di rifare tutto questo anche con la roba di mio marito, mi fa venire i brividi. Tu comunque mi sembri super organizzata. E hai fatto benissimo a seguire i consigli di Marie Kondo, che almeno sul fatto di liberarsi di certi pesi ha pianamente ragione.

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    1. In due abbiamo traslocato due volte. Eh sì, è la terza casa che abitiamo da quando ci siamo sposati e finalmente siamo approdati in collina, qui fra i Castelli romani, aria e acqua buona. Se faccio un paragone fra il trasloco del 2003 e questo, so perfettamente che la roba da spostare è stata cinque volte tanto. Ora ho intenzione di non fare accumulare nulla. Ho cercato di mettere in ordine ammazzandomi di fatica nelle prime due settimane di luglio, oggi i risultati si vedono ma c'è ancora tanto da fare. Non voglio scatoloni in casa per mesi, devo assolutamente trovare un posto a tutto, il resto prende un'altra strada. :)

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  11. Fatti due traslochi. Nel primo qualcuno deve aver buttato via qualcosa degli altri per errore, probabilmente mio padre che butta sempre tutto, contro mia madre che tiene sempre tutto. I miei libri salvi (non ne avevo tantissimi all'epoca, quelli di scuola erano andati persi poco prima in un allagamento, ahimè). Nel secondo andavo verso casa nuova, tutta mia, con arredo nuovo in arrivo, e il trasloco è stato il male minore. La ristrutturazione, quella sì, mi ha tolto dieci anni di vita in uno solo... Adesso però ogni volta che penso di cambiare casa mi passa la voglia proprio quando penso al trasloco. I libri li avevo già tutti traslocati in garage due anni fa per la tinteggiatura completa: dodici scatoloni Ikea grandi. E pesanti, soprattutto le enciclopedie. Altro che kettlebell in palestra! :D
    A parte i libri, vivo con un accumulatore, figlio di due accumulatori... come si fa?
    E' rotto? Si butta. "No, ma posso aggiustarlo..." "Ah scusa, l'ho buttato, era rotto."
    Serve? Non si usa da cinque anni, mai usato. Si butta, si regala. "Ma ti ricordi che avevo quel coso fatto così..." "No, ti ricordi male, non l'ho mai visto..."
    Adesso c'è qui una stampante rotta, ferma da due mesi, grande come un forno a microonde che pensa di aggiustare in un futuro prossimo, variabile tra 1 anno e 5 anni. Prevedo un giro all'ecocentro entro fine settembre. E sono già moooooolto buona. :D

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    1. Il trasloco è un bel deterrente al voler cambiare, è verissimo. Io penso adesso che non potrei spostarmi in altro luogo, mi dà pensiero solo il fatto di avere più livelli. Invecchiando, chissà se saremo disposti a fare queste scale.
      Se traslocherò ancora più in là, farò fare totalmente alla ditta, perché non potremmo sobbarcarci neppure scatole di libri e altro.
      Il problema dell'accumulatore seriale è concreto. Non so come lo si possa essere, perché al contrario chi non lo è non solo non si affeziona troppo alle cose, ma desidera altresì novità, cambiamento. Come si può restare con le stesse cose perennemente dinanzi? Per me diventa tutto così stantio e noioso arrivati ad un certo punto... Misteri.

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  12. Ho traslocato molto nella mia vita e infatti mi stupisco sempre quando considero che ci sono oggetti che mi seguono almeno dalla seconda casa. Realisticamente parlando, anche se sto molto bene dove sto, penso che prima o poi dovrò traslocare di nuovo. Cerco di non pensarci. Nel caso, mi vedo già pronta ad abbandonare almeno metà del mobilio.

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    1. Muoversi e pianificare con un figlio certamente cambia le cose. Noi non ne abbiamo, quindi il cambiamento è stato dettato dalle nostre esigenze, ma comprendo perfettamente che quando una famiglia cresce, crescono anche le esigenze altrui. Tendiamo a "costruirci" attorno una casa che risponda perfettamente ai bisogni, era arrivato il momento perfetto. :)

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  13. Traslocare è un incubo ogni volta, tra cose che saltano fuori dopo anni di ricerca, e altre che vengono perse irrimediabilmente. Io ricordo il trasloco che feci da ragazzina, avevamo dovuto fare tutto mia mamma e io, seppure con l'aiuto di alcuni addetti, perché mio padre era all'estero per lavoro. Un uomo si era anche fatto male nel montare un armadio. Eravamo così stanche la prima notte abbiamo dormito con la porta aperta.
    Questa cosa della porta aperta si è poi ripetuta quando ho traslocato, da sposata, dalla casa precedente alla mia casa attuale. :) Avevamo provato a fare il trasloco un po' per volta, con piccoli quantitativi trasportati in auto, ma non era stato risolutivo perché alla fine le cose da spostare erano comunque tante. Era stato più che altro uno stillicidio di piccoli spostamenti!
    Attualmente tremo al pensiero di un possibile trasloco, non siamo accumulatori seriali, ma comunque la roba è tantissima. In questo periodo di quarantena recente, ho cominciato a fare dei blitz negli armadi e a scartare oggetti. Ogni tanto ripeto qualche blitz, ma è un lavoro immane. Pensa che l'altro giorno stavo cercando delle graffette grandi nell'armadietto della cancelleria, per unire delle bozze di lavoro, e sono rimasta intrappolata dentro per almeno mezz'ora! :D Infatti ho cominciato a estrarre cose vecchissime, come colori acrilici inservibili, etichette per i floppy disc, pastelli a cera che erano di mio figlio, quando andava a scuola, e ora da regalare ai miei nipoti... Ne sono riemersa a stento.

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    1. Immagino quel gran da fare che ricordi ancora così nitidamente. :)
      Riguardo all'accumulo, purtroppo è un problema molto trascurato. Per non accumulare bisogna mettere in atto una filosofia di vita del tutto diversa da quella a cui siamo abituati. Non è un caso che la maggiore esperta di ordine in casa sia giapponese, una cultura in cui gli spazi sono ritenuti "sacri" per certi aspetti e in cui la ricerca dell'armonia è costante. Dedicherò degli approfondimenti alla cosa. Dobbiamo fare lo sforzo di buttare. Anche se non ci appartiene, buttare o regalare, insomma disfarsi del superfluo fa vivere decisamente meglio. Dovremmo volerci più bene anche in questo senso.

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