lunedì 27 febbraio 2017

Dai diamanti non nasce niente - 2

Claude Monet, Ninfee - 1906
Rieccoci al nostro appuntamento mensile con l'arte dei giardini e le curiosità legate a questo particolare luogo. 
Le notizie sono desunte dal libro "Dai diamanti non nasce niente" di Serena Dandini, del quale ho parlato qui
Come promesso, scriverò di Claude Monet, uno dei grandi maestri dell'Impressionismo. Partiamo dalla lunga e generosa serie di dipinti dell'ultima parte della sua vita, le 250 tele raffiguranti le ninfee. La Storia dell'arte ci dice che la passione del Monet degli ultimi anni fu questo giardino situato a Giverny, che si ostinò a dipingere ripetutamente anche quando era ormai affetto da cataratta, andando, per così dire, "a memoria". 
Quello che in pochi sanno è che Monet non si limitò a osservare, amare e dipingere incessantemente questo scenario, ma si appassionò all'arte del gardening al punto di stringere fraterna amicizia con un noto ibridatore dell'epoca, Latour-Marliac. 
Ora, siccome non siamo esperti di questa raffinata arte, andiamo a cercarci il significato della parola "ibridatore", ed ecco qua che viene fuori la figura di un esperto capace di produrre ibridi nella orticoltura, floricoltura e frutticoltura, ossia in grado di fare germinare nuove categorie fra le colture note, praticando inseminazione o unione di elementi delle due piante ibridate.

lunedì 20 febbraio 2017

Scrivere nel Medioevo

Salterio di Macclesfield, 1330 ca.
Sono trascorsi diversi anni, ma questa è stata una delle più belle e interessanti esperienze che abbia fatto: un anno di studi presso la Scuola Vaticana di Biblioteconomia, a Roma in Vaticano. 
Mi ero appena laureata ed ero venuta a vivere a Roma da pochissimo, desideravo proseguire i miei studi, specializzarmi, attratta da alcuni mesi di volontariato in una biblioteca civica. 
Tentai una prima volta invano di accedere alla prestigiosa scuola, l'ammissione non andò a buon fine perché le cosiddette "lettere di malleveria" occorrenti non erano sufficienti. Ebbene sì, occorreva una o più lettere di presentazione, a garanzia della mia serietà e desiderio di studiare in un luogo ambitissimo da tanti. 
Il secondo anno, forte di un carteggio alto un paio di centimetri, fui ammessa. Oggi, ricordo quell'anno con affetto e un pizzico di malinconia. Fitto di studio, ore in aula, la conoscenza di insegnanti che sono tuttora grandi nomi nell'ambito della conservazione dei beni librari in Vaticano. 
E soprattutto un periodo in cui ho imparato cosa fosse realmente l'umiltà, quella di cui furono esempio proprio loro, i miei insegnanti, che con dedizione e passione ci portarono fino ai faticosi esami. Ricordo anche il viaggio che facemmo a fine anno accademico, a Parma e Milano, in visita alle biblioteche parmense e ambrosiana. E ricordo un bel pomeriggio a Roma in visita all'Istituto per la Patologia del Libro, in cui imparai argomenti ai quali dedicherò un post a parte.

giovedì 16 febbraio 2017

Bagliori nel buio - Maria Teresa Steri

A due anni dalla nascita del blog, ho deciso di inaugurare una rubrica con le mie recensioni dei libri scritti dai blogger che frequento abitualmente e dei quali intendo leggere col tempo le pubblicazioni. Non prometto una tempistica veloce, mi prefiggo di leggere man mano e come viene, ma ho intenzione di leggervi tutti. 
La mia curiosità riguarda lo stile di ciascuno, il genere prescelto, le modalità di pubblicazione. E' anche un modo per accostarmi al mondo complesso delle pubblicazioni con CE o attraverso il self-publishing e capire come muovermi col mio romanzo al momento sottoposto a revisione - o come si dice nell'ambiente, a editing.  
Ma veniamo a questa prima esperienza.

Incipit: Si svegliava ogni mattina con la stessa fantasia in testa: un ispettore di polizia bussava alla sua porta. Se lo figurava sempre nello stesso modo, con folti baffi, aria da gentiluomo inglese e cravattino a farfalla, un'immagine che aveva tratto dal film di Hitchcock Il delitto perfetto. 

lunedì 13 febbraio 2017

Cartoline da Sin'opah

Mi aggrego al meme ideato da Silvia Algerino e tento di seguire una mia personale visione di questa proposta. 
Mi piace l'idea che siano i personaggi del romanzo - o dei romanzi - che abbiamo scritto a inviarci delle cartoline dai luoghi che attraversano o da particolari momenti della loro vita. 
Ebbene, devo fare qualche forzatura, perché la mia Esther vive nel XIX secolo nell'America dei pionieri e delle lotte fra bianchi e nativi e non ha un emporio dove acquistare delle cartoline, ma... con uno sforzo di fantasia posso farle inviare del materiale assai interessante. 

Esther Dunn è la terza figlia di Jacob Fletcher, un commerciante di pelli di Crookston, nel Minnesota. Sua madre, una fredda donna della media borghesia di Duluth, avrebbe già scelto per lei il destino di ragazza di buona famiglia, fra studi e ottimo matrimonio. Esther si piega a malincuore alle imposizioni della madre, più attratta dal mondo difficile e "selvaggio" di suo padre, ma desiderosa anche di non fornire ulteriori dispiaceri alla famiglia, prostrata dal dolore per la perdita del primogenito nella battaglia di Fredericksburg, uno dei numerosi scontri della Guerra Civile terminata pochi anni prima. Esther quindi si avvia verso un destino già scritto, quando un evento tragico muta improvvisamente i piani e la scaglia verso nuovi e inattesi scenari.

giovedì 9 febbraio 2017

The good wife

Si è da poco conclusa una delle serie di maggior successo anche in Italia, quella che potrei annoverare fra le più interessanti che abbia avuto modo di seguire. 
In sette stagioni, due bravi sceneggiatori hanno narrato le vicissitudini, i trionfi, le cadute e le diverse riprese di una protagonista forte e ammirevole, la "buona moglie", interpretata da Julianna Margulies, già nota negli anni Novanta per la fortunatissima serie "E.R". 
Alicia Florrick è un'avvocatessa molto in gamba che torna a lavorare dopo diversi anni in cui si è occupata esclusivamente dei propri figli, ma ciò che è importante è che torna alla pratica forense nel momento in cui suo marito, un noto uomo politico, è investito da uno scandalo che lo costringe a otto mesi di prigione: un'indagine lo inchioda mentre paga alcune prostitute di alto bordo in un albergo. 
La "buona moglie", pur tradita e umiliata, decide di restare accanto a suo marito, di esserne l'ombra, di fare da paravento dinanzi all'opinione pubblica e indurre chi guarda a riscattare l'immagine di lui proprio per il suo indefesso sostegno, nonostante tutto. 
Ecco, questo è lo sfondo, la base su cui in sette anni gli sceneggiatori costruiscono cosa significhi per Alicia portare un nome importante, decidere di "metterci la faccia", di essere il perno su cui la famiglia Florrick regge al peso di una tempesta mediatica come quella iniziale e a tutte quelle che seguiranno.

domenica 5 febbraio 2017

Dai diamanti non nasce niente - Serena Dandini - 1

Incipit: Credo che il problema del giardino dell'Eden sia stato proprio la perfezione. Le Scritture ci tramandano un luogo idilliaco, fitto di piante cariche di frutti e perennemente in fiore. Non era necessario annaffiare né concimare, tutto cresceva spontaneamente, in piena armonia. Non bisognava potare né togliere una fogliolina gialla dai gerani e le rose rifiorivano senza picchiettature e mal bianco. Se desideravi una nuova ortensia quercifolia all'angolo del gazebo, appariva "miracolosamente" proprio dove l'avevi pensata. 

No, non sono stata improvvisamente colpita dal desiderio di fare giardinaggio né credo di possedere un particolare "pollice verde". Le mie piante, quasi tutte rigorosamente grasse - che prediligo per la loro resistenza indefessa a qualsiasi sollecitazione - sono discretamente adagiate nei loro vasi e non si aspettano da me nulla di più che comunissime attenzioni. 
Ho semplicemente riletto volentieri, e questa volta con più attenzione, un delizioso libro scritto da Serena Dandini qualche anno fa. Rilegato in una piacevole brossura di Rizzoli Vintage, è una bellissima edizione ricca di immagini e citazioni, oltre che un lungo magnifico viaggio nella storia di tanti giardini e parchi europei. A studiarlo, si diventerebbe eruditi sui mille piccoli e grandi aneddoti di questo luogo tanto apprezzato e particolare come può essere il giardino.

giovedì 2 febbraio 2017

Mi getto sulla scrittura di getto: tra copioni e palcoscenici che scricchiolano

Gettarmi nella scrittura di getto è per me un bel compromesso perché sono precisina ma mi travesto per un po' in una scribacchina immersa nel caos e senza senso dell'orientamento e mi abbandono ai pensieri di questi giorni. Ebbene sì un nuovo allievo è arrivato al laboratorio, un tale Francesco molto bravo che ebbi modo di conoscere l'anno scorso, uno nato per il palcoscenico uno che non si ferma mai e che vuole i riflettori su di sé. Arriva solo adesso!! a tre mesi dall'inizio e io lo accolgo a braccia aperte anzi noi, noi tutti lo accogliamo a braccia aperte, ci è mancato, lo vogliamo fra noi, è un animatore nato, un fremente arlecchino talentoso e deve esserci!! 
Solo che... solo che il copione è già fatto, già scritto, già distribuito, le parti assegnate, i gridolini di gioia già tutti sentiti, la lettura da seduti già fatta, i compiti affidati, ecc. ecc. ecc. ecc.
E' Alice nel Paese delle meraviglie, mica bruscolini, non è facile metterla in scena e per affidare una parte a tutti e 18 ho faticato non poco ma adesso.... ma adesso è arrivato Francesco è un bel problema, le parti principali sono tutte assegnate!!!
Non c'è tempo non c'è tempo non c'è tempo per inventarsi altro, per fare come il Bianconiglio e correre di qua e di là si rischia di non combinare niente..... come si fa????