mercoledì 7 ottobre 2020

Il caffè di Luz e Marina: l'amicizia secondo noi

LUZ
   Cara Marina, felice di rivederci virtualmente per il nostro periodico caffè. 

MARINA  Ciao Luana, oggi vengo a chiacchierare con te portando una guantiera di golose rotelle al cioccolato. Che caffè sarebbe senza il nostro fedele dolce di accompagnamento! Tanto l’estate è finita e la prova costume non è più necessaria. 😀
Di cosa parleremo in questo nostro bell’appuntamento?

LUZ   Vorrei affrontare assieme a te un tema che mi è particolarmente caro: l'amicizia. Comincio col domandarti quanto sia importante per te l'amicizia e se ti ti viene in mente una tua definizione. 

MARINA  Un tema impegnativo, perché salvando le ovvietà che di solito sull’argomento vengono dette, con l’amicizia io ho avuto spesso un rapporto conflittuale. Per me è importante, molto. Mi chiedi di darne una mia definizione e allora ti dico che l’amicizia, per me, è come l’ingrediente segreto di una pietanza, quello senza il quale il sapore non sarebbe lo stesso, l’indispensabile elemento che rende unico quel piatto, ma che non deve per forza essere evidente. Io ho amici che vedo e sento raramente, ma che ormai fanno parte della mia vita con una definitività che il tempo non potrà mai intaccare. Non ho avuto, tuttavia, sempre belle esperienze. Tu, in una scala di valori, dove collocheresti l’amicizia?

LUZ  Ah, su questo argomento con me si apre un mondo. Intanto, in una scala di valori, l'amicizia viene subito dopo l'amore che provo per i miei cari, ma non è sempre la definizione calzante. Perché a volte mi capita di vivere esperienze talmente intense in amicizia che questa e l'amore finiscono per confondersi. In altre parole: il bene che sento di volere alle persone veramente amiche non è meno intenso dell'affetto che provo per i miei cari. È solo diverso. E sì che io sono un tipo piuttosto particolare in amicizia. Da ragazzina ero una che si "accollava", hai presente il termine? :) Mi sceglievo una compagna di scuola, una vicina di casa, rispondente perfettamente alle mie aspettative e dentro di me ne facevo una specie di investitura. Le offrivo tutta me stessa, ma commettevo l'errore di aspettarmi la stessa cosa e ovviamente tendevo a restare delusa. Vivevo l'amicizia in modo un po' morboso, la pensavo come uno stato di grazia in cui tutto è meraviglioso. Poi per due volte ricevetti una tale delusione, atti di tale cattiveria, che mi autoesclusi automaticamente a questa possibilità. Ero sfigata, ma in qualche modo me l'ero cercata perchè questa esclusività, questo dare troppa importanza a una e solo una determinata persona, è tossico. Per anni, molti anni, non cercai più l'amicizia. Pensa che quando scendo giù in Calabria non ho amici ad attendermi. E chissà, magari mi sono persa delle ottime persone. Poi, all'improvviso, tutto è cambiato. Pensa, verso i 35 anni. Ma non voglio dilungarmi, ti racconterò la seconda parte nella prossima risposta. A te domando: hai giù in Sicilia amicizie molto care che sono rimaste tali nonostante tu sia andata via? E... sei mai rimasta fortemente delusa da un'amicizia? 

MARINA  Ecco, se tu eri l’amica che “si accollava”, io ero quella, diciamo, che “respingeva”: sono stata un’amica presente ma non esclusiva; non ho mai amato i legami soffocanti e ho sempre messo distanze fra me e chi aveva atteggiamenti morbosi. La mia più cara amica, al liceo, era una ragazza dolcissima, molto sensibile, le volevo un bene dell’anima, facevamo tutto insieme, studiavamo insieme, siamo andate a vivere nella stessa casa a Palermo, all’università, e che grandi risate, quante confidenze, poi, quando lei ha pensato che questo volesse dire non avere interessi al di fuori di quelli che condividevamo entrambe e il suo attaccamento è diventato “tossico” (mi è piaciuto il termine che hai utilizzato tu) abbiamo avuto un litigio di cui non vado fiera, ma che è stato necessario per ripristinare l’equilibrio. Una cosa importante me l’ha dimostrata lei: io ero pronta a rinunciare a questa amicizia, ma lei ha saputo capire le mie esigenze e, pur forzando il proprio carattere, le ha assecondate, salvando in tutto il nostro legame. È ancora la mia amica più intima, dico sempre la sorella che non ho ed è a Caltanissetta. Ci siamo perse di vista, negli anni, ma io so che lei c’è, che la chiamo e siamo ancora le ventenni che “ciuciuniano” come se il tempo non fosse mai passato; che posso contare su di lei. È il mio punto fermo.
Ho amiche storiche, nella mia città, alle quali resto affezionata, perché è con loro che sono cresciuta, ma con cui ho rapporti ridotti, ormai e amiche “recenti”, con le quali condivido più cose, anche se del mio passato sanno poco o nulla. In amicizia, per me, sono fondamentali complicità e fiducia reciproca: se una delle due viene meno è finita e la delusione maggiore l’ho avuta con un’amica che ha fatto della mia sincerità un’autentica arma di odio. Sarebbe lunga da raccontare qua, ma purtroppo da allora si è formata una crepa nella nostra amicizia, ahimè, insanabile, nonostante i chiarimenti sopraggiunti. E tu, dunque, a 35 anni, hai vissuto qualcosa che ha rivoluzionato il tuo concetto di amicizia? Sono curiosa. Che poi, esiste, secondo te, un’amicizia ideale?




LUZ   Credo che chi si "attacca" troppo senta delle "mancanze", abbia un bisogno. È strano dirlo pur non essendo più un'amica esigente. Quando ho imparato, molti anni dopo, a vedere nell'amicizia qualcosa di molto più bello, rispettando spazi e libertà, è stata come una rivelazione. Dicevo che a 35 anni c'è stato un cambiamento. Ebbene, non ho ancora detto che non fu del tutto positivo. Mi affacciai al web e alla comunicazione social. Scoprii un forum in particolare, tutto frequentato da donne, e fu splendido prendervi parte. Poi fui invitata in un altro spazio e poi ne fondai uno mio. Questa cosa durò qualche anno, la comunicazione scritta, virtuale, era una cosa che mi riusciva molto bene. Ho un ricordo intenso e molto bello di diverse persone, così come alcune altre costituiscono un pessimo ricordo perché pessimi esempi di umanità. Poi i forum entrarono in crisi e l'esperienza si affievolì, per poi finire. Ma la cosa davvero interessante fu che nel frattempo imparai, grazie anche al teatro, a relazionarmi in modo sano anche fuori dal virtuale. Diciamo che misi assieme le due esperienze (intanto due eventi molto dolorosi in famiglia mi aprirono ancora di più gli occhi su come va il mondo, donandomene una visione più "matura" e disincantata) e ne venne fuori la Luana che conosci oggi. Io stessa oggi allontano le amicizie "tossiche", e credimi, me ne sono capitate di davvero tali. Quando si tagliano i rapporti con questo tipo di persone, la sensazione è di una ritrovata libertà, di respirare a pieni polmoni. Oggi sono diventata selettiva, consapevole che le vere amicizie si contano sulle dita di una mano. Dovevo vivere quelle esperienze forti, percorrere alcune tappe, per capirlo davvero. 
Oggi so che l'amicizia ideale è quella che, come dici tu, non ha bisogno di un'assiduità nella presenza. L'amicizia che vivo adesso possiede il bene dell'età matura, ci sento come una specie di "sorellanza". Ed è strano che con le mie migliori amiche mi senta come un'adolescente. Vivo una gioia intima e vivificante. Le donne con le quali mi sento così sono quattro - una di esse è la destinataria di questo messaggio. Con ciascuna il mio relazionarmi è diverso, ciascuna ha un carattere unico e bello e l'intensità del nostro essere amiche è a livelli diversi. Con ciascuna vivo ambiti differenti e questo è ancora più straordinario. Ma stiamo parlando solo di donne. Hai amici oltre che amiche? Se sì, cosa trovi di diverso in un'amicizia maschile? 

MARINA  Hai ragione, anche la maturità, che inevitabilmente tempo ed esperienze portano con sé, ha in qualche modo affinato il concetto di amicizia: ora interviene l’empatia e anche le affinità giocano un ruolo fondamentale. La nostra amicizia si è sviluppata su queste due basi solide e per me ciò è stato molto importante. A Roma vive una di quelle amiche storiche di cui ti parlavo, ma mi credi se ti dico che ho più piacere a organizzare un incontro con te? e se dovessi scegliere di passare un pomeriggio di chiacchiera spensierata non avrei dubbi su chi fare cadere la scelta? Perché con un’amica io devo stare bene, devo trovarmi a mio agio, devo essere me stessa senza preoccuparmi di proteggermi dietro maschere, soprattutto io e lei dobbiamo avere qualcosa da dirci (e spesso questo “qualcosa” manca in vecchie amicizie, di cui rimane sicuramente il ricordo di un affetto che non si consuma, ma che, come dire, non si è più aggiornato.) 
Invece, a proposito della domanda che mi hai fatto, ti racconto questa: in gioventù, adoravo l’amicizia maschile, anzi erano i maschi che adoravano la mia amicizia! Ero l’amica ideale per loro, con me si aprivano, parlavano di tutto, ero rassicurante, mi dicevano e con un sorriso materno. Eh, le mie amiche “conquistavano”, io aprivo confessionali. 😁 A quell’epoca, questa cosa mi faceva un po’ soffrire, perché la mia serietà scoraggiava gli intenti più maliziosi, poi, però, ho capito che questa era il mio punto di forza: i miei migliori corteggiatori sono sempre stati, alla fine, i miei migliori amici. Anche mio marito è passato da una fase di profonda confidenza amicale. E qui vengo al punto che, forse, ti stupirà: non credo molto all’amicizia spassionata con un uomo, almeno in partenza. Penso che una certa affinità con un uomo nasconda un interesse, anche un’attrazione, qualche volta. 
Tu come la vedi?

LUZ   Ah, che bello il passaggio sul tuo gusto di trascorrere i nostri pomeriggi. Come sai, è perfettamente reciproco. Lasciati dire anche che, ultimamente, e tu capirai a cosa mi riferisco, mi è piaciuto moltissimo come hai interagito in un momento di difficile comunicazione con persone che non mi conoscono. La sensazione è piacevole perché hai fatto qualcosa che avrei fatto anch'io per una delle mie amiche più care. 
Veniamo all'amicizia maschile. Intanto non mi stupisce quello che racconti a riguardo, perché anch'io ho vissuto qualcosa di molto simile. Le amicizie maschili sono conquiste "cerebrali", quindi è un copione che si ripete. Mi è sempre piaciuto instaurare un'amicizia con l'altro sesso, perché si attua qualcosa che prescinde da questo, e si dirige su un piano di reciprocità e affinità. Non per questo l'amicizia con un uomo assomiglia a quella con una donna. Dell'uomo io finisco con l'essere una grande confidente, esattamente come capitò a te tanti anni fa. Amici uomini tendono a confidarmi situazioni e trarne un consiglio. Forse perché infondo questa sensazione di... maturità dettata dagli anni? Non so. Tendo, se vengo a sapere di una crisi coniugale per dirne una, a intervenire per dare una mano, per capire, per dare la dritta giusta. Armonizzo con mio marito su questo aspetto. Entrambi siamo questo per i nostri amici. 
Il quesito che poni è il tema centrale di un film che adoro: "Harry, ti presento Sally", che vuole dimostrare in sostanza il tuo pensiero. A quanto parrebbe, una vera amicizia fra uomo e donna sarebbe impossibile. Invece io penso l'esatto contrario. O meglio, ci possono essere molti casi in cui si ha la sensazione di un'attrazione reciproca, ma ci sono anche casi di bellissime amicizie fra uomo e donna. Uno dei miei amici più cari era un attore della mia Compagnia, per esempio. Un altro è un collega. Ma sono realmente amicizie come possiamo intenderle in quel modo esclusivizzante tipico dell'amicizia al femminile? Non saprei. Sono di diverso tipo e pienamente possibili. Certo, ed è una cosa molto bella, da un'amicizia può nascere l'amore. Direi che la tua esperienza è una delle più belle. 
Cosa ti delude di più in amicizia? 



MARINA  la slealtà, il tradimento. Mi considero amica di qualcuno quando ho la certezza che quella persona mi conosca bene, al punto da non aspettarsi da me comportamenti contrari a quelli manifestati con sincerità. Quando mi viene negata questa autenticità, quando l’amica cui riverso la mia più totale fiducia casca in un equivoco, si fa condizionare da altri, vede in me altro, dimostrandomi di non avere capito niente di me, mi sento tradita, ci rimango malissimo e sai qual è la cosa che mi accade in casi come questi? Uso una frase fatta: quella persona mi cade dal cuore e io, purtroppo e sottolineo purtroppo, non riesco più a recuperarla. Il famoso: perdono, ma non dimentico. Ho perdonato amiche che mi hanno fatto stare veramente male, ma il mio rapporto con esse è cambiato drasticamente. Il vaso rotto, ancorché riparato, rimane un vaso pieno di crepe.
E con le amicizie virtuali come la mettiamo? Io le ho sperimentate da poco, da quando ho aperto il blog e mi sono creata un profilo su Facebook e Twitter. Ho avuto solo belle sorprese. Tu hai vissuto l’esperienza positiva del forum, ma può essere amicizia vera quella nata anche in anonimato, fra persone che interagiscono dietro nomi di fantasia o avatar?

LUZ    Anch'io resto fortemente delusa dalla slealtà. Fu proprio questo motivo a cagionarmi le due delusioni in giovinezza, e si ripresentò anni dopo, quando mi allontanai da amicizie o presunte tali. Quella superficialità con cui queste persone affrontarono un problema quando si presentò, la scarsa attenzione nei riguardi di chi non si sentiva proprio al massimo, l'indifferenza nella quale si precipita. Poi quest'ultima diventa un bene, nel momento in cui, dopo aver sofferto, e per soffrire intendo davvero quel senso di perdita, di bruciante sconfitta, l'indifferenza diventa uno stato di grazia. La garanzia che l'accaduto sia ormai alle spalle, il percepirlo come qualcosa di andato, di morto. Vero è che noi percepiamo la cosa dal nostro punto di vista, ma se dall'altra parte la slealtà è evidente, anche se siamo in grado di metterci in discussione fino all'osso, una voce ti dice che hai fatto quello che potevi. In questa mia risposta comprendo anche le amicizie virtuali. 
Per esempio, stimavo moltissimo una partecipante al forum, la percepivo come una donna fantastica, di grandi valori. Fu splendido quando riuscimmo a incontrarci, riunendoci in un ritrovo tutte qui a Roma. Furono due giorni bellissimi. Tempo dopo, seppi che mi aveva tenuto nascosto un fatto eclatante, di cui non mi ero resa conto, un fatto che la riguardava e che la faceva soffrire molto. Restai delusa perché io le avevo detto tutto, ma proprio tutto di me. E quel determinato fatto assomigliava molto a quanto era successo a me. Percepii un'amicizia solo apparentemente autentica. Lei avrebbe continuato a nascondersi dietro una perfezione apparente e una volontà di confidarsi e condividere solo presunta. Pian piano me ne allontanai, perché davvero non mi riusciva più di pensarla e ritenerla come prima. Oggi probabilmente non agirei allo stesso modo. Avevo dato troppa importanza, troppo valore a quell'amicizia, che era di fatto virtuale, gestita da lontano e per questo stesso motivo... "lontana". Io tendevo ad annullare le distanze, lei non agiva allo stesso modo. Sia chiaro, in quel forum non avevamo nomi fittizi o avatar. Eravamo lì col nostro nome e la nostra faccia. Lo spazio che gestivo aveva una regola precisa in proposito. 
A distanza di tempo, pertanto, ti rispondo... probabilmente no. Non può essere vera amicizia quella virtuale, mentre la virtualità arricchiva molto il percorso di conoscenza e di amicizia con persone che vedevo anche vis à vis. 
Voglio farti un'ultima domanda: credi di avere commesso anche tu degli errori? Puoi dire di avere avuto un comportamento scorretto qualche volta in amicizia? 



MARINA  Sai, dico sempre che gli errori si commettono sempre in due: se ho indotto una persona che credevo amica a dubitare di me o ad agire male nei miei confronti, qualcosa che ho fatto/detto io deve averla spinta, anche se io non me ne sono resa conto, magari. Per questo per me è importante il chiarimento, non lasciare al non detto il compito di mettere a posto le cose. Preferisco un sano litigio da cui si evincano lamentele, critiche, responsabilità, piuttosto che un fare finta di niente che alimenta dubbi ed equivoci. Però, se io ti cerco e ti do la possibilità di dirmi cosa non va o cosa è successo e tu mi ignori, allora mi faccio forte del fatto di essere nel giusto e di non essere io scorretta. Sono anche del segno zodiacale Toro eh, e noi sappiamo essere molto orgogliosi e testardini! 😁 
Per vivere bene un’amicizia, a mio avviso, bisogna avere la capacità di non vedere le cose sempre secondo il proprio punto di vista, accettare un’opinione diversa senza necessariamente sposarla per compiacimento; soprattutto non farsi ingannare dal pregiudizio, quello uccide tutti i rapporti, in itinere o consolidati. 

LUZ    Ecco, si tratta di assoluta reciprocità. Se guardiamo bene al valore dell'amicizia, ai principi fondamentali su cui si basa, non dovremmo essere così "totalizzanti" nel pensare che si fondi sulla reciprocità. Secondo filosofi e sociologi, l'amicizia è il più nobile dei rapporti umani, perché dovrebbe escludere a prescindere la pretesa di una reciprocità. Leggo in rete: l'Amicizia, secondo Cicerone, dopo la sapienza, è il bene più prezioso, quel sentimento limpido e disinteressato che non nasce dalla ricerca dell'utile, ma da un'inclinazione naturale che unisce due o più persone e diviene anche nobile attività quando si allarga alla sfera pubblica, diventando la più autentica manifestazione di concordia civile che sta alla base della coesione sociale e della forza morale di un popolo. Definizione meravigliosa, sì. Ma siamo umani, con tutti i limiti che questo comporta ed è legittimo attendersi reciprocità. 
Io ho commesso un errore in amicizia. Credo di essermi sottratta a un'amica in un momento difficile e lei è morta cinque anni fa. Il suo momento difficile era la malattia contro la quale stava combattendo. Eravamo amiche di palcoscenico. Forse non ci saremmo mai confidate l'un l'altra, forse spesso prendevamo strade diverse, ma non ce l'ho fatta proprio ad accompagnarla nell'ultimo viaggio, perché sei anni prima mio padre se n'era andato allo stesso modo. Credo di aver commesso un errore imperdonabile, perché seppi della sua morte qualche giorno dopo. Era evidente che, malgrado avessimo vissuto momenti importanti in teatro, lei stessa avesse allontanato tutte le persone che deliberatamente avevano deciso di non vivere assieme a lei quella dolorosa dipartita. È un senso di colpa da cui credo non sarò mai libera. 
Forse ci siamo dette realmente tutto su questo importante modo di relazionarsi. E forse questa chiacchierata ci è servita a conoscerci anche meglio. 

Allora... al prossimo caffè, amica. 
Trovate la sua magnifica ricetta delle rotelle al cioccolato QUI. 😋

Cosa pensate di questo "legame"? Avete voglia di raccontarci una vostra esperienza? 

38 commenti:

  1. Io non sono mai stato particolarmente espansivo, però rispettoso sì. Sono il tipo di persona che rispetta gli altri. Perciò sono rimasto molto deluso quando ho vissuto a scuola forme di bullismo sulla mia pelle da parte di persone alle quali non avevo fatto assolutamente nulla e sono diventato ancor più chiuso di quanto ero. Quelli che frequentavano quella classe organizzano delle cene, mi hanno invitato diverse volte ma io ho sempre declinato. Mi sento ancora un corpo estraneo rispetto a loro e onestamente non ho il benché minimo interesse a rivederli, sarebbe come cenare in compagnia di estranei.
    Per contro ho mantenuto delle amicizie pluriennali con un paio di persone che andavano nella mia stessa palestra, con le quali a distanza di trent'anni mi capita ancora di sentirmi con una certa frequenza, e magari prendere un caffè insieme ogni tanto.

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    1. Dal bullismo, noto, siamo passati quasi tutti: forse sono fasi necessarie nella vita (purché, ovviamente, non si tratti di casi estremi) per crescere con una consapevolezza in più. Certo, ti formano, in qualche modo, tu dici di esserti chiuso ancora di più e ti credo; io, al contrario, ho deciso di non mostrare mai più quella timidezza che mi bloccava e portava gli altri ad accentuare questo mio disagio. Le migliori amicizie sono nate in quel periodo: ho trovato spiriti affini che condividevano con me gli stessi aspetti del carattere e abbiamo trovato la forza l’uno nell’altro. Un amico è un bene prezioso: tendo sempre a circondarmi di belle amicizie, per me sono fondamentali nella vita, a prescindere dal fatto che abbiano o meno una buona riuscita.

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    2. Se penso ai miei compagni di liceo, Ariano, provo qualcosa di molto simile. Intanto era una masnada di viziati figli di benestanti - medici, farmacisti, avvocati - quindi i due terzi della classe tendevano a prescindere a frequentarsi fra loro. Poi c'erano gli sfigati, cioè i figli dei semplici impiegati, per esempio di ferrovieri - il paese dove abitavo era ed è un importante snodo ferroviario - di postali, di carabinieri - quale era mio padre. Tendevamo a frequentarci fra noi ma io a mia volta ero lontana anche da quel gruppo, perché non mi piaceva nessuno, fatta eccezione per un paio. I discorsi che si facevano mi sembravano sciocchi, non potevo condividere la mia passione per la musica - suonavo la chitarra da autodidatta - così come quella per i romanzi classici - era il liceo classico ma nessuno leggeva in sostanza. Insomma, gli anni del liceo, i migliori anni adolescenziali, sono stati un disastro per me. E sì che se li vivessi adesso non sarei così tragicamente selettiva. Oggi sarei un'adolescente che opta per una certa leggerezza, per vivere le cose senza ingigantirle, per accettare gli altri per quello che sono, e soprattutto per cercare in ciascuno quello che di buono può offrire.

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  2. Quanto mi piace il vostro caffè carissime Luz e Marina ! Purtroppo non sempre riesco a commentare e mi dispiace tanto.
    Per me la parola "amica" è una parola preziosa. Le mie amiche sono fondamentali. Ne ho poche, pochissime direi ma le porto nel mio cuore. Ho avuto parecchie delusioni in amicizia, sempre dolorose. La mancanza di lealtà, il tradimento mi sono insopportabili. Cerco di perdonare ma alla fine cambio strada perché tutto sommato se sono stata ferita e mi sono sentita umiliata faccio fatica ad andare avanti in una relazione per niente sana. Ho sempre pensato che essere ipersensibile sia quanto meraviglioso tanto disastroso. E lo è perché un atteggiamento scorretto nei miei confronti mi scombussola completamente, non riesco a far scivolare la cattiveria. Avrò avuto i miei torti, come quello di credere che tutte siano trasparenti ed autentiche. O di credere di poter contare su una "amica" quando invece c'era solo per mero interesse. Con gli anni ho imparato. Almeno ci provo !
    Quando, invece, c'è reciprocità nei sentimenti, nelle emozioni... sono semplicemente FELICE. E anche se non ci vediamo spesso, il solo fatto di pensare ad una mia amica mi riempie di gioia. È un dono immenso e bisogna saper prendersene cura.
    Cerco di non invadere, di non essere troppo presente, però se sto pensando ad una mia amica mi piace mandarle un piccolo messaggio per dirglielo. O solo per dirle "Ti voglio bene". So per esperienza che nei momenti bui in cui tuo malgrado ti isoli, ricevere un pensiero affettuoso è molto importante. Lo è in qualsiasi momento in realtà, che uno stia bene o male.
    Mi piace la condivisione, che sia di momenti insieme, di pensieri, di opinioni su un libro o un film, di fotografie anche, per me è un arricchimento straordinario. Che dire della condivisione di risate ? Momenti straordinari in cui ti senti così leggera e serena ! Un'altra delle meraviglie che si possono anche condividere sono gli abbracci. Doni e ricevi. Senza una parola ma con il cuore strettamente legato a quello della tua Amica. Poi passerà un altro periodo senza vederla ma non importa perché sai di portarti nel cuore un tesoro chiamato "Amicizia".

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    1. Bello quello che dici, Chrystel, che bisogna prendersi cura degli amici. È verissimo: una delle cose che mi viene spontaneo fare quando mi affeziono è provare proprio ad avere cura di quella persona, essere presente per lei, anche solo con una parola, se materialmente è impossibile. Purtroppo ho un piccolo limite caratteriale: so abbracciare di cuore, ma difficilmente riesco a dire “ti voglio bene”. Penso che dimostrarlo sia sufficiente, invece anche dirlo ha la sua importanza. So scriverlo, perché non vista e se ne sono la destinataria, mi sento in imbarazzo. Strana, eh? No, è solo timidezza. Chi è mia amica lo sa, poi vede un mio sorriso e capisce. 😊

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    2. Sì, quello che scrivi è bellissimo, Chrys. Io ho la fortuna e il privilegio di conoscerti e sai che fra quelle quattro care amiche citate ci sei anche tu.
      Scrivevo nel post che la bellezza di queste amicizie sta anche nella differenza dei caratteri di ciascuna, degli ambiti, che sono diversi. E tu sei quella adorabile per come ti poni, per la dolcezza di ogni tuo gesto, per quel tuo entrare nelle cose in punta di piedi. E poi, sì, è bellissimo ricevere quei messaggi, lo dichiaro pubblicamente. Essere nei pensieri di qualcuno che ti vuole bene e a cui si vuole bene, e se questo qualcuno lo manifesta, ah che gioia. Comunque, se percepisco una certa timidezza in un'amica cui tengo particolarmente, tendo io a rompere il ghiaccio. Proprio scambiando alcune osservazioni un paio di giorni fa con l'altra delle quattro, ho apertamente dichiarato tutto quello che sento per lei, le ho confermato il mio averla investita di questo affetto.
      Hai ragione, Chrys, dichiararlo è bellissimo, ma anche il non detto è qualcosa di bello quando sai che comunque è lì. Che bello avervi fra le mie migliori amiche, Marina e Chrystel. :)

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  3. Carina la foto scelta con Woodstock e Snoopy. E prendo spunto proprio da loro e da alcune parole scritte dal grande C. Schulz: "Non c'è bisogno di grandi cose: un ciao, Io ci sono, un'attenzione piccola ma sincera, talvolta è di sollievo anche nelle giornate più buie".

    Per quanto mi riguarda (ognuno parla per sé, non posso certo generalizzare) l'amicizia è racchiusa in quelle parole. Quando sei giù di morale, quando sei in una fase difficile, è proprio in quel momento che l'amico o l'amica o l'amicizia diventano un grande valore: crescere insieme, aiutarsi e una persona arriva dove l'altra persona non può...

    ...Beh! Ho scritto così di getto
    Un salutone

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    1. Hai detto tutto. Poche frasi, concentrate, ma concrete. L’amicizia non si misura in grandi gesti, è fatta di piccole, costanti conferme.

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    2. Eh sì, perché l'amicizia questo se lo può permettere. Mentre in tutti gli altri rapporti c'è sempre qualcosa da aspettarsi, da esigere, ecco che invece l'amicizia può essere importante e intensa anche senza grandi dichiarazioni, perché l'esserci è una sensazione su cui non puoi sbagliare.

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  4. Non so se è sconforto o consolazione sapere che abbiamo più o meno avuto le stesse esperienze, quasi inevitabili. Amicizia e amore vanno in parallelo, seppur diversi. non puoi stare senza né l'uno né l'altro, per me. Non ho mai avuto amicizie strette, quella migliore amica con cui fare tutto, dai compiti allo shopping, perché purtroppo abitavo lontano o non eravamo nella stessa scuola. Delusioni ne ho avute due di veramente grosse, probabilmente perché io ci avevo investito molto, in sincerità e rispetto, e sono stata trattata come uno zerbino. Una risale all'adolescenza, quando scoprii che due amiche, con cui avevo condiviso la maggior parte delle scuole superiori, ai tempi dell'università per me e del lavoro per loro, ridevano alle mie spalle, quando mancavo. A riportarmi la cosa fu una terza amica, con cui avevo litigato di brutto per una stupidaggine, ma avendo lo stesso carattere ce le siamo dette tutte. La sua sincerità e il suo rispetto ne fanno tutt'oggi una delle amiche storiche, anche se ci sentiamo una volta all'anno. Le altre due probabilmente mi seguivano solo per comodità, ma erano intrise di invidia (di cosa poi, non l'ho mai capito). Pensavo di aver imparato allora, un tantino a riconoscere le anime affini no? Macché. L'altro caso è stato verso i 35 anni, se ricordo bene. Ci trovammo in un forum femminile e abitavamo abbastanza vicine. Avevamo qualche interesse in comune, e siamo finite per ritrovarci spesso in uscita in quattro, anche qualche gita. Poi non so cosa le è preso, è diventata ostile, puntualizzava tutto. Avrebbe dovuto mettermi in allarme che ciclicamente lei litigava a fuoco con qualche altra amica. E un giorno è toccato a me. Mi scriveva su Facebook e in contemporanea mi diffamava su quello stesso forum, con altre sconosciute. Alle quali, tra l'altro, lei raccontava una vita che non era la sua, io che l'avevo frequentata davvero. Me ne sono andata. Ho poi scoperto anni dopo che prendeva psicofarmaci per ansia e depressione, e per il caso specifico di cui avevamo litigato, ebbi ahimè ragione io. Se mi avesse ascoltato, si sarebbe evitata grattacapi. Li per lì ero furente, ovvio. Ma col tempo sono arrivata a pensare che sono la persona che sono anche grazie a questo e, spero, che il mio passaggio nelle vite altrui abbia lasciato qualcosa di buono. Loro a me comunque l'hanno lasciato. Quindi, nonostante queste delusioni, ci riprovo lo stesso, partendo però dal presupposto che siamo fallibili e la giornata storta o il periodo difficile vanno nel conto.
    Su Harry ti presento Sally... no, ho molti amici maschi, e lavoro in un ambiente ancora molto maschile. Solo per un paio di farei davvero un pensierino. Gli altri fanno battute sporche in mia presenza. "Guarda che c'è una signora qui!" "Dove? Tu? No, te sei un'amica." :D

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    1. A proposito di amicizie maschili, aggiungo che anch’io ho degli amici, mariti di amiche o amici di mio marito e non è che a tutti schiacci l’occhiolino, per carità! Se no, sembra che tutti gli uomini della terra debbano girarmi alla larga se non vogliono essere bersaglio di tentativi maliziosi di conquista. 😁 Dico, però, che, in una fase iniziale, ma, soprattutto, con taluni soggetti, ovviamente non con tutti, a me scatta una sorta di curiosità interessata di capire che tipo di persona ho di fronte, se potrebbe piacermi, se sarebbe stato bello incontrarsi in un’altra vita, se un tipo del genere potrebbe farmi perdere la testa... Sono tutte elucubrazioni con cui gioca la mia mente, non potenziali tradimenti, ecco, vorrei che questo fosse chiaro.😅
      Poi, potremmo stare ore a raccontarci esperienze buone o cattive con vecchie e nuove amicizie, potremmo scrivere romanzi interi con le nostre storie di vita. E sono d’accordo, anch’io sono quella che sono anche grazie alle amicizie che ho avuto: adesso, mi rapporto meglio, conoscendo i miei limiti non creo illusioni, solo con una persona ho avuto di recente uno scambio allucinante, ma lei non era un’amica, solo una conoscente virtuale che mi ha fatto sembrare come Josef K. ne “Il processo” di Kafka, ma questa... è un’altra vicenda che, magari, un giorno, capitando l’occasione, racconterò.

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    2. Barbara, non mi stupisce quello che ti è successo in ambito virtuale. Io ebbi uno scontro con un carissimo amico, che per giunta era anziano e con il quale fino a poco tempo prima tutto filava liscio. Non ricordo neppure perché abbiamo avuto una discussione, non so, forse si trattava di un argomento delicato discusso nel forum. Fatto sta che - questo lo ricordo bene - mi scrisse in privato definendomi "isterica", mettendo una distanza perché ero donna e il mio essere donna non mi faceva ragionare a dovere. Ecco, poteva finire semplicemente dichiarando nel post pubblico che pur avendoci provato non si era giunti a vedere la cosa allo stesso modo, e bon. Io sono sempre stata attenta a non debordare. Poi quel messaggio privato. Che delusione. Era una persona dolcissima, so che è morto qualche anno fa, ma ecco, l'amicizia in quell'ambito così particolare era comunque legata a un filo. Anche questa esperienza lo dimostra.
      Dal tuo commento mi viene in mente un particolare che fa parte del mio modo di vivere l'amicizia. Non riferisco mai, e dico mai, le parole cattive che può dire qualcuno di una persona che conosco. Non serve a nulla. Serve solo a far soffrire e creare divisione. Mi ricordo un'esperienza in proposito. Al ritorno da una gita scolastica, facendone un bilancio a una collega che non era partita con noi, dissi: "Siamo andati tutti d'accordo, ci siamo divertiti molto. E con alcuni i rapporti si sono consolidati". Lei mi fa: "Eh, non pensare. C'è chi ha sparlato di qualcuno". Io non volevo sapere né chi aveva sparlato né l'oggetto della discussione, non sono tipo da pettegolezzi. E glielo dissi. E questa mi risponde: "Eh ma hanno sparlato proprio di te". Questa è una cosa stupida. Stupida per come è posta e soprattutto perché non volle dirmi chi. Che senso ha una cretinata del genere? E poi ci sono casi in cui viene proprio riferito chi e cosa. E ripeto, non serve a nulla.
      P. S. Mari', questa cosa delle elucubrazioni mi diverte molto. :D

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  5. Di delusioni in amicizia ne ho avute tantissime, specie nei momenti di bisogno (penso che sia un percorso comune, un poco come l'aver avuto dei bulli in classe a scuola). Quando avevo ventidue anni persi mia madre morta per cancro, ti posso assicurare che di tutti gli amici -ed erano tanti- che frequentavo in quel periodo solo due o tre mi furono veramente vicini mentre tutti gli altri si dileguarono come la neve al sole. Col senno di poi non rimpiango quelle frequentazioni, si vede che avevamo concettti diversi di amicizia.

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    1. Caro Nick, purtroppo “gli amici si vedono al momento del bisogno” non è solo una banale frase fatta. È la scriminante che distingue il vero amico da quello apparente. Un buon metro di giudizio, sebbene con le dovute eccezioni: possono essere tanti i motivi che allontanano le persone dalle sofferenze di un caro amico e, spesso, noi, che viviamo quel momento difficile, non ne verremo mai a conoscenza. Ogni tanto, però, possiamo illuderci che ci siano, queste ragioni,per non sentirci totalmente abbandonati dalla persona cui vogliamo bene.

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    2. Ecco, mi allaccio alle parole di Marina. A volte, può accadere raramente, ci sono casi per cui ci sarebbe una buona ragione. O perlomeno un motivo di buona fede.
      Mi dispiace molto per la tua perdita. Eri giovanissimo, deve essere stato terribile.

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  6. Io sono una persona estremamente introversa e, fino a che non sono riuscita a riconoscere e comprendere questa mia nautura, relazionarmi con altri e amici poteva rivelare inaspettati disagi. Mi riferisco, per esempio, a quando si usciva per socializzare in grandi gruppi.

    Sono un'amica presente, ma che non ricerca il contatto assiduo.

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    1. Conosco alcune ragazze come te, estremamente introverse. La bellezza del loro modo di essere va scoperta. Avvicinandoti, scopri che sono un universo di cose talmente profonde, ineffabili. Una di queste disegna come fosse un artista di lungo corso. Disegna mondi meravigliosi, luoghi in cui si perde con la sua fervida fantasia.
      Mi affascinano molto le persone come te, Ludo.

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    2. L’introversione ti permette anche di valutare bene le situazioni e le opportunità, Ho conosciuto diverse persone introverse che mi hanno dato tantissimo: in amicizia sono state spesso quelle da cui ho ricevuto di più.

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  7. Accidenti che argomento impegnativo! Ho avuto anch'io parecchie delusioni con le amicizie femminili ai tempi dell'adolescenza, avevo un'amica a cui ero legatissima e facevamo molte cose insieme, poi accadde un episodio spiacevole, stavo con un ragazzo che era un vero cretino, dopo un paio di settimane che ci frequentavamo ci lasciammo, per me non fu una gran perdita era stata una storiella adolescenziale senza importanza, ma lei si intromise dicendo che voleva farci fare pace e andò a parlare con lui con questa scusa. Si misero insieme, in pratica era solo una scusa per potersi avvicinare a lui. La cosa mi disturbò molto, se mi avesse detto la verità cioè che le piaceva non mi sarebbe importato, ma così mi sembrò un tradimento, così smisi di frequentarla...per la cronaca anche lei dopo tre mesi scoprì che quel ragazzo era un idiota e si lasciarono. Comunque le nostre strade si ricongiunsero qualche anno dopo e ritornammo amiche, anche se la venerazione che avevo per lei era svanita, divenne un'amicizia più concreta e adulta. Su quel ragazzo ci facemmo anche quattro risate. Ho creato delle belle amicizie ai tempi dell'università, sono amicizie molto equilibrate con cui sono in contatto ancora adesso, anche se non ci vediamo spesso, tuttavia quando ci sono dei problemi ci sosteniamo a vicenda. Con gli uomini ho un rapporto di amicizia con i due miei ex, sembra strano ma una volta finita la storia, passato il rancore, resta la comprensione e un rapporto sereno.

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    1. L’unico ex con cui avevo mantenuto un bel rapporto ora non c’è più, purtroppo! (Nota triste)
      Io, invece, fino all’università, ho continuato a godere delle mie amicizie storiche (sono andata a vivere a Palermo con due delle mie più care amiche e sono stati tra gli anni più belli della mia vita). È stato con l’inizio della scuola materna dei miei ragazzi che ho rifatto amicizie splendide di cui godo ancora, sebbene siano persone che vivono lontano (sono tutte a Caltanissetta). Ci sentiamo, ci aggiorniamo su tutto, con loro ho un rapporto bellissimo (con due di loro avevamo quel laboratorio artigianale di cui ho sempre parlato: l’handmade ci unisce ancora) 😊

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    2. La rottura per ragioni sentimentali, e quindi per un ragazzo, pare sia molto diffusa. Capisco perfettamente cosa devi avere provato. Vero è che l'esserti riconciliata dopo anni con questa amica, pur non sentendo più quella venerazione, dimostra una cosa molto particolare, sulla quale mi capitò di fare riflessioni nel corso del tempo: ogni età, ogni periodo di vita ha i suoi incontri, motivazioni, atteggiamenti, sentimenti. Queste stesse cose con il passare del tempo tendono a modificarsi, in certi casi a cambiare del tutto, a trasformarsi in qualcos'altro.
      Non so se sei d'accordo anche tu, Mari'.
      Io per esempio, dopo oltre vent'anni, mi ero riconciliata con una compagna di liceo con la quale avevo rotto. Non immaginate la mia gioia nell'averla ritrovata. Fu emozione pura, ritrovammo l'armonia, ma ancora meglio, qualcosa come un bene profondo. Poi, col tempo, nel giro di un paio d'anni, nuovamente l'amicizia si eclissò. In me ritrovai le stesse sensazioni di vent'anni prima, il diverso modo di intendere l'amicizia. Mi tengo stretti i ricordi di quei mesi in cui fummo veramente felici di ritrovarci. Se ci ripenso, davvero al settimo cielo ci si sentiva. Ma forse era solo una sensazione mia. Lei probabilmente non visse mai intensamente quel legame come lo avevo vissuto io.

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    3. Sì, cambiano e niente torna più come prima. Ho sperimentato che se un’amicizia finisce e passa del tempo, ritrovare quella persona non lascia intatti i rapporti, i ricordi sì, ma certe volte è meglio conservare solo quelli.

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  8. Questo argomento stimola le confidenze. Dopo un'infanzia molto solitaria, o piuttosto in compagnia di adulti, ho avuto belle amicizie, in cui a volte ero la "respingente", quella che non vuole vedere valicati i suoi limiti; ma mi è rimasta tuttora l'impressione di non conoscere molto bene i comportamenti giusti. Mi capita di investire in rapporti che non esistono, oppure di fare confidenze a persone con cui non c'è una vera amicizia. Pasticcio, insomma, come se non fossi diventata saggia, o come se dovessi per forza conquistare le persone (persone che spesso sono diverse da come le immagino). Credo che questo abbia a che vedere con il mio bisogno atavico di stima e approvazione, che squilibra tutto. Però mi sono messa l'anima in pace: quando sbaglio, mi perdono e cerco di non farlo capitare di nuovo. :)

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    1. Lo sai che è capitato anche a me di fare confidenze a persone che conoscevo da poco? ho fiducia nella mia capacità di riconoscere a pelle con chi potrei sentirmi a mio agio. Purtroppo non sempre ho avuto ragione e lì, la delusione è stata cocente: non solo quella data persona era diversa da come l’avevo immaginata, ma ancora di più mi è dispiaciuto dovere ammettere di essermi sbagliata.

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    2. E' proprio quello il punto: accorgersi che non è l'altro a essere "sbagliato", ma che sei tu ad avere proiettato su di lui i tuoi viaggi mentali. Molto istruttivo, altrettanto spiacevole.

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    3. Capita di sentirsi particolarmente vulnerabili e di aprirsi senza effettivamente valutare la persona che si ha davanti. Io sono stata una portabandiera in tal senso e capitò in un periodo molto molto difficile della mia vita. Un periodo in cui avevo messo in discussione i miei valori, ero schiacciata dal senso di colpa verso persone alle quali voglio molto bene, ero in una fase di crisi personale profonda, una di quelle cose che non auguro al mio peggior nemico.
      In quel triste periodo tendevo a volermi aprire con molte persone, a scaricare il fardello, a condividere per cercare disperatamente un conforto. Diverse persone approfittarono della mia vulnerabilità, altre non seppero capire e non furono in grado di aiutarmi. Fu un'esperienza durissima in cui imparai che le persone possono anche apparire piene di buonsenso e invece essere superficiali, vuote, totalmente incapaci di capire e aiutare. Ricevetti vero aiuto solo da chi seppe scuotermi come un cencio e dirmene di tutti i colori. Ecco le persone realmente valide. Tutti coloro che avallarono e fecero i finti comprensivi invece rivelarono la loro pusillanimità. Oggi la mia gratitudine va a chi seppe attuare quegli scossoni, e mi dico che avrei agito allo stesso modo.

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    4. "Non sempre chi ti mette nella m***a lo fa perché ti vuole male, non sempre chi ti toglie dalla m***a lo fa perché ti vuole bene." Saggezza popolare, che a me è arrivata tramite Terence Hill, ma non credo venga da lui. :)

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    5. Lo credo anch'io. Si trattava piuttosto di incapacità e pusillanimità, come ho scritto.

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    6. Però, Terence Hill! Saggezza popolare che dice sempre il vero.

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  9. Penso che quello dell'amicizia e delle sue delusioni sia quasi un percorso obbligato. Da ragazzina tendevo ad attaccarmi a compagne di scuola che erano il mio esatto contrario - spigliate, carine, conquistatrici di ragazzi - poi spesso venivo messa da parte in favore di una terza ragazzina, e la cosa mi feriva molto. Come a dire che ero una sorta di ripiego. Col tempo ho imparato a farmene una ragione e a crescere, come tutti. Ho amiche storiche nel senso letterale del termine, conosco la mia migliore amica da quarant'anni ed è anche la mia prima consulente e beta-reader! Tra noi c'è un grado di complicità e fiducia assolute.
    Però mi sono successe almeno due-tre volte alcune esperienze che a tutt'oggi non mi so spiegare: alcune amiche - vere confidenti, non conoscenze occasionali - si raffreddavano nei miei riguardi senza che vi fosse stato un vero litigio o contrasto. Siccome la cosa si è ripetuta, mi chiedo che in me non ci sia qualcosa che, alla lunga, respinge.
    P.S. Il giorno in cui riuscirò a conoscervi, Luz e Marina, sarà un momento epocale! :)

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    1. Scusate l'intromissione: nella parte finale stavi raccontando la mia storia, Cristina? XD

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    2. Magari, cara Cristina, sarebbe bellissimo! 🌹
      E su quello che hai raccontato...beh, sai che facevo la stessa fine io? Ero l’amica di ragazze tutte molto carine e poiché io non lo ero (non avevo i canoni di bellezza che un ragazzo cerca a 13/14 anni! 😁) alla fine ero quella “scartata”, in talune occasioni: una volta, per dire, non sono stata invitata a una festa e le mie amiche (amiche!), invece di mettersi dalla mia parte, magari con un gesto di solidarietà, non solo sono andate a quella festa, ma hanno passato un pomeriggio a raccontarmela. 🤦🏻‍♀️ Andavamo alle medie, okay, ma certe cose ti segnano: quando si dice che certi complessi hanno un’origine ben precisa!

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    3. Cristina, anche tu mi richiami alla mente un'esperienza che abbiamo in comune. Mi è capitato, in ambito teatrale, di avvertire una certa freddezza e un allontanamento, graduale e poi definitivo, da parte di persone che stimavo molto. E con le quali c'è stata grande intesa. Nel teatro mi capita esattamente così: o c'è una bella affinità fra registi, maestri di laboratorio, in generale "teatranti", oppure qualcosa si incrina. Te ne potrei raccontare almeno un paio di queste esperienze. E io, come te, mi domando se e quando avrei commesso un errore, fatto uno sgarbo, ecc. Mi dispiace particolarmente perché sono persone che, ribadisco, stimo per come sono e lavorano. Mah.
      Ciò viene ampiamente compensato dai tutti, diversi, i rapporti molto belli che coltivo in questo campo così particolare.
      Incontrarci... magari! Anzi, riteniamolo qualcosa che prima o poi accadrà. Cristina, se fai un pensierino per un viaggio a Roma, ci incontrerai qui. Io se capiterò a Milano, farò lo stesso. :)

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    4. Come prima cosa rispondo a Grazia! :) Sai che mi sono chiesta sovente da che cosa dipendesse questo fenomeno? Perché era successo con una compagna al liceo, ed eravamo attaccatissime l'una all'altra e compagne di banco inseparabili: una ragazza molto dolce che io difendevo a spada tratta. Poi nel penultimo anno di liceo ha cominciato a diventare freddissima nei miei riguardi.
      La stessa cosa è capitata con due colleghe che potevo ben chiamare amiche, perché abbiamo passato insieme dei momenti drammatici. C'era la massima confidenza... quindi magari sono io che senza volerlo risulto sprezzante e "maestrina" a lungo andare. :/

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    5. Eccomi, Marina! :) Le esperienze con le prime amicizie non si dimenticano, e tu me lo confermi. Che brutta questa cosa della festa, con le "amiche" che non soltanto non erano solidali ma che te l'avevano raccontata in lungo e in largo. Gli adolescenti e anche i bambini sono di una crudeltà inimmaginabile.
      Io mi ricordo come fosse ieri che ero andata al cinema con la mia amica del cuore, e a un certo punto lei aveva intravisto "la terza ragazza". Si era girata verso di me è aveva detto candidamente: "Bene, vado da P.," e mi aveva mollato per andare a sedersi vicino all'altra. Io ero rimasta malissimo, mi veniva da piangere. Mia mamma mi ha consolato, ma c'ero proprio rimasta male. Nota che andavo alle elementari e avevo sì e no dieci anni.
      Per me l'apogeo dei complessi però è stato alle medie: andavo dalle suore angeliche, che di angelico avevano ben poco, avevo gli occhiali e l'apparecchio ai denti ed ero complessata al massimo. L'ambiente era molto competitivo, eravamo tutte ragazze e le suore non facevano altro che soffiare sul fuoco. Mi dispiace molto dirlo, ma gli ambienti tutti di un solo genere incrementano la rivalità interna (scuola, lavoro ecc.), l'ho sperimentato sulla mia pelle.

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    6. Rispondo ora alla cara Luz! :) Innanzitutto ho nel cassetto il sogno di ritornare a Roma prima o poi... tra l'altro incrementato dal fatto che sto studiando proprio Storia Romana per il prossimo esame e scoprendo cose incredibili. Prima o poi passerà questo infelice periodo di restrizioni e accadrà!
      Hai in comune con me la stessa strana esperienza della freddezza crescente da parte di alcune persone con cui si aveva un bel rapporto. So per sentito dire che nell'ambiente teatrale ci possono essere molte forme di rivalità, più o meno sotterranee, però penso che l'invidia e i conflitti siano presenti in ogni raggruppamento sociale. Addirittura mi hanno raccontato che c'è molta competizione anche in alcuni ambienti dediti al volontariato...

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    7. Ecco, sarebbe bellissimo come regalo che ti faresti alla fine di questo periodo di restrizioni. Prefiguro e gusto la gioia che sarà poterci abbracciare e trascorrere del tempo insieme. :)
      Dalle tue esperienze, mi accorgo che davvero i piccoli e grandi tradimenti in amicizia si assomigliano tutti.

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