martedì 24 settembre 2019

Di una Anna e di un paio di trecce rosse.

Torno a scrivere di serie tv, ma questa volta con un intento diverso. 
Confesso: sono una Anna dai capelli rossi addicted, anche se fino a qualche settimana fa neppure lo sapevo. 
È successo che mi sono abbonata a Netflix e in cerca di un film o di una buona serie, mi sono imbattuta in questa produzione originale della rete, che fin dalle prime sequenze si è rivelata... perfetta. 
Ovviamente con tanto di indigestione di puntate sera dopo sera, io e mio marito (ebbene sì, piace moltissimo anche a lui e non è un tipetto facile) ci siamo sparati le prime due stagioni.

Avete presente quelle produzioni in cui nulla è lasciato al caso, tutto invece è perfettamente congegnato, dal cast al set, ai dialoghi, alla fotografia, alla regia, al montaggio? Ecco, la serie "Anne with an E" rientra a buon diritto in questa categoria. 
Siete decisamente lontani se credete che si tratti dell'ennesima serie in costume, un po' nostalgica, che ci fa fare un balzo indietro nel ricordo di un vecchissimo cartone animato visto da bambine. Qui si tratta di una bella operazione di traduzione degli aspetti mai approfonditi eppure esistenti nella serie di libri da cui è tratta la celebre storia dell'orfanella dai capelli rossi.

lunedì 16 settembre 2019

Il racconto dell'ancella - Margaret Atwood

Incipit: Si dormiva in quella che un tempo era la palestra. L'impiantito era di legno verniciato, con strisce e cerchi dipinti, per i giochi che vi si effettuavano in passato; i cerchi di ferro per il basket erano ancora appesi al muro, ma le reticelle erano scomparse. Una balconata per gli spettatori correva tutt'attorno allo stanzone, e mi pareva di sentire, vago come l'aleggiare di un'immagine, l'odore acre di sudore misto alla traccia dolciastra della gomma da masticare e del profumo che veniva dalle ragazze che stavano a guardare, con le gonne di panno che avevo visto nelle fotografie, poi in minigonna, poi in pantaloni, con un orecchino solo e i capelli a ciocche rigide, puntute e striate di verde. 

Cercavo un aggettivo che potesse definire la sensazione che mi dà questo romanzo e non ho trovato di meglio: respingente
Un libro irrinunciabile e talmente forte da essere respingente è un ossimoro per me perfetto a descriverne la sensazione che lascia. Farei meglio a esordire scrivendo che chiunque ami una scrittura efficace, aderente alla propria materia, deve leggere questo libro, per quel connubio di trama e stile intimamente connessi, per il tema forte e delicato insieme, perché oggi, qui e ora, un tema come questo non viene avvertito più a distanza siderale, anzi. 

sabato 7 settembre 2019

Mio fratello rincorre i dinosauri - il film

Questa recensione è riservata a un film, uscito lo scorso giovedì, di quelli che non si possono perdere, protagonista ne è Francesco Gheghi
Sì, proprio lui, l'allievo che ha mosso i primi passi nella recitazione in tre anni di mio laboratorio ragazzi, il tenero Lisandro di una riduzione del Sogno di Shakespeare, l'energico Stregatto in Alice nel Paese delle meraviglie - che trovate qui - il bravissimo e indimenticabile mio Peter Pan, di cui ho scritto qui
Questi anni con Francesco sono stati indimenticabili, vibranti, speciali, inframmezzati da due sue precedenti esperienze importanti - il ruolo del ragazzo del passato nella trasmissione televisiva di Mika e il ruolo nel film Io sono tempesta con Marco Giallini - e culminano in questo film che lo vede al centro di una storia che tutti hanno amato, leggendo il best seller di Giacomo Mazzariol: Mio fratello rincorre i dinosauri
Il libro in sé è già un piccolo gioiello, perché approccia il tema della disabilità da un punto di vista inedito. Chi scrive è il fratello maggiore di un ragazzino down e il suo racconto non vuole dimostrare al mondo cosa un bambino con un cromosoma in più possa fare, quanto piuttosto portare il lettore dentro quel mondo particolare, fatto di tanti limiti eppure speciale, in cui la percezione delle cose è diversa, in cui l'incanto è sempre possibile.