sabato 21 novembre 2015

Essere Frida Kahlo

Settimane frenetiche le mie, in questo novembre di teatro. Sono in scena con "Frida de mi alma", il racconto di vita di una delle straordinarie testimoni dell'arte del Novecento: la messicana Frida Kahlo. Un progetto che è stato definito 'coraggioso' perché difficile e sul quale non si potevano fare previsioni circa il gradimento del pubblico. Si sa, il pubblico di nicchia avrebbe potuto amarlo a prescindere, coglie all'istante l'aspetto interessante di un racconto simile, mentre il pubblico delle grandi cifre in genere "preferisce ridere" e in questa storia non si ride affatto, anzi.
Ho già scritto in altri articoli quanto mi attragga il teatro non scontato, facile, quanto piuttosto quello estemporaneo, inedito, di sperimentazione, e come mi piace dire "poetico". Un teatro essenziale, che non ha bisogno di orpelli, ridondanti scenografie, troppi attori, frenetici effetti. La mia Frida è così, poetica e fragile, ingenua e poi inflessibile, e si muove nel suo mondo d'arte e passioni con lo slancio di chi ama la vita e vuole aggrapparvisi nonostante tutto. I primi tre spettacoli di novembre sono stati un successo. Magari non un successo con grandi numeri e file al botteghino, un successo a modo mio, di quelli che fanno arrivare persone che non vedevi da anni, attratte dal nome "Frida", incuriosite dalle infinite possibilità che sanno posso suscitare in un racconto così complesso.

lunedì 2 novembre 2015

Kafka sulla spiaggia - Murakami

Incipit: - E così il denaro sei riuscito a trovarlo? - chiede il ragazzo chiamato Corvo. Il modo di parlare è il solito, un po' strascicato. Come di uno che si è appena svegliato dopo una lunga dormita e ha i muscoli della bocca ancora intorpiditi. Ma il suo è solo un atteggiamento: in realtà è perfettamente sveglio. Come sempre. 

Volto l'ultima pagina di questo romanzo e la sensazione è quella di svegliarmi da un sogno strano. Sono al mio terzo Murakami e penso di essermi trovata dinanzi a uno dei romanzi più belli e straordinari della letteratura contemporanea. C'è da precisare che Murakami non è per tutti. Che lo si ama o si detesta, che si arriva fino in fondo o lo si abbandona. Per me, che lo scoprii con Norwegian Wood, tutto ciò che scrive questo autore giapponese è impossibile da perdere.  
Qui ci troviamo di fronte a una sorta di "viaggio interiore" in cui si intrecciano visioni e situazioni anche surreali e per questo travolgenti, ipnotiche. Un punto di partenza, un punto di arrivo, congiunti da un ideale cerchio che si chiude e mostra un compimento finale dai contorni non nitidi, imperfetto, come la logica di questo intreccio legittimamente esige.