mercoledì 22 dicembre 2021

2021 - Un anno di letture

Foto scattata a PLPL21
Ecco il post promesso, un resoconto delle mie letture di quest'anno, il più prolifico mai vissuto. 

A fare un bilancio, direi che ho letto molti più libri del solito, imparando a osservare il mercato editoriale puntando su autori che mi erano sconosciuti o anche generi fuori dalle solite preferenze.
Non sempre è andata benissimo. Ci sono libri e autori che ho amato profondamente, così come diverse esperienze di lettura "perdibili".

Quando cominci a entrare in un'età in cui il tempo diventa molto prezioso, cerchi di non sbagliare, così il più delle volte ci si affida ai grandi classici, oppure ad autori di letteratura contemporanea.
Guardando l'elenco, scopro per esempio che non ho letto nulla di Philip Roth, uno dei miei autori prediletti, nonostante abbia diversi suoi testi in attesa sullo scaffale. 
In compenso, ho scoperto un altro gigante: Cormac McCarthy, di cui ho letto 5 romanzi quest'anno.
Un'altra scoperta meravigliosa, come raccontavo in un altro post: Melania Mazzucco, autrice che intendo continuare a scoprire. Ma bando alle ciance, eccovi la lista. 
Le voci in evidenza sono link alle corrispondenti recensioni. 

martedì 21 dicembre 2021

Avviso ai naviganti

Cari lettori, ho appena pubblicato le quattro recensioni che avevo sospeso da un po' in attesa di pubblicazione. Dal momento che ho intenzione di pubblicarle tutte entro questo mese e il tempo stringe fra impegni vari, le ho "sparate" tutte e quattro insieme, sperando che le leggiate (anche se ahimé è una lunga maratona, lo ammetto 😅) e di farvi quindi cosa gradita. Domani pubblicherò un resoconto delle mie letture del 2021, ci tengo particolarmente perché quest'anno ho letto tantissimo e vorrei fare un bilancio. 

Un abbraccio a tutti e grazie per la pazienza. :)

Amatissima - Toni Morrison

Incipit: Il 124 era carico di rancore. Carico del veleno d'una bambina. Le donne lo sapevano, e così anche i bambini. Per anni ognuno aveva cercato a modo suo di sopportare il rancore di quella casa ma, nel 1873, le uniche vittime rimaste erano Sethe e sua figlia Denver. La nonna, Baby Suggs, era morta e i due ragazzi, Howard e Buglar, erano scappati via a tredici anni, non appena, al solo guardarsi nello specchio, questo si era frantumato (il segnale per Buglar), non appena erano apparse sulla torta le due minuscole impronte di una manina (il segnale per Howard). Nessuno dei due aveva aspettato di vedere altro: l'ennesima pignatta di ceci fumanti rovesciata sul pavimento, le gallette in briciole sparpagliate a terra lungo una linea parallela all'uscio di casa. 

Questa è una di quelle rare volte in cui mi domando se sia realmente possibile recensire un libro particolare. Un racconto che mi ha sconvolto e mostrato il campo lungo della Storia, una delle più vergognose e sofferte, quella della schiavitù nei campi di cotone. 
Partiamo però dalla sua autrice, la straordinaria afroamericana Toni Morrison vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1993, scomparsa nel 2019.
Mea culpa, non sapevo dell'esistenza di questa scrittrice e del solco profondo che ha scavato nella letteratura americana contemporanea fino a qualche anno fa. L'ho scoperta in una bella trasmissione andata in onda su Rai5, in cui un giornalista viaggia in lungo e in largo fra America ed Europa andando a intervistare i più grandi nomi della narrativa ancora viventi (fra questi anche Paul Auster, Jonathan Franzen, William Boyd e altri). 

Lo hobbit - J. R. R. Tolkien

Incipit: In una caverna sotto terra viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima. 
Aveva una porta perfettamente rotonda come un oblò, dipinta di verde, con un lucido pomello d'ottone proprio nel mezzo. La porta si apriva su un ingresso a forma di tubo, come un tunnel: un tunnel molto confortevole, senza fumo, con pareti foderate di legno e pavimento di piastrelle ricoperto di tappeti, fornito di sedie lucidate, e di un gran numero di attaccapanni per cappelli e cappotti: lo hobbit amava molto ricevere visite

È da un po' che accarezzo l'idea di fare una full immersion nel mondo tolkeniano. Come praticamente tutti, ho visto i film di Peter Jackson (purtroppo dobbiamo al cinema tanti ritorni a storie classiche, prima che ai libri stessi) e pur restandone anche abbastanza delusa, ho trovato impossibile non cogliere la bellezza di queste storie.
Per esempio, della celeberrima trilogia mi è piaciuto solo il primo film, mentre ho trovato del tutto ridondante fare di questo prequel, questo gioiellino che è Lo hobbit, ben tre film. Fuffa inutile. Non sarà un caso se Christopher Tolkien, figlio del grande scrittore, abbia apertamente dichiarato di non averli apprezzati, perché non restituiscono il valore e la profondità dei romanzi. 

L'incubo di Hill House - Shirley Jackson

Incipit: Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà; perfino le allodole e le cavallette sognano, a detta di alcuni. Hill House, che sana non era, si ergeva sola contro le sue colline, chiusa intorno al buio; si ergeva così da ottant'anni e avrebbe potuto continuare per altri ottanta. Dentro, i muri salivano dritti, i mattoni si univano con precisione, i pavimenti erano solidi, e le porte diligentemente chiuse; il silenzio si stendeva uniforme contro il legno e la pietra di Hill House, e qualunque cosa si muovesse lì dentro, si muoveva sola.

Erano molti anni che non leggevo un romanzo horror. Ma davvero tantissimi. Gli ultimi negli anni universitari, quando mi ero gettata su King e alcuni suoi racconti celebri.
Sarà perché non è uno dei miei generi prediletti? Eppure, quando è ben scritto, un horror è davvero coinvolgente. Questo è stato un libro da cui non mi sono staccata dall'inizio alla fine, anche se...
Andiamo per gradi. 
Di questa scrittrice statunitense, scomparsa negli anni Sessanta, due romanzi vanno per la maggiore in Adelphi: questo e Abbiamo sempre vissuto nel castello, dal quale è stata tratta la serie tv Netflix. Mi sono ripromessa di leggere anche questo, che a detta di molti è decisamente più riuscito. 
Qui abbiamo l'esempio di un horror non proprio in stile King - il re è sempre stato un grande estimatore della Jackson, credo anzi che abbia imparato alcune cose da lei - ma che strizza l'occhio al genere gotico ottocentesco. Questo ingrediente offre alla narrazione un elemento classico e senz'altro "attraente". 

La famiglia Karnowski - I. J. Singer

Incipit: I Karnowski della Grande Polonia erano noti per il loro carattere testardo e provocatore, ma allo stesso tempo stimati per la vasta erudizione e l'intelligenza penetrante. 
La genialità era inscritta nelle alte fronti da studioso e negli occhi profondi e inquieti, neri come il carbone. Ostinazione e sfida si leggevano sui nasi forti e sproporzionati che spiccavano beffardi e arroganti nei loro volti scarni: poche confidenze! È per via di questa testardaggine che nessuno in famiglia era diventato rabbino, anche se non sarebbe stato difficile, e tutti avevano intrapreso la via del commercio. Per lo più trattavano legname, e conducevano zattere di tronchi sulla Vistola, spesso fino a Danzica.  

Questo è uno di quei casi in cui ti aspetti una cosa e trovi quella e anche ben altro. Le mie aspettative consistevano in una lettura briosa e ironica - con gli autori ebrei è sempre così - e nel trascorrere almeno un paio di settimane a leggere di queste tre generazioni di maschi Karnowski, invece ho trovato una storia anche spiazzante e l'ho finito in una manciata di pomeriggi. 
Accade quando non puoi allontanarti troppo dalle pagine, lo sappiamo, e la storia dei Karnowski afferra il lettore e lo lascia, spossato e forse anche un po' deluso, alla fine. 
Scritto nel 1943, al di là dell'intreccio di fantasia questo tomo ha il pregio di svelare una realtà sconosciuta ai più, il che lo rende interessante a prescindere.
Mi spiego.

martedì 14 dicembre 2021

Vita - Melania G. Mazzucco

Incipit: Questo luogo non è più un luogo, questo paesaggio non è più un paesaggio. Non c'è più un filo d'erba, non una spiga, un arbusto, una siepe di fichi d'India. Il capitano cerca con lo sguardo i limoni e gli aranci di cui parlava Vita - ma non vede neanche un albero. Tutto è bruciato. Incespica di continuo nelle buche delle granate, lo avviluppano cespugli di filo spinato. Ecco, qui dovrebbe esserci il pozzo - ma i pozzi sono avvelenati da quando ci hanno gettato dentro i cadaveri dei fucilieri scozzesi, caduti durante il primo assalto alla collina. 

Non so perché accade di scoprire un buon romanzo a ben 18 anni dalla sua pubblicazione, ma tant'è. Vincitore del Premio Strega, il racconto di Vita e Diamante ha fatto incetta di premi fra Spagna, Canada e Stati Uniti, dove è stato segnalato nel 2005 fra i migliori dieci romanzi dell'anno, l'unico non in lingua inglese. 
Insomma, un successo planetario, ancora oggi in buona posizione nelle classifiche, assieme ad altri romanzi di questa straordinaria autrice. 

Fra tutte le opere contemporaneee che vado scoprendo in questi anni, Vita a mio parere è annoverabile nella migliore letteratura. Dinanzi a questa irrinunciabile epopea dell'emigrazione italiana negli Stati Uniti, sembra di trovarsi dinanzi al migliore Moravia, alla migliore Morante, a una prova degnissima di entrare nella narrativa della formazione scolastica. 
Credo non adatta alle medie, piuttosto alle superiori, ma davvero ideale in un percorso di formazione.

martedì 7 dicembre 2021

Perché parlare di parità di genere è fondamentale, soprattutto a scuola.

Sapevate che la parità di genere è uno degli obiettivi più importanti di questo decennio? 
Non è il solito slogan "necessario", ma un dato di fatto: la gender equality è il quinto goal dello sviluppo sostenibile, il grande progetto afferente alle Nazioni Unite. 

La narrazione dei social media attorno a questo tema fondamentale lo sminuisce e lo confonde ad esempio con i diritti civili per i quali combatte il mondo LGBT e relative appendici, tema anch'esso sacrosanto, chi mi conosce sa quanto lo sostengo da sempre. 
Oppure siamo abituati a pensare che la causa sia tutta nei diritti del nuovo femminismo, anche e soprattutto in quello urlato, che si mescola al politically correct nelle sue forme estremizzate.
C'è un errore di fondo, perché  si dimentica che la parità di genere tocca oltremodo un macrocosmo molto più complesso, globale, comprendente in toto le problematiche della discriminazione sessista a tutti i livelli, con un focus particolare su tutte le realtà nel mondo in cui alle donne è precluso ogni basilare diritto. 

giovedì 2 dicembre 2021

La variante di Lüneburg - Paolo Maurensig

Incipit: Sembra che l'invenzione degli scacchi sia legata a un fatto di sangue.
Narra infatti una leggenda che quando il gioco fu presentato per la prima volta a corte il sultano volle premiare l'oscuro inventore esaudendo ogni suo desiderio. Questi chiese per sé un compenso apparentemente modesto, di avere cioè tanto grano quanto poteva risultare da una semplice addizione: un chicco sulla prima delle sessantaquattro caselle, due chicchi sulla seconda, quattro sulla terza, e così via...
Ma quando il sultano, che aveva in un primo tempo accettato di buon grado, si rese conto che a soddisfare una simile richiesta non sarebbero bastati i granai del suo regno, e forse neppure quelli di tutta la terra, per togliersi dall'imbarazzo stimò opportuno mozzargli la testa. 
La leggenda sottace il fatto che quel sovrano dovette pagare in seguito un prezzo ben maggiore: egli si appassionò al nuovo gioco fino a smarrirne la ragione. L'esosità del mitico inventore, infatti, è pari solo a quella del gioco stesso.  

Da un po' di tempo ho la bella sensazione, confermata dalle parole in tanti commenti, che le mie recensioni siano per diversi lettori e lettrici un momento di scoperta di un libro nuovo, un autore prima sconosciuto, un suggerimento perfetto. Ecco, questo è uno dei casi in cui sento di annoverare un romanzo fra quelli che s'hanno da leggere. 

lunedì 22 novembre 2021

Delitto e castigo - Fëdor Dostoevskij

Incipit: In una giornata straordinariamente calda del principio di luglio, verso sera, un giovane, uscito dalla stanzetta che aveva in subaffitto nel vicolo di S., scese in strada e lentamente, con l'aspetto di una persona indecisa, s'avviò verso il ponte di K. 
Per la strada riuscì a evitare l'incontro con la sua padrona di casa. La stanzetta del giovane era situata proprio sotto il tetto di un alto casamento a cinque piani e assomigliava piuttosto a un armadio che a un'abitazione. La padrona di casa, che gli dava in fitto quel bugigattolo, includendo nel prezzo desinare e servizio, dimorava una tesa di scala più in basso, in un quartierino separato [...]

La letteratura russa annovera due scrittori, Dostoevskij e Tolstoj, in grado di tracciare in modo profondo il passo della grande narrazione d'autore del XIX secolo. Poi anche Turgenev, Esenin, Gogol. Insomma scrittori i cui libri riescono a creare la sensazione di un gorgo, una spirale nella quale il lettore si immerge fino a una profondità mai neppure immaginata. 
È il caso di questo eroe e allo stesso tempo antieroe protagonista di Delitto e castigo, quel giovane Raskòlnikov che il titolo rivela essere un assassino e poi un deportato. Una collega prof mi ha detto "un titolo che è il più grande spoiler della storia della letteratura". Non credo, in fondo. 
Quel titolo sta annunciandoci che dinanzi a un efferato delitto il castigo è l'epilogo inevitabile. Il delitto, invece, il suo movente, è un groviglio di concause, l'effetto domino di una vita totalmente immersa nel suo tempo, nella più grande infelicità. 
Delitto e castigo non è solo il romanzo che narra un evento e il suo sviluppo, ma anche l'affresco di un'epoca, il grande spettacolo di una società sconfitta, grigia nei toni, mutevole negli atti, incerta, aggressiva e dolente. 

mercoledì 17 novembre 2021

Tutto il bello del leggere in pubblico.

Avete mai assistito o partecipato a un reading letterario
A me piace viverli da spettatrice e da lettrice. Cominciai a leggere in pubblico in eventi di una decina di anni fa, all'aperto e d'estate. 
Nel centro storico del paese in cui sono vissuta, Paola in Calabria, per qualche estate furono organizzate serate di questo tipo. 
In una di esse mi capitò perfino di indossare un costume storico medievale e declamare versi accompagnata dal clavicembalo. 
In una serata più informale lessi poesie di autori locali, e così via. In diverse altre serate mi è capitato di presentare eventi, ma la cosa è nettamente diversa.

In quelle prime esperienze da lettrice potei constatare che si instaura fra lettore e uditore un certo "feeling", un contatto molto bello e utile per poter comprendere e apprezzare il testo. Se il lettore riesce a mettersi realmente in sintonia con chi ascolta, viene a crearsi una specie di "luogo" in cui il resto tace e le parole di chi legge si sostanziano. 
Esiste una tecnica precisa per farlo bene, personalmente uso la mia voce rispettando alcune regole apprese in corsi specifici - uno fu sull'uso professionale della voce - oppure in tanta pratica di teatro e nell'insegnamento della drammatizzazione e lascio fare il resto a ciò che le parole sanno donarmi, restituendone il "peso". 
Una voce incolore, che non attribuisce un "peso" alle parole e non sia in grado di creare un contrappunto nella sintassi, non arriva al pubblico. Mi è capitato di ascoltare dei reading decisamente "pesanti", noiosi, in cui non si è fatto un vero lavoro sul testo. Come in tutte le attività performative, se ci si improvvisa il pubblico soffre e far soffrire il pubblico è davvero un sacrilegio. 

mercoledì 10 novembre 2021

Càscara - Elena Ferro

Immagine dal blog di Elena Ferro
Incipit
: Il giorno in cui ricevetti la lettera avevo appena finito di fare colazione. Era un caldo venerdì di primavera e il postino aveva bussato alla mia porta con una certa risolutezza. Una volta aperto, aveva infilato una mano nell'uscio consegnandomi la busta  con l'intestazione vergata da una mano incerta. L'avevo afferrata senza farci caso. Non aspettavo notizie e tornare alle mie incombenze quotidiane era l'unica cosa che mi interessava. 
«Deve aver fatto un lungo viaggio» aveva osservato il postino. Non replicai e salutai con cortesia, chiudendo la porta dietro di me. 

Ho letto con piacere l'ultimo libro dell'amica blogger Elena Ferro di Volpi che camminano sul ghiaccio, facendole una sorpresa quando ho annunciato di averlo acquistato. 
Era da un po' che mi incuriosiva la sua scrittura, perché sono assidua lettrice dei post del suo blog e avevo il desiderio di conoscere la Elena narratrice. Càscara (che in spagnolo significa "guscio") sarebbe stata l'occasione perfetta e tale si è rivelato questo romanzo, ambientato in una Sicilia del passato e in particolare in un paesino (inventato) incastonato in una baia affacciata su un mare che in tanti appassionati dell'isola apprezziamo da sempre. 
Elena ambienta il suo romanzo in Sicilia, eppure vive a Torino, ma ricordo che importante fu un suo viaggio nell'isola in cui rimase abbagliata dalla sua bellezza. Deve essere bello sentirsi ispirati dalle suggestioni di un viaggio per l'idea di un romanzo, o anche solo per arricchirlo di particolari, dettagli che si avvicinino il più possibile alla realtà.

mercoledì 3 novembre 2021

Il caffè di Luz e Marina: i sette vizi capitali... l'avarizia


LUZ
   Cara Marina, eccoci giunte al secondo appuntamento della nostra dissertazione sui Sette Vizi Capitali. Mettiamoci comode, questa volta parleremo... dell'avarizia
Veniamo prima alla definizione: si tratta dell'essere perennemente insoddisfatti di quello che si ha e di desiderare di conseguenza di avere sempre di più, sempre altro. Vero è che di solito pensiamo all'avaro come a quello molto restìo a spendere soldini. Tu come la vedi? 

MARINA  I due aspetti vanno di pari passo: l’avaro fa dell’”avere” l’unica ragione della propria esistenza, ha sempre l’ansia di non possedere mai abbastanza e dunque tiene tutto per sé. L’avarizia diventa “vizio” perché questa ostinazione nel possesso facilmente prelude a una mancanza di generosità e di sensibilità verso il prossimo. Mi viene da pensare alle lotte intestine all’interno delle famiglie per l’eredità (purtroppo io ne ho sentito parlare: ho degli zii che hanno rotto rapporti con cugini per questo motivo). Tutto ciò mi crea disagio: sto attenta all’economia della casa, sono oculata nelle spese, ma non tendo a dare al denaro un valore totalizzante. 
In che misura ti appartiene questo vizio capitale?

lunedì 25 ottobre 2021

Il filo infinito - Paolo Rumiz

Incipit: Dopo le rovine dei paesi non si videro più uomini e la montagna si fece aspra e solitaria. Da una sella battuta dal vento iniziammo a scendere nella nebbia per un canalone innevato, e fu alla fine di quella discesa che il Sole squarciò il grigio, sfolgorante in un cielo pervinca, svelando sulla destra i monti immacolati della maga Sibilla e, sulla sinistra, in un mormorio di ruscelli nel disgelo, un'ampia, inattesa conca quasi mongolica, coperta da una moquette di erba rasa, disseminata di crochi, ellebori e cuscini di primule, protetta da ogni lato da un cornicione di alture.

Paolo Rumiz è un giornalista di Repubblica ed è un viaggiatore. Lo ascoltai mesi fa in una puntata di Quante storie, su Raitre, trasmissione che per me è fucina di scoperte di autori e buoni libri da leggere. 
Autore di numerosi resoconti di viaggio, questo è forse il più bello, un viaggio alla ricerca delle radici dell'Europa, ma attraverso... alcuni fra i monasteri benedettini più importanti del continente. 

Devo premettere che ho una passione per i monasteri e le abbazie.
Anzitutto mi piace la loro storia, il perché si trovino esattamente in quel luogo e perché siano baluardi di un passato che abbiamo il dovere di conoscere. L'ordine benedettino, quello più antico, che aprì la strada di una tradizione e di una "Storia nella Storia" di tale importanza e portata da imprimere un sigillo nel lungo periodo medievale, è quello che da sempre suscita in me una fascinazione. 
Finora sono riuscita a visitare tre di questi magnifici fortilizi: Montecassino, Subiaco, Praglia in Veneto. 

giovedì 14 ottobre 2021

Non è un paese per vecchi - Cormac McCarthy

IncipitUn ragazzo ho mandato alla camera a gas di Huntsville. Uno e soltanto uno. Su mio arresto e mia testimonianza. Sono andato a trovarlo due o tre volte. Tre volte. L'ultima volta il giorno dell'esecuzione. Non ero tenuto ad andarci, ma ci sono andato lo stesso. E non ne avevo certo voglia. Aveva ammazzato una ragazzina di quattordici anni e posso dirvi subito che non ho mai avuto questa gran voglia di andarlo a trovare né tantomeno di assistere all'esecuzione però ci sono andato lo stesso. I giornali scrissero che era un crimine passionale e lui mi disse che la passione non c'entrava niente. Lui con quella ragazzina ci usciva assieme, anche se era così piccola. Il ragazzo aveva diciannove anni. E mi disse che da quando si ricordava aveva sempre avuto in mente di ammazzare qualcuno. 

Quando di uno scrittore si vuole leggere tutto ciò che ha scritto ci si imbatte anche in storie come questa. Una storia terribile che il vecchio buon McCarthy sa raccontare alla sua maniera, una di quelle che non ti lasciano mollare il libro senza vedere l'ora di riprenderlo. 
Dopo La strada, recensita qui, e la mirabile Trilogia della frontiera, che trovate qui, leggere Non è un paese per vecchi è un po' ritrovare quel "campo lungo" della frontiera narrata nei precedenti, anzi McCarthy della frontiera non può fare a meno, la inserisce anche qui, in una fuga disperata, in un western postmoderno come alla fin fine risultano essere tutti i suoi romanzi, fatta eccezione per l'ucronia de La strada
Ieri sera ho guardato il film dei fratelli Cohen, molto fedele al romanzo, con una regia che sembra la versione visionaria di quella narrazione fatta di spazi sconfinati e luce accecante, il deserto, le strade che segnano in modo netto il paesaggio, la città in cui sembrano vagare solo questi fantasmi generatori di storie e di morte. Non so se abbia meritato i 4 premi Oscar che si è preso, ma è una versione dignitosa, con un Anton Chigurh (Javier Bardem) volutamente grottesco, forse fin troppo, e altri interpreti tutti all'altezza del ruolo. Non mi ha convinto il racconto di Moss, che avrei preferito meno scafato e più giovane, così come il taglio di un paio di scene che a parer mio avrebbero offerto un ritratto più completo di Moss. A beneficio di chi non conosce la storia, riferisco a grandi linee. 

venerdì 8 ottobre 2021

Un po' di semiotica: lettore empirico e lettore modello.

Vi è mai capitato per le mani un testo di semiotica? Beh, parrebbe una materia troppo specifica. 
A me è capitato di studiarne alcuni ai tempi dell'università, per due esami in cui venivano esaminati i linguaggi, la loro "semiologia". Erano gli anni in cui approfondivo in particolare alcune materie di indirizzo, ai tempi in cui mi ero incanalata in esami di arte - ne ebbi all'attivo 12 prima di essere folgorata dall'antropologia culturale e modificare in extremis il mio piano di studi.
Un grande esperto di semiotica, come saprete, è stato Umberto Eco, che completò diversi studi in merito - basti citare il noto Trattato di semiotica generale. In diversi testi, Eco teorizza la sua visione di "opera flessibile" e "scrittore empirico".
Se ne resta avvinti. Deformazione da lettori accaniti.

Quante volte facciamo sui nostri blog discorsi inerenti al successo di alcune opere di narrativa, alla ricetta perfetta per scrivere un buon libro, a come arrivare al successo o perlomeno a un minimo di popolarità, magari in una nicchia di lettori fedeli? 
Se ci inoltriamo nella semiotica applicata al "romanzo di successo", impariamo che questi studi fanno un'opera di "smontaggio". Una cosa molto particolare, rendono la scrittura un gesto privo di ogni sovrastruttura, facendola diventare un atto finalizzato al target giusto. 
Esattamente come per uno spettacolo teatrale: durante tutta la fase di costruzione del testo e poi delle prove, si individua lo spettatore ideale per quell'opera e per di più si mettono in atto alcune pratiche per acchiapparne un buon numero. 

giovedì 30 settembre 2021

Il profumo - Patrick Süskind

Incipit: Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte, ecc., oggi è caduto nell'oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori. 

Se state cercando un romanzo diverso dal solito, originale nella inventio, molto ben scritto e che vi lascerà qua e là il bene dello stupore puro, eccolo. 
"Un caso letterario", recita la copertina, e difatti stiamo parlando di 15 milioni di copie vendute in tutto il mondo, tradotto in venti lingue, ancora oggi mai uscito dai 100 libri più venduti e letti. Una storia che non teme neppure il tempo, visto che fu pubblicata a metà anni Ottanta. A dirla tutta, forse il titolo è fuorviante. Si sarebbe potuto chiamare... l'odore. Sì, perché questa è una storia di odori, che possono sì trasformarsi in profumo, ma solo dopo un lungo e delicatissimo lavoro di selezione e miscelazione. 

mercoledì 22 settembre 2021

Il caffè di Luz e Marina: i sette vizi capitali... la superbia

LUZ
  Cara Marina, l'estate sta finendo, ma non voglio cantare la canzone dei Righeira. Per me è un sollievo, un'estate sotto molti aspetti da dimenticare. Torniamo ai nostri caffè, dunque, vorrei proporti un bel "viaggio" immaginario, attraverso... rullo di tamburi... i Sette vizi capitali! Che ne pensi? 

MARINA  Tu mi “vizi” con le tue nuove idee, cara Luana! La battuta m’è venuta spontanea, ma davvero questo argomento mi stuzzica non poco. I sette vizi capitali, uhm... Lo sai che fino a qualche anno fa, con i miei figli, facevamo un gioco, durante le discese in Sicilia in macchina? Ci sfidavamo a scoprire chi aveva più memoria in ordine a determinate categorie numerate: i sette nani, i sette colli di Roma, i sette re di Roma, le dodici tribù d’Israele, i dodici apostoli e, appunto, i sette vizi capitali (famiglia anomala, lo so!).
Dimenticavamo sempre un nome per ogni categoria e dei vizi capitali la lussuria scappava sempre.
Insomma, archiviate le vacanze (belle, ma dimesse, per quanto mi riguarda) vediamo dove ci porterà questo viaggio insieme. Dunque vogliamo partire dal primo della lista, la Superbia?

mercoledì 15 settembre 2021

L'arminuta - Donatella di Pietrantonio

Incipit: A tredici anni non conoscevo più l'altra mia madre.
Salivo a fatica le scale di casa sua con una valigia scomoda e una borsa piena di scarpe confuse. Sul pianerottolo mi ha accolto l'odore di fritto recente e un'attesa. La porta non voleva aprirsi, qualcuno dall'interno la scuoteva senza parole e armeggiava con la serratura. Ho guardato un ragno dimenarsi nel vuoto, appeso all'estremità del suo filo. 
Dopo lo scatto metallico è comparsa una bambina con le trecce allentate, vecchie di qualche giorno. Era mia sorella, ma non l'avevo mai vista. Ha scostato l'anta per farmi entrare, tenendomi addosso gli occhi pungenti. Ci somigliavamo allora, più che da adulte. 

Questa è una storia che si legge in poche ore e da cui si esce con una sensazione di amaro in bocca. 
Una storia amara, struggente, anche potente. Forse, se la scrittura di Donatella Di Pietrantonio fosse stata più "coraggiosa", se avesse spinto di più lasciando anche per poco quella riservatezza che è poi tipica della scrittura femminile, sarebbe stata una storia perfetta.
Il limite credo sia nella scelta della narrazione in prima persona, ancora una volta una scrittrice preferisce questo tipo di racconto dei fatti. Ormai diventato un cliché. 
Un narratore onnisciente avrebbe spinto e spinto nel profondo, ci avrebbe tirato fuori sconvolti
Il tema offre un'occasione d'oro per sperimentare certi scandagli nella psiche di una ragazzina fra i 13 e i 14 anni. Non solo si tratta dello snodo degli anni anni d'ingresso nell'adolescenza, ma all'interno di una vicenda straziante, straniante, devastante per una ragazzina. 

sabato 11 settembre 2021

11 settembre 2001 - la mia New York, il prima e il dopo.



Ero davanti alla tv, stavo guardando una puntata di Ally McBeal su Canale 5.
La trasmissione fu interrotta improvvisamente, bruscamente, voci concitate dal tg in edizione straordinaria. Visto che i tg me li seguo da sempre sulla Rai, girai su Raiuno. 
L'orrore delle fiamme attorno a entrambe le due torri colpite. Lo sgomento mi colse alla gola, mi tolse il respiro. Fra il primo e il secondo impatto erano trascorsi 18 minuti. I tg dopo il primo impatto stavano cercando di mettere assieme la notizia, gli inviati si stavano raccogliendo attorno a New York e nel frattempo il secondo aereo impatta sulla torre sud. Gli occhi del mondo su quella scena che pare irreale, inspiegabile. Chi? Perché? Se il primo aereo lasciava pensare a un grave incidente, il secondo fu come una mano che si stringe attorno alla gola. 

giovedì 9 settembre 2021

La mia famiglia e altri animali - Gerald Durrell

Incipit: Questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso con la mia famiglia nell'isola greca di Corfù. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell'isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina, non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato vari amici a dividere i capitoli con loro. Soltanto con immensa fatica, e usando una notevole astuzia, sono riuscito a salvare alcune pagine sparse che ho dedicate esclusivamente agli animali. 

Ammettetelo, un incipit così acchiappa subito. 
Così come il resto, tutto il racconto semiserio di questo zoologo e naturalista prestato alla letteratura, quel Gerald Durrell noto anche per aver dato vita a una delle più importanti fondazioni per la salvaguardia delle specie in via di estinzione. 
Il tomo mi ha tenuto compagnia all'andata e ritorno durante il viaggio per e dalla Calabria (vi lascio immaginare il ritorno in un giorno da bollino nero). Poter leggere durante lunghe ore di viaggio è una salvezza. 

mercoledì 1 settembre 2021

Le donne invisibili.


  
  Sono una donna che si è destata
  Mi sono alzata e sono diventata una tempesta
  che soffia sulle ceneri dei miei bambini bruciati
  Dai flutti di sangue del mio fratello morto sono nata
  L'ira della mia nazione me ne ha dato la forza
  I miei villaggi distrutti e bruciati mi riempiono di odio
  contro il mio nemico
  Sono una donna che si è destata
  La mia via ho trovato e più non tornerò indietro
  Le porte chiuse dell'ignoranza ho aperto
  Addio ho detto a tutti i bracciali d'oro
  Oh compatriota, io non sono ciò che ero
  Sono una donna che si è destata
  La mia via ho trovato e più non tornerò indietro

venerdì 6 agosto 2021

Due vite - Emanuele Trevi

Incipit: Era una di quelle persone destinate ad assomigliare, sempre di più con l'andare del tempo, al proprio nome. Fenomeno inspiegabile, ma non così raro. Rocco Carbone suona, in effetti, come una perizia geologica. E molti lati del suo carattere per niente facile suggerivano un'ostinazione, una rigidità da regno minerale. A patto di ricordare, con i vecchi alchimisti, che non esiste in natura nulla di più psichico delle pietre e dei metalli. Rafforzavano di sicuro questa impressione la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati. Folta e compatta, la massa inamovibile dei capelli si sarebbe detta modellata e dipinta sulla testa come quella delle marionette. 

Ha vinto il Premio Strega 2021 questo libro di appena 121 pagine e non è un romanzo. Probabilmente se non ci fosse stata l'opportunità di incontrarne l'autore il 22 luglio scorso in quel bel festival della letteratura che è Velletri Libris, neppure lo avrei letto. O meglio, mi sarei ripromessa di acquistarlo e leggerlo, ma poi, chissà. 
Anzitutto proprio a questo è necessario dedicare un pensiero. Ci sono libri che leggiamo perché viene a crearsi l'occasione, un suggerimento, un incontro con l'autore (sei interessata a incontrarlo se conosci il come e il cosa del suo scrivere), insomma qualcosa attorno a cui casualmente nasce un interesse.
Non è stato dunque il premio a spingermi verso questo piccolo capolavoro, anzi. E allora, mi domando, quanti libri ci perdiamo perché l'occasione non si concretizza?
Se non avessi letto questo libro, mi sarei persa qualcosa di importante. È necessario stare attenti, drizzare meglio le antenne verso il mondo editoriale contemporaneo, in generale verso quegli autori che non conosciamo ancora, per poi scoprirli perfettamente nelle nostre corde. 

venerdì 30 luglio 2021

La lampada del diavolo - Patrick McGrath

Incipit: Difficile adesso dimenticare la prima volta che me lo sono trovato in casa. In casa! Naturalmente lo dissi subito a Gilly. Avevamo appena cenato ed eravamo seduti fuori in terrazzo. D'estate usiamo spesso il terrazzo. Malgrado le erbacce che spuntano tra le pietre del lastricato, è comodo per andare in giardino perché da lì sono ancora in grado di scendere nel cortiletto dove tengo i vasi, le urne, i sacchi di concime eccetera. Una serata mite, l'aria ebbra di fragranze floreali, il gelsomino spagnolo in particolare, al mio naso il più pungente di tutti. 

Rieccoci dinanzi a colui che ritengo uno dei più grandi autori contemporanei. Scrivo "dinanzi" perché ancora devo riavermi dall'averlo incontrato realmente, in una serata di Velletri Libris lo scorso 26 luglio. 😊
Trovarsi dinanzi a un grande scrittore, una grande scrittrice, avete mai provato l'ebbrezza? Io diverse volte, ma questa è una di quelle diverse, particolari, direi uniche. 
Conoscere Patrick McGrath, parlargli direttamente quando la conduttrice della serata invoca il pubblico a fare una domanda. Io in prima fila, tremando col microfono in mano mentre lui lì, a pochi passi, con l'orecchio teso alla traduttrice, ascolta le mie parole concitate: "È per me un onore trovarmi dinanzi a lei e parlarle. Adoro il suo modo di scrivere, la prego non smetta di farlo". E poi la mia domanda su cosa gli abbia fatto venire l'idea per questo romanzo, se quel dipinto di Goya in copertina o altro. 

lunedì 26 luglio 2021

Vaccino sì, vaccino no, vaccino forse.



Sono fra gli attualmente 29.229.740 di italiani che hanno ricevuto la doppia dose di vaccino. In particolare, a me hanno inoculato l'Astra Zeneca, quello che ha scatenato il panico qualche mese fa, per sospetto collegamento fra vaccino e trombosi. Casi isolati, rarissimi, mai definitivamente comprovati. 

Al momento la società è divisa in due (sembriamo stare vivendo uno di quei romanzi distopici di Harris, sperando di non arrivare a scenari orwelliani), ci dividiamo fra coloro che accettano di farsi iniettare il vaccino contro il virus Sars Cov 2 e coloro che non intendono farlo. 

lunedì 19 luglio 2021

Circe - Madeline Miller

Incipit: Nacqui quando ancora non esisteva nome per ciò che ero. Mi chiamarono ninfa, presumendo che sarei stata come mia madre, le zie e le migliaia di cugine. Ultime fra le dee minori, i nostri poteri erano così modesti da garantirci a malapena l'immortalità. Parlavamo ai pesci e coltivavamo fiori, distillavamo la pioggia dalle nubi e il sale dalle onde. Quella parola, ninfa, misurava l'estensione e l'ampiezza del nostro futuro. Nella nostra lingua significa non solo dea, ma sposa. 

Se posso dire di aver avuto per compagnia un libro in queste settimane difficili, questo è stato il romanzo di cui scrivo oggi. La lettura è andata a rilento, ritagliata in ore di tregua e riposo, ma finalmente ho chiuso l'ultima pagina e ho il desiderio di consigliarvelo. 
A questo romanzo Cristina Malvezzi dedicò un bellissimo post nel suo blog, qui, e mi restò il desiderio di leggerlo. C'è anche da dire che nei circoli letterari su Instagram è uno dei più gettonati, se ne parla molto, essendo apprezzato assieme all'altro romanzo di successo di questa scrittrice statunitense, La canzone di Achille, che intendo procurarmi al più presto. 

martedì 13 luglio 2021

Come la vita va in una direzione tutta sua mentre stai facendo altri programmi.


Mai forse il blog fu trascurato come in questo periodo. Spero adesso di riprenderne il timone, dopo un periodo a dir poco ai limiti. 
Avevo previsto un post il 21 giugno, giorno in cui ho compiuto i 50 anni (!), avevo previsto una festa fra amici, nei limiti della pandemia ancora in atto, poi avevo previsto le riprese del "mediometraggio" Notre Dame de Paris a chiusura dell'anno laboratoriale dei ragazzi, e poi tutta una serie di articoli, insomma esserci.
E invece...
Rewind, cerco di raccontarvi com'è andata.

giovedì 24 giugno 2021

Il grande mare dei sargassi - Jean Rhys

Incipit: Quando vengono i guai serrate le file, si suol dire, e i bianchi lo facevano. Ma noi non eravamo tra le loro file. Le signore giamaicane non avevano mai visto di buon occhio mia madre "perché lei bella come la bellezza", diceva Christophine.
Era la seconda moglie di mio padre, veramente troppo giovane per lui, pensavano, e martinicana per giunta. Quando le domandai perché veniva a trovarci così poca gente lei mi rispose che la strada da Spanish Town alla tenuta di Coulibri dove stavamo noi era molto brutta e i lavori di riparazione erano ormai una cosa del passato. 

Credo di avere già espresso la mia predilezione per quei romanzi che nascono da una costola di una celebre storia già scritta.
Anzi, metto qui il link a un romanzo che, esattamente come questo, sviluppa un nuovo filone narrativo. Leggevo due anni fa La bambinaia francese, una visione nuova e diversa di un personaggio sfocato e appena abbozzato. Ebbene, il romanzo che vado a commentare oggi, pubblicato nel 1966, nasce da quello stesso straordinario Jane Eyre di Charlotte Brontë.
Desideravo leggerlo da un po', ho approfittato a suo tempo degli sconti Adelphi per acquistarlo ed eccolo là. 

venerdì 11 giugno 2021

Cronaca di un anno scolastico in pandemia.


Parte della mia terza durante una flipped classroom
su imperi coloniali e schiavitù
Se è il caso di ribadire che la scuola non finisce quando finisce la scuola, facciamolo. Siamo al termine dell'anno scolastico, ci siamo quasi. 
Le lezioni si sono concluse l'8 giugno, mentre si va avanti con scrutini, riunioni pre-esami, gruppi di lavoro per i piani personalizzati del prossimo anno, e fra pochi giorni inizieranno gli orali.  
Per noi docenti, inoltre, nonostante la stanchezza, al termine di un anno scolastico è normale gettare un occhio su quello che c'è da fare da settembre. Se è normale per alcuni, è necessario per tutti gli insegnanti che fanno parte di gruppi di pianificazione, il che è tutto dire. 


A proposito di stanchezza, quest'anno è stato particolarmente difficile. Abbiamo aperto quando le stime della pandemia erano alle stelle, con protocolli di sicurezza e tutta una serie di obblighi e restrizioni che a guardarli da lontano ci viene facile chiederci "come abbiamo fatto?". 
Con le mie due classi sono stata in tensostruttura per tre mesi, condividendo il destino di altre classi e colleghe/i. È stata un'esperienza di non facile sopportazione, perché letteralmente fra lamiere e teloni, con qualche visita di topolini del luogo, senza Lim (lavagna interattiva), senza l'opportunità di arredare le aule, con un banchetto a due al posto della cattedra anche quando ci hanno assegnato un'aula nell'edificio. 
Poi, appunto, siamo tornati in un'aula fra quattro mura, le cose sono migliorate, ma i protocolli sono rimasti ferrei. 

venerdì 4 giugno 2021

L'acqua del lago non è mai dolce - Giulia Caminito

Incipit: Tutte le vite iniziano con una donna e così anche la mia, una donna con i capelli rossi che entra in una stanza e ha addosso un completo di lino, l'ha tirato fuori dall'armadio per l'occasione, se l'è comprato al banco di Porta Portese, il banco buono dei vestiti di marca ribassati, non quelli da poche lire, ma quelli con sopra il cartello: prezzi vari. 
La donna è mia madre e ha una valigetta di pelle nera stretta nella mano sinistra, si è fatta da sola la piega ai capelli, ha usato bigodini e lacca, ha gonfiato la frangetta con la spazzola, ha occhi verdi e gialli e tacchetti da cresima, lei entra e la stanza si fa piccola. 

Questa recensione comincia dando ragione a Marina Guarneri, attenta osservatrice di tendenze vecchie e nuove in fatto di narrativa. Qui ci dice che chi scrive lo fa comunemente al presente e in prima persona
Non mi ha stupito il trovarmi dinanzi all'ennesimo romanzo con siffatta struttura, insomma. Seguendo le tante opinioni entusiastiche attorno a questo libro e spinta a leggerlo dalla sua candidatura al Premio Strega - che verrà proclamato i prossimi 8-9 giugno - mi sono decisa, grazie anche al GDL (l'acronimo Gruppo Di Lettura) #parolaalledonnegdl su Instagram.

mercoledì 19 maggio 2021

Il caffè di Luz e Marina: cosa pensiamo del "politicamente corretto".


LUZ   Ci siamo prese una pausa, ma eccoci tornate al nostro caffè (mea culpa, ho avuto mesi impegnativi, un anno scolastico estenuante che finalmente sta per concludersi). Cara Marina, vedo che hai portato delle leccornie che al solo guardarle fanno venire l'acquolina in bocca. Cosa sono? :D

MARINA  Oggi ho preparato uno snack dolce pensato per i miei figli, quando tornavano dalla scuola materna, ma che ha continuato a deliziare le loro merende anche dopo. Delizierà, spero, anche questo nostro caffè. Sono dei mini coni semifreddi, con una crema meringata ricoperta di cioccolato fondente. Mini mini, così piangiamo con un occhio! :D

lunedì 10 maggio 2021

Trilogia della frontiera - Cormac McCarthy

Cavalli selvaggi - Incipit: La fiamma della candela e la sua immagine riflessa nello specchio si contorsero e si raddrizzarono quando entrò nell'ingresso e di nuovo quando chiuse la porta. Si tolse il cappello, avanzò lentamente facendo scricchiolare il pavimento di legno sotto gli stivali e rimase in piedi, vestito di nero,  davanti allo specchio scuro nel quale i pallidi gigli si protendevano dall'esile vaso di cristallo. 

Oltre il confine - Incipit: Quando si spostarono a sud della Grant Country, Boyd era un bambino e la nuova contea chiamata Hidalgo aveva solo qualche anno più di lui. Nella terra che avevano lasciato erano sepolte le ossa di una sorella e della nonna materna. La nuova contea era fertile e selvaggia. Si poteva cavalcare fino al Messico senza mai incontrare una staccionata. 

Città della pianura - Incipit: Si fermarono sulla soglia, pestarono gli stivali a terra per scrollare via la pioggia, sventolarono il cappello e si asciugarono l'acqua dalla faccia. Fuori, nella strada, la pioggia sferzava l'acqua stagnante facendo ondeggiare e ribollire il verde e il rosso sgargianti delle luci al neon, e le gocce pesanti danzavano sui tetti d'acciaio delle automobili parcheggiate lungo il bordo del marciapiede. 

giovedì 22 aprile 2021

Ogni blogger una domanda... Intervista collettiva!

Era da un po' che pensavo a un post diverso, che rompesse gli schemi e creasse un'occasione di condivisione.
Mumble... mumble... e voilà! 

Perché non proporre un meme - quiz a tutti gli amici e le amiche blogger che seguo? 

Senza troppa improvvisazione, ma cercando di fare a ciascuno di voi una domanda mirata, ispirata ai vostri blog, a quello che ho capito della vostra personalità
In questi sei anni di blogging mi sono interfacciata con tante persone. Il blog mi ha permesso di conoscerne un bel po', sebbene virtualmente, con alcune è stata subito simpatia, affinità, con altre meno, ma posso ben dire che è sempre un piacere confrontarmi, lo sento per natura. 

L'intervista collettiva vuole essere un modo per stuzzicare la vostra creatività qui, in questo angolo scrittorio, quindi siate generosi/e, apritevi, stupite chi vi leggerà, abbracciate una dote irrinunciabile: la leggerezza. :)
Spero che tutte le persone citate vogliano partecipare, altrimenti, no problem, non è obbligatorio. 
Condividete il post sui social, se volete, facciamoci conoscere! 

mercoledì 14 aprile 2021

Longbourn House - Jo Baker (la dura vita dei tuttofare del passato)

Incipit: Nessuno indosserebbe vestiti se non esistesse il bucato, e questa è una certezza come il fatto che nessuno andrebbe in giro svestito, almeno non nello Hertfordshire, e non a settembre. Il giorno del bucato era inevitabile, ma la purificazione settimanale dei panni di casa era nondimeno una triste prospettiva per Sarah. 
L'aria era tagliente alle quattro e mezzo del mattino, quando cominciò la sua giornata di lavoro. La leva di ferro della pompa era fredda e, nonostante i guanti, i geloni le bruciavano mentre risucchiava l'acqua scura da sottoterra per riempire il secchio. Una lunga giornata da far passare, e quello era solo l'inizio. 

Già, l'inizio di una delle lunghe giornate di Sarah, sguattera di casa Bennet, di quel villino immerso nella campagna inglese nella quale vive una delle eroine romantiche che abbiamo tanto amato in Orgoglio e Pregiudizio.
Questo piacevolissimo e sorprendente romanzo narra proprio quelle vicende, ma rovesciate, guardate da un'altra prospettiva, e le intreccia con quelle di una servitù che nei romanzi di Jane Austen resta sempre indistinta, sullo sfondo, trascurata e anzi ignorata come era logico che fosse. Narra di quei "signori Hill" citati raramente, silenziosa governante e cuoca lei, cocchiere e sbrigafaccende lui, di quel "valletto" citato nel romanzo solo una volta, poi dà un'identità alle due sguattere e cameriere, Sarah e Polly. 

mercoledì 7 aprile 2021

Sanpa - Luci e tenebre di San Patrignano

Ho terminato la visione di questo documentario con la ferma intenzione di consigliarlo. 
Prodotto e trasmesso da Netflix, il racconto in cinque puntate si prefigge di arrivare allo spettatore come un viaggio dettagliato all'interno di una storia che negli anni Ottanta divenne celebre e famigerata, luminosa e oscura. Il taglio documentaristico si sostanzia in una equidistanza fra sostenitori e detrattori, in una lunga serie di racconti e testimonianze che ci pongono dinanzi a una storia straordinaria, che arriva come un pugno allo stomaco. 

mercoledì 31 marzo 2021

Tess dei d'Urberville - Thomas Hardy (o di una tragica seduzione)

Incipit: Una sera, verso la fine di maggio, un uomo di mezza età veniva da Shaston e tornava a casa, nel villaggio di Marlott, nella contigua Valle di Blakemore o Blackmoor. Si reggeva su gambe malferme e l'andatura sbilenca lo faceva pendere alquanto verso la sinistra di un'ideale linea retta. Di tanto in tanto accennava rapido con il capo, quasi a confermare un'idea, sebbene non stesse pensando a niente in particolare. Un cestino per le uova gli penzolava vuoto dal braccio, la lanugine del cappello era arruffata e un pezzetto della falda, laddove appoggiava il pollice per toglierselo, era piuttosto consunto.

Se ne esce stravolti, posso esordire così in questa recensione di un romanzo che, per intensità e pregio, credo si possa annoverare nella migliore produzione vittoriana dell'ultimo Ottocento. 

La prima volta che "incontrai" Tess fu tanti anni fa, quando vidi il film tratto dal romanzo e diretto da Roman Polanski. Ne venne fuori un dramma commovente, era inevitabile, ma la mano fu calcata sull'aspetto della seduzione tragica di cui Tess è vittima, escludendo tutto ciò che nel romanzo crea sospensione, e per certi aspetti sollievo.
La storia è molto più complessa di quanto narrasse quel film, ma su un punto entrambe le produzioni possono incontrarsi: questo intreccio solleva una questione importante, vitale, al punto che non possiamo non comprendere nella nostra visione totale anche le feroci critiche di cui fu oggetto al tempo della sua pubblicazione

giovedì 25 marzo 2021

Dantedì 2021 - Come si può rappresentare la Divina Commedia?


Ci siamo, è il secondo Dantedì dalla sua istituzione ed eccovi il post dedicato alla celebrazione del sommo vate. Se l'anno scorso abbiamo discettato riguardo al modo di leggere i versi eterni di Dante (trovate qui il post), questa volta ci occuperemo di alcuni modi in cui la Commedia è stata rappresentata, descritta, riproposta e reinterpretata. 

mercoledì 17 marzo 2021

La strada - Cormac McCarthy

Incipit: Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte, allungava una mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato. Come l'inizio di un freddo glaucoma che offuscava il mondo. La sua mano si alzava e si abbassava a ogni prezioso respiro. Si tolse di dosso il telo di plastica, si tirò su avvolto nei vestiti e nelle coperte puzzolenti e guardò verso est in cerca di luce ma non ce n'era. 

Ho realizzato il desiderio di leggere questo romanzo - vincitore del Premio Pulitzer nel 2007 - adocchiato da molto tempo, e l'ho concluso in lacrime. Su come un autore possa portare il lettore al pianto si potrebbero spendere molte parole. 
Per me è un mistero fatto di intreccio, linguaggio, intenti. 
Questa storia straziante è narrata con una sottile lucidità, sobriamente, ciò fa di McCarthy senza dubbio uno dei migliori autori oggi. 

mercoledì 10 marzo 2021

Perché il colour blind casting non mi convince.

Parte del cast di Bridgerton; al centro Golda Rosheuvel nel ruolo della regina Charlotte d'Inghilterra

A rischio di scrivere un post impopolare, oggi mi va di prendere in esame un fenomeno sempre più diffuso nelle produzioni teatrali, cinematografiche e televisive. Vediamo anzitutto di cosa stiamo parlando. Il colour blind casting è l'uso di affidare ruoli ad attori e attrici senza considerare l'appartenenza a una determinata etnia
Secondo alcuni in questa pratica si può includere anche l'appartenenza di genere e l'età, ma credo che si possano ritenere aspetti separati (a questo vorrei dedicare prima o poi un post a parte).

mercoledì 3 marzo 2021

Charlotte Brontë - Lyndall Gordon (la rivelazione di una biografia)

Incipit: "Un'istitutrice privata non ha un'esistenza", scrisse Charlotte Brontë a sua sorella Emily nell'estate del 1839. La sua datrice di lavoro, la signora Sidgwick, la teneva tutte le sere, prima che si ritirasse nella sua camera da letto, al piano della servitù, a cucire da sola nella stanza adibita alle lezioni. Quando gentiluomini e gentildonne posavano accidentalmente lo sguardo su un'istitutrice, "pareva che fissassero il vuoto", disse la più giovane delle sue sorelle, Anne, che era stata licenziata lo stesso anno dagli Ingham di Blake Hall. Questo vuoto apparente fu lo spazio che le tre ragazze ricavarono per se stesse; lì, protetto dall'oscurità, il carattere crescente di Charlotte Brontë prese forma. 

La monumentale biografia curata da Lyndall Gordon che racconta la vita di una delle mie autrici predilette è qualcosa dalla quale si esce con una consapevolezza nuova riguardo al mondo antico e lontano delle sorelle Brontë.
È uno degli errori più comuni di tutti gli appassionati di quel mirabile repertorio letterario inglese del XIX secolo: si leggono i romanzi, i tanti autori (fra cui Brontë, Austin, Dickens, Thackeray, James, Hardy, Trollope, Gaskell, ecc.) emergono come in una luce rarefatta, tendenzialmente romantica. 

mercoledì 24 febbraio 2021

Il caffè di Luz e Marina: oggi parliamo di insegnanti.

Eccoci al consueto appuntamento mensile del caffè di Luz e Marina, ormai un "must". 😄
Marina si fa annunciare da un soave profumo, poi compare con qualcosa di buono fra le mani. 

MARINA   Cara Luana, stamattina ho svegliato i miei figli con il profumo di queste ciambelline che ho preparato per il nostro caffè di oggi. Un po’ le ho lasciate per la loro colazione, il resto ce lo pappiamo noi, mentre ci rilassiamo con le nostre consuete chiacchiere. 😄

LUZ   Hanno un ottimo aspetto, posso immaginarne il sapore. Veniamo a noi. Riflettevo negli ultimi giorni sul mio mestiere d'insegnante. Non ti stupire, è un mestiere talmente particolare che porta di continuo a chiedersi se si sta facendo bene, se sei al passo coi tempi, se hai agito in un dato modo per salvaguardare la tua salute psichica o non era forse meglio sacrificarsi un po' di più. Se dovessi chiederti "qual è secondo te il maestro ideale?", tu cosa risponderesti? 

mercoledì 17 febbraio 2021

Piranesi - Susanna Clarke

Incipit: Quando la Luna è sorta nel Terzo Salone Settentrionale sono andato nel Nono Vestibolo per assistere alla congiunzione di tre Maree. È un evento che accade solo una volta ogni otto anni. 
Il Nono Vestibolo è un luogo straordinario per le tre grandi Scalinate che contiene. Lungo le sue Pareti corrono file di Statue di marmo, centinaia di Statue che si innalzano, un Livello dopo l'altro, fino a raggiungere vette lontanissime. 

Definire questo romanzo, pubblicato pochi giorni fa da Fazi, al momento fra i più venduti e discussi, è difficile. Non mi era mai capitato di gettarmi letteralmente su un titolo nuovo di uscita, per altro ne ho ordinato la versione con taccuino in regalo allegato, una chicca imperdibile. 
Riflettevo sul suo genere proprio sulle ultime righe e mi sono detta che "thriller fantastico e psicologico" sia il tipo di collocazione più congeniale. 
Se non esiste questa classificazione, la faccio mia, perché davvero non saprei quale altra etichetta attribuirgli. Definirlo "fantasy", come leggo in giro, è certamente fuorviante e improprio. 

mercoledì 10 febbraio 2021

Bias comportamentali: perché la pensiamo in un certo modo?

Oggi voglio dedicarmi a una riflessione pertinente il campo delle scienze comportamentali. Altri post di questo tipo potete trovare a questo tag (psicologia). 
Vi è capitato di studiare un po' di psicologia, magari alle superiori o all'università? Io mi ritrovai un esame all'università, ce lo infilai per puro gusto potendo scegliere due o tre discipline da altri ambiti. Ebbi modo di studiare le origini della psicanalisi, per intenderci quel florilegio di teorie afferenti a Freud, poi smentite da numerosi altri studi. 

Lo studio della psiche nell'ultimo cinquantennio si è concentrato su osservazioni della società, sul suo evolversi (o regredire?), sui profondi cambiamenti legati al progresso. 
L'individuo è fatto per non essere individualista, ci dicono gli studi, l'uomo è gregario, si forma all'interno di un sistema consolidato e in fieri, pertanto i suoi comportamenti sono plasmati sul suo rapportarsi all'altro, continuamente. 

Insomma, siamo ormai lontani dagli anacoreti di un passato lontanissimo o dagli individualisti del XIX secolo, intellettuali e pensatori ripiegati su un'altissima idea di un Sé distaccato dalla massa. Chi oggi sarebbe realmente in grado di cibarsi esclusivamente del proprio pensiero, di uscire per sempre dalla massa, di non farsi condizionare dall'agire e sentire comune?

mercoledì 3 febbraio 2021

Una vita come tante - Hanya Yanagihara

Incipit: L'appartamento all'undicesimo piano aveva solo un armadio, ma c'era una porta scorrevole che affacciava su un balconcino dal quale poteva vedere un uomo seduto di fronte, all'esterno, in maglietta e pantaloncini anche se era ottobre, che fumava. Willem sollevò una mano a mo' di saluto, ma l'uomo non rispose. 

Ho appena voltato l'ultima pagina, la 1091esima, di questo romanzo e sono venuta qui a scrivere, a cercare di farne un commento. 
Mi sento frastornata, come al termine di un viaggio lungo, sofferto, e sono oggettivamente stanca, ma anche desiderosa di fermare queste sensazioni e cercare di spiegare. 

Sono intanto del tutto certa di aver ultimato un libro che va ad aggiungersi a quelli che s'hanno da leggere. Sì, ma solo se si ha la capacità di poter sopportare una storia crudele e tragica, una lunga narrazione che attraversa una vita e va a infrangersi su un finale inevitabile. 
Ok, così è come se avessi svelato che da una storia come questa non ci si può aspettare un lieto fine, ma è inevitabile anche questo. Il realismo di questo romanzo, la capacità dell'autrice di costruire un percorso di sofferenza, ci rende capaci di immaginarne l'epilogo, ma non importa, perché è il viaggio fino a quel momento a contare veramente.

sabato 30 gennaio 2021

Sesta candelina...

E voilà, eccomi arrivata al sesto compleanno del blog!
Dopo il consueto stupore di quanto in fretta passino gli anni, non resta che "misurare la temperatura" del desiderio di scrivere.
Beh, la febbre c'è, il desiderio non si affievolisce, si continua a curare questo spazio con i migliori propositi, oppure obbedendo all'istinto.

E ora bilanci.
L'angolo scrittorio ha superato anche la prova di inizio e sviluppo pandemia, lo scorso anno ho chiuso a 45 articoli, di cui tante recensioni, scaturite dal moltiplicarsi delle ore di lettura. 
Non è mai stato né sarà mai un blog che punta sulla quantità, tutt'altro. 
Continuo a credere fermamente che un articolo a settimana sia un ottimo obiettivo, con la pausa estiva di circa un mese, ci può stare. 
Quindi si continua a puntare sulla qualità, che per me rappresenta non solo scrivere un post a settimana, ma centellinare e far sedimentare ogni argomento. 
Dal momento che ho cominciato a leggere molti più libri, ho tre recensioni già scritte, che però non vengono pubblicate in fila. Mi piace alternare una recensione ad altro tipo di argomento (proprio perché non è un blog di sole recensioni o a prevalenza di questo argomento). 

mercoledì 20 gennaio 2021

Il caffè di Luz e Marina: abbiamo letto I Serpenti e la Fenice e accogliamo un'ospite d'onore

Lettori, il caffè di gennaio è un po' diverso, una sorpresa per un'amica della quale abbiamo letto l'ultimo libro: I Serpenti e la Fenice. Stiamo parlando di Cristina Cavaliere, che ce ne annunciò la pubblicazione in questo post
È un piacere per me e Marina ospitare proprio l'autrice nel nostro caffè periodico. 

Ed eccoci, immaginateci sedute a un tavolino in centro, magari proprio a Roma. Dietro la vetrina giganteggia il Colosseo, è un caldo pomeriggio primaverile e ci siamo incontrate proprio qui, nell'Urbe eterna. :)

LUZ   Cara Cristina, a un anno dalla lettura di Le regine di Gerusalemme, mi sono imbattuta nel tuo romanzo storico ambientato nella Francia che freme verso la grande rivoluzione. Averlo letto assieme a Marina mi ha fatto molto piacere. Una premessa: il mio cuore continua a battere per la serie ambientata nel Medioevo, ma anche qui ho trovato l'accuratezza e la passione che contraddistinguono la tua "penna". Le mie domande saranno sulla trama, lascio a Marina l'aspetto delle scelte stilistiche. Eccoti la prima: I Serpenti e la Fenice sembrano essere la premessa di un nucleo narrativo che si trova un passo in là. Lo confermi?