Incipit: Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte, ecc., oggi è caduto nell'oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori.
Se state cercando un romanzo diverso dal solito, originale nella inventio, molto ben scritto e che vi lascerà qua e là il bene dello stupore puro, eccolo.
"Un caso letterario", recita la copertina, e difatti stiamo parlando di 15 milioni di copie vendute in tutto il mondo, tradotto in venti lingue, ancora oggi mai uscito dai 100 libri più venduti e letti. Una storia che non teme neppure il tempo, visto che fu pubblicata a metà anni Ottanta. A dirla tutta, forse il titolo è fuorviante. Si sarebbe potuto chiamare... l'odore. Sì, perché questa è una storia di odori, che possono sì trasformarsi in profumo, ma solo dopo un lungo e delicatissimo lavoro di selezione e miscelazione.
Al centro, un protagonista senza virtù, senza sentimento se non esclusivamente quello del percepire gli odori delle cose. Nasce sgravato in mezzo alla poltiglia di scarto di una pescivendola, già lì immaginiamo il più forte e abbacinante degli odori, cresce immerso nell'odore forte di una conceria, si forma in una profumeria. Grenouille è nato per cercare e cercarsi, facendosi tutt'uno col suo olfatto.
La scelta di ambientare questa storia nella Francia del Settecento è mirata, perché occorre un'epoca forte negli odori. Non manca nel romanzo la descrizione di ciò che doveva essere quella Francia, la stessa Parigi - nella città regnava un puzzo a stento immaginabile per noi moderni - la mancanza di igiene nelle strade, puzzolenti di urina, come nelle case della nobiltà, dove i vasi da notte emanano il loro odore greve, l'odore forte nelle cucine, l'aria stantia nelle stanze, le lenzuola non lavate.
Puzzavano i fiumi, puzzavano le piazze, puzzavano le chiese, c'era puzzo sotto i ponti e nei palazzi. Il contadino puzzava come il prete, l'apprendista come la moglie del maestro, puzzava tutta la nobiltà, perfino il re puzzava, puzzava come un animale feroce, e la regina come una vecchia capra, sia d'estate sia d'inverno.
Ecco, in questo spazio dall'odore nauseabondo, nasce e cresce un bambino che ha nel suo olfatto il solo ed esclusivo modo di confrontarsi col mondo e con i propri simili.
Grenouille è un disadattato, uno psicotico della peggiore specie, ma quel suo difetto lo rende anche il più grande genio nell'individuazione degli odori. Sì, perché il nostro è capace di percepire centinaia di odori differenti e poi in mezzo a questi selezionarne uno, diverso da tutti.
Dopo aver capito che nello spazio cittadino esistono centinaia di odori differenti - per capirlo deve immergersi, da mestierante, nell'odore del legno e delle pelle animale - la ricerca di Grenouille scatta nel momento in cui percepisce un unico odore, umano, capace di eccitare i suoi sensi, di farlo sentire vivo, di donargli felicità.
L'odore è quello di una fanciulla, e poi di diverse altre delle quali segnerà il destino, che ha in comune con queste la giovinezza, l'innocenza virginale, la bellezza.
Si sarà capito che questa è anche la storia di un serial killer. Però, detta così, la sua descrizione diventa riduttiva, non coglierebbe la genialità di questo romanzo, che va ben oltre questo genere abusato.
Il protagonista/assassino è qui un eroe in certo senso "in viaggio". Non basta ricordare i suoi spostamenti fra Parigi e Grasse, ancora oggi capitale della produzione del profumo in Francia e oltre i suoi confini (le pagine in cui si racconta Grasse mi hanno riportato alla mente le due volte in cui ho visitato la cittadina provenzale. Grasse è il paradiso degli amanti del profumo e fu un piacere vedere all'opera i cosiddetti "nasi" francesi, attraverso le grandi vetrate aperte al pubblico).
Il viaggio di Grenouille ha mete differenti, perché la sua ricerca procede per stadi, livelli, di pari passo col suo livello di apprendimento dell'arte della creazione del profumo. Grenouille deve compiere una ricerca al di fuori di sé e dentro il perimetro di se stesso. Perché di sé non percepisce odore alcuno e questo lo distrugge. Scende nel profondo di un inferno solitario, di una solitudine aberrante, che lo assimila alla bestia. In fondo, lui è anche e forse soprattutto un animale. Nel fondo di questo infero personalissimo gli odori che ha assimilato fino a quel momento in vita rappresentano la memoria. Mescolare il peggio di essi significa per lui creare un teatro interiore, un mondo che può dominare. La mente di Grenouille è complessa, come un palazzo nel quale può gestire un potere che gli deriva dalla conoscenza degli odori del mondo.
È nel momento in cui in un sogno/incubo percepisce la certezza di non saper riconoscer il proprio odore, sospettando di non possederne affatto, scatta in lui la volontà di crearlo.
Tutta la parte risolutiva di questa storia grottesca e tragica è la rappresentazione di una commedia umana simbolica. Tutta l'ultima parte anzi è una metafora che l'autore costruisce con fine maestria.
Grenouille non è un giovane garzone, semplicemente, ma la messa in scena di una psicosi, di una ossessione senza limiti che ha nell'olfatto il suo punto nevralgico e il suo punto di partenza e di arrivo. Un romanzo ricchissimo di dettagli riguardanti la produzione di profumi (la ricerca dell'autore in merito deve essere stata accuratissima), ma anche... un trattato di psichiatria sulla sensorialità.
Se siete curiosi come me, date un'occhiata qui, c'è una chicca:
Questa storia è stata raccontata sul grande schermo in un film del 2006, che non so come mi sono persa. Parrebbe un'ottima produzione, qui il suo trailer.
Avete letto questo romanzo? Amate un tipo particolare di profumo?
Come ve la cavate a saper riconoscere odori particolari nel cibo, i vini, ecc.?
Libro meraviglioso, che mi ha indotto a leggere tutto di Suskind, in realtà pochissima altra roba.. credo campi di diritti d'autore su Il profumo.. ma il film te lo puoi evitare serenamente.. non c'è traccia della poesia e dell'evocazione sensoriale che traspare corposa e densa dalle pagine del libro.. :(
RispondiEliminaHo letto in giro che infatti il suo capolavoro lo fa annoverare fra i grandi scrittori ma allo stesso tempo poco altro di suo viene venduto e di certo non raggiunge quelle cifre di vendite. Quindi tu dici che mi posso risparmiare il film. Sono troppo curiosa, però. :)
EliminaNon l'ho mai letto, ma purtroppo ho visto il film. Non sono riuscita a guardarlo fino alla fine perchè è agghiacciante. So che il libro è bellissimo e chi lo ha letto me lo ha consigliato dicendomi di non considerare il film.
RispondiEliminaSono sempre più curiosa. Se sono comunque riusciti a riprodurre quello che di agghiacciante c'è nel protagonista, forse non è del tutto da buttare. Uhm...
EliminaCaterina si.. rimedia subito con il libro.. davvero tutt'altra cosa!
EliminaFa sempre piacere passare dal tuo blog perché spesso ci parli di libri che hanno delle particolarità, oppure non sempre se ne parla sui mass media. L'autore lo conoscevo ma questo libro no. Anch'io avevo visto il film ma lo trovo molto discutibile e non mi è piaciuto.
RispondiEliminaMa spesso è così nella trasposizione di un libro in film
Un salutone e alla prossima
Cerco con le mie recensioni di cogliere quegli aspetti che potrebbero coinvolgere qualsiasi lettore. Mi fa piacere che i post suscitino questo interesse, grazie come sempre. :)
EliminaPensavo anche a L'eleganza del riccio..altro libro splendido massacrato ignobilmente al cinema.. ;)
EliminaConcordo, film del tutto insignificante.
EliminaHo letto questo originale romanzo parecchi anni fa, e lo trovai davvero bellissimo, con descrizioni magistrali. Vidi anche il film, ma si perde molto del romanzo che non è facile da rendere. L'attore è lo stesso che interpreta il poeta John Keats in "Bright Star" di Jane Campion, un film che ho adorato.
RispondiEliminaEh, sì, Parigi era davvero una fogna all'epoca, mi ricordo nella "Vita" di Vittorio Alfieri che portai per l'esame era descritta come "immensissima cloaca", d'accordo che esagerava per via della sua gallofobia, ma lessi anche in "Tableau de Paris" di Mercier che era una città sporchissima rispetto alle altre capitali europee. Pare però che, quando tutti quanti vivono in un posto puzzolente, alla fine il naso si adatta e non si sentono più gli odori.
Potremo mai immaginare quali odori ci fossero in queste epoche remote? Forse effettivamente mai. È un po' come immaginare che colore avessero le acque dei fiumi e dei mari, del cielo, gli odori dei frutti della terra e anche... della mancanza di igiene. Comunque, sì. Un romanzo originale, geniale, unico.
EliminaSì, avevo riconosciuto quell'attore, praticamente perfetto anche in questo ruolo!
Letto qualche anno dopo la sua pubblicazione è mai più dimenticato. Süskind riesce a farti entrare nella dimensione emotiva del protagonista tanto da seguire la vicenda dal suo punto vista e da dimenticare tutto il resto. Il finale poi è costruito, preparato in modo magistrale. Bella recensione, Luz! Sei sempre molto attenta a dare un’idea della vicenda e del suo senso senza svelare tutto!😊
RispondiEliminaSono sempre felicissima che i miei lettori apprezzino le mie recensioni, sono gli articoli cui tengo particolarmente. Grazie mille, Giacinta. :)
Eliminae ( non è)! Benedetto smartphone!
RispondiEliminaChe bel suggerimento Luz! Ho appena fondato un gruppo di lettura, lo proporrò per uno dei prossimi giri. Mi hai incantata con questa recensione
RispondiEliminaGrazie tante, Elena, sempre felice di creare interesse con le mie recensioni. Per un gruppo di lettura sarebbe un romanzo molto intrigante perché immagino le discussioni che può generare.
EliminaChe bel suggerimento Luz! Ho appena fondato un gruppo di lettura, lo proporrò per uno dei prossimi giri. Mi hai incantata con questa recensione
RispondiEliminaNon ho letto il romanzo ma ho visto il film che, all’epoca, mi impressionò parecchio. Certo che l’idea di una Parigi con le strade maleodoranti mi sconvolge un po’, meno male che le altre città europee erano messe meglio. Io sono molto sensibile agli odori, certi odori forti e nauseabondi mi danno fastidio allo stomaco...
RispondiEliminaChissà però se all'epoca li avresti sentiti così intensi... magari sarebbero apparsi del tutto normali, sigh. :(
EliminaIo l’ho amato. Letto anni fa, si può dire da giovane, per un periodo l’ho considerato uno dei miei libri preferiti. Sconvolgente quasi quanto Cecità di Saramago, a livello di impatto emotivo esercitato su di me. Mi è quasi venuta voglia di rileggerlo,sai?
RispondiEliminaForse rileggerlo adesso potrebbe perfino significare apprezzarlo di più. E in generale rileggere in età matura rende possibile cogliere alcuni dettagli e sfumature appunto in modo più "maturo".
EliminaHo visto il film che mi piacque moltissimo e questo libro è in wishlist da diverso tempo, ma dopo la tua recensione ho ancora più voglia di recuperarlo presto :) Non sono molto brava a riconoscere gli odori, se non quelli che mi sono familiari, ma molto spesso mi capita di sentire odori che mi riconducono a momenti lontani nel tempo, in posti che so di aver visto ma di cui non mi ricordo nulla :)
RispondiEliminaAnche per me ci sono alcuni odori dal potere fortemente rievocativo. Per esempio, l'odore dei rami di abete, mi riporta agli anni dell'infanzia, quando mia nonna faceva l'albero di Natale "vero", che aveva quell'odore pungente. E quell'odore ha davvero un certo potere, suscita una forte emozione, per certi aspetti sconvolge. Grazie per avere apprezzato la mia recensione. :)
EliminaQuesto è un libro che da sempre voglio leggere e che da sempre mi tengo lontana perché ho il sentore che possa essere troppo disturbante per me e inquietarmi non poco. Insomma, ne ho paura. E non posso dire che la tua (bellissima) recensione me l'abbia fatta passare.
RispondiEliminaDiciamo che è più un trattato di psichiatria applicato a un personaggio. I suoi omicidi non sono efferati, la descrizione non indulge su certi particolari, anzi a volte la narrazione è come un andante capace di scansare con molta abilità l'enormità dei fatti. Se ne hai voglia, non te lo perdere.
EliminaNon ho letto (ancora) il romanzo, ma ho visto il film, mi ha inchiodato al divano, sia per la narrazione, per gli attori (Alan Rickman e Dustin Hoffman di calibro), per l'ambientazione cupa, per la curiosità sul finale ...che non ho capito. Si dissolve? Se lo mangiano? Mah.
RispondiEliminaE non so perché, ma qualcosa mi tiene lontano da quel libro. Nonostante ci sia l'entusiasmo della lettura in classe sul saggio "Come un romanzo" di Daniel Pennac che mi porterebbe ad affrontare quel testo. E ogni tanto ricompare nella mia vita, come a dire "Ci sono, non dimenticarmi". Come domenica scorsa, che sono passata a lasciare due romanzi alle casette dei libri di quartiere, le free little library. Con l'occasione, cerco di mettere in ordine quelli che già ci sono e dare una pulita, se ce n'è qualcuno di rotto lo porto a casa, lo aggiusto e lo riporto. Beh, c'era proprio Il profumo in bella vista. E adesso arrivi tu con la recensione...uhm.
In quanto ai profumi nella mia vita? Il mio olfatto non è granché, ancora peggio da quando hanno dovuto operarmi al naso, per ipertrofia dei turbinati. Certi odori non li sento (la puzza puzza sì, ahimè) e altri non li distinguo, se non grossolanamente. Il mio profumo preferito è la fresia. :)
Io pensa che lo beccai su Raitre anni fa ma solo su quel finale assurdo. Se lo mangiano, sì. La descrizione della cosa sulla pagina è straniante, particolare. Certamente non "splatter". Se questo libro ti sta "chiamando" in diverse circostanze deve essere uno di quelli che prima o poi leggerai. Mi saprai dire. :)
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