Ultimo post dell'anno e bilancio delle letture di questo 2022 che volge al termine.
Rispetto allo scorso anno ho letto qualche libro in più, perché ci sono stati mesi prolifici, ma anche perché ho viaggiato e nelle lunghe ore avevo un libro sempre con me. Ci sono stati anche periodi a rilento, però, come questo dicembre, stracolmo di impegni e con un solo libro letto. Peccato, confesso che avrei voluto arrivare, almeno una volta, alla soglia dei 50 libri.
Sono stati invece 43, ma so benissimo che non è una gara. Ci mancherebbe. È che quando diventi una lettrice regolare e "intensiva", ma a mezza età, sai che non c'è tempo da perdere. I libri da leggere sono tanti, tantissimi, ci sono ancora decine di classici che non ho mai attraversato. Mi mancano i russi (solo Delitto e Castigo, per carità, troppo poco!), mancano all'appello tanti autori nordici che potrebbero emozionarmi, vorrei prima o poi leggere Michel Houellebecq, per dirne uno, percorrere tutto Philip Roth (nessuno dei suoi libri quest'anno, io che ho intenzione di percorrerlo in ordine e tutto), scoprire Manganelli, recuperare Calvino, addentrarmi nella Recherche (da potenziale proustiana). Insomma, sono centinaia i libri da leggere.
Come giustamente ha detto Fois, fra i 40 e i 60 anni si diventa lettori compiuti, si gode pienamente della bellezza della letteratura. Insomma, sono in piena tempesta da "lettrice ideale", sempre per citare questo straordinario scrittore.
Procediamo con l'elenco dei libri letti nel 2022, in grassetto quelli recensiti.
- Il Conte di Montecristo - Alexandre Dumas
- Le correzioni - Jonathan Franzen
- Scolpitelo nel vostro cuore - Liliana Segre
- Americanah - Chimamanda Ngozi Adichie
- Abbiamo sempre vissuto nel castello - Shirley Jackson
- Trema la notte - Nadia Terranova
- Zia Mame - Patrick Dennis
- Niente di vero - Veronica Raimo
- Lolita - Vladimir Nabokov
- L'evento - Annie Ernaux
- Educazione siberiana - Nicolai Lilin
- Il treno dei bambini - Viola Ardone
- L'architettrice - Melania G. Mazzucco
- Manuale di lettura creativa - Marcello Fois
- Génie la matta - Inès Cagnati
- Non si può più dire niente? - A.A.V.V.
- Meridiano di sangue - Cormac McCarthy
- Fame blu - Viola Di Grado
- Leggere Lolita a Teheran - Azar Nafisi
- Così per sempre - Chiara Valerio
- Io, mio padre e le formiche - Rosella Postorino
- Libri che mi hanno rovinato la vita - Daria Bignardi
- Nero chiaro quasi bianco - Pippo Zarrella
- Le città di carta - Dominique Fortier
- Il silenzio delle ragazze - Pat Barker
- Terra crudele - Ann Weisgarber
- Le otto montagne - Paolo Cognetti
- L'estate che sciolse ogni cosa - Tiffany McDaniel
- Villette - Charlotte Brontë
- Cenere - Grazia Deledda
- I miei stupidi intenti - Bernardo Zannoni
- Le madri non dormono mai - Lorenzo Marone
- Mastro Geppetto - Fabio Stassi
- Lezioni di sogni - Paolo Crepet
- L'anno della lepre - Arto Paasilinna
- Specchio delle mie brame - Maura Gancitano
- L'ultima diva - Flaminia Marinaro
- C'era due volte - Franck Thilliez
- Vardø. Dopo la tempesta - Kiran Milwood Hargrave
- Un giorno questo dolore ti sarà utile - Peter Cameron
- Il professore - Charlotte Brontë
- Uomini e topi - John Steinbeck
- Cronorifugio - Georgi Gospodinov
A fare un bilancio, non sono mancati i saggi, un genere che mi piace molto: ne ho letti 6, tutti "illuminanti". Le recensioni sono scese a 11, contro le 27 dello scorso anno. Un po' per mancanza di tempo, un po' perché sempre più mi capita di recensire ormai solo libri che sento mi lasciano realmente qualcosa, una riflessione, stimoli, qualcosa da dire.
Alcuni libri sono stati letti durante il caldo torrido della scorsa estate, che ha reso impossibile scrivere.
Mancano alcune recensioni, conto di andare sia sul saggio della Gancitano che su quello di autori vari, che si interroga sul cambiamento di linguaggio e ancora sul politicamente corretto.
Non sono annoverati nell'elenco alcuni libri molto brevi, che si leggono in pochissimo tempo:
Dovremmo essere tutti femministi, di Chimamanda Ngozi Adichie, un piccolo delizioso saggio;
Il nostro bisogno di consolazione, di Stig Dagerman, di cui mi è rimasto pochissimo;
La grande estinzione, di Matteo Meschiari, sul quale voglio tornare con più attenzione.
È stato l'anno in cui sono andata per la prima volta al Salone del Libro di Torino, questo lo rende particolarmente indimenticabile, come ho raccontato qui.
L'anno in cui mi sono del tutto convinta che dare fiducia a un autore esordiente di una piccola casa editrice ti farebbe il più delle volte usare quel libro per pareggiare la gamba di un tavolo.
In cui ho capito in via definitiva che Chiara Valerio ha una narrazione in cui capisco poco, troppo autoreferenziale, meglio ascoltarla abbacinata dalla sua intelligenza durante le tante conferenze.
L'anno in cui ho scoperto un'autrice nigeriana, un finlandese, un bulgaro.
In cui ho scoperto una scrittrice francese vincitrice poi del Nobel, che mi ha conquistata.
In cui ho completato tutto il repertorio di Charlotte Brontë.
La pila di libri da leggere è alta e promettente. Avrò tanto da scoprire, tanto da attraversare.
Ed è proprio lì tutta la bellezza della lettura, questa cosa straordinaria e confortante, salvifica e sempre diversa. Il privilegio di amare i libri sposta l'orizzonte ogni volta più in là.
Il vostro è stato un buon anno di letture? Ne abbiamo qualcuna in comune?
Buon 2023 a voi, carissimi e carissime.
Ho letto qualche libro che hai letto anche tu ma non quest'anno.A dire il vero io non ho una concezione del tempo, quindi non ti saprei dire il numero esatto di libri che ho letto quest'anno, ma non arrivo a 43, ne hai letti più tu. Come ti dissi anche l'altra volta, non me li metto a contare. So che ce ne sono tanti che ho comprato e che ancora devo leggere. A dire il vero, a causa degli impegni degli ultimi tempi, ho trascurato un po' la lettura, in quest'ultimo mese ho letto poco anch'io e purtroppo ci sono stati giorni in cui non ho proprio letto, ma non ne ho avuto proprio il tempo. Si può sempre recuperare, però. Tanti auguri di un sereno 2023, ricco di nuove letture :)
RispondiEliminaTemo che in molti risponderanno che non si sono messi a contare. :) Davvero, ribadisco che non ha importanza alcuna. Io stilo un elenco, un file sul mio pc, che aggiorno per ogni libro letto. Lo faccio dallo scorso anno, da quando ho compiuto i 50 anni e il tempo stringe e sai che tantissimi altri libri attendono. Non è una gara e non è una questione di numeri. Ci sono stati anni che recensivo ogni libro letto e non superavo gli 8 (!) libri all'anno. Ho adottato nuove abitudini e l'età avanza, quindi tengo il conto perché devo sapere quanto mi impegno e dove riesco ad arrivare. Di questo elenco ce ne sarebbero una decina che sono stati una inutile perdita di tempo, se non li avessi letti e mi fossi dedicata magari alla scrittura sarebbe stato tempo speso meglio. Ho trascurato libri che avrei potuto considerare a favore di libri perdibili. Leggere per me è una missione ormai, una percorrenza in cui cerco di non sbagliare proprio perché il tempo si è fatto sempre più prezioso. Un abbraccio, Caterina, e tanti cari auguri. :)
EliminaDa parte di Maria Carmela (riporto qui il commento perché Blogger non le permette di commentare): Ad oggi, Luz, ho letto 43 libri di narrativa, 8 saggi e 5 biografie più 27 noir che praticamente costituiscono l'unico genere che frequenta il Mau e a me servono per darmi un break tra le letture più impegnative. una boccata d'aria di un paio di giorni senza alcun impegno della mente, e infatti me li scordo nel giro di una settimana. al top del mio gradimento questi cinque: Pugni di Pietro Grossi, tre racconti di coppie di ragazzi con qualcosa in comune; Storia di Matilde di Giovanni Mariotti, in cui il punto è bandito lungo tutta la narrazione, ma scritto in modo che la tua mente i punti ce li mette in automatico mentre leggi; Tacchino farcito di Alda Bruno, praticamente una irriverente spumeggiante cinica lunga storia di famiglia raccontata in un centinaio di pagine, e pagine Sellerio, quindi piccole; Palazzokimbo di Piera Ventre, che mi è stato caro perché gli anni raccontati sono stati i miei anni di gioventù e di quel periodo e di quelle atmosfere e di quella mentalità ho ritrovato tutto; Storia avventurosa della rivoluzione romana di Stefano Tomassini, impeccabile per la ricerca delle fonti e imperdibile per le descrizioni dei fatti e dei personaggi. ormai leggo quasi solo autori italiani, spesso giovani, mi interessa più l'uso che fanno della lingua, che le storie che raccontano, sebbene non di rado prenda epiche fregature. è che le traduzioni mi lasciano sempre dei dubbi sulla resa del testo originale. pochi i classici: Conan Doyle, Pirandello, Bronte, Yourcenar, Dürrenmatt, molti autori con diverse loro opere sono già nel mio lungo passato. Fois direbbe, a ragione, che sono ormai lettrice compiutissima. amen
RispondiEliminaFra i tuoi classici letti, cara Mac, voglio citare Dürrenmatt, del quale ho letto qualche anno fa La morte della Pizia. La sua scrittura ironica mi colpì molto, senz'altro un autore sui generis, che però non continuai a percorrere. Piuttosto, fra gli autori ironici che ho scoperto quest'anno, mi piace nominarti Patrick Dennis e lo stesso ultimo autore letto: Gospodinov. Riguardo a Cronorifugio ce ne sarebbe da dire. Un libro ironico, amaro e politico. Un libro su un'Europa che fa fatica a ritrovare il bandolo della matassa. Uno sguardo amaro sulla Storia anche. Ma tutto con ironia. Ecco, quando drammatico e comico si mescolano, quando il "cosa" viene narrato attraverso un "come" che sembra volerti depistare... tanto di cappello. Grande Mac, bellissimo il tuo percorso di questo anno. :)
EliminaWow, che bel bilancio!
RispondiEliminaIo quest’anno, invece, molti libri in meno rispetto agli anni precedenti (arrivo a 30 risicati), però mi sono sparata qualche bel tomo, come “L’idiota” di Dostoevskij e “La montagna incantata” di Thomas Mann, poi un paio di Roth e molti che in questo momento non ricordo. Di certo, le nuove leve mi hanno delusa e anche le “conferme” non mi hanno conquistata (vedi la Auci o la McDaniel o il Missiroli recente). Naturalmente io ti straconsiglio l’avventura “Recherche” e aspetto la lettura condivisa di Stefansson. Ho visto che hai ridato spazio alla Postorino e alla Terranova e che hai letto Le otto montagne. Ti è piaciuto?
Marina
Postorino è capitata di straforo, lo devo ammettere, non ero del tutto convinta di continuare a leggerla per i motivi che sai. Terranova racconta il terremoto del 1908, che devastò Reggio Calabria e Messina e mi interessava un'occasione per approfondire l'argomento. Avevo deciso anzi di partire dal romanzo per fare ricerche, dedicarci un post. Ma il libro è talmente deludente e incompiuto che ho lasciato perdere. Non c'è bisogno di aggiungere se tornerò o meno a leggere questa autrice. Sono contenta che autrici come Auci e Terranova abbiano un bel seguito, ma... non fanno per me. Non fanno per noi, Marina. Non c'è niente da fare. Fra quelli che hai letto tu, voglio leggere L'idiota e La montagna incantata, sono nelle mie intenzioni. La Recherche è uno dei miei progetti futuri, devo solo capire in quale edizione prenderla. Le otto montagne, mi chiedi. In generale, non mi pento di averlo letto. È un'esperienza che non rinnego. Comprendo anche come abbia potuto suscitare l'interesse di un produttore per farne un film. Mi è piaciuta la visione disincantata della montagna come luogo. Mi sarei aspettata una narrazione quasi fiabesca, che indica quell'ambiente come il migliore possibile, invece no. La montagna tradisce i sogni, non è sempre il migliore dei mondi possibili per tutta una serie di ragioni legate alla finitezza umana. Forse ti piacerebbe.
EliminaTe l’ho chiesto perché qualche anno fa ne feci una lettura condivisa con una blogger (Sandra Faè) da cui un suo post con le nostre considerazioni. A me non era dispiaciuto, mi aveva colpito l’atmosfera, l’ambiente, quello della montagna, a me così estraneo. Chissà il film!
EliminaHo certe aspettative, se non altro amo il modo di recitare di Marinelli. La sua credibilità. Vedremo. :)
EliminaIo ho letto molto meno, quasi nulla, in effetti da un paio di anni sono in pieno "blocco del lettore".
RispondiEliminaTra i libri del tuo elenco non ce ne è neppure uno che io abbia letto, comunque molto sono titoli decisamente noti, è evidente che per te il "blocco" è un problema che non si porrà mai.
Ti auguro tante altre buone e piacevoli letture nel corso del 2023.
Ma no, si pone eccome. In particolare quando si assommano molti impegni. Riesco a ritagliarmi del tempo per leggere, ma in quel vuoto non so decidermi, prevale il pensiero di tutta la montagna di cose da sbrigare entro una scadenza. Ciò mi fa pensare che leggere in maniera intensiva è anche prerogativa di chi ha periodi "regolari", in cui può distribuire equamente gli impegni. D'estate, che per me come insegnante è il vuoto totale, leggo moltissimo. A giugno, mesi fitto di impegni di chiusura anno scolastico ed esami, molto meno. Anche nei mesi di spettacoli teatrali non riesco a concentrarmi. E se termino un libro mi prende il blocco su cosa cominciare, mi passa quella verve.
EliminaBeh, carissima, complimenti! Leggi molto immagino per il piacere di leggere ma anche per lavoro. Io ho letto qualcuno dei libri che hai citato. Da qualche anno rileggo libri che ho (ne ho un certo numero) per vedere l'effetto che fa dopo gli anni che passano...e devo dire che è un effetto piacevole.
RispondiEliminaUn salutone, passatela bene, e ti auguro di cuore un buon capodanno
per un nuovo anno che sia veramente nuovo da tutti i punti di vista.
Anche a me è capitato di rileggere, ma non tantissimo, perché come ho scritto ho ancora tanto da recuperare. Non leggo per lavoro, ma per puro piacere. Nel mio lavoro da insegnante capita di gravitare in particolare attorno alla narrativa per ragazzi, che ahimè trovo banalissima. Il mio percorso di lettrice è tutto personale, segue il mio istinto e la mia volontà. Vedremo come andrà quest'anno. :)
EliminaUn caro saluto a te, buon anno pieno di cose belle. Ne abbiamo bisogno.
Ho riletto tutta la serie teologica di Luigi Giussani.
RispondiEliminaIl migliore è:" Si può vivere così?"
Eh no, il mio anno è stato un disastro sul fronte letture, solo 17 titoli, di cui solo 9 romanzi, il resto racconti brevi e saggistica. E "Guerra e pace" sospeso alle ultime 50 pagine per studiare. (E lo studio mi sta ancora più odioso perché non leggo altro...) Ma se percorro la lista ci sono delle belle chicche, libri che mi hanno attraversato e cambiato, e aiutato molto. L’esercito delle cose inutili di Paola Mastrocola, spettacolare. Tutto sarà perfetto di Lorenzo Marone, perfetto davvero. Sei ancora qui. I Still See You di Daniel Waters, che scrive di fantasmi come me. Vabbè, è andata così, speriamo che il 2023 risolva parecchie attività incastrate. Nonostante tutto, il mio blog ha registrato 226.723 accessi e i racconti scritti mi sono piaciuti tutti, non è così scontato.
RispondiEliminaBuon anno Luz! Che il prossimo tu arrivi alla soglia dei 50 libri! Tifo per te!
17 titoli in fondo non sono pochi. Come saprai in Italia le statistiche ritengono "lettore forte" chi legge almeno un libro al mese, il che è tutto dire. Ai tempi di quando leggevo poco non arrivavo a 10 libri all'anno. Però anche in quel caso, come oltretutto scrivi tu, c'è qualcosa di bello, perché il poco che leggi ti resta dentro ancora meglio, in particolare quando sai scegliere i libri giusti. Grazie per l'augurio! È una bella sfida. Anche perché ci sono tomoni come "I miserabili" di Hugo (che attende sullo scaffale da troppo tempo) e "4321" di Auster assolutamente da affrontare. Pure "Daniel Deronda", romanzone ottocentesco edito da Fazi che ho acquistato con gli ultimi sconti. Vediamo come va.
EliminaNo abbiamo letture in comune per il 2022, ma ho letto alcuni titoli negli anni precedenti e altri sono nei miei progetti futuri. Mi piacerebbe leggere le tue impressioni sul romanzo di Ernaux, perché non riesco a capire dalle sole trame se i suoi libri possano fare al caso mio. Per quanto riguarda le mie letture, come scrivo nel mio resoconto, non posso dire sia stato un anno esaltante, ancorché i libri siano stati più numerosi dello scorso anno, tuttavia i cinque romanzi preferiti dell'anno sono stati davvero significativi. Il migliore in assoluto è stato "L'albero della nostra vita" di Joyce Maynard, che mi sento di consigliarti. Ti auguro che il 2023 ti riservi tante ottime letture! :)
RispondiEliminaLo terrò senz'altro in considerazione, grazie, Cristina. Di Ernaux per ora ho all'attivo solo "L'evento", che mi è piaciuto molto. È uno stile asciutto, diretto. Ma soprattutto Annie Ernaux fa di se stessa il proprio personaggio da raccontare. È come se fosse il corrispettivo di Frida Kahlo in pittura. La rappresentazione di sé, della propria vita, ma senza alcuna volontà di romanzare. È un racconto realista molto coinvolgente. Oltretutto tocca temi delicati, forti, come ne "L'evento" la mancanza di una legge che negli anni Sessanta rendesse legale la scelta di abortire. Le vicissitudini di una ragazza sola, senza risorse "sociali" che l'aiutino ad affrontare questa grave scelta, e poi il compimento, in clandestinità. Io ho deciso di percorrerla adesso lungo un asse temporale in ordine di scrittura. Perché alla fin fine lei racconta tutta la sua vita, toccando i grandi temi dell'esistenza.
EliminaNon ho letto nessuno dei tuoi titoli, a differenza dello scorso anno in cui avevo letto alcuni dei libri che avevi recensito, ma come scritto nel mio post ho letto meno nel 2022. Della tua lista mi incuriosisce l’ultimo di Daria Bignardi perché avevo letto una sua intervista e pensavo di prenderlo (di lei ho letto tutti i romanzi tranne gli ultimi due); poi mi attira anche quello di Lorenzo Marone. Certo sarà impossibile leggere tutto quello vorremmo leggere, una vita non ci basterà, io ormai leggo seguendo l’istinto e il desiderio del momento.
RispondiEliminaBignardi fa un percorso sui libri che hanno segnato non solo il suo percorso di lettrice ma addirittura la sua vita. Di suo ho letto in passato due romanzi, ma sai che non mi ha convinta del tutto? Là per là grosso modo piaciuti, ma non mi ricordo niente di niente di quelle storie, segno che non mi hanno presa del tutto. Il romanzo di Marone te lo consiglio, bella storia, raccontata abbastanza bene.
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