sabato 3 marzo 2018

Elogio della brevità.

Dopo diversi mesi torno a parlare di scrittura, soffermandomi sul capitolo del mirabile Lezioni americane di Italo Calvino dedicato alla "brevità" o come viene definita dall'autore, "rapidità". 
C'è un motivo preciso per il mio interesse: sono tornata, dopo mesi molto impegnativi dedicati al teatro, a occuparmi della revisione del romanzo di genere storico che scrissi diversi anni fa. 

Mi rassicura il fatto di avere qualcuno che mi dà un mano nell'editing (c'è una parola italiana tanto bella ed efficace, ma in molti ci ostiniamo a usare questa) - e devo ringraziare Maria Teresa Steri, Cristina Cavaliere e un amico correttore di bozze per aver letto le prime pagine e dato consigli preziosi - perché il lavoro è lungo.

Al termine dell'università mi gettai a capofitto nella scrittura di un romanzo storico attingendo alle numerosi fonti di cui mi ero servita per la tesi di laurea. Ce n'è un riferimento in questo post
Il teatro assorbe la gran parte del mio tempo libero, ma sento il desiderio di dare una possibilità a questa mia "creatura", che giace nel proverbiale cassetto ormai da troppo tempo. 
Un difetto del romanzo, che ha titolo "Sin'opah", è la sua prolissità. Impaginato in formato A5 - perché me lo feci stampare da un tipografo per regalarne qualche copia - risulta di ben 607 pagine (!). 

Quante possibilità avrebbe un romanzo di più di 600 pagine di suscitare interesse? 
Minime, per non dire nulle. Viviamo nell'era della velocità, il formato "epopea" interessa ancora? A meno di non essere Auster o Garcia Marquez, non credo proprio. 

Un buon suggerimento ho ricevuto da Maria Teresa Steri, che mi consigliò di spezzare il primo capitolo in due. Da qui a dedurre di dividere l'intero romanzo in più parti, trasformandolo in una trilogia per esempio, il passo è stato breve. 
Il formato trilogia si presterebbe assai bene alla cosa, perché di fatto le numerose avventure della protagonista si possono suddividere in tre momenti essenziali:
1. La vita vissuta assieme ai Blackfeet del South Dakota
2. Gli anni trascorsi a Abilene, sulla frontiera
3. Il periodo trascorso assieme al movimento per il voto alle donne
Quanto all'ultimo punto, vi suggerisco, se ve lo siete perso, il magnifico percorso descritto da Clementina Sanguanini qui e qui.

Sfogliando le Lezioni americane di Calvino, mi imbatto in questo mirabile capitoletto sulla brevità e ho la conferma, ennesima, che i tagli al romanzo continueranno a essere tanti e implacabili.
Sono convinto che scrivere prosa non dovrebbe essere diverso dallo scrivere poesia; in entrambi i casi è ricerca di un'espressione necessaria, unica, densa, concisa, memorabile. E' difficile mantenere questo tipo di tensione in opere molto lunghe [...] Certo la lunghezza o la brevità del testo sono criteri esteriori, ma io parlo d'una particolare densità che, anche se può essere raggiunta in narrazioni di largo respiro, ha comunque la sua misura nella singola pagina. 
Così scrive Calvino, e dovremmo fare di questo passaggio una sorta di principio ineludibile. 

Un "assaggio" dal primo capitolo: 
Non avevo dormito molto negli ultimi giorni. L'inizio dei lavori della ferrovia aveva portato un'aria di euforia perfino a Hibbing, fra i padiglioni della scuola "per signorine" con internato dove ero stata iscritta tre anni prima. A eccezione delle lezioni d'arte, in cui mi sentivo a mio agio, le materie che vi si impartivano erano il tipico prodotto del perbenismo borghese al quale Rose Fletcher cercava di piegare sua figlia: portamento, ricamo, ballo e tutto un insieme di futilità che disprezzavo. A quei tempi le ragazze venivano educate in casa, sotto la guida di istitutrici poco qualificate, oppure presso scuole private in cui si impartiva un'istruzione del tutto superficiale. Ero del parere che l'istruzione femminile fosse a un livello infimo, per questo sentivo di stare perdendo del tempo prezioso. 
... da cui si desume che la protagonista ha un carattere forte, determinato, e possiede intelligenza (come potrebbe essere altrimenti? 😄)

Edith Wharton (1862-1937)
Ammetto che oltre all'enorme mole di ricerche, per scrivere questa storia non poca influenza abbia avuto la lettura una vita fa dei romanzi di Austen, Bronte, Henry James, Mitchell, e in particolare di Edith Wharton, che ho amato visceralmente per lo stile moderno e diretto.
Quanto credo in questo romanzo? Non mi ritengo una scrittrice. Mi sono dilettata a scriverlo, pertanto sono una dilettante

Il lavoro di revisione andrà avanti a lungo, prefiggendomi la pubblicazione del primo dei tre tomi entro il 2018. 
Sto valutando l'autopubblicazione, perché è la strada più breve per questo mio "gioco" che oggi costruirei in modo totalmente diverso o non rifarei affatto. O forse no, chissà.

Un brano tratto dall'arresto della protagonista:
Non ricordo di essere stata in un posto più sporco, freddo e squallido della cella che accolse Caroline e me per cinque lunghi giorni. Restammo con gli stessi abiti, poiché non ci permisero di mandare qualcuno a prenderne di puliti, ci rifocillarono con avena e pane secco, ci esibirono al ludibrio degli ubriaconi della città, che vennero a godersi lo spettacolo delle due donne in stato di fermo.Ransom venne a dirci che ci avrebbero trattenute fino a quando non avessimo firmato l'attesa dichiarazione di resa. A nulla valsero le nostre repliche, neppure le nostre suppliche quando chiedemmo di essere giudicate in un regolare processo. Fu certo fin dall'inizio che non avremmo mai firmato una dichiarazione che avrebbe costituito l'umiliazione vana della nostra dignità. Così ci risolvemmo a rimanere e aspettare, non sapevamo chi o cosa.

Per te, Clementina. 😊

39 commenti:

  1. Lettrice già conquistata! Spero che l'autopubblicazione - se non cambierai idea - dia anche a te la sensazione di libertà che sta dando a me. E' bello lavorare su uno scritto sapendo che potrà entrare in contatto con i lettori, pochi o molti che siano, a prescindere dai filtri (tappi?) dell'editoria tradizionale. :)

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    1. Ancora completamente assorbita nella lunga fase di revisione, immagino la pubblicazione come un'operazione assai lontana. È uno dei miei obiettivi di quest'anno, e l'autopubblicazione mi pare una strada percorribile facilmente. Il mio scopo sarà "rendere pubblico" e per questo credo che basti la semplice piattaforma Amazon. :)

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  2. Leggendo questi stralci mi sembra che il tuo romanzo possa già destare in me un certo interesse. Ottimo consiglio di dividere il romanzo in tre, di questi tempi così frettolosi un libro lungo oltre 600 pagine non invoglierebbe all'acquisto, una trilogia mi sembra più adatta. L'autopubblicazione è una strada che oggi offre molte possibilità, aspettare i tempi di una casa editrice invece può diventare uno stillicidio. Concordo molto con la visione di Calvino.

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    1. Uhm, che bello, già due potenziali lettrici.
      Sì, la suddivisione è il solo modo di dare visibilità e "agilità" al racconto.
      Mi pare che anche tu abbia optato per l'autopubblicazione.
      Per una dilettante come me, sarebbe perfetto. :)

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  3. due pensieri brevi:
    1) scrivere aiuta ad essere lettori migliori, si impara la tecnica
    2) "la brevità, gran pregio" (Puccini, La Bohème, atto primo)
    :-)

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    1. Scrivere è un lavoro durissimo. Questo mio romanzo risale a quasi un ventennio fa, oggi scriverei in modo differente. Per fare un esempio, non mi infilerei certo in un romanzo storico di questa portata. Una lunga gestazione e tanta ricerca. Non ne avrei neppure il tempo.

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  4. interessante tuo post. Sulla suddivisione sono d'accordissimo perché crea suspense... guarda ken Follett... a me è bastato I pilastri della terra ma lui no ci ha voluto omaggiare con altri 3.

    Quindi l'unico consiglio che mi sento di darti, è meno nomi, il lettore si deve abbittuare al tuo protagonista e meno nomi dovrà tenere a mente e meglio seguirà.

    Poi per la pubblicazione ho scritto un post (editoria Vs self publishing) se ti può Interessare che spiega varie piattaforme pro e contro.
    Ora te lo linko.
    E se vuoi ti leggo un estratto e te lo valuto (da lettrice s'intende;)

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    1. Ciao, Anna, e benvenuta.
      Anche il consiglio sui nomi è prezioso. Nel romanzo ci sono nomi di personaggi mai comparsi (per esempio una sorella che è talmente marginale da occupare mezza pagina in tutto il racconto e che non aggiunge nulla all'impalcatura della storia intera, quindi mi sa che il personaggio va proprio rimosso, vedremo).
      Volentieri ti invio un estratto, magari entro questa settimana.

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  5. https://piediscalzianna.blogspot.it/search?q=Editoria&m=1

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  6. Che grandissimo onore!
    Sono talmente contenta di apprendere che potrò leggere questo libro che gli zigomi non vogliono saperne di tornare alla posizione neutra. :D
    Inoltre, condivido ciascun punto e suggerimento qui riportato.
    Sono da sempre favorevole alla pubblicazione di romanzi di media foliazione per vari motivi, non ultimo quello di creare tensione emotiva che spinge a seguire l'autore.
    Insomma, non vedo l'ora di accarezzare quella copertina! *__*

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    1. Cara Clementina, felice di quella reazione sui tuoi zigomi. :)
      La suddivisione in una trilogia dovrà essere operazione attenta anche perché, ovviamente, il lettore deve essere invogliato a continuare.
      Dici che vorresti presto accarezzare quella copertina. Io pensavo di fare solo la versione ebook! :-O

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    2. Scusa, quando rispondo dal cellulare divento iper sintetica :)
      Davo per certi svelamenti e omissis strategici per creare nel lettore l'effetto teasing. Invece, riguardo alla decisione di pubblicare unicamente su supporto elettronico sfondi una porta aperta da anni e anni: sono numerosissimi gli ebook che acquisto e leggo, non solo per ragioni di convenienza economica e di spazio di stoccaggio, ma anche per immediatezza e comodità.
      Concludo chiarendo il punto sulla copertina: l'accarezzerò con lo sguardo, che significa che andrò a leggere il contenuto con estremo interesse e pregustato godimento.
      Ciao e buona continuazione! :)

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    3. Sto pensando a una copertina molto particolare, ho individuato la ragazza che può rappresentare la protagonista e il luogo. Ho anche un paio di amici eccellenti fotografi. Insomma, sarà del tutto originale.
      Grazie, Clementina!

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  7. Anch'io sono stato costretto a suddividere il mio romanzo in corso d'opera in tre parti. Le prime due, già scritte ma non ancora terminate nella revisione, raggiungono quasi 600 pagine in formato A5. E sospetto che la terza, per ora solo abbozzata, ne aggiungerà minimo altre 300.
    Non condivido però il discorso di Calvino. A me la densità in un romanzo toglie spesso il fiato, non mi fa respirare a fondo. Non per niente di alcuni dei miei autori preferiti, penso in particolare a Proust o Pynchon, una delle caratteristiche che più amo è la prolissità.

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    1. Stessa cosa io, come scrivo nel post. Bisogna capire anche il quale formato pubblicare l'ebook. Mi sa che attende un'estate impegnativa. :)
      Anch'io amo gli autori "generosi" nelle descrizioni. La mia formazione anzi è stata totalmente su autori definibili come "classici", vissuti diverse generazioni fa, mentre ho cominciato a leggere autori "contemporanei" da poco. Manca in me quel tassello per costruire una qualche capacità di condensare il testo in breve, rendendolo essenziale. Dovrò lavorarci.

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  8. Beh, in effetti 600 pagine sono tantine: potrebbero essere tutte bellissime e interessanti, ma il lettore medio si spaventerebbe. Invece, la suddivisione ti programma per i prossimi cinque anni come minimo, il che non è male! 😁
    Comunque hai scritto una storia corposa: l’editing sarà duro e lungo, ma sono sicura che ti regalerà grandi soddisfazioni. Già la protagonista mi sembra un bel soggetto. 😉

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    1. Oggi probabilmente mi divertirei a creare una storia corrispondente all'ermetismo in poesia. :)
      Vediamo come va.

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  9. Ti faccio i miei migliori auguri, una trilogia anche se derivante da un libro già completamente scritto è davvero un lavoro di dimensioni giganti. Capisco bene quanto tempo ti prenderà questa fase di revisione. Tagliare è necessario, doveroso e intelligente, ma anche molto complicato. Hai ottime beta, non dubito che i loro consigli ti sapranno indirizzare sulla strada giusta.
    Buon lavoro, davvero.

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    1. Grazie, Nadia!
      Maria Teresa e Cristina hanno espresso il loro giudizio su un assaggio del romanzo. Ora ho una persona con cui mi interfaccio quando rientro al sud. Incrociamo le dita, perché mi sono ripromessa quella scadenza. :)

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  10. Se non sei interessata a pubblicare per vendere ma quel che è importante per te è dare una forma tangibile al tuo romanzo così come è, come piace a te, l'autopubblicazione è un'ottima soluzione che può dare anche soddisfazione. Scoprire anche solo dieci / venti persone che apprezzano il tuo libro benché non appartenga ai "trend" correnti è gratificante, credimi.

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    1. Io punterei almeno a un centinaio, vedremo.
      Avendo studiato anche alcune regole del marketing (mi serve per il teatro), procederò con una promozione del prezioso tomo.
      Vediamo come va. :)

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    2. ... ma poi conto di creare un sito apposito con un "viaggio" all'interno del mondo della protagonista. Insomma, mi voglio divertire un po'. :)

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  11. Sono molto contenta che tu abbia fatto questo passo! Penso che spezzare in più pubblicazioni ti invoglierà anche a continuare la revisione, che altrimenti rischia di essere soffocante e demotivante vista la lunghezza del testo. Tra l'altro mi viene in mente che 600 pagine word potrebbero essere molte più in un ebook, forse un centinaio in più.
    Come sai anche il mio romanzo è di 550 pagine, qualcuno mi aveva suggerito di dividerlo a metà, ma non credo sarebbe stata una buona idea perché si sarebbe perso lo sguardo globale. Invece la tua storia si presta di più a essere suddivisa, dato il genere avventuroso.
    Ti ringrazio molto per le citazioni e a questo punto non mi resta che farti un enorme in bocca al lupo! Forza, qui aspettiamo tutti il tuo debutto libresco ^_^

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    1. 600 pagine word ma in formato A5. Spero che non si moltiplichino in un formato ebook! :-O
      Hai fatto bene a mantenere il tuo romanzo integro, la storia avrebbe perso altrimenti quella costante suspance.
      Grazie, Maria Teresa.

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  12. Brava Luz per aver ripreso in mano il tuo lavoro. Non scoraggiarti e vai avanti nella revisione: tanto lavoro, dedizione e ricerca meritano sicuramente la conclusione e la pubblicazione. Mi piace la tua eroina e non vedo l'ora di leggere le sue gesta;)

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    1. A me piace l'idea che si stia di già formando un piccolo gruppo di lettori. È bello. :)
      Grazie, Rosalia.

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  13. Beh, i libri di Outlander viaggiano tra i 600 e le 1000 pagine l'uno, nelle versioni originali americane. Poi in Italia vengono dimezzati in due volumi, l'editore dice per questioni di mercato (eppure i fans chiedono a gran voce la stampa come l'originale... per me sono questioni di guadagno, non di mercato). E vengono letti. E sono storici. Non sono quindi convinta che sia il numero di pagine il determinante. :)

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    1. So che i libri della Gabaldon sono "sostanziosi". Però è riuscita a crearsi un pubblico di lettori e il seguito della saga potrebbe avere anche il doppio delle pagine e i fidelizzati leggerebbero a prescindere. Per un esordio, credo che 600 pagine non siano proprio una grande idea.

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    2. Il punto è che lei esordì con 600 pagine. Le avevano detto che sarebbe stato difficile farsi pubblicare con un tomo del genere, ma il suo agente le trovò quattro case editrici in meno di quindici giorni. Certo, era l'America, un altro mercato, ed era vent'anni fa, prima dei social, del "tutto subito". :)

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    3. Sì, oggi non sarebbe quasi possibile un'operazione simile.
      C'è anche un altro dettaglio. Il romanzo che ho scritto è ambientato nell'America dei pionieri, delle guerre indiane, della conquista di un luogo nel mondo. Una proposta editoriale come questa farebbe più presa sul mercato americano, forse. Solo un pensiero, così.

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  14. Innanzitutto grazie della menzione, ma ho davvero fatto molto poco e oltretutto con grande ritardo (sebbene non dipendente dalla mia volontà). :) La storia è molto bella e avvincente, ma penso che la revisione sarà piuttosto laboriosa.

    Pensa che il consiglio di fare una trilogia è lo stesso che mi è stato dato da Clementina relativamente al mio romanzo sulla rivoluzione francese! Consiglio che ho accettato e ho subito messo in pratica, scoprendo con grande delizia, dopo la separazione su momenti di cliffhanger ottimali, che ho già due dei tre romanzi pronti per la revisione. Anch'io ho già scelto i titoli, che dovrebbero essere:

    - Io, Lucile
    - Il fuoco di Prometeo
    - Il destino dei giganti
    Magari li cambierà, ma al momento mi piacciono, specie il secondo.

    Il fatto di poter splittare un'opera così corposa rende anche meno faticosa la percezione all'autore oltre che al lettore, specialmente nell'accingersi alla revisione.

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    1. Mi aggiungo alla schiera di coloro che vorranno leggere.
      La tua revisione è stata eccellente. Un paio di "sviste" importanti, che hai "tanato" abilmente mi hanno inculcato l'idea di essere molto più severa di quanto sarei stata.

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  15. Anch'io scrissi un romanzo storico di 600 pagine su una donna, anzi due donne dai destini paralleli e contrari, poi l'ho tagliato in due parti. Ora sto cercando di pubblicare la prima. Incrociamo le dita per entrambi!

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    1. Ciao Carlo, benvenuto.
      Spero di vedere presto il tuo libro pubblicato.

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  16. Ammiro e apprezzo le tue qualità ma non credo che nessuno -fatta eccezione forse per Ken Follett- ce la farebbe e mantenere un ritmo aggressivo, nel senso che aggredisce il lettore e lo prende per il bavero, per 600 pagine e più. Non te ne accorgeresti nemmeno, ma decadresti almeno di intensità narrativa.
    Dimezzalo e amen, senza pietà.
    Io cerco di immergere il mio lettore nella storia e di lasciarcelo dentro come coprotagonista. Se si riuscise igni volta che si scrive un romanzo a cacciare i nostri lettori nella storia ed a farli sentire parte di essa avrenno risolto non solo i nostri problemi, ma i problemi italici di poca lettura.
    Un consiglio a tal proposito mi permetto di darti: non eccedere nei dettagli, tipo descrizioni particolareggiate. Lascia al lettore il piacere di scegliersi ambienti, panorami ed aspetto fisico dei personaggi che il romanzo animano.

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    1. Concordo in pieno.
      So anche che il pubblico ideale di un romanzo come quello che ho scritto è prevalentemente femminile. C'è uno zoccolo duro di lettrici che apprezza ancora molto le descrizioni e i dettagli. Io come ho scritto nel post vengo dall'essere stata fervente lettrice di autori che non hanno lasciato molto all'immaginazione quanto ad ambienti e personaggi. La mia è una visione quasi "registica", da film per intenderci. Alla vecchia maniera. :)
      Grazie per i consigli! :)

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