domenica 12 marzo 2017

La saga dei Cazalet: Gli anni della leggerezza - Elisabeth Jane Howard

Incipit: La giornata cominciò alle sette meno cinque: la sveglia (sua madre gliel'aveva regalata quando era andata a servizio) si mise a suonare e continuò imperterrita finché Phyllis non la ridusse al silenzio. Sul cigolante letto di ferro sopra il suo Edna gemette e si girò, rannicchiandosi contro la parete; perfino l'estate odiava alzarsi, e d'inverno capitava che Phyllis dovesse strapparle di dosso le lenzuola. 

Mi sono lasciata incuriosire dalla ormai arcinota saga dei Cazalet e qualche mese fa ho acquistato i primi tre volumi. Una consistente spesuccia che mi sono concessa affidandomi alle numerose recensioni che ho letto a riguardo, a dir poco entusiastiche.
Non sono avvezza alle saghe, quelle che ho letto si contano sulle dita di una mano. In quelle in cui mi sono imbattuta ho trovato ampia soddisfazione e "nutrimento" - vago riferimento al post precedente - se penso ad esempio alla saga di Harry Potter o a quella di Monsier Malaussène di Pennac.
Con i Cazalet si deve essere fin da subito consapevoli di questi punti fermi, altrimenti non si può cominciare:

  • Elisabeth Jane Howard è scrittrice prolifica, ma proprio molto generosa
  • appena se ne aprono i volumi quello che ci troviamo dinanzi è l'albero genealogico della grande famiglia, indispensabile per comprenderne ogni passaggio senza che i suoi componenti diventino una serie di volti tutti uguali, soprattutto la terza generazione;  
  • leggeremo un tipo di romanzo che potrei definire "fluttuante", come spiegherò.
La trama è facilmente reperibile sul sito della Fazi e su tutti gli store online in cui è in vendita, quindi sorvolerò. Qui serve soffermarsi su alcuni nuclei tematici e alcune scelte di stile della Howard. Appena chiuso questo primo volume, sono fermamente convinta che questa stessa prima parte della storia avrebbe potuto occupare almeno un terzo di spazio in meno in tutto il libro.
Non avrebbe potuto essere un piccolo romanzo, lo so, perché la scelta di base è quella di narrare non
Elisabeth Jane Howard (1923 - 2014)
solo le vicende di una grande famiglia, ma anche un'epoca
, quindi da questo punto di vista possiamo comprendere perfettamente questo aspetto. Non concordo con l'eccessivo indulgere a tutta una serie di passaggi, di fatti, anche piccoli e insignificanti che un editore oggi avrebbe tagliato senza esitazione. E qui arriva la mia confessione: avevo iniziato il libro prima di Natale e poi l'ho abbandonato a metà. Qualcosa è intervenuto a rendermi la lettura poco piacevole, faticosa. Mi sono detta che avrei dovuto far "decantare" i capitoli già letti, per poi riprendere il romanzo in seguito, e così ho fatto.
Il passaggio che non mi era piaciuto: terminata la narrazione di un'estate, la scrittrice inizia la seconda parte con l'estate successiva, senza alcun raccordo "funzionale" al passaggio, semplicemente ci si trova catapultati in un bis della situazione precedente, scoprendo poi che alcuni cambiamenti sono avvenuti. Ho avuto l'impressione di un tassello mancante, qualcosa che avesse spinto la Howard a preferire nuovamente quella stagione, la sola che le permettesse di raccontare i Cazalet nuovamente tutti riuniti per le vacanze, quasi che non avesse altra possibilità che raccontarli mentre sono in vacanza e tutti nella stessa casa. Questa seconda parte ho ripreso un paio di mesi più tardi e finalmente sono giunta al termine, giacché il romanzo si riscatta nell'incalzare di un evento storico temuto e poi tragico: la Seconda guerra mondiale.
In generale, la Howard possiede uno stile narrativo piacevole, semplice. Siamo infinitamente lontani da una Woolf o da una Duras o da una Yourcenar, sia chiaro. La sua è una scrittura piana, senza complicazioni, spesso appare solo appena realista, direi quasi cronachistica.
Il rischio era di non riuscire a unirmi alla lunga schiera di lettori che adorano questa saga, francamente ho sentito molto concreta questa possibilità. Invece... invece. Desidero continuare a leggere questa storia - che sollievo! - qualcosa mi spinge a saperne di più, sono curiosa di sapere "come va a finire", cosa ne sarà di Villy, Polly, Clary, Rupert, Hugh, ecc.

Un'illustrazione di Henry George Gawthorn, l'artista scelto da Fazi per le copertine della saga.

Cosa ha creato in me comunque un senso di apprezzamento? Alcuni passaggi decisamente interessanti e che ho riletto talmente mi erano piaciuti e che mi portano a definire questo romanzo come "fluttuante". Da pagine fitte di fatti anche abbastanza trascurabili si passa a pagine davvero molto affascinanti, in cui tutto si ferma. Il più bello di questi passaggi, quello di Rupert che passa in rassegna i volti dei suoi familiari mentre questi ascoltano attentamente il primo ministro Chamberlain parlare alla radio alla nazione. Rupert è uno dei personaggi che preferisco, fatta salva la sua scelta di aver sposato in seconde nozze una donna frivola e capricciosa, oltre che infedele. Rupert possiede, rispetto ai suoi due fratelli, quello sguardo diverso tipico dell'artista. Dipinge e vorrebbe farne una professione, ma si trova a vivere un'epoca in cui il suo talento non trova apprezzamento se non nella ristretta cerchia familiare. Altro personaggio che apprezzo è Rachel, anche lei componente di seconda generazione dei Cazalet, intelligente e totalmente dedita alla cura dei suoi anziani genitori, nasconde il suo amore proibito per una donna, che la riama appassionatamente. Mi ricorda l'amore fra Virginia Woolf e Vita Sackville-West per la delicatezza dei sentimenti di entrambe.
La serie televisiva
Ma è la terza generazione quella che fa più "rumore". Il brulicare vivace degli otto nipoti, tutti vicini di età, diversi nel carattere, ciascuno con i propri timori e prerogative, ciascuno in modo diverso legato ai propri congiunti, tutti impegnati alacremente in quel mondo tutto fatto di giochi, scommesse, gattini da accudire, fissazioni, piccoli e grandi segreti. Si comprende perfettamente come nei volumi seguenti saranno proprio questi bambini e ragazzi a occupare un primo piano, vedremo.
A un bilancio finale, direi un'esperienza che non posso annoverare fra quelle imperdibili, ma sicuramente piacevole per chi apprezza la buona lettura.
Una curiosità: non tutti sanno che nel 2001 la saga divenne una serie televisiva della Bbc.

Se lo avete letto, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.

15 commenti:

  1. Io me lo sono fatto regalare per il mio compleanno, ma per ora fa compagnia agli altri libri da leggere nella mia libreria. Sono stata attratta come te dalle ottime recensioni, poi io sono ultra appassionata dell'Inghilterra, quindi non potevo farmelo scappare. Quando mi deciderò a leggerlo ti farò sapere!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oh, bene, allora attendo di sapere cosa ne pensi.

      Elimina
  2. Io amo le saghe famigliari, quindi in questa grande famiglia inglese mi sono trovata bene. Della Howard apprezzo il suo descrivere l'Inghilterra, non tanto attraverso il momento storico in particolare, ma nei cambiamenti sociali che si formarono: quello delle donne, dei bambini, della fine di tutte quelle convenzioni e modi di vivere vittoriani, verso una certa indipendenza fisica e morale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi aspetto di assistere proprio a questa trasformazione, a questo affresco di un'epoca.
      Quando i personaggi cominciano ad apparire "familiari" e vuoi sapere come va avanti.
      Spero di entrare in questa atmosfera nei prossimi volumi della saga.

      Elimina
  3. Non sono un'amante delle saghe, coerentemente con il fatto di non amare le storie lunghissime. Ma dunque, alla fine, tu ne consiglieresti la lettura? La tua analisi scoraggia un po' .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Al momento non ho particolare slancio nei riguardi di questo lungo romanzo, forse perché sono solo al primo dei tanti volumi e francamente, come ho cercato di descrivere, non mi ha investito come un'onda di piena.
      Insomma, adesso penso che qualcosa gli altri capitoli può riservarmi e spero di arrivare alla fine del percorso appagata e desiderosa di consigliarlo.
      Insomma, chi vivrà vedrà. :)

      Elimina
  4. A differenza di quanto è successo a te, per me il romanzo è risultato magnetico e i successivi volumi mi hanno regalato un crescendo di emozioni. Vero è che qualche passaggio (in generale nella prima metà di ogni libro) tende a smorzare il ritmo, eppure sono riuscita ad apprezzare anche quei momenti di minore tensione, perché amo molto le atmosfere che la Howard è riuscita a ricreare e anche il proliferare di personaggi minori, che avrebbe potuto sviare, mi ha invece soddisfatta. Sono curiosa di leggere le tue avventure con i romanzi successivi. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sto seriamente sperando che i capitoli successivi siano in crescendo, guarda, e allora sì che potrei apprezzare molto questa saga.
      Ho letto più recensioni in giro, in alcune veniva registrato lo stesso "imbarazzo" del lettore dinanzi alla ridondanza di centinaia di passaggi che si incrociano incessantemente nel raccontare le giornate estive della grande famiglia, ciò mi ha rassicurata. Non potevo essere la sola ad aver sofferto in più punti. :)
      Comunque, dopo un paio di libri che devo finire entro un certo termine (uno dei quali per un lavoro di drammaturgia che ho in programma) mi lancerò sul secondo volume, e mi predisporrò a esserne totalmente conquistata. Incrocio le dita.

      Elimina
  5. A me le saghe familiari piacciono molto, ma attualmente ho delle pile di libri non letti da far paura, sia come romanzi che come saggi. Per cui penso che non annoterò questa trilogia nel quadernino degli acquisti. Invece potrei fare un pensierino sul recupero della serie BBC, che solitamente annovera produzioni di grandissima qualità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La BBC in effetti ha sfornato produzioni veramente eccellenti, e continua a farlo.
      Non so se lo hai mai visto, il film in due puntate tratto da Orgoglio e pregiudizio. Ecco, un capolavoro, cast perfetto (Colin Firth nel ruolo di Darcy), ottime ambientazioni. Risale al '95, quando si facevano ancora ottimi film.

      Elimina
    2. Non solo ho visto la serie della BBC, ma ho pure acquistato i DVD e ogni tanto me li riguardo. A questo proposito, penso che Colin Firth sia stato messo al mondo soltanto allo scopo di interpretare Mister Darcy!

      Elimina
    3. In quel ruolo è stato semplicemente perfetto.
      Ricordo in particolare una scena in cui Darcy fa il bagno, sente delle voci in giardino e l'abbaiare di un cane, esce dalla vasca e indossa un accappatoio bordeaux (ricordo perfino questi dettagli! ah ah ah) e guarda fuori dalla finestra. Lì fuori c'è Lizzy che gioca allegra e lui ne è attratto e allo stesso tempo è infastidito da quell'attrazione.
      Regia esemplare!

      Elimina
  6. Ecco! :D Io funziono male: in genere quando un libro, una saga diventa un "imperdibile", me ne allontano. Tu ridimensioni il fenomeno-Cazalet e dunque per il momento non inserisco nella lista delle prossime letture. La scrittrice mi aveva incuriosito in occasione della pubblicazione de Il lungo sguardo, che però mi era sembrato "troppo rosa" per i mie gusti XD. Attendo altre tue impressioni :P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho cercato in rete altri adepti del "ridimensionamento fenomeno-Cazalet", ma non ne ho trovato. Sob... Tutte recensioni che inneggiano alla perfezione di questo romanzo. Però... voglio applicare a questa saga il beneficio del dubbio, tanto più che i tomi sono stati già acquistati e saranno letti. :)

      Elimina
  7. Salve, io ho appena finito il 4° volume e sono già in attesa dell'ultimo. Questo romanzo (e Nintendo tutti i quattro volumi) mi è piaciuto proprio per come l'autrice descrive tutti i personaggi, sia i protagonisti sia i minori, dà un posto a tutti. E anche i loro caratteri, ma tutto gli stato d'animo,ecc. È vero, forse qualcosa si poteva eliminare, ma cosa?

    RispondiElimina