giovedì 22 agosto 2024

Le interviste estive - TOM (The Obsidian Mirror)

Ehilà, come state? Come ve la state passando in queste settimane bollenti? Io sono stata a Senigallia, Siena, Trentino, Firenze. Forse di qualcosa scriverò. Riprendiamo l'attività del blog, come promesso, oggi giovedì 22 agosto è il turno di uno dei blogger storici della blogsfera, nome d'arte TOM, acronimo del titolo del suo blog. 
The Obsidian Mirror è il primo, ma proprio il primo in assoluto blog in cui mi imbattei quando questo mio angolo di scrittura esordì. A caccia di blog con cui condividere gusti e passioni, trovai il suo e ricordo, in quel lontano 2015, di aver risposto a un post su un film horror perché, eccezionalmente, ne avevo visto uno io stessa. Poi nel tempo lessi tanti suoi post, raramente tutt'ora me ne perdo uno, perché TOM, da cinefilo appassionato e amante di libri, film, musica e quant'altro, riesce a cogliere molti dettagli e svelarne, così da appassionarci noi a nostra volta. 
La sua presentazione al blog è una delle più belle, andate a leggerla qui
Adesso però lasciamogli la parola. 

1. Hai la possibilità di salire sull’Orient Express e dividere lo scompartimento con uno scrittore o una scrittrice del passato (oppure un artista, un attore, un personaggio storico). Con chi sceglieresti di viaggiare e perché? 
A una prima occhiata mi sembra che questa prima domanda sia anche la più difficile. Non solo: probabilmente è anche l’unica domanda alla quale, se dovessi ripetermi questa intervista ogni anno, otterresti sempre una risposta diversa. Vediamo un po’. Come hai (sicuramente) accennato nell’introduzione qualche riga sopra, gestisco un blog dove, tra le altre cose, mi occupo di faccende “misteriose”. Ecco quindi che mi piacerebbe incontrare qualcuno che possa svelarmi privatamente qualche mistero. Viviamo in un paese, l’Italia, che è un po’ la patria dei misteri. Basti pensare a tutti gli episodi un po’ controversi che hanno caratterizzato la nostra storia: Ustica, Piazza Fontana, la P2, il caso Moro, Sindona, Calvi. Da quel che mi risulta non è ancora chiaro chi abbia ucciso Mussolini e in che modo. Mi piacerebbe quindi incontrare uno che cominci a sciorinarmi segreti come se non ci fosse un domani (anche perché sono certo che i libri di storia non ne parleranno mai, nemmeno tra un milione di anni). E quel qualcuno, tra i tanti protagonisti della nostra politica, non potrebbe che essere Francesco Cossiga. Non era il peggiore e nemmeno il migliore, su questo non ci piove, ma di sicuro fu l’unico che dopo l’assassinio di Aldo Moro si dimise dal suo ruolo (era Ministro dell’interno) affermando che si sentiva oggettivamente responsabile di quanto era accaduto. Ecco perché, tra i tanti protagonisti di quel periodo storico, la mia scelta ricadrebbe su di lui. Senza contare che Cossiga fu anche l’unico politico della nostra storia a rivelare una verità indicibile come l’esistenza di una “stay-behind” italiana, ovvero di un’organizzazione paramilitare frutto di un’intesa tra CIA e servizi segreti italiani. I motivi per cui ne aveva rivelato l’esistenza, quando avrebbe potuto benissimo non farlo, sono a loro volta un altro bel mistero da chiarire…
Se invece la risposta alla tua domanda la vogliamo circoscrivere al mondo della letteratura, in questo caso (e rimango sempre fedele alla mia passione per il mistero) non mi dispiacerebbe scambiare quattro chiacchere con Truman Capote in merito alla redazione del suo testo più famoso, ovvero “A sangue freddo” (1966), che come sai ha anticipato di mezzo secolo il fenomeno del “True Crime” che oggi spopola sui podcast, sui blog e sui canali YT.  Anzi, ti dirò di più, vorrei essere stato il suo assistente personale (al posto di Harper Lee) nel periodo in cui raccoglieva dati per il romanzo, perché da un maestro come lui c’era solo da imparare. 

2. Hai la possibilità di rinascere scegliendo epoca, famiglia, sesso, aspetto fisico, professione, luogo. Descriviti. 
Non mi discosterei di molto da quella che è stata la mia vita finora. Famiglia, sesso e luogo di nascita sono cose che manterrei invariate. L’aspetto fisico? Se fossi alto, bello e muscoloso avrei avuto probabilmente qualche vantaggio, ma probabilmente avrei avuto anche qualche dispiacere in più. Professione? Stare dietro a un computer tutto il giorno è sicuramente meglio di tanti altri lavori. Per quanto riguarda l’epoca, mi piacerebbe evitare di finire in mezzo a un conflitto, e come sai sono ben pochi i periodi della storia in cui la pace nel mondo ha regnato sovrana, per lo meno per un tempo abbastanza lungo da coprire l’intero arco di una vita. In virtù di ciò sposterei la mia data di nascita indietro agli anni Trenta o Quaranta (non di più, perché altrimenti rischierei di finire al fronte), così facendo avrei avuto l’età giusta per godermi gli Anni Sessanta e capire se sono stati veramente così mitici come ci hanno raccontato. Oggi probabilmente sarei morto, ma pazienza: un giorno lo sarò comunque.

3. Hai il potere di incontrare una volta il tuo te stesso bambino e restare a parlare con lui 10 minuti, cosa gli diresti? 
Tempo fa lessi un racconto nel quale c’era una scena che non posso dimenticare. Un uomo alle soglie della pensione si reca, come tutti i giorni, in ufficio in metropolitana. Quando il treno si ferma in una stazione l’uomo vede, attraverso il finestrino, l’interno del treno fermo sulla macchina opposta e nota se stesso, adolescente, che si reca al lavoro nella direzione opposta. Il suo alter ego sta facendo quello che faceva lui quarant’anni prima: sta seduto con il walkman nelle orecchie e gli occhi affondati in un libro. Ecco, se questa cosa accadesse a me vorrei saltare su quel treno e dire a quel ragazzo che ciò che sta facendo in quel momento lo farà per tutta la vita. Se incontrassi invece il me bambino, beh, probabilmente lo starei a guardare senza interferire.

4. Sei fra coloro che avranno l’opportunità di lasciare la Terra e andare a vivere in una splendida stazione su Marte, quale libro porteresti con te e perché? 
Non vedo nell’andare su Marte con un libro questa grande opportunità che cerchi di vendermi. Sicuramente farei di tutto per non andarci, anche se stesse arrivando un meteorite dal cielo. Se invece mi dovessero legare e spedire su Marte a forza con un libro in valigia, sceglierei qualcosa a tema avventure spaziali, tipo la saga di Rama di Arthur Clarke, che potrei leggere e rileggere in loop all’infinito (è vero che sono quattro libri, ma esiste un’edizione che li raccoglie tutti in un unico volume, per cui tecnicamente non sto imbrogliando).

5. Sei un’allodola o un gufo, ossia preferisci il giorno o la notte? E perché? 
Tutti noi nasciamo gufi e diventiamo allodole, e chi dice il contrario sta mentendo. Anch’io da ragazzo amavo la notte perché avevo l’impressione che mi potesse concedere maggiori opportunità, ma invecchiando, e una volta che le opportunità che potevi cogliere le hai colte, la priorità è la luce del sole. 

6. In base a cosa ti fai un’idea di una persona? 
Semplicemente ascolto quello che ha da dire. Spesso è sufficiente che questa persona esprima un commento su una cosa qualsiasi, una notizia su un giornale, per esempio, o un parere su una frase detta da una terza persona. E naturalmente ci sono i social, che spogliano le persone dal di dentro come mai prima nella storia dell’umanità. Spesso bastano poche parole sotto un post per rivelare tutto di se stessi e quelle parole, che molti ritengono innocue, sono il più grande filtro che sia mai stato inventato. E non è una cosa positiva, anche perché si finisce per farsi un’idea di una persona prima ancora di sapere che faccia abbia, o senza che questa abbia modo di spiegare cosa l’abbia portata a esprimersi come ha fatto.  
Nonostante ciò non riesco a non farlo e, ti dirò di più, nove su dieci di sicuro ci azzecco. Certo, potrei anche farmi un’idea basandomi sulla musica che una persona ascolta o sui libri che una persona legge, ma lì subentra una variabile generazionale che sarebbe scorretto non considerare.

7. Se tu dovessi valutare da 0 a 100 la tua vita finora vissuta, che voto le daresti? In cosa potresti migliorare e in cosa di te sei pienamente soddisfatto/a? 
Un voto non saprei darlo, anche perché di vita ne ho vissuta una sola e non ho pietre di paragone. E su che cosa poi si dovrebbe basare quel voto? Amore? Denaro? Salute? Di queste tre cose nella vita ne ho avute, alcune in abbondanza, altre meno, ma sempre in proporzione tale da consentirmi pochi rimpianti. E su quei pochi rimpianti, almeno alla mia età, non è facile tornare a lavorarci sopra.

8. Descrivi il momento più imbarazzante della tua vita.
Una cosa anche piuttosto banale perché sono certo che almeno una volta nella vita è capitata a tutti. Sto parlando dello svarione improvviso che ti capita quando sei lontano da casa e da qualsiasi altro posto conosciuto. Cominci a sudare, hai le allucinazioni e non pensi ad altro che a chiuderti in un bagno prima che sia troppo tardi. Ma è già troppo tardi. A me è capitato nel momento peggiore: su un autobus extraurbano che mi portava da Sesto San Giovanni a Monza (quindi, oltre ad essere piuttosto lontano da casa, ero anche nella direzione sbagliata). Che fare? Rimanere sull’autobus e rischiare di rendere pubblico l’imminente disastro oppure saltar giù alla prima fermata e vada come vada? Ho deciso per la seconda soluzione. Mi guardo in giro e ci sono solo case. Nessun negozio tranne una farmacia, dove entro. Biascico qualcosa e infine ottengo l’accesso al bagno. Non so quanto rimasi dentro, ma so per certo che la farmacista a un certo punto mi venne a bussare preoccupata alla porta. Credo che quel bagno sia rimasto inagibile per settimane.

9. Di cosa hai più paura? 
Ecco, questa è una domanda che mi ha portato via un po’ di tempo prima di trovare la risposta giusta. Alla fine credo che la cosa migliore da dire, almeno a questo punto della mia vita, sia che non ho più paura di nulla. Intendiamoci, non sono uno particolarmente coraggioso. Cerco come tutti di stare lontano dai casini e in generale da ogni situazione che mi possa portare dolore e sofferenza, ma se mi guardo indietro mi accorgo che tutto è passeggero e che non c’è mai stato alcun dolore o sofferenza che non sono stato in grado di assorbire. Ho avuto i miei problemi, ho provato in quei momenti anche la paura di non farcela, spesso non ho dormito la notte per le preoccupazioni, ma a conti fatti non c’è mai stato nulla che non abbia superato, e alla luce di quelle esperienze se qualcosa dovesse ancora andare di traverso il mio primo pensiero è venirne fuori alla svelta, nel migliore dei modi e soprattutto a testa alta. Certo, rimane sempre il timore che un giorno un medico mi possa dire “Caro mio, abbiamo un problema”, ma si tratterebbe ancora una volta di una fase passeggera, non ti pare? A tal proposito, sono certo che a questa domanda molti prima di me ti avranno risposto di aver paura della morte. Ho visto morire tanta gente, sono stato accanto alle persone più care nei loro ultimi giorni, e quello che ho imparato da loro è che a un certo punto anche la morte smette di fare paura. Ecco perché invecchio con serenità e con la consapevolezza che anche l’ultima sfida sarà superata.

10.  Hai l’opportunità di possedere per incanto un potere illimitato per un’ora, cosa faresti? 
Qui non ho dubbi: l’invisibilità. Per sentire cosa gli altri dicono di me, per infilarmi nelle riunioni a cui non sono invitato, ma anche per andare in edicola o in libreria e sfogliare libri e riviste a scrocco (quest’ultimo in particolare era il mio sogno di bambino, ma oggi edicole e librerie sono cambiate e questa cosa è ampiamente tollerata anche senza ricorrere all’invisibilità).

11. Qual è la cosa più avventurosa che hai fatto nella tua vita? 
Niente di estremo, per carità. A me pare estremo anche un semplice trekking sulle Dolomiti, e alla mia età considero ormai impensabile anche una settimana in campeggio. Quando ero molto più giovane, però, ricordo che ero riuscito a farmi con un paio di amici un paio di settimane di vacanza al mare con in tasca solo centomila lire. Dormivo in spiaggia, mi lavavo ai bagni pubblici e mangiavo i frutti di un frutteto lì vicino. Quelle centomila lire se sono andate in qualche raro pasto caldo e in un unico ingresso in discoteca. Altri tempi. Oggi quei soldi, equivalenti a circa 50 euro, non basterebbero nemmeno per il treno.

12. La cosa più costosa che hai comprato per te o che hai regalato. 
La cosa più costosa che ho comprato è la casa dove abito. La seconda cosa più costosa è la casa dove abitavo prima. A seguire ci sono le automobili, gli schermi televisivi e tutti gli altri piccoli accessori acquistati nel corso della vita per l‘intrattenimento casalingo (computer, impianti hi-fi) e le pulizie (il dyson). E poi qualche vacanza, ma visto che ho trascorso in città la maggior parte delle estati della mia vita, sono spese che complessivamente hanno pesato il giusto sul bilancio familiare.
In generale tendo a non comprarmi mai nulla di costoso, specie se superfluo (nemmeno lo smartphone, visto che me ne basta uno sotto i cento euro) e invecchiando mi chiedo sempre più spesso se quella cosa che sto guardando con avidità mi serve davvero. In genere mi rispondo di no e di conseguenza rimane lì.
Lato regali non ricordo nulla di particolarmente impegnativo (anche perché non è detto che un impegno fuori soglia sia gradito). Diciamo però che, se vado a sommare le spese per i piccoli pensieri a mia moglie, che conosco dalla fine degli anni Novanta, e ai miei nipoti ormai ventenni viene fuori un piccolo patrimonio.
 
13. Sei un tipo da bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Fai degli esempi. 
Sempre mezzo pieno! I miei genitori mi hanno insegnato sempre di guardare quello che si ha e di non pensare mai a quello che si potrebbe avere. Un esempio? Ricordo che quand’ero bambino ero l’unico che andava a giocare il pomeriggio all’oratorio con 50 lire in tasca (quando tutti gli altri avevano 100 lire), ma a me quella monetina per il mio ghiacciolo bastava e davvero non mi serviva nient’altro. Il mio bicchiere, nonostante le apparenze, per me era addirittura completamente pieno.

14. Ti guardi indietro: qual è il tuo rimpianto più grande? 
Non aver cambiato lavoro più spesso e quindi non aver accumulato esperienze in ambienti diversi. Oggi lavoro nella stessa azienda dove lavoravo nel 1991 e tutti si chiedono come possa aver resistito tanto. La risposta è nel fatto che ho cambiato ruolo innumerevoli volte, sono cresciuto tanto quanto è cresciuta l’azienda e ho di fatto contribuito a renderla quello che è. Resta però il rimpianto di non aver mai provato a ripartire da zero altrove, per capire come me la sarei cavata al di fuori della cosiddetta comfort zone. E naturalmente nel cambiamento c’è anche un discorso economico da non sottovalutare (nel passaggio si tende a ridiscutere certi aspetti che normalmente rimangono ai margini).

15. Se tu vincessi un milione di euro alla lotteria, come li spenderesti?
Come avrai ormai capito, in un’ipotetica favola di Esopo avrei la parte della formica; quindi, metterei tutto da parte per garantirmi le provviste per l’inverno. Detto in altri termini mi preoccuperei di investire quel denaro e di farlo lavorare al posto mio, vivendo di capital gain. In seguito, prima di diventare troppo vecchio, userei quei soldi per vivere alla grande, con la mia signora e i miei gatti, gli ultimi anni. Una modesta casetta con spiaggia privata su qualche isola tropicale, una sdraio, un ombrellone, un sigaro, fornitura illimitata di Mojito e libri come se piovesse (altro che andare su Marte con un libro solo!).

La mia domanda ai tuoi lettori si ricollega a quest’ultimo punto. Viviamo in un’epoca storica dove i venti di guerra soffiano come mai prima. Se fossi costretto a trasferirti all’improvviso, prima di rimanere intrappolato nell’arco di una notte in una nuova Berlino Est, in che paese fuggiresti? E cerca di essere realistico. Destinazioni come Bora-Bora non sono credibili…

10 commenti:

  1. Mi sembra di conoscerlo questo tizio ;-)
    E infatti le sue risposte sono più o meno quelle che mi aspettavo, tranne il "rimpianto" di non aver provato lavori diversi per confrontare.
    Riguardo la domanda per noi lettori, tecnicamente dovrei rispondere Giappone, vista la mia passione per il paese del Sol Levante, ma più realisticamente direi Canada, dove almeno parlano due lingue che già conosco e le opportunità di lavoro (a quanto si dice) ci sono per tutti gli immigrati/rifugiati, se uno è disposto a adattarsi.

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    1. Non ho mai approfondito il tema delle opportunità di lavoro in Canada, ma di sicuro ci sono tanti boschi dove potersi dare alla macchia.

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  2. Eccoti la mia risposta, TOM: probabilmente Stati Uniti (ammesso che ci fosse una politica di accoglienza dei profughi). E ci ho pure pensato, nei momenti più critici della guerra Russia-Ucraina e in ogni dettaglio del peggioramento della crisi mediorientale. Come fu all'epoca, credo che la scelta più naturale sarebbe quella di raggiungere un paese alleato dall'altra parte dell'oceano, benché discutibile da diversi punti di vista. Insomma, la Storia si ripeterebbe, ahimè.

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    1. Dubito che apriranno le porte. Hanno già i loro problemi senza doverne importare altri da fuori. E poi al sogno americano non credono più nemmeno gli americani (e questo più o meno dalla crisi del '29).

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  3. Risposte interessanti e non so se la mia, alla domanda rivolta ai lettori, lo sarà altrettanto.
    D'istinto direi subito Scozia, che se proprio devo morire almeno sia nella terra che amo. Però non è nemmeno una scelta buttata là: in fondo qui in Europa è stato il Regno Unito, di cui fa parte la Scozia suo malgrado, ad avere resistito e combattuto l'Asse nell'ultima guerra, prima che arrivassero gli americani. Gli scozzesi poi hanno combattuto ferocemente in casa loro per l'indipendenza, prima di cadere nella battaglia di Culloden, con onore. Dovessi attraversare l'oceano, non andrei negli Stati Uniti, da molto tempo per me ha perso lo smalto di superpotenza ma soprattutto di democrazia. Non potrei vivere in un paese dove le armi sono vendute al supermercato e chiunque può sparare dentro una scuola. Perciò, mi orienterei anch'io verso il Canada, e già che ci siamo nella provincia della Nuova Scozia, un quarto delle popolazione di discendenza scozzese. ;)

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    1. Senza contare che in Scozia ci sono anche le mucche pelose! No, scherzo.
      Il bello della Scozia è proprio che la sua gente ha il dente avvelenato con gli inglesi e magari un giorno potrebbe decidere di affrancarsi dalla Union Flag (anche se ci credo poco) e rimanere fuori da questi war games...

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    2. Si si, ci sono le mucche pelose! In realtà, sarebbero mucche cappellone, "hairy coo" e io le adoro!! Seguo diversi profili Instagram che pubblicano le loro foto, sono troppo simpatiche. Non sono ancora riuscita a vederne una dal vivo da vicino, occorre andare molto a nord, nelle Highlands.
      Oh si, l'indipendenza scozzese è un tema bollente. Avevano votato per rimanere nel Regno Unito per rimanere nell'Unione Europea, e poi quegli altri hanno votato la Brexit. Dicono di voler riproporre il referendum per l'indipendenza, anche perché diverse risorse naturali importanti sono proprio in Scozia e lungo le sue coste.

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    3. Strano, io ne ho viste tantissime ma senza addentrarmi nelle Highlands. Il punto più a nord del mio giro credo fosse Loch Ness.

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    4. Loch Ness è nelle Highlands. A nord di Perth e Dundee sei già nelle Highlands. Sono sempre stata a Edimburgo, come aeroporto e poi alloggio. Il punto più a nord che sono riuscita a toccare, nei pochi giorni di viaggio, è il Loch Lomond e il vicino Inveraray Castle (quello di Downtown Abbey). Da Edimburgo a Loch Ness ci sono tour organizzati in giornata, ma di 12 ore e ancora non ci sono riuscita. Dico sempre al prossimo giro...

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