giovedì 27 luglio 2023

Le interviste estive: Cristina Malvezzi

Eccovi la quarta delle sei "interviste estive"! 
Qui di seguito l'elenco dei partecipanti. 

Luglio:
1. Giovedì 6 - Ariano Geta
2. Giovedì 13 - Ninfa 
3. Giovedì 20 - Marina Guarneri
4. Giovedì 27 - Cristina Malvezzi

Agosto:
5. Giovedì 24 - Cristina Cavaliere
6. Giovedì 31 - Caterina Alagna 

Oggi leggeremo l'intervista di Cristina Malvezzi, del blog Athenae Noctua.

  • Hai la possibilità di salire sull’Orient Express e dividere lo scompartimento con uno scrittore o una scrittrice del passato (oppure un artista, un attore, un personaggio storico). Con chi sceglieresti di viaggiare e perché?
Immagino che sceglierei di viaggiare con uno scrittore perché con lui potrei condividere più argomenti di riflessione, quindi mi sentirei più adeguata a sostenere una conversazione. Restringendo il campo, sarebbe probabilmente un narratore, che interrogherei all’infinito su come si siano affacciati alla sua mente una certa storia, i personaggi che la popolano, gli ambienti in cui li ha collocati; vorrei sapere quali letture, quali viaggi o esperienze lo abbiano influenzato in ogni momento del processo creativo. Probabilmente sarebbe Italo Calvino, col quale una chiacchierata di questo tipo assumerebbe anche sfumature filosofiche e ci permetterebbe di disquisire ampiamente anche di questioni di stile e di critica letteraria.

  • Hai la possibilità di rinascere scegliendo epoca, famiglia, sesso, aspetto fisico, professione, luogo. Descriviti.
Nonostante il mio interesse per la storia, non vorrei rinascere in un’altra epoca (non baratterei la mia vita in questo tempo con quella, ancor più incerta, del passato); tuttavia, dato che si tratta di un exemplum fictum, sceglierei l’Atene di Pericle, perché assistere alle rappresentazioni teatrali, ai dibattiti nelle assemblee e alle cerimonie dell’acropoli rinnovata sarebbe entusiasmante; certo, per poter partecipare pienamente alla vita sociale e politica ateniese dovrei essere un uomo, rigorosamente con entrambi i genitori ateniesi.

  • Hai il potere di incontrare una volta il tuo te stesso bambino e restare a parlare con lui 10 minuti, cosa gli diresti?
Penso che starei solo ad osservarmi, per cogliere qualcosa che dall’interno non avrei mai potuto notare. Rifiuterei di intervenire, anche solo a parole, perché il timore di poter cambiare qualcosa nel futuro sarebbe troppo grande.

  • Sei fra coloro che avranno l’opportunità di lasciare la Terra e andare a vivere in una splendida stazione su Marte, quale libro porteresti con te e perché?

Probabilmente perderei la navetta proprio nel tentativo di selezionare un solo libro, impresa praticamente impossibile; del resto, se la stazione fosse splendida anche secondo il mio giudizio, avrebbe una biblioteca ben fornita. Devo proprio scegliere un titolo? Probabilmente sarebbe Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, un romanzo moderno che rende pienamente giustizia al mondo classico e che esporterei insieme alla sua ineguagliabile riflessione sul bello, della quale i nuovi Marziani potrebbero far tesoro.

  • Sei un’allodola o un gufo, ossia preferisci il giorno o la notte? E perché?
Devo confessare che, sebbene sia piena di cose che desidero fare e ogni giorno mi sembri infinito e pieno di possibilità, sono anche una gran dormigliona, quindi i momenti più piacevoli sono quelli che precedono il sonno. Il mattino sarebbe per me il momento più produttivo della giornata, ma, quando non sono al lavoro, tendo a sprecarlo per la mia lentezza a mettermi in moto e per l’idea che, in fondo, mi possa qualche volta permettere di perdere del tempo. Alla sera, invece, mi rilasso con i miei libri e pregusto la sensazione di addormentarmi vagheggiando tutte le cose che potrei fare l’indomani. Sono una civetta leopardiana, credo. 

  • In base a cosa ti fai un’idea di una persona?
Mi affido al modo di comunicare, prediligendo chi mostra coerenza e volontà di condividere in modo sereno, produttivo e aperto; per contro, modi di parlare e di fare chiassosi, eccessivi e giudicanti mi invitano a stare alla larga.

  • Se tu dovessi valutare da 0 a 100 la tua vita finora vissuta, che voto le daresti? In cosa potresti migliorare e in cosa di te sei pienamente soddisfatto/a?
Sono soddisfatta della mia vita: i rapporti personali che ho costruito e il raggiungimento della posizione professionale che desideravo mi permettono di attribuire un 80, tenendo un margine per quelle esperienze che potrebbero ancora fare la differenza, ma la cui mancanza non si lascia avvertire. Ciò che di me mi soddisfa pienamente è la sensazione di sentirmi sempre desiderosa di imparare, di leggere per arricchirmi, di affrontare un viaggio per tornare un po’cambiata, di cercare con curiosità di dare risposte alle domande che mi si presentano, senza la paura di trovare, mentre cerco una soluzione, nuovi interrogativi. Potrei migliorare, invece, ricordandomi di ritagliarmi del tempo per me stessa, ponendo un limite all’orario di lavoro, smettendo di rimandare a un “domani” indefinito qualche svago che mi pizzica la mente.

  • Descrivi il momento più imbarazzante della tua vita.
Se lo descrivessi, probabilmente diventerebbe questo. Quindi passo.

  • Di cosa hai più paura?
Mi terrorizza l’idea di potermi trovare, a una certa età o a causa di un incidente o di una malattia, nella condizione di non poter più essere padrona di me stessa e di non potermi quindi autodeterminare.

  • Hai l’opportunità di possedere per incanto un potere illimitato per un’ora, cosa faresti?
Con uno schiocco di dita farei sparire tutto ciò che è brutto e sgradevole dalle strade e dagli ambienti che frequento (ma, se il potere fosse illimitato, potrei ambire ad un raggio di azione più ampio): tolti sporcizia, rumore, disordine, ruderi, potrei godermi, anche se per poco, un mondo o un pezzetto di mondo finalmente liberato e, magari, il ripristino del decoro potrebbe stimolare il suo mantenimento nel tempo.

  • Qual è la cosa più avventurosa che hai fatto nella tua vita?
Per me “avventura” è sinonimo di “viaggio” e quello più intenso, emozionante e stupefacente è stato in Giappone, un Paese in cui si mescolano tradizione e modernità, rituali antichissimi e i treni più rapidi del mondo, rigore ed estro. Se potevo immaginare di amare gli aspetti più antichi della cultura nipponica, mi sono sorpresa di trovarmi contagiata anche dal suo versante tecnologico.

  • La cosa più costosa che hai comprato per te o che hai regalato.
Un pianoforte digitale, che è stato anche il mio primo grande acquisto. Da qualche anno ha cominciato a perdere colpi e oggi è inutilizzabile, ma mi ha tenuto compagnia per molto tempo, anche se non sono mai stata un talento della tastiera.

  • Sei un tipo da bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Fai degli esempi.
Non credendo in alcuna forma di destino o provvidenzialismo, credo che si debba fare affidamento sulle proprie capacità, sapendo che gli eventi potrebbero assecondare il nostro sforzo come vanificarlo. Non ho l’ottimismo cieco di chi si aspetta l’aiutino della sorte, cerco di essere obiettiva di fronte ai problemi e, stoicamente, ho imparato a non avvelenarmi con l’ostinazione a cambiare ciò che cambiare non si può. Un esempio mi si presenta spesso sul lavoro: l’ho scelto per la mia fiducia nelle potenzialità dell’istruzione (che è ancora immutata), ma, di fronte a famiglie che si disinteressano delle difficoltà scolastiche dei figli o addirittura ostacolano il lavoro dei docenti, non riesco a non considerare certe situazioni irreversibili. Questo non significa che io sia disposta a rinunciare, solo che mi muovo con la consapevolezza di non dovermi aspettare rivoluzioni, con la speranza di piccoli passi e di qualche sorpresa. Che dite: è mezzo pieno o mezzo vuoto ‘sto bicchiere?

  • Ti guardi indietro: qual è il tuo rimpianto più grande? 
Sicuramente quello di non aver curato abbastanza la mia formazione linguistica, approfondendo lo studio dell’inglese con un periodo di studio all’estero e intraprendendo quello del tedesco, di cui ho iniziato a sentire la mancanza negli anni dell’università. Purtroppo, nello scegliere le esperienze formative, ho sempre voluto evitare “complicazioni” e così mi sono preclusa da sola dei percorsi alternativi, ma col senno di poi sarebbero stati preziosi.

  • Se tu vincessi un milione di euro alla lotteria, come li spenderesti?
La prima spesa sarebbe l’acquisto di una casa più grande e in un quartiere diverso, con un giardino spazioso da potermi godere in diversi momenti della giornata ma soprattutto con una grande stanza da dedicare alla biblioteca. E poi viaggerei tanto, tanto, tanto, magari usufruendo di almeno un anno sabbatico per poter sfruttare tutte le stagioni e scegliere la meta senza vincoli “climatici”.

La mia domanda per i lettori: 
Se potessi essere il personaggio di un romanzo, quale sceglieresti e perché?

Il blog va a riposo estivo. 
Appuntamento a giovedì 24 agosto per la quinta intervista!

18 commenti:

  1. Il viaggio in Giappone mi piacerebbe farlo prima o poi, le tue parole mi confermano che dovrei proprio organizzarmi a costo di rinunciare a qualche cosa d'altro.
    Se fossi il personaggio di un romanzo chi vorrei essere?
    Un personaggio che mi ha sempre affascinato è Zorba del romanzo omonimo di Nikos Kazantzakis, con la sua straordinaria voglia di godersi la vita e il suo entusiasmo indomabile che resiste persino nei momenti più bui. Vorrei essere lui perché per me invece i momenti difficili si sono tutti trasformati in cicatrici che ancora dolgono...

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    1. Hai citato uno di quei libri di cui si sente tanto parlare ma che, per qualche motivo, non ho mai letto e costituiscono delle lacune e il modo in cui ne parli mi fa avvertire ancora di più questa carenza.
      Quanto al viaggio in Giappone, è davvero un'esperienza che merita di essere anteposta ad altre, se possibile: io ne sono rimasta incantata, come probabilmente si è capito.

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    2. Anch'io sento di voler fare un bel viaggio in Giappone. Certo, è lontanissimo e la lunghezza dei voli mi impressiona un po' (sono trascorsi troppi anni dal mio viaggio negli Usa) ma so che potrei trovare davvero un mondo da scoprire, che immagini e visioni attraverso uno schermo non possono restituire appieno. Ho seguito con molto interesse ai tempi il tuo resoconto di viaggio, Cristina, anche perché con la tua sensibilità ne hai saputo cogliere aspetti molto interessanti e a volte inediti.

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    3. Il volo è quello che scoraggia anche me dal rifarlo: prima di partire, pur non avendo l'abitudine di prendere l'aereo (era la seconda volta e il primo viaggio era stato di poco più di un'ora), tutte quelle ore non mi spaventavano, però adesso le ricordo come una gran fatica, soprattutto al ritorno, quando non avevo la prospettiva dell'avventura a sostenere le mie energie. Comunque l'esperienza è valsa tutto lo strapazzamento!

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  2. É bello pensare, in un tempo in cui difficilmente si è contenti di ciò che si è, che ci sia qualcuno finalmente pago dell'indirizzo preso dalla propria esistenza! Mi piacerebbe conoscere cosa, secondo Cristina, può aiutare a divenire una persona serena, senza troppi rimpianti.
    Rispondo intanto alla sua domanda! Tra tutti i personaggi incontrati leggendo, il primo che mi viene in mente è Alice, quella del paese delle meraviglie. Mi piace molto osservare e dinanzi ad Alice si apre un bel campionario di personaggi e situazioni insolite da decifrare.

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    1. Ah, Giacinta, magari sapessi cosa possa rendere sereni e ridurre i rimpianti. Io immagino di potermi definire fortunata, ho fatto scelte in cui mi sono riconosciuta dal momento che le ha precedute alla loro conclusione e, quando questo mancava sono generalmente riuscita a fermarmi e a cambiare direzione: chissà a cosa sarei approdata se avessi provato a sfidare questo mio modo di affrontare le cose! In ogni caso non mi pento di nulla.
      A proposito di Alice, credo che una guida alla lettura dei simbolismo, una sorta di cifrario per certe sequenze sarebbe una bella risorsa. Quando lo lessi (anzi, ascoltai, fu il mio primo e unico audiolibro) rimasi con la sensazione di essermi persa qualcosa.

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    2. È bella la tua domanda, Giacinta. I rimpianti sono anche il grande "scoglio" che l'età matura presenta, è inevitabile. Io mi sto accorgendo di averne tanti, ma allo stesso tempo subentra la consapevolezza di non poter cambiare quello che ormai è sedimentato. Occorrerebbe una dose di coraggio notevole, una certa volontà di sfidare il destino, ma chi ne possiede abbastanza da essere portato a lanciarsi nel buio?

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  3. Complimenti Cristina. La tua intervista è sobria, equilibrata e forte.

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    1. Grazie, Gus. Luz ha posto delle domande interessanti, mi hanno dato un bel po'da riflettere e sono state l'occasione di fare il punto su alcuni aspetti che magari davo per scontati.

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  4. Ciao Cristina, è stato un piacere conoscerti, ci sono alcune risposte che mi hanno colpito perché mi ci ritrovo anch’io, il rimpianto di non aver curato la mia formazione linguistica con un viaggio di studio all’estero (pensare che ne ho avuto l’opportunità e ho rinunciato) e il voler vivere nell’epoca attuale.
    Riguardo alla tua domanda non saprei proprio che personaggio scegliere, forse Alice Allevi personaggio della serie l’allieva di Alessia Gazzola, forse perché molto umana, imperfetta, ma tutto sommato determinata e arguta nelle sue indagini.

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    1. Ciao, Giulia, anche per me è un piacere conoscerti. Non ho mai letto la serie di cui parli e in generale non conosco Alessia Gazzola se non di nome, ma il personaggio deve essere riuscito, se può produrre questo senso di identificazione.

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  5. Ciao Cristina. Sto leggendo adesso la tua intervista, di ritorno dalle vacanze estive. Molto bella ed elegante. Ti penso come una persona equilibrata e di grande maturità. In particolare mi è piaciuta la risposta alla domanda sul bambino te stesso, lo spirito di osservazione e il timore di cambiare qualcosa del futuro. Per rispondere alla tua domanda, penso che vorrei essere una delle tante figure femminili che Elisabeth Von Arnim fa vivere nei suoi romanzi: il garbo e la semplicità di questa scrittrice mi conquistano sempre.

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    1. Ciao, Marina. In passato, a dire il vero, ero molto "brontolona", esigente e impaziente, avevo forse poco o comunque meno di quell'equilibrio che mi attribuisci. Ora, seppur talvolta i momenti di particolare nervosismo me lo facciano dimenticare, credo di aver trovato in misura adatta a me la capacità di dare alle cose una dimensione sostenibile.
      Bella la tua scelta dall'universo Von Arnim, c'è davvero nelle sue figure e nelle sue atmosfere una ammaliante delicatezza.

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    2. Sapete, non ho mai letto nulla di Elisabeth Von Arnim, ma ricordavo che Cristina le ha dedicato qualche post. C'è un romanzo dei suoi che potrebbe piacermi? Ormai credo abbiate individuato i miei gusti. :)

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    3. Quelle di Elizabeth Von Arnim non sono "grandi" storie, di quelle memorabili o particolarmente profonde, ma sono storie semplici, garbate, tratteggiate con ironia. Fra i tre libri che ho letto ho preferito "Una principessa in fuga", che ho suggerito anche ai miei studenti.

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    4. Io ti suggerisco "Un incantevole aprile": delicato e incantevole appunto!

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