Rieccoci al rientro dalle vacanze a tornare a postare. Come state? Io ho trascorso meravigliosi giorni in montagna, credo di voler dedicare un post ai miei giorni in Trentino.
Nel frattempo, completiamo il nostro giro di interviste estive, esperienza molto carina che si concluderà giovedì 31 agosto.
È il turno di Cristina Cavaliere, stimatissima blogger de Il Manoscritto del Cavaliere, che ringrazio per la sua partecipazione.
Eccovi il piano interviste, se qualcuno volesse recuperare o rileggere qualcosa.
Luglio:
1. Giovedì 6 - Ariano Geta
2. Giovedì 13 - Ninfa
3. Giovedì 20 - Marina Guarneri
4. Giovedì 27 - Cristina Malvezzi
Il va sans dire che scelgo un personaggio storico, e condivido lo scompartimento con Maximilien Robespierre. È probabile che cominceremmo ad azzuffarci come galli da combattimento su come andarono le cose ai tempi della rivoluzione, soprattutto dal 1793 al 1794 durante il Terrore. Tra le altre cose, vorrei chiedergli se la sua paranoia fosse originata da una patologia – alcuni studi avanzano il sospetto che soffrisse di mononucleosi, per esempio, e ormai dovrebbe saperlo lui per primo – o fosse davvero convinto che la Francia pullulasse di controrivoluzionari, da schiacciare senza alcuna pietà. Naturalmente, da bravo leguleio, cercherebbe di mettermi nel sacco con la sua parlantina, ma a questo punto rischierebbe di essere lanciato fuori dal finestrino dell’Orient Express, in corsa e senza testimoni come nei migliori romanzi di Agatha Christie.
- Hai la possibilità di rinascere scegliendo epoca, famiglia, sesso, aspetto fisico, professione, luogo. Descriviti.
Sicuramente sceglierei di appartenere al sesso maschile per avere più raggio d’azione. Mi piacerebbe dipingere e far parte del gruppo dei Preraffaelliti inglesi, quindi in un ambiente che combini l’amicizia allo scambio artistico. Sarei comunque un italiano, e un uomo imponente per sperimentare finalmente le grandi altezze, con lunghi capelli scuri fluenti ma senza barba. Un tipo di artista “romantico” che piace alle donne senza sforzo alcuno, un po’ alla Modigliani per intenderci. 😊 In alternativa, mi attira molto la Scapigliatura milanese; quindi, ancora una volta rientrerei in una sorta di confraternita, controcorrente sia in senso esistenziale sia artistico. Il mio aspetto fisico non cambierebbe rispetto al Preraffaellita.
- Hai il potere di incontrare una volta il tuo te stesso bambino e restare a parlare con lui 10 minuti, cosa gli diresti?
Che, nonostante la sua timidezza, i dispiaceri e le difficoltà, vivrà un’esistenza molto ricca e piena, non in senso monetario ma affettivo e di “pane quotidiano” spirituale che non mancherà mai. E che accadranno cose meravigliose…
- Sei fra coloro che avranno l’opportunità di lasciare la Terra e andare a vivere in una splendida stazione su Marte, quale libro porteresti con te e perché?
Porterei con me la Bibbia, per il semplice fatto di non averla mai letta interamente e perché è composta da molti libri. Tra l’altro possiede molteplici livelli di lettura, quello letterale o narrativo, quello allegorico, quello spirituale… insomma, penso che con un classico del genere non rimarrei a bocca asciutta.
- Sei un’allodola o un gufo, ossia preferisci il giorno o la notte? E perché?
Sono senz’altro un’allodola, perché rendo meglio al mattino che al pomeriggio. Però con l’età vado a letto sempre più tardi, quindi chi sa, magari mi sto trasformando in un ibrido!
- In base a cosa ti fai un’idea di una persona?
D’istinto, dalla sua maniera di guardarmi e di relazionarsi con me, soprattutto con il linguaggio del corpo. Per esempio, diffido delle persone che a un primo incontro tengono sul naso gli occhiali da sole: secondo me sono una sorta di barriera, di segnale che dicono “non mi importa di conoscerti”. Ci sono delle persone, invece, per cui ho provato una simpatia istintiva persino al telefono, anche solo per il modo di parlare, poiché trasmettevano un senso di cura e attenzione, cosa che poi è stata confermata conoscendole in carne e ossa.
- Se tu dovessi valutare da 0 a 100 la tua vita finora vissuta, che voto le daresti? In cosa potresti migliorare e in cosa di te sei pienamente soddisfatto/a?
Le darei un 90. Ho sempre lavorato duramente, facendo tanta gavetta, ma sono stata anche molto fortunata (se non altro perché sono vissuta in un paese democratico, anche se opaco su moltissimi aspetti). Sul resto, rimanderei al punto 3., aggiungendo che ho una famiglia che mi vuole bene e molte amicizie autentiche. Ho viaggiato e visto luoghi favolosi, letto moltissimi libri che ugualmente mi hanno fatto viaggiare con la fantasia. Quindi sono molto soddisfatta! Ecco, senz’altro migliorerei la mia forma fisica, nel senso che sono troppo sedentaria e quindi cercherei di dare più ascolto ai segnali del corpo.
- Descrivi il momento più imbarazzante della tua vita.
Ho avuto un attacco di imbecillità sfociato poi in un momento di imbarazzo. Ero in uno dei primissimi posti di lavoro, e si lavorava con i computer Olivetti, con uso dei dischetti rigidi. Una collega stava battendo un documento direttamente sul dischetto, e io ho schiacciato di proposito il tasto, facendole saltar fuori il dischetto e quindi perdere il lavoro. Naturalmente mi sono scusata e le ho ribattuto io la relazione, ma ero molto imbarazzata del mio gesto stupido. Tra l’altro mi era anche simpatica, ma forse il mio inconscio voleva fare qualcosa che alterasse la mia reputazione di ragazza “a modo”.
- Di cosa hai più paura?
Di recente ho avuto problemi neurologici che si manifestavano soprattutto di notte con movimenti involontari agli arti, scosse elettriche e tremori alla testa, fascicolazioni e incubi. Non li auguro nemmeno al mio peggior nemico. Ora sono quasi spariti grazie a un’enorme quantità di cure, tutte ovviamente a mie spese, ma a volte ho paura che ritornino, specialmente perché accadono di notte quanto non hai il controllo sul sistema nervoso centrale e sulla mente.
- Hai l’opportunità di possedere per incanto un potere illimitato per un’ora, cosa faresti?
Farei sparire di colpo tutte le armi dalla faccia della terra, soprattutto quelle nucleari.
- Qual è la cosa più avventurosa che hai fatto nella tua vita?
Mah, cose proprio avventurose non ne ho fatte, ma una volta un’amica e io siamo salite lungo alcuni sentieri del Latemar in Trentino. Il problema è che a un certo punto ci siamo perse, non riuscivamo proprio a capire come ridiscendere perché c’erano dei lastroni in pendenza e dunque erano molto pericolosi. Non esistevano i cellulari, e quindi non riuscivamo ad avvisare l’altra amica rimasta in hotel, dove siamo arrivate esauste in tarda serata e dove abbiamo trovato mezzo albergo in allarme.
- La cosa più costosa che hai comprato per te o che hai regalato.
Sicuramente la ristrutturazione del mio blog “Il Manoscritto del Cavaliere” www.ilmanoscrittodelcavaliere.it, perché ho assoldato due webmaster, ma ne è valsa la pena.
- Sei un tipo da bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Fai degli esempi.
Di solito cerco di guardare il lato positivo delle situazioni, anche delle più intricate, usando anche un po’ di senso dell’umorismo. Per esempio, i miei recenti problemi di salute mi hanno costretto a sospendere il lavoro fino a fine anno in attesa di sviluppi. Questo mi ha però permesso di dedicarmi ad altre attività più adatte alla mia condizione attuale e meno stressanti. Se devo andare da un nuovo specialista per fare accertamenti, ci scherzo sopra e dico che aggiungo il referto alla mia collezione.
- Ti guardi indietro: qual è il tuo rimpianto più grande?
Non essere andata a vivere da sola prima di sposarmi: come figlia unica, avevo dei genitori iperprotettivi e tradizionalisti e, quando avevo detto che avrei cercato un monolocale per conto mio, si erano messi a piangere, chiedendomi “Non ti trovi più bene da noi?” Ovviamente ho deposto le armi e rinunciato alla mia idea. Invece è un’esperienza che tutti dovrebbero fare, sbrigarsela da soli insegna molte cose. Mi sarebbe piaciuto anche andare a lavorare all’estero – e quindi vivere da sola – il che è molto formativo.
- Se tu vincessi un milione di euro alla lotteria, come li spenderesti? (poi concludi con una domanda da rilanciare a chi leggerà e vorrà commentare)
Mi farebbe paura vincere una somma così grossa, ma ne destinerei una grande parte ad attività di beneficenza, e poi mi comprerei una casa sul lago (per esempio quello di Como) con un bel giardino dove rilassarmi in mezzo alla natura.
***
La mia domanda è la seguente: qual è la forma d’arte - o espressiva - che senti più affine a te, senza necessariamente praticarla, e perché?
Cristina la conosco già, ma qui scopro il suo lato più "ludico" di chi vorrebbe essere più "imprevedibile" rispetto all'idea che si sono fatti gli altri (è uno stato d'animo che comprendo bene ;-)
RispondiEliminaCondivido l'amore per i preraffaelliti (adoro Rossetti e Holman Hunt) e per gli scapigliati dico che ho letto quasi tutto di Tarchetti e anche un romanzo di Emilio Praga.
Riguardo la domanda che pone, io direi la musica. La sento vicina a me perché non necessita di parole, o di immagini, può essere "invisibile" eppure ha in sé più emozioni di un testo letterario o di un quadro.
Ben ritrovato, Ariano! In effetti posso dare facilmente l'impressione di essere una persona seriosa, ma mi piace anche divertirmi... in primo luogo con la scrittura! ;) Bellissimi i preraffaelliti, e di Iginio Tarchetti avevo letto "Fosca" perché avevo dapprima visto una sceneggiato in televisione che mi aveva molto colpito. Grazie di avere risposto alla mia domanda finale.
EliminaL'ironia di Cristina mi è stata nota leggendo i suoi magnifici post sul blog. Non ve n'è uno in cui, fra le righe o in modo palese, non appaia un pizzico di ironia. Il che la rende una persona piacevolissima. Penso sarebbe stata un'ottima insegnante di Storia, ho questa impressione. Cristina, hai mai pensato di insegnare?
EliminaIl senso dell'umorismo aiuta a sdrammatizzare molto, anche nelle situazioni meno piacevoli. Per esempio proprio nel mese di agosto, durante il mio soggiorno al mare, sono dovuto andare al Pronto Soccorso di Pesaro. A parte che sono stati gentilissimi e molto competenti, distesa sul lettino dicevo a me stessa: "Oh, finalmente un ricovero in PS come si deve!" perché di solito dove vio ti guardano a malapena, oltre alle attese interminabili.
EliminaPer rispondere alla tua domanda, Luz, no, non ho mai pensato di insegnare perché non ho molta pazienza con i grandi gruppi formati da individui con esigenze e vissuti diversi. Non credo che sarei in grado di gestirli, infatti ti ammiro molto perché sono convinta che tu sia un'ottima insegnante!
Conosco abbastanza bene Cristina attraverso il suo blog (e ho avuto anche modo di conoscerla di persona insieme a Sandra Faé quando sono stata a Milano a presentare uno dei miei romanzi insieme ad altri autori). Cristina la considero una persona seria ed efficiente, vista la cura del blog e di quello che fa nella vita (compresa la laurea in storia conseguita con grandi sacrifici e passione), questa intervista conferma molto la visione che ho di lei. Sono contenta Cristina che tu stia superando i problemi di salute! Riguardo alla tua domanda forse come Ariano anch’io tra le arti più affini scelgo la musica per la capacità di farmi sognare. A proposito anch’io sono un’allodola, ma come te finisco per andare a letto tardi…
RispondiEliminaGrazie per il commento, Giulia, sì, è sempre bello conoscersi.. di persona personalmente come direbbe Catarella. ;) Grazie anche per aver risposto alla mia domanda finale. La musica è davvero il linguaggio dell'anima, non è un caso che non abbia bisogno di traduzioni in qualsiasi paese tu vada. Naturalmente poi c'è musica e musica, a me per esempio piace molto la musica classica, ma anche la musica da colonna sonora come quella di Ennio Morricone o di Hans Zimmer. Eh, sì, con l'andar degli anni si dorme sempre meno e in modo più frammentario.
EliminaNon sapevo vi foste conosciute di persona, ignoravo questo evento di presentazione di un tuo romanzo a Milano, cara Giulia. Probabilmente avvenne in un periodo in cui mi ero da poco affacciata al blogging e stavo imparando, gradualmente, a conoscere un po' tutte e tutti voi. Anch'io spero di incontrare Cristina, e anche te, Giulia. Considerate sempre che se vi venisse in mente di fare una capatina a Roma, trovereste di certo me e Marina pronte a braccia aperte. :)
EliminaSì, con Giulia ci conoscemmo proprio quella volta, accadde quattro o cinque anni fa, quindi senz'altro ben prima della pandemia. Giulia scrisse un post dove c'è un nostro selfie tutte e tre insieme. Con Sandra ci sono state altre occasioni di incontrarci perché abita a Milano, tra l'altro era venuta alla mia proclamazione lo scorso anno. Per paradosso, però, con le persone che vivono nel "circondario" ci si vede meno...
EliminaL'invito di incontrarci a Roma è segnato da molto tempo nella mia agenda, vi ringrazio. Pensate, Luz e Marina, che sto proprio leggendo un saggio "La vita quotidiana a Roma al tempo del Bernini" e sto scoprendo un sacco di chicche storiche e artistiche!
Ho cercato il post ma non lo trovo, è come cercare un ago in un pagliaio, Giulia! Fammi sapere dove si trova, lo leggerò volentieri. :)
EliminaRiguardo a Roma, a maggior ragione, cara Cristina, prima o poi sarà tempo di sostanziare queste conoscenze ammirando di persona! :)
Cara Luz, per soddisfare la tua curiosità Ecco il post in cui racconto l’esperienza a Milano con foto finale di me, Sandra e Cristina https://liberamentegiulia.blogspot.com/2017/04/milano-un-pomeriggio-tra-amici.html
EliminaCiao Giulia
Certo, venite a Roma!:)
EliminaHo visto finalmente il post, Giulia! Un piacere dare un volto alla tua "voce" scritta. Sai che non so come né perché ti immaginavo... bionda? Vai a capire certe dinamiche nell'immaginario. :)
EliminaIncontrarti idealmente mi è piaciuto molto, in attesa di poterci, chissà, vedere un giorno di persona.
L'aver pensato a un artista preraffaellita mi conferma l'idea che mi sono fatta di Cristina e della sua sensibilità e delicatezza non disgiunte dalla voglia di creare, di operare, di dar forma al suo immaginario. Mi spiace per i problemi di salute che ha avuto. Bello il modo in cui li sta affrontando!
RispondiEliminaGrazie mille del commento, Giacinta. :) Mi sarebbe piaciuto sviluppare maggiormente il mio lato artistico, perché sono molto portata per il disegno, magari frequentando una scuola o un corso per impostare bene la tecnica. Mi piace molto, per esempio, la pittura a olio forse perché legata al ricordo di mio padre che dipingeva i suoi quadri in sala e io ero affascinata dalla sua bravura. La trovo molto duttile e pastosa, puoi eseguire correzioni e avere ripensamenti, mentre con l'acquarello è impossibile. Chissà, forse nella prossima vita... ;)
EliminaPiù che un corso, sarebbe utile frequentare un laboratorio permanente di pittura. La pratica è tutto per la pittura a olio e un corso non basta. Te lo dico per esperienza personale. È bene avere, anche solo una volta alla settimana, il tempo per lavorare sotto la guida di un pittore. Il mio praticantato è durato anni. Adesso faccio tutto da sola :)
EliminaChe bello apprendere che anche tu ami la pittura a olio! Come in qualsiasi campo, la pratica incessante è essenziale, sono d'accordo... un po' come scrivere, bisognerebbe farlo tutti i giorni. Tra l'altro maneggiare matite, pennelli o altro materiale per creare è un'attività molto rilassante. Trovo che scrivere sia molto cerebrale, benché sia la mia modalità espressiva, mentre dipingere o disegnare mi hanno sempre divertito e svagato. Non per nulla sono anche ricercatrice iconografica, ho con l'immagine artistica un rapporto di assoluta devozione.
EliminaÈ bello sapere di questo amore per la pittura (che per Cristina mi era noto) ma soprattutto che tu, Giacinta, abbia intrapreso un progetto di apprendimento sulle tecniche. Infatti sì, un corso, un laboratorio solo, non basterebbe. Io da piccola e fino ai vent'anni ho disegnato, sono stata illustratrice di una pubblicazione didattica, esperienza molto bella, ma non continuare a coltivare il disegno poi fa perdere questa attitudine nell'aspetto della fluidità della creazione, nella dimestichezza tecnica. Sono arti da tenere sempre sotto esercizio, come la musica, oltretutto. Ho tentato diversi anni fa l'acquerello ma non mi è riuscito di capire anzitutto come trattare il foglio, l'incontro fra carta, colore e acqua non è per nulla facile, ma forse con un solo buon corso si potrebbe afferrare il "come fare".
EliminaBen ritrovata, Cristina! Non avevo dubbi che tu scegliessi un personaggio della Rivoluzione francese: Robespierre era d’obbligo :D Dalle tue risposte viene fuori tutta la tua passione per la storia e per l’arte. Mi fa piacere avere in comune il testo che porteremmo su un’isola deserta: anch’io ho risposto la Bibbia, che leggo ormai da tre anni senza soluzione di continuità (una meravigliosa rilettura continua). La forma d’arte in cui vorrei avere talento è la scultura: mi diverte modellare (io uso la porcellana fredda), ma mi piacerebbe dare forma a materiali più nobili. Chissà, magari in un’altra vita!
RispondiEliminaMarina
Grazie del "ben ritrovata", Marina! In questo spazio virtuale mi sento particolarmente a mio agio, quindi ho accolto ben volentieri l'invito all'intervista di Luz. Ultimamente sono entrata in una fase di crisi con i social per una serie di motivi , non da ultimo quello della salute, quindi me ne sento man mano sempre più distaccata.
EliminaPer quanto riguarda la rivoluzione francese, ho avuto una piacevolissima sorpresa quest'estate: su un noto quotidiano era comparsa la notizia che a San Mauro Pascoli si sarebbe intentato un processo alla rivoluzione francese con tanto di accusa e difesa, e verdetto finale. Sono poi riuscita a trovare il video dell'iniziativa su youtube "Processo alla rivoluzione francese", che vi consiglio: a parte l'argomento interessante, la qualità degli interventi è stata molto alta e poi nel ruolo dell'avvocato difensore c'è il mio relatore per la tesi di laurea!!
La Bibbia penso che sia "il libro dei libri", al di là del dato religioso importantissimo ci sono delle vicende che dal punto di vista narrativo sono davvero appassionanti, per esempio avevo letto interamente Il Libro di Tobia per la questione del demone che ho voluto poi inserire nel mio romanzo.
Grazie anche di aver risposto alla mia domanda, in un'altra vita appunto ci potremmo incontrare, io in veste di pittore e tu di scultore o scultrice! :)
Riguardo alla Rivoluzione francese, Cristina, ho avuto il piacere di visitare a Parigi il Museo Carnavalet, un vero scrigno di tesori su tutta la storia parigina, pensa... dal Paleolitico! La sezione sulla rivoluzione è spettacolare, sono stata dinanzi ai ritratti originali dei tuoi amatissimi Robespierre, Desmoulins e e Lucile, ma ho potuto ammirare perfino gli abiti di Maria Antonietta e gli effetti personali del tempo in cui fu rinchiusa alla Conciergerie assieme ai suoi bambini, i documenti preziosissimi dei primi rivoluzionari... e molto altro. :)
EliminaCon il Museo Carnavalet si sfonda una porta aperta! :) Sono stata varie volte a Parigi, come ti puoi immaginare, e ogni volta vado a visitarlo perché è interessantissimo. La sezione della rivoluzione francese è come fare un salto indietro nel tempo, inoltre noto che ogni volta espongono pezzi sempre diversi (la sedia a rotelle di Couthon, per esempio). Mi permetto anzi di aggiungere qui un link a un breve post che scrissi a suo tempo, proprio sul museo: https://www.ilmanoscrittodelcavaliere.it/2017/07/il-caffe-della-rivoluzione-le-musee/
EliminaLa scelta della Bibbia già rende perfetta l'intervista.
RispondiEliminaComplimenti Cristina.
Ti ringrazio di cuore, Gus!
RispondiElimina