sabato 27 ottobre 2018

Le domande esistenziali di un'autrice.

Effetto domino per una bella idea di Sandra Faé, che potete trovare qui. Leggendo in giro i post delle amiche blogger che hanno seguito la scia, mi aggrego volentieri. 
Nadia Banaudi, Giulia Mancini e Cristina Cavaliere si sono raccontate qui, qui e qui
La scarpa di Amélie Poulain la dice già lunga sul tipo che sono. :) 
Bene, vado a sostanziare il discorso rispondendo alle tre domande. 



Chi siamo?
Dove andiamo?
Perché scriviamo?

Chi sono?
Ho cominciato da un pezzo a pensare che gli anni passano in fretta. Troppo, se si pensa che dai 40 ai 47 è stato un balzo. Li ho compiuti lo scorso giugno, mancano tre anni ai fatidici 50, e viene spontaneo fare bilanci. 
Sono una donna di età matura, che ignora totalmente l'anagrafe quando si tratta di inventare, sognare, sperare. Sono istintiva per tutto il mio lato creativo - pare sia tipico del segno dei Gemelli - ma anche prudente, riflessiva, quando si tratta di tutto ciò che sono gli affetti, i progetti a lungo termine. 

La mia vita è divisa in fasi. Il più grande cambiamento è stato ventuno anni fa, quando venni a vivere alle porte di Roma da un piccolo paese della Calabria affacciato sul mare. Da allora sono successe moltissime cose, alcune molto belle, altre da seppellire. Non ho figli, ho vissuto momenti difficili, ciascuno dei quali mi ha donato la capacità di relativizzare, di farsi una scorza di indifferenza, di diventare combattiva. Lasciare andare mio padre e una cognata molto amata mi ha segnata e fortificata insieme, nel frattempo il mio lavoro di insegnante si è consolidato. Ho cambiato scuola da tre anni, ho comprato una seconda casa da qualche mese, sto vivendo esperienze molto forti con il teatro, che è diventato ormai la mia "casa ideale", una sorta di cerchio vitale in cui avvengono cose strane, indimenticabili, travolgenti. Amo visceralmente i ragazzi che ho il privilegio di seguire, che si sono affidati a me, "la capitana", e che porto a scoprire mondi sempre nuovi. 

Ricevo l'applauso di chi apprezza un durissimo lavoro di costruzione di una macchina teatrale a tratti talmente gigantesca da fare paura. Il mio lato creativo, in tanti anni, è rimasto quello stesso mondo immaginario nel quale mi abbandonavo da bambina. 

Una parte di spiaggia dove ogni estate torno assieme ai miei cari

Dove vado?
Nello scorrere inesorabile di questi anni colloco continuamente nuovi progetti. Direi di aver fatto di questo il leit motiv della mia vita, anzi. Progettare significa costruire mentalmente lo scenario che sarà dinanzi a chi vedrà. Sto cercando di affacciarmi ai 50 pronta per vivere serenamente una terza fase della vita, quella in cui in parte si gode dei benefici per i quali si è lavorato tanto, in parte si consolidano amicizie, uno stile di vita. 

Voglio andare verso orizzonti sempre più grandi, costruendoli pezzo a pezzo. Arrivare ad altri premi nazionali, occupare un posto più significativo in ambito scolastico, costruire un circolo letterario da annettere alla mia associazione culturale, abbracciare uno stile di vita più sano, immergermi nella natura attorno alla mia nuova casa. Voglio essere una costruttrice, che poi sento come missione da un bel po'. Dopo aver imparato a circondarmi di persone positive, pacificate con se stesse e pertanto serene, voglio continuare a conoscerne di nuove, aprirmi alla nuova realtà che conoscerò una volta traslocato sui colli a sud di Roma. Voglio continuare a scrivere buoni copioni teatrali, così come concludere il romanzo storico da tempo sottoposto a un editing certosino e tentare la via della pubblicazione. Piacerà o no? L'ardua sentenza potrà svelarmi la verità sulle mie capacità di narratrice. 

Assieme alle ragazze quando vincemmo il Premio Aenaria a Ischia
Migliore gradimento del pubblico

Perché scrivo?
Ho cominciato a scrivere dopo un lungo periodo dedicato al disegno. A scuola amavo scrivere temi, riassunti, pensieri. Era anzi il mio cavallo di battaglia, ragion per cui fra scrittura e disegno trascorsi cinque anni di grandi apprezzamenti alle scuole elementari. Dalle medie, cominciai a disegnare fumetti, mi appassionai alle graphic novel e continuai fino alla fine del liceo. 
Poi, una folgorazione. 

Trasposi il mio fumetto più lungo e intricato di eventi in un romanzo breve e ci presi gusto. Mio padre mi fornì una vecchia Olivetti, io mi chiudevo in cameretta e pigiavo sui tasti per pomeriggi interi in estate, o dopo aver finito di studiare. Avevo letto negli anni precedenti molta letteratura inglese, la mia preferita da sempre, così inventavo storie sulla falsariga di Cime tempestose e Jane Eyre. Tutti fogli che si passavano sorella e cugini, nulla di più. Dopo essermi laureata con una tesi sui nativi americani, tradussi l'enorme mole di materiale consultato in un romanzo storico, che è appunto quello su cui sto lavorando dopo tanti anni, cercando di dare a questa creatura una vera opportunità. 

Scrivere per me è vitale. È anche la ragione dell'esistenza di questo blog. La scrittura è il mio elemento, amo le parole, il loro suono, la struttura della mia lingua, una delle più complesse al mondo. Ho da qualche anno scoperto la letteratura contemporanea, che mi ha aperto scenari nuovi, e dalla quale imparo ad "asciugare" il superfluo. Come per la drammaturgia, devo poter arrivare a una scrittura per sottrazione. 

Come immagine che mi rappresenta in questo momento, ho scelto la foto scattata a un pezzetto di giardino incoltdella mia nuova casa. 
In quella luce ritrovo la gioia di questo cambiamento importante, ma anche tutti i progetti che attendono, verso i quali vado con un entusiasmo di cui non mi credevo capace. 

Chiudo con le parole di Sylvia Plath. 

Io desidero quello spirito di sintesi, 
quella forza plasmante che germoglia, 
prolifica e crea mondi suoi con più inventiva di Dio. 
Se sto seduta ferma e non faccio niente, 
il mondo continua a battere come un tamburo lento, 
senza senso. 
Dobbiamo muoverci, lavorare, fare sogni da realizzare; 
la povertà della vita senza sogni è troppo orribile da immaginare: 
è il peggior tipo di pazzia.

25 commenti:

  1. Sono rimasto particolarmente colpito dal post, complimenti vivissimi per tutto quello che fai, sopratutto per l'attività teatrale.

    Questa estate con un gruppo di amici abbiamo ricreato per un giorno un piccolo villaggio Hobbit, con tanto di abbuffata serale e giochi goliardici. Quindi ti capisco quando parli della felicità di vedere qualcosa riuscire sempre meglio.

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    1. Grazie per aver apprezzato.
      Questa idea del villaggio hobbit è a dir poco entusiasmante. Mi piacerebbe saperne di più, perché non ci dedichi un post?

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    2. Non so, preferisco evitare di mischiare troppo vita privata e blog. Forse potrei tentare, ma ci devo pensare su.

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  2. Il tuo entusiasmo,il tuo amore per la vita è palpabile e sicuramente contagioso, a giudicare dall'espressione delle tue allieve; penso che la fonte sia proprio quella di cui hai parlato a un certo punto del tuo scritto :"Il mondo immaginario nel quale mi abbandonavo da bambina" ( Pascoli docet! ).
    Un caro saluto:-)

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    1. Sì, quella poetica del "fanciullino" è cosa preziosa di un'intera letteratura.
      Grazie... :)

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  3. Che bel quadro esce fuori di te. Vitale sorridente e combattiva. Le insegnanti come te lasciano il segno nella vita dei loro ragazzi, questo te lo assicuro e diventano simboli di come si vuole un giorno diventare.
    Questo meme continua a tirare fuori l'essenza di ognuna di noi arricchendo il quadro generale e come per le precedenti blogger ti faccio i complimenti. Ciò che si trasforma in scrittura è sempre più spesso l'espressione di uma gran bella persona.

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    1. Ogni tanto una riflessione su di sé fa bene, non solo per se stessi ma anche per chi ci legge, gli amici blogger che hanno in questo modo qualche elemento in più per capire chi leggono. Per me leggere gli altrui post è stato così. :)
      Riguardo al "lasciare il segno" nei miei ragazzi, siano essi di scuola o di teatro, onestamente non si può arrivare a tutti. Ma quelli cui riesci ad arrivare sono poi per sempre nel ricordo. Nell'ultimo tema che ho dato, argomento "il talento", c'è il passaggio di un'alunna in cui leggo "il talento che più apprezzo nella Petrucci è quello che la porta a esprimere ciò che pensa su qualsiasi cosa 'no matter what', direbbero gli inglesi". Insomma, l'essere veri, la sincerità. Credo che sia un dovere di ogni insegnante.
      Grazie per le tue parole, Nadia... :)

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  4. Ma grazie per aver continuato e apprezzato il meme nato un po' per caso. Molto interessante la tua analisi e così viva e vivace, piena di te, quella spiaggia lassù poi di sicuro è un fantastico punto di riferimento. Ti auguro il meglio, ci conosciamo pochino, ma sono certa dell'impegno e delle competenze che metti nelle cose che porti avanti con passioni.

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    1. Sandra, ho di te la medesima impressione. La stima è reciproca. Grazie...

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  5. Mi è arrivata l'impressione di una persona molto vitale, piena di cose da dare al mondo. Sono contenta per te, e ti faccio tutti i miei auguri perché l'energia circoli sempre. :)

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    1. Sempre "in viaggio", comunque, con tanto da imparare. Per il resto, sì. Offrire il meglio di sé perché gli altri diano il meglio di sé, se riesco in questo, allora posso dirmi pienamente felice. :)

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  6. Si nota chiaramente come se il tuo "andare" sia ancora in corso, il percorso lo stai costruendo giorno dopo giorno. Ovviamente ti auguro di avere sempre più soddisfazioni dal teatro e di riuscire a pubblicare il romanzo storico.

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    1. Grazie, Ariano. Spero di poter arrivare a tutto, serve moltissimo lavoro, ma le cose facili non mi sono mai piaciute, in fondo. :)

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  7. Mi hanno colpito molte delle frasi che hai scritto, ma ne ho colta una in particolare "Voglio essere una costruttrice". La sento arrivare di peso dalla fisicità del teatro, che, ormai so per averlo toccato con mano, nasce sopra un lavoro poderoso cui tutti concorrono, dal più bravo degli attori alla persona che monta una semplice tenda. Ma mi sembra che nel tuo caso abbia la origine anche dalla concretezza del disegno e del fumetto, e anche dalla stesura del tuo romanzo storico. Non a caso è un genere, almeno secondo me, che si avvale di dati incontrovertibili, di ricerca, di documentazione. In altre parole, di molto lavoro, proprio come la "costruzione" di qualcosa.

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    1. La mia sensazione è quasi sempre quella di una costruzione graduale delle cose. Ogni volta che ho proceduto di fretta, o non spinta da una particolare ispirazione, magari solo per necessità, le cose non sono riuscite come dovevano. O perlomeno potevano andare meglio.
      Costruire significa curare i dettagli e questa è una scelta che non ammette scorciatoie. È vero quello che scrivi, dopotutto un po' tutte queste cose si assomigliano.

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  8. Sono contenta che anche tu abbia partecipato a questo meme perché mi ha dato l'occasione per conoscerti meglio. Hai espresso dei concetti molto belli e profondi, così come bello è lo spirito con cui affronti i tuoi progetti, con determinazione ed equilibrio interiore. "Voglio essere una costruttrice" è una frase che ha colpito anche me, la trovo piena di forza positiva. Con un passo alla volta si può arrivare molto lontano!

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    1. Grazie, Maria Teresa, mi fa piacere che ci sia stata occasione di conoscersi un po' meglio. :)

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  9. Cara Luz, grazie al meme di Sandra, stanno uscendo dei quadri bellissimo. Il tuo mi ha particolarmente colpito: le origini calabresi, il dedicarti anima e corpo alla nobile arte del Teatro, l'essere positiva e piena di progetti, complimenti, 48 anni vissuti meravigliosamente!

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    1. Sì, essere "emigrante" ti mette nelle condizioni di dover costruire tutto daccapo. Non è stato facile, e la soddisfazione, dopo tanti anni, non manca.
      P. S. Per ora, ancora 47. ;-)

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  10. Eh, ma io tutte queste cose le ho percepite dal vivo: conosco te, conosco i tuoi spettacoli teatrali, il tuo modo di comunicare entusiasmo, il tuo sorriso che "costruisce"alla grande...Posso sentirmi un tantino privilegiata? ;)

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    1. Come sai, il privilegio è assolutamente reciproco. :)

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  11. Ma che bello che hai aderito al post anche tu Luz! Sei una persona poliedrica e piena di entusiasmo per quello che fa. Scrivere per Il teatro è un bell'impegno, ma percepisco l'entusiasmo e la soddisfazione con cui segui questa attività. Fortunati i tuoi alunni, sicuramente riesci a trasmettere loro l'amore per la cultura.

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    1. È un lavoro spesso tortuoso e non sempre si arriva proprio a tutti.
      Ma ne vale la pena. :)

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  12. Adoro Il favoloso mondo di Amélie, c'è lo scrittore fallito Hipolito ("La vita è solo un'interminabile replica di uno spettacolo che non avrà mai luogo") dei cui versi alla fine Amélie riempie la città. E se ricordi, l'attore che impersona Joseph, il geloso fidanzato della cameriera al bar, che registra tutto sul vocale, è lo stesso Mastro Raymond di Outlader seconda stagione. ;)
    Comunque, bello questo scorcio sul tuo essere creativo. (tra l'altro non avevo mai visto le spiagge "a martello", non ci sono nell'Adriatico :D )
    E quell'erba del nuovo giardino dice molto. Sarà anche incolta per alcuni, ma è bella solida (te lo dice chi ha appena ristrutturato il giardino per un'infestazione e ha steso l'erba pronta, oramai ci ho fatto l'occhio ;) )

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    1. Barbara, leggo questo tuo commento solo ora.
      Grazie per la risposta e per aver colto alcuni aspetti importanti della mia personalità. :)

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